DI CASA IN CASA ?

ilvigilante
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Continuo ad avere fiducia che sia così, a prescindere da tutto.
Abbiamo tutti bisogno di imparare, io per primo
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Gianni
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Lasciatemi dire che questa discussione sta quasi diventando un incubo. Ora si aggiunge anche la questione dei meritevoli. Rispondo prima a questa, che mi pare la meno problematica.

Yeshùa dà queste istruzioni: “In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete” (Mt 10:11). Letteralmente il passo dice: “In qualsiasi città o villaggio entriate, ricercate qualcuno in essa adatto è; e lì rimanete finché usciate” (mia traduzione). La parola in questione è l’aggettivo ἄξιος (àcsios), che significa non solo “degno/meritevole” ma anche “adatto”. Il verbo ἐξετάσατε (ecsetàsate), mal tradotto da TNM “cercate”, ha il senso di “informarsi / domandare di”. Sarebbe del tutto ingenuo ‘cercare chi è meritevole’ (TNM): su che base? Domandando all’oste se il vino è buono?
Più ragionevole cercare chi è adatto ad ospitarli. Con questo scopo si poteva anche domandare in giro.

E veniamo a Ilvigilante, che dice che il metodo di predicazione era lasciato alla discrezione dei predicatori.
Per prima cosa, sarebbe strano che Yeshùa li incaricasse mandandoli per così dire allo sbaraglio. Le sue istruzioni appaiono invece particolareggiate. Lui parla di predicazione pubblica nelle città e nei villaggi.
Ai Dodici dice: “Andando, predicate e dite: ‘Il regno dei cieli è vicino’” (Mt 10:7). Andando dove? Di città in città, non di casa in casa. Lc 9:6 conferma che fecero proprio così: “Ed essi, partiti, andavano di villaggio in villaggio, evangelizzando”.
In più avevano l’esempio di Yeshùa stesso che non andava di casa in casa ma di villaggio in villaggio (Mt 11:1). Perché mai avrebbero dovuto fare diversamente?

Quando Yeshùa allargò la predicazione, incaricando altri 70 discepoli, troviamo le stesse istruzioni e si parla sempre di città e villaggi. Da notare cosa dice Yeshùa in Lc 10:10-12: “In qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: ‘Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi’. Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città”. È l’intera città che viene giudicata. Se si fosse trattato di opera di casa in casa, ciò non avrebbe senso.

Infine un dato storico e statistico. Paolo afferma che al suo tempo il vangelo era “stato predicato a ogni creatura sotto il cielo” (Col 1:23). Non ci si faccia ingannare dalla traduzione: i testo biblico parla di tutta la creazione e non di tutte le creature. Ora il punto è questo: quanti potevano essere i discepoli al tempo di Paolo? Per quanti fossero, non avrebbero mai potuto raggiungere tutti gli svariati milioni di individui del mondo allora conosciuto. Eppure Paolo fa un’affermazione molto forte: tutto il mondo aveva avuto testimonianza!
Ciò fu possibile con il metodo indicato da Yeshùa. Con quello all’americana sarebbe stato impossibile, esattamente come è impossibile oggi.

Nonostante la religione di Brooklyn si vanti di fare un’opera mondiale capillare, la realtà è ben altra. Cito dalle statistiche ufficiali (anno 2015) della società d’oltreoceano:

Asia e Medio Oriente
PAESI 48
POPOLAZIONE 4.315.759.010
PROCLAMATORI 703.271

Ora fatevi i conti. Basti dire che i Testimoni sono lo 0,1% della popolazione mondiale. Si aggiunga che in 30 nazioni la loro opera è al bando.
La media mondiale annuale dei proclamatori è stata di 7.867.958 unità per un totale di 1.945.487.604 ore, che fanno poco più di 247 ore all’anno. Ce la faranno a raggiungere più di 7 miliardi di persone con i loro ritmi? E come vengono conteggiate le ore? È prassi normale per loro iniziare infilando un volantino nella prima cassetta della posta che trovano e poi andare magari a molti chilometri di distanza; al ritorno, stessa manfrina: lungo viaggio di rientro e altro volantino in una cassetta al termine. Le ore vengono messe tutte in conto.
Ci sono poi situazioni drammatiche: nel Bangladesch 233 proclamatori su 151 milioni di persone; per non parlare della Cina con oltre 1,4 miliardi di persone e pochissimi Testimoni.
Esaminando l’annuario citato si nota una battura d’arresto, molto simile a quella dell’anno 1976 che seguì la grande delusione del 1975.
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Gianni dice:

"In più avevano l'esempio di Yeshùa stesso che non andava di casa in casa ma di villaggio in villaggio (Mt 11:1). Perché mai avrebbero dovuto fare diversamente?"

Infatti non facevano diversamente.
Andavano di città in città e di villaggio in villaggio
Non dice di casa in casa, non dice di bottega in bottega, non dice di strada in strada, non dice di piazza in piazza, non dice di caverna in caverna... tante cose non dice...

Ma dov'è il DIVIETO di predicare di casa in casa o negli altri modi?

Va bene così, mi ritiro da questa discussione che non approda a nulla.

un caro saluto,
sempre con tanta stima
Ultima modifica di ilvigilante il lunedì 1 febbraio 2016, 16:51, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Caro Ilvigilante, potremmo domandare allora dov'era il divieto di predicare di notte o di solo di pomeriggio oppure solo di mattina.
Ogni ipotesi si può fare, ma poi bisogna pur avere qualche aggancio biblico.
Non trascurare poi il fatto che Paolo affermò che la predicazione era stata completata in tutto il mondo allora conosciuto. Secondo te è possibile che fosse stata fatta casa per casa? Anche in Spagna, in Gallia, in Africa?
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Giovanni, ti voglio bene, con l'affetto di sempre.
Rileggi il mio precedente post perché ho aggiunto dell'altro.
La mia stima nei tuoi confronti non viene meno per queste inezie
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Gianni
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Bella domanda, Jon. Non sarebbe stato poi strano vietare di trasferirsi di casa in casa per poi predicare di casa in casa? A rigor di logica, passare da una casa all'altra anche solo per l'ospitalità, sarebbe stato più efficace se la predicazione fosse stata individuale. Ma il punto è proprio questo: non doveva essere individuale.
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Mi convinco sempre più che nelle mie parole manca quel quid per farmi capire!

Gianni, per carità, non farmi dire cose che non so, non ero presente, potrebbe darsi, anche se non lo credo, come non lo credete voi tutti. Però adesso davvero ...basta!
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Perdonatemi, ma il mio tono è rimasto sempre sommesso dal mio primo intervento in questa discussione.
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Gianni
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da Gianni »

Sì, caro Ilvigilante, il tuo tono è stato sempre molto corretto. Non solo te ne va dato atto ma meriti di essere portato ad esempio. :-)
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Re: DI CASA IN CASA ?

Messaggio da ilvigilante »

Grazie Gianni per le tue parole.
Ci si può pure accapigliare nello scritto, ma sempre con il dovuto rispetto.

Grazie anche a Giovanni per avermi sopportato. Sempre con reciproca stima e affetto.
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