Colossesi 2:14,15

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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, l’uomo di spirito da te teorizzato ha molto di religioso fai da te e poco di biblico. Che “i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”, vuol dire due cose. Intanto si tratta di adoratori, e questi adorano Dio in verità, ovvero secondo la parola di Dio, che è verità. Quanto allo spirito, si chiama nuovo patto. E che altro è il nuovo patto che non la Toràh scritta nel cuore e nella mente dei veri adoratori?
Le persone religiose (e idolatre) adorano nei loro templi, nello spazio. I veri adoratori celebrano momenti sacri nel tempo stabilito da Dio e scandito da sabati, noviluni e sante Feste.
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

Al nostro arrivo a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero lietamente. 18 Il giorno seguente Paolo si recò con noi da Giacomo, e tutti gli anziani erano presenti. 19 Dopo averli salutati, Paolo raccontò loro, ad una ad una, le cose che il Signore aveva operato fra i gentili per mezzo del suo ministero. 20 Ed essi, udito ciò, glorificavano Dio, poi dissero a Paolo: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei vi sono che hanno creduto; e tutti sono zelanti della legge.
Atti 21,17-20

Caro Gianni, tu vorresti dimostrare con questo passo biblico che l'osservanza della legge mosaica è cosa giusta e rispettata dalla prima comunità.
Questo passo descrive in maniera perfetta ciò che ti scrissi poco fa in merito alla qualità della fede. Essa dipende molto da nostro libero arbitrio.
Essere stati testimoni di Yeshùa e ripieni di Spirito Santo, agli apostoli non bastò per digerire l'opera rinnovatrice di Cristo. Siamo noi che diamo qualità alla fede.
Ti faccio un esempio. Eccolo: Pietro ebbe bisogno della visione della "tovaglia scesa dal cielo" per comprendere che il Sacrificio di Cristo ha purificato ogni cosa, anche i "cani".

Riporto ciò che dissero le stesse bocche in merito all'essere "zelanti nella legge":
Or sono stati informati a tuo riguardo che tu insegni a tutti i Giudei che vivono fra i gentili di distaccarsi da Mosè, dicendo di non circoncidere i figli e di non seguire più le usanze giudaiche.
Atti 21,21
Paolo, furbescamente, acconsentì a far da "padrino a 4 uomini che avevano fatto voto di Nazierato. Si purificò e offri il sacrificio come prevedeva la legge mosaica.
Ecco cosa fu costretto a fare Paolo:
Questa è la legge del nazireato: quando i giorni della sua consacrazione saranno compiuti, lo si farà venire all'ingresso della tenda di convegno; ed egli presenterà la sua offerta all'Eterno: un agnello di un anno senza difetto per l'olocausto, un'agnella di un anno senza difetto per il sacrificio per il peccato e un montone senza difetto per il sacrificio di ringraziamento; un paniere di pani azzimi fatti con fior di farina, di focacce intrise con olio, di schiacciate senza lievito unte di olio, con le loro offerte di cibo e le loro libazioni. 16 Il sacerdote presenterà queste cose davanti all'Eterno e offrirà il suo sacrificio per il peccato e il suo olocausto; offrirà il montone come sacrificio di ringraziamento all'Eterno, col paniere dei pani azzimi; il sacerdote offrirà pure la sua oblazione di cibo e la sua libazione. Il nazireo raderà il suo capo consacrato all'ingresso della tenda di convegno e prenderà i capelli del suo capo consacrato e li metterà sul fuoco che è sotto il sacrificio di ringraziamento. Il sacerdote prenderà la spalla cotta del montone, una focaccia non lievitata dal paniere e una schiacciata senza lievito e le metterà nelle mani del nazireo, dopo che questi avrà raso il suo capo consacrato. Il sacerdote le agiterà come offerta agitata davanti all'Eterno; è cosa santa che appartiene al sacerdote, assieme al petto dell'offerta agitata e alla coscia dell'offerta elevata. Dopo questo il nazireo potrà bere vino. Nm 6,13-20

Cosa doveva fare Dio per porre fine a ciò dato che i suoi non ebbero la forza necessaria?
La distruzione del tempio!
Con gli uomini anche la Divinità deve utilizzare la forza.
Che ne dite, corriamo a ricostruire il tempio?
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Mi ricollego a quello che diceva Gianni sul valore temporale espresso dai verbi che usa Paolo. Proprio ieri alla radio ho sentito un predicatore che commentava il passo di Paolo e diceva che le feste bibliche non valgono più per il credente perché erano ombra delle cose che sono; invece Paolo dice che sono ombra di ciò che sarà. Il predicatore, modificando il tempo verbale espresso dal testo greco, spostava tutto al passato, vedendo le feste bibliche realizzate nel tempo presente; invece, Paolo dice che ciò che le feste rappresentano deve ancora realizzarsi nel fururo.

Certi studiosi biblici invocano la necessità di leggere fedelmente il testo solo quando fa comodo alla loro teologia.
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Giorgia
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Giorgia »

Scusate, io stamattina forse sono un po' rimbambita (ho sonno, abbiate pazienza) ma non capisco dove si vuole arrivare con questo topic.

Non riesco proprio a capire cosa si vuole dimostrare. Vogliamo forse dimostrare che tutte le indicazioni incluse le feste sono sbagliate? Perché? C'è forse qualcuno che vi sta costringendo a festeggiarle e volete un buon argomento per dire che sbaglia? Non sarà mica come quel qualcuno che prima ha cambiato la legge e poi mi ha costretto a stare a casa di domenica?

A parte le battute (che non sono poi così spiritose, visto che sono tremendamente vere) possiamo fare un ragionamento un pelo più serio?

Prendo l'intero paragrafo dal quale sono stati presi i due versetti del topic:

"8 Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; 9 perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; 10 e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; 11 in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: 12 siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. 13 Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; 14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce."

Ora, immagino sarete tutti d'accordo che l'intero paragrafo sia stato scritto dalla stessa persona. E che quindi tutto il testo debba essere letto nello stesso modo. Cioè, se un pezzo è al presente, e quello dopo anche, entrambi vogliono dire che nel momento in cui è stato scritto è successa quella cosa. Ne segue che se un versetto parla del passato prossimo, si riferisca al passato prossimo di quel presente. Giusto? (correggetemi se sbaglio, io sono ben lungi dall'essere una studiosa. Sono solo una donna iperlogica, e quindi uso la logica per capire. Tra l'altro con la grammatica faccio a pugni dalle elementari!)

Provo ad analizzare un pezzetto per volta il testo in oggetto:

"Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne..." concordate che noi non siamo ancora morti e che nemmeno quelli che a cui era indirizzata la lettera erano ancora morti quando l'hanno letta? Bene. Detto questo, possiamo supporre, con quasi matematica certezza che il linguaggio utilizzato, non è un linguaggio da leggere "alla lettera" ma che è un linguaggio tipico dei credenti. Dove "eravate morti" intende che erano/eravamo potenzialmente morti della seconda morte. Giusto?

Il testo dice anche: "14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; " Questa è la frase chiave secondo qualcuno. Quella che va letta alla lettera. E leggendola alla lettera, si capisce che Cristo, nel momento in cui è morto, ha eliminato " il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano".

Però... c'è un però, subito prima Paolo scrive:
"Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati;" Quali peccati ci ha perdonato Cristo?

Se non c'è più nessun documento che ci condanna, da cosa devo essere perdonata? Voglio dire, è come se in una strada senza divieti, mi fermasse un poliziotto e mi dicesse: "oggi non le faccio la multa per essere passata di qui. La perdono."
Ma mi perdoni cosa? Mica ci sono divieti! Cosa mai mi devi perdonare, se non ho sbagliato nulla? E se anche in passato ci fosse stato un divieto, e oggi non c'è più, comunque non ho proprio nulla da farmi perdonare.
Io che sono nata nel secolo scorso, sono nata DOPO la cancellazione del documento. Quindi secondo il ragionamento di qualcuno, io non ho proprio nulla da farmi perdonare, perché NON esiste più da un paio di millenni nessun documento che mi condanni.

A questo punto si torna alla mia domanda iniziale. Di cosa stiamo parlando? Perché proprio non ci arrivo, davvero.
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

Gianni nel suo studio n°52 (Col 2,16) lo intesta in questo modo: Non ammesso il giudizio di estranei sulle norme di Dio.
Cosa c'entra la parola: bevande?
A mio modesto parere si vuole forzare il testo per difendere il proprio punto di vista.
Io leggo Colossesi all'opposto di voi.
Paolo tranquillizza i Colossesi che nessuno si deve permettere di imporvi pratiche pagane o giudaiche.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Giorgia, il ragionamento che fai è giusto. E il "documento scritto a mano" riguarda proprio il peccato, che è stato annullato sulla croce. Approfitto quindi del tuo intervento per tornare in tema, e concludere la mia analisi che avevo lasciato a metà.

Per riassumere, avevo scritto:
“Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; [...] Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati.” (2:8,13).
Questo è il contesto in cui dobbiamo esaminare la frase χειρόγραφον τοῖς δόγμασιν (cheirògrafon tòis dògmasin). Avevo parlato del termine χειρόγραφον:
χειρόγραφον è un nome composto da χείρ (chèir, mano) e γράφω (gràfo, scrivere), e significa "scritto a mano", ossia ciò che uno ha scritto di proprio pugno. Può essere un manoscritto, o un qualsiasi documento scritto. Il termine però assume il senso di obbligazione scritta, cauzione (Rocci), nota di debito, insomma un documento legale; infatti, cheirografèo significa "scrivo di propria mano", "sottoscrivo"; e cheirografìa è il resoconto, la relazione scritta, la dichiarazione o la testimonianza.
Non si tratta della legge mosaica, che nelle Scritture è sempre nòmos, non "documento scritto a mano". Se Paolo voleva affermare che la legge è inchiodata sulla croce, perché utilizzare questo termine tecnico cheirògrafon, che compare in tutte le Scritture Greche solo una volta? Dobbiamo quindi capire cosa è questo documento scritto a mano, e soprattutto cosa simboleggia. Adesso, esaminiamo il termine δόγμα (dògma, nel testo al dativo plurale, τοῖς δόγμασιν, tòis dògmasin), che compare nel resto della frase.

Questo termine è usato solo cinque volte nelle Scritture (Lc 21:1; At 16:4; At 17:7; Ef 2:15; Col 2:14) e si riferisce sempre a decreti umani, mai divini. Anche nel nostro versetto, dunque, si riferisce a decreti umani. Questi decreti erano quelli che regolavano gli usi e i costumi dei pagani, e Paolo mette in guardia i Colossesi dal non ricadere sotto la loro influenza. Al v. 21 fa alcuni esempi dei decreti: “Non prendere, non assaggiare, non toccare”, e poi dice che questi sono “i comandi [ἐντάλματα (entàlmata), che non sono i comandamenti] e gli insegnamenti degli uomini”. Come potrebbe trattarsi della legge, che viene da Dio e non è affatto insegnamento degli uomini?

L'immagine del “documento scritto a mano per decreti” richiama la nota che veniva appesa sopra la testa del condannato e che conteneva la motivazione della condanna secondo i decreti romani: “Pilato fece pure un’iscrizione e la pose sulla croce” (Gv 19:19); “Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei” (Mt 27:37). Nel discorso di Paolo, il documento con la condanna simboleggia il peccato; è il peccato di ogni uomo ad essere appeso sulla croce, la nostra nota a debito, non la Torah: “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1Pt 2:24).

I discorsi di Paolo sono a volte davvero molto complessi, come afferma anche Pietro (2Pt 3:16), e vengono facilmente malinterpretati, dando vita a dottrine e idee che la Scrittura non suffraga. Paolo scrive in Rm 7:12: “La legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono”. Quindi, essendo santa, la legge sarebbe stata appesa alla croce? [-X In realtà, Col 2:14 spiega che Yeshùa ha pagato il debito che avevamo con Dio (rappresentato dalla "nota a debito, il cheirògrafon) sacrificando se stesso per noi e annullandolo sulla croce.

ἐξαλείψας τὸ καθ’ ἡμῶν χειρόγραφον τοῖς δόγμασιν ὃ ἦν ὑπεναντίον ἡμῖν, καὶ αὐτὸ ἦρκεν ἐκ τοῦ μέσου, προσηλώσας αὐτὸ τῷ σταυρῷ

[voi, Dio ha vivificato con lui, perdonandoci tutti i peccati (v. 13)] avendo cancellato la nota a debito contro di noi che ci era avversa, e l'ha tolta di mezzo inchiodandola sulla croce

Spiegato in parole chiare: ha cancellato i nostri peccati, la colpa che ci condannava (simboleggiata dalla "nota a debito"), attraverso il suo sacrificio, prendendola su di sé al nostro posto. Difficile da capire se non si esamina bene il greco, ma molto significativo; l'inchiodamento della legge sulla croce, invece, una storiella contraria alla Scrittura, che si raccontano le confessioni religiose.
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

Gianni scrive in un suo studio: 4. Ef 2:15: “Per mezzo della sua carne ha abolito l’inimicizia, la Legge di comandamenti consistente in decreti δόγμασιν (dògmasin)], per creare dei due popoli unitamente a sé un uomo nuovo, facendo la pace” (TNM). Qui Paolo mette in guardia gli efesini proprio come fa con i colossesi. Sta parlando di leggi fatte dall'uomo - δόγματα (dògmata) -, ordinanze fatte per la separazione degli ebrei dai pagani.

Perché scrivi che sono decreti umani quando in Lv 20,26 è Dio che separa il popolo ebraico dal resto del mondo?
Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei.
Lv 20,26
E sai bene che questa separazione tra l'ebreo e il pagano era esaltata dalla differenza tra puro ed impuro.
Infatti i pagani che non avevano la Legge di purità per forza di cose erano impuri.
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, forse avrai notato che sto rinunciando a risponderti. E questo tuo ultimo intervento mi dà l’occasione di dirti perché. Non so se le tue convinzioni siano frutto di studi superficiali fai da te oppure il risultato di qualche credo religioso, ma i tuoi commenti stanno evidenziando la mancanza di seri studi sulla Scrittura abbinati alla storia documentata. Non starò quindi a ribattere al tuo pensiero circa la separazione di Israele. Posso solo inviarti ad indagare, anche storicamente, la grande differenza tra la santa disposizione di Dio e l’esasperazione attuata dalle correnti giudaiche (farisei ed esseni, solo per fare due nomi).
marco
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da marco »

Caro Gianni tu stai rinunciando, e questo mi dispiace, perché legittimamente nella libertà che Dio ci ha concesso, ti sei costruito un credo che porterai avanti fino alla fine.
Quindi non accetti nulla che non sia farina del tuo sacco.
Gianni ha scritto:. Posso solo inviarti ad indagare, anche storicamente, la grande differenza tra la santa disposizione di Dio e l’esasperazione attuata dalle correnti giudaiche (farisei ed esseni, solo per fare due nomi).
L'impurità possiamo anche considerarla come mancanza di santità. E nella legge mosaica questa mancanza di santità veniva ascritta alla quotidianità della vita umana.
Prego leggere tutto:
Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, la sua immondezza durerà sette giorni; chiunque la toccherà sarà immondo fino alla sera. Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la sua immondezza sarà immondo; ogni mobile sul quale si sarà seduta sarà immondo. Chiunque toccherà il suo giaciglio, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Chi toccherà qualunque mobile sul quale essa si sarà seduta, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Se l'uomo si trova sul giaciglio o sul mobile mentre essa vi siede, per tale contatto sarà immondo fino alla sera. Se un uomo ha rapporto intimo con essa, l'immondezza di lei lo contamina: egli sarà immondo per sette giorni e ogni giaciglio sul quale si coricherà sarà immondo. La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del tempo delle regole, o che lo abbia più del normale sarà immonda per tutto il tempo del flusso, secondo le norme dell'immondezza mestruale. Ogni giaciglio sul quale si coricherà durante tutto il tempo del flusso sarà per lei come il giaciglio sul quale si corica quando ha le regole; ogni mobile sul quale siederà sarà immondo, come lo è quando essa ha le regole. Chiunque toccherà quelle cose sarà immondo; dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera Lv 15,19-27
Prestare attenzione a ciò che dice Dio: L'ottavo giorno prenderà due tortore o due colombi e li porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno. Il sacerdote ne offrirà uno come sacrificio espiatorio e l'altro come olocausto e farà per lei il rito espiatorio, davanti al Signore, per il flusso che la rendeva immonda. Avvertite gli Israeliti di ciò che potrebbe renderli immondi, perché non muoiano per la loro immondezza, quando contaminassero la mia Dimora che è in mezzo a loro.

Non c'è tempio e soprattutto è cambiato il sacerdozio siamo ancora tutti impuri e privi di santità?
Se restiamo vincolati a quelle prescrizioni perdiamo la Grazia, non per ingiustizia di Dio, ma per volontà nostra.
La Dimora di Dio era in Gerusalemme ma con la venuta del Figlio Dio dimora nell'uomo. E' l'uomo seguace di Cristo che diventa tempio della Divinità. La santità non si ottiene se ci asteniamo da certi cibi o dal contatto con determinate suppellettili in certe condizioni, ma dalla cuore puro. Tutto è puro per i puri.
Un cuore puro santifica ogni cosa.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Marco, tu citi tante parole ma non ti soffermi a capire il significato di una frase della Scrittura, che ripeto:

“Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare» (tutte cose destinate a scomparire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini?” - Col 2:20-22

Questi erano precetti di uomini, quindi certamente non provenienti dalla legge, che non viene dagli uomini, e che Yeshùa conferma come valida fino all'ultimo iota. Da dove venivano questi precetti? Dalla società in cui vivevano gli abitanti di Colosse, ovviamente.

Tu citi e citi parole, ma non leggi la Scrittura con attenzione e arrivi ad affermare il contrario di ciò che dice.
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