Re: Il pròlogo giovanneo
Inviato: lunedì 7 settembre 2015, 22:43
Stefano, non credo che lo scritto di Giovanni sia "dettato" da Dio, ma credo che sia ispirato da Dio tramite lo spirito. Ma le parole sono usate per esprimere un significato preciso, che deve essere interpretato se il linguaggio e' allegorico o metaforico, e che deve essere letto per quello che e' se il linguaggio e' chiaro e diretto. Ad esempio, quando Cristo parla in parabole, il linguaggio e' metaforico e deve essere interpretato; invece, quando Cristo dice "Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri", non ha bisogno di essere interpretato, poiche' il linguaggio e' chiaro, non metaforico.
Il modo di pensare ebraico e' necessario poiche' Giovanni sta parlando del Memra, la parola di Dio, e secondo gli ebrei questa parola non e' il Messia. Giovanni, essendo stato discepolo ed avendo assistito agli eventi, ci riporta come quella parola con cui Dio creo' i mondi e con cui parlo' all'uomo tramite i profeti, si incarno' nel Messia. Ecco la grande differenza tra i profeti e il Messia: i profeti non "incarnarono" la parola, furono solo veicolo di essa in determinati momenti della loro vita, mentre il Cristo fu la parola stessa, che e' vita e verita'; cioe', quella parola abito' in lui in modo da essere "fisicamente presente" in mezzo agli uomini.
Allora, questo modo di scrivere di Giovanni e' perfettamente in linea con il pensiero ebraico: non confonde mai la parola di Dio col Messia, semmai spiega come il Messia la incarno'; e non dice mai che fu il Messia a creare i mondi, ma che la parola di Dio li creo', come in Genesi. Tutto cio' e' conforme al pensiero della sua cultura di appartenenza.
Poi, cio' che dici sulla valutazione di molteplici parametri al fine di una ricerca completa, io lo accetto; ma in questo caso non mi serviva valutare niente altro che le parole riportate sul testo. Infatti, ne' lo scopo dello scritto, ne' il contesto storico, ne' il periodo storico, ne' il pensiero ellenista possono cambiare il contenuto di quelle parole, che non sono simboliche ma chiare e dirette.
La Jewish Encyclopedia stessa afferma l'uguaglianza di Memra e logos e rifiuta il concetto ellenistico di logos di Filone, preso da Eraclito: "Philo's conception of the matter out of which the world was created is entirely un-Biblical and un-Jewish; he is here wholly at one with Plato and the Stoics." Traduzione per i non parlanti-inglese: "Il concetto di Filone riguardo alla materia da cui il mondo fu creato e' interamente anti-biblico e anti-ebraico; e' un tutt'uno con Platone e gli Stoici". Secondo Filone, Dio non puo' creare la materia poiche' questa contrasta con il divino; in linea con gli Stoici, afferma che Dio e' "causa efficiente" sulla materia che e' "ricevente" l'azione divina. Questo pensiero non e' riscontrabile nella maniera piu' assoluta nella Scrittura Ebraica e nel prologo giovanneo, dove si dice che la parola, che era CON Dio ed ERA Dio, da' origine alla materia, conformemente al pensiero ebraico e alla Scrittura Ebraica. Infatti il prologo afferma esattamente il contrario di quanto afferma Filone, e cioe' che fu proprio Dio a creare la materia con la Sua parola. Il che dimostra in modo incontrovertibile l'ebraicita' del pensiero giovanneo e la sua distanza chilometrica dal pensiero ellenico.
Giovanni non poteva certamente "adattare" il suo pensiero al pensiero ellenico per "farsi capire", poiche' facendo cio' avrebbe al contrario trasmesso un messaggio distorto. Giovanni fu incaricato da Cristo di diffondere la buona novella, non di "convincere la gente" o "farsi capire". Quindi, Stefano, non si tratta di fare il papa', ma di comprendere esattamente cosa dice la Scrittura, evitando di farsi influenzare da pensieri non conformi.
Il modo di pensare ebraico e' necessario poiche' Giovanni sta parlando del Memra, la parola di Dio, e secondo gli ebrei questa parola non e' il Messia. Giovanni, essendo stato discepolo ed avendo assistito agli eventi, ci riporta come quella parola con cui Dio creo' i mondi e con cui parlo' all'uomo tramite i profeti, si incarno' nel Messia. Ecco la grande differenza tra i profeti e il Messia: i profeti non "incarnarono" la parola, furono solo veicolo di essa in determinati momenti della loro vita, mentre il Cristo fu la parola stessa, che e' vita e verita'; cioe', quella parola abito' in lui in modo da essere "fisicamente presente" in mezzo agli uomini.
Allora, questo modo di scrivere di Giovanni e' perfettamente in linea con il pensiero ebraico: non confonde mai la parola di Dio col Messia, semmai spiega come il Messia la incarno'; e non dice mai che fu il Messia a creare i mondi, ma che la parola di Dio li creo', come in Genesi. Tutto cio' e' conforme al pensiero della sua cultura di appartenenza.
Poi, cio' che dici sulla valutazione di molteplici parametri al fine di una ricerca completa, io lo accetto; ma in questo caso non mi serviva valutare niente altro che le parole riportate sul testo. Infatti, ne' lo scopo dello scritto, ne' il contesto storico, ne' il periodo storico, ne' il pensiero ellenista possono cambiare il contenuto di quelle parole, che non sono simboliche ma chiare e dirette.
La Jewish Encyclopedia stessa afferma l'uguaglianza di Memra e logos e rifiuta il concetto ellenistico di logos di Filone, preso da Eraclito: "Philo's conception of the matter out of which the world was created is entirely un-Biblical and un-Jewish; he is here wholly at one with Plato and the Stoics." Traduzione per i non parlanti-inglese: "Il concetto di Filone riguardo alla materia da cui il mondo fu creato e' interamente anti-biblico e anti-ebraico; e' un tutt'uno con Platone e gli Stoici". Secondo Filone, Dio non puo' creare la materia poiche' questa contrasta con il divino; in linea con gli Stoici, afferma che Dio e' "causa efficiente" sulla materia che e' "ricevente" l'azione divina. Questo pensiero non e' riscontrabile nella maniera piu' assoluta nella Scrittura Ebraica e nel prologo giovanneo, dove si dice che la parola, che era CON Dio ed ERA Dio, da' origine alla materia, conformemente al pensiero ebraico e alla Scrittura Ebraica. Infatti il prologo afferma esattamente il contrario di quanto afferma Filone, e cioe' che fu proprio Dio a creare la materia con la Sua parola. Il che dimostra in modo incontrovertibile l'ebraicita' del pensiero giovanneo e la sua distanza chilometrica dal pensiero ellenico.
Giovanni non poteva certamente "adattare" il suo pensiero al pensiero ellenico per "farsi capire", poiche' facendo cio' avrebbe al contrario trasmesso un messaggio distorto. Giovanni fu incaricato da Cristo di diffondere la buona novella, non di "convincere la gente" o "farsi capire". Quindi, Stefano, non si tratta di fare il papa', ma di comprendere esattamente cosa dice la Scrittura, evitando di farsi influenzare da pensieri non conformi.