Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

chelaveritàtrionfi
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

animasalvata ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:52 .
Ti ho risposto a memoria... quasi.. non sono un'enciclopedia. Ogni argomento va trattato bene. troppa roba = troppa confusione.

animasalvata ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:52
Per quanto riguarda il verbo yashit יַ֠שְׁחִית col senso di distruggere lo trovi per esempio in Salmo 78,38. Il verbo shachat שָׁחַת lo si trova anche nella distruzione apportata dal diluvio e di Sodoma e Gomorra (Genesi 6,17 e Genesi 19,13). Lo trovi anche il Lamentazioni 2,6. Si capisce dal contesto che in questi casi si parla di distruzione totale.

Per quanto riguarda la parola שֹׁמְמ֥וֹת questa la puoi trovare per esempio anche in Isaia 61,4 (traduzione del sito sefaria)

Ed edificheranno le antiche rovine,
innalzeranno le antiche desolazioni,
e rinnoveranno le città in rovina,
le desolazioni di molti secoli.

Oppure in Levitico 26,34 (traduzione di Sefaria)

Allora il paese recupererà i suoi anni sabatici per tutto il tempo in cui sarà desolato e tu sarai nel paese dei tuoi nemici; allora il paese si riposerà e recupererà i suoi anni sabatici.

Quindi la parola שֹׁמְמ֥וֹת non ha a che fare esclusivamente con la collocazione di un idolo che causa stupore e stordimento.

Per quanto riguarda la parola שִׁקּוּצִים֙ (šiq·qū·ṣîm) oltre a Daniele 9,27 compare in altri due casi: Osea 9,10 e Nahum 3,6. In particolare mi riferisco a Nahum 3,6 (traduzione del sito sefaria):

Ti getterò addosso cose ripugnanti, ti
sfigurerò e ti darò
spettacolo.

Il Targum Jonathan su Naum 3,6 traduce:
E io getterò su di te e ti disonorerò, e ti renderò vile agli occhi di chiunque ti veda.


Per i termini ho controllato. Ma è un fai da te... quindi mi scuso in anticipo con chi conosce l'ebraico:

per il Salmi 78:38 Ma egli, che è pietoso, perdona l'iniquità e non distrugge il peccatore.
Più volte trattenne la sua ira e non lasciò divampare tutto il suo sdegno,

il termine è :
יַ֫שְׁחִ֥ית (yaš•ḥîṯ) Verb - Hifil - Imperfect - third person masculine singular Strong's 7843: Perhaps to go to ruin

Qui le tutte le versioni riportano distrugge. Ma è riferito al peccatore (una persona). Non so se sia corretto tradurre così..ce lo deve spiegare Besàseà

Genesi 6 17 Ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni essere in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra perirà

qui il termine è:
לְשַׁחֵ֣ת (lə•ša•ḥêṯ) Preposition-l | Verb - Piel - Infinitive construct Strong's 7843: Perhaps to go to ruin


Genesi 19:13 perché noi distruggeremo questo luogo. Infatti il grido contro i suoi abitanti è grande davanti al SIGNORE, e il SIGNORE ci ha mandati a distruggerlo».

Qui invece è:

מַשְׁחִתִ֣ים (maš•ḥi•ṯîm) Verb - Hifil - Participle - masculine plural
Strong's 7843: Perhaps to go to ruin

lamentazioni 2:6 Ha spogliato la sua capanna come un giardino; ha distrutto il luogo del suo convegno;

qui il termine è:

He has destroyed שִׁחֵ֖ת (ši·ḥêṯ) Verb - Piel - Perfect - third person masculine singular
Strong's 7843: Perhaps to go to ruin

His place of meeting. מוֹעֲד֑וֹ (mō·w·‘ă·ḏōw) Noun - masculine singular construct | third person masculine singular Strong's 4150: Appointed time, place, or meeting

שִׁקּוּצִים֙ (šiq•qū•ṣîm) ho riportato da treccani riferita alla traduzione abominio della desolazione della CEI


Qui ti riporto alcuni esempi dove ci si riferisce a città distrutta.


Esdra 4:15
Si facciano delle ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri e, nel libro delle memorie, troverai e apprenderai che questa è una città ribelle, portatrice di sventure a re e a provincie, e che fin dai tempi antichi ci sono state rivolte. Per queste ragioni la città è stata distrutta.

was destroyed. הָֽחָרְבַֽת׃ (hā•ḥā•rə•ḇaṯ) Verb - Hofal - Perfect - third person feminine singular Strong's 2718: To be a waste


Neemia 2:17
Allora dissi loro: "Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna!"

חֲרֵבָ֔ה (ḥă•rê•ḇāh) Adjective - feminine singular Strong's 2717: To parch, to desolate, destroy, kill


Salmi 137:8 Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta, beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto!
הַשְּׁד֫וּדָ֥ה (haš•šə•ḏū•ḏāh) Article | Verb - Qal - QalPassParticiple - feminine singular
Strong's 7703: To deal violently with, despoil, devastate, ruin


Isaia 23:1
Oracolo contro Tiro.Urlate, o navi di Tarsis! Essa infatti è distrutta; non più case! Non c'è più nessuno che entri in essa! Dalla terra di Chittim è giunta loro la notizia.

שֻׁדַּ֤ד (šud•daḏ) Verb - Pual - Perfect - third person masculine singular Strong's 7703: To deal violently with, despoil, devastate, ruin

animasalvata ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:52
Rashi commenta cosi: cose detestabili — Vesti sporche, che ti rendono detestabile. La Scrittura parla secondo l'argomento, poiché egli [Naum] la paragonò [Nineve] a una prostituta.
https://www.sefaria.org/Nahum.3.6?with=Rashi

Qui la cosa ripugnante non è un idolo muto. Il paragone che fa il profeta con una prostituta e l'utilizzo della parola שִׁקּוּצִים֙ in questo contesto mi ha fatto pensare ad un racconto contenuto nel Talmud Gittin56b:


Quindi la parola שֹׁמְמ֥וֹת non ha a che fare esclusivamente con la collocazione di un idolo che causa stupore e stordimento.

Te l ho riportato in precedenza: commento di Rashi su Daniele 9

“and on high, among abominations will be the dumb one: This is a pejorative for pagan deities. i.e., on a high place, among abominations and disgusting things, he will place the dumb one, the pagan deity, which is dumb like a silent ston”

“e in alto, tra gli abomini ci sarà quello muto (*): questo è un peggiorativo per le divinità pagane. cioè, in un luogo alto, tra abomini e cose disgustose, metterà il muto, la divinità pagana, che è muta come una lapide silenziosa”

https://www.sefaria.org/Daniel.9.27?ven ... i&lang2=en



Comunque se non si parte dal testo ..........


Aspettiamo Besàseà vediamo come spiega il testo.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:00
In attesa di Besasea possiamo fare questa parentesi sui capitoli intorno al 9.

Scrivi:
Scusa dove lo leggi impero romano in Daniele 7? Devi collegare tutto il libro di Daniel. Dal capitolo 7 al 12 è tutto un unico discorso. In realtà dal capitolo 1, basta seguire la sequenza delle visioni.
Perché tu parti dal presupposto che tutto il libro sia stato realizzato post-eventum e che Daniele non era un profeta realmente vissuto. Invece non è così. Giuseppe Flavio parla di Daniele come di un uomo realmente vissuto con grandi doti e pertanto avrà fatto delle profezie. Giuseppe Flavio scrive:

"Dette queste parole a Parmenio, diede la mano al sommo sacerdote, ed entrò in Città con i Giudei che correvano ai suoi fianchi. Salì poi al santuario e offrì sacrifici a Dio sotto la direzione del sommo sacerdote e rese i dovuti onori al sommo sacerdote e ai sacerdoti".
"E quando gli si mostrò il libro di Daniele ove (il profeta) rivelava che un Greco avrebbe distrutto l'impero dei Persiani, ravvisò se stesso nella persona indicata; e colmo di gioia, per il momento congedò la folla, ma nel giorno appresso la convocò di nuovo e disse che chiedessero qualunque regalo desiderassero". [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XI, 337]

“Questa desolazione del tempio si verificò in conformità alla profezia di Daniele fatta quattrocentotto anni prima: egli infatti aveva rivelato che i Macedoni l'avrebbero distrutto”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XII, 322]

“La nostra nazione ebbe a sperimentare questi sfortunati eventi sotto Antioco Epifane, proprio come vide Daniele, molti anni prima che avvenissero. Allo stesso modo Daniele scrisse anche a proposito dell'impero dei Romani, che Gerusalemme sarebbe stata presa da loro e il tempio distrutto. Tutte queste cose rivelategli da Dio, egli tramandò per iscritto, sicché quanti le leggono e osservano come esse accaddero, si stupiscono dell'onore fatto da Dio a Daniele. Da tali eventi si comprende quanto sbagliano gli Epicurei, i quali escludono la Provvidenza dalla vita umana e si rifiutano di credere che Dio regga le sue vicende o che nell'universo vi sia un Essere benedetto e immortale che lo dirige a un fine e che il tutto possa durare, sostengono invece che il mondo si muove per forza propria senza conoscere né guida né cura di altri”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, X, 276-278]

Queste sono le testimonianze di uno storico ebreo del I secolo dopo Cristo. Questa era la credenza del popolo ebraico di allora (anche Gesù nei vangeli menziona Daniele come un profeta reale). Adesso se dovessi mettere su su una bilancia la credenza di ebrei del primo secolo e la tesi del libro di Daniel interamente come "profezia post-eventum" sostenuta da autori di secoli e secoli dopo peraltro nemmeno ebrei quale delle due ha più peso?

Il popolo ebraico del I secolo credeva che le profezie del libro di Daniele risalivano a Daniele ai tempi dell'esilio e io seguo questa linea senza negare eventuali aggiunte posteriore come evidenzia Gianni nel suo studio http://www.biblistica.it/wp-content/upl ... aniele.pdf
Il libro di Daniele contiene un nucleo originario di profezie (dal capitolo 1 a 10 e il capitolo 12) che risalgono a Daniele che circolavano separatamente e in maniera segreta fino al tempo dei Maccabei e una parte posteriore che è il capitolo 11 che è di stile apocalittico e pseudo epigrafico. Il capitolo 11 fu aggiunto tra il decimo e il dodicesimo perché si pensava fosse il compimento delle profezie di Daniele. Inoltre sempre al tempo dei Maccabei tutte le parti furono definitivamente raccolte in un unico corpus che vediamo oggi e svelato definitivamente perché si pensava che quello era il compimento.

Scrivi:
Il leopardo con 4 teste è la persia con i suoi 4 Re. Leggi Daniele 10.
Il leone con ali (Daniele 7,4) è babilonia; l'orso che stava eretta sopra un fianco sta ad indicare il regno di Media e di Persia di cui quello persiano aveva il sopravvento. Il regno di Media e Persia è presentato nella scrittura come un unico regno (vedi anche Daniele 8,20). Le 3 costole in bocca all'orso sono i regni di Babilonia, l'Egitto e la Lidia. Veniamo al leopardo. La caratteristica del leopardo sono la velocità e la rapidità. Ciò si addice bene al regno di Alessandro Magno che in breve tempo riuscì a conquistare quasi tutta la terra allora conosciuta. Le 4 teste sono le principale 4 monarchie scaturenti dalla divisione dell'Impero greco (Siria, Egitto, Macedonia e Pergamo). Se il leopardo è il regno di Alessandro e le 4 teste le 4 monarchie scaturenti tra cui quella dei seleucidi allora la quarta bestia è Roma.

Scrivi:
Quarta bestia la grecia (in linea col capitolo 8) . Le 10 corna sono i successori di Alessandro, i Diadochi (successori). Il numero 10 è simbolico.
Una caratteristiche della quarta bestia è che essa calpesta tutta la terra (Daniele 7,23).
Il regno di Alessandro e di Antioco benché grandi in estensione non conquistarono tutta la terra allora conosciuta

Scrvi:
Le 3 corna che si diveltono sono sempre 3 regni che vengono battuti.
Non risulta che storicamente Antioco IV abbia abbattuto tre regni.

Il profeta Daniele cioè proprio lui, non un qualche autore sconosciuto dell'epoca dei Maccabei, dice:
13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; 14 gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.

Se il piccolo corno del capitolo 7 è Antioco IV allora il profeta ha toppato. Daniele sarebbe stato un falso profeta perché quella parte non si è avverata. Il regno di Giuda Maccabei non fu servito da tutte le Nazioni e presto finì sotto il potere romano. Invece il regno di cui parla Daniele è il regno messianico che ancora deve venire. Quindi la quarta bestia è Roma mentre le 10 corna sono le Nazioni che sono sorte dall'impero fino ad oggi e alla fine dei tempi queste verranno in guerra contro Israele.

Scrivi:
La statua al capitolo 2 ha:
testa: babilonia
petto e braccia: Media
Ventre e cosce: Persia

Gambe di ferro : Grecia (impero macedone di Alessandro forte come il ferro)
i piedi: i regni che sorgono dall’impero macedone che si divide.. non sono forti come il regno di Alessandro. Sono sempre in lotta e cercano unione attraverso matrimoni.
Presenti la media e la Persia come due regni distinti ma la scrittura in particolare Daniele le descrive come un unico regno

Daniele 8,20
Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e di Persia.

Leggi Daniele 2,44: Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d'un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre,

Come vedi la scrittura dice che il regno che Dio farà sorgere sarà un regno che non cadrà mai sotto altro popolo e riempirà tutta la terra. Quindi il regno dei Maccabei non può essere il compimento finale della profezia, altrimenti il profeta ha toppato, cioè ha fatto una falsa profezia.

Gianni spiega qui anche la questione dell'Unione tra i regni delle dita http://www.biblistica.it/wp-content/upl ... statua.pdf

Scrivi:
E’ l’intervento divino e si collega al capitolo 12. La fine dei tempi? o la fine di quel periodo ? il libro non è più sigillato da almeno 2160 anni. il capitolo 12 allude ad un regno messianico di pace ma qui è simbolico e definisce solo la vittoria divina sull'essere antidivino.
Vediamo la scrittura di Daniele 12

1 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro. 2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia. 3 I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.

Il versetto accenna alla resurrezione dei morti e conferma di ciò il libro si chiude in questo modo: Tu avviati verso la fine; tu ti riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi"».

L'angelo dice che si sarebbe riposato (nella polvere) e poi si sarebbe rialzato (un modo di dire risorgere dai morti) per prendere la sua eredità alla fine dei tempi.

Quindi il capitolo parla in primo luogo della fine dei tempi perché la resurrezione avverrà alla fine dei tempi con l'avvento del regno del Messia. Tieni presente che il capitolo 12 è la diretta continuazione della visione 10. Il profeta Daniele non poteva toppare con una falsa profezia. Il capitolo 11 invece fu aggiunto in mezzo al 10 e al 12 all'epoca dei Maccabei perché si pensava che era il compimento delle profezie. Ma un conto è dire "si pensava", altro è dire " è il compimento della profezia". Il capitolo 12 è chiaro: l'adempimento vero e proprio si avverrà alla fine dei tempi. Tuttavia l'inserimento del capitolo 11 collegato col capitolo 12 ci può far vedere solo una immagine di ciò che avverrà.
Questo significa che il capitolo 11 e 12 hanno un adempimento simbolico con i Maccabei e l'adempimento vero e proprio che riguarda l'avvento del regno messianico.

Ecclesiaste 1,9-10
9 Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole. 10 C'è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto.

Del resto un profeta che secoli prima profetizza sempre lo stesso evento in un solo libro mi pare una cosa un po limitata. Il profeta spazia tutta la storia di Israele partendo da Babilonia e passando per Seleucidi, i Romani e finendo con la resurrezione dei morti al tempo del Messia.

Scrivi:
se non lo riporta il capitolo 9 lo esclude. Salterebbe una storia che riguarda la rinascita del regno di Giuda e la dinastia Asmonea.

No, Non si ferma al tempo dei maccabei come simbolismi, ma si ferma come cronologia. Di questo aspetto ne volevo parlare alla fine.
Il numero degli anni decretati è 70 e 70 anni può essere anche un numero simbolico. E in questa prospettiva le vicende dei Maccabei non sono escluse, ma inglobate nella profezia dei 70 anni. È il termine ultimo è l'unzione del santo dei santi è teoricamente questo può essere anche quando ci sarà il terzo tempio. La natura del numero 70 non esclude affatto ciò.

Scrivi:
poi c’è anche il punto di partenza ..già presa al versetto 24: sigillare visione e profeta (profezia). Daniele medita sui libri di Geremia. La parola di riedificare è quella di Geremia 30:18.
Come ho detto in precedenza la natura del numero 70 (nella tua prospettiva 70 volte 7 anni) non esclude un tempo più lungo dei 490 anni letterali e questo ingloba lo spazio temporale che va dalla parola di Geremia 30,18 fino ai Maccabei e non solo perché ingloberebbe anche lo spazio temporale che va dai Maccabei fino alla fine dei tempi senza prevedere spazi morti.
Nella prospettiva letterale la profezia di partenza è quella di Geremia 30,18.

Poi non capisco una cosa. Secondo quale criterio si deve escludere una parola e accettarne un altra? Mi spiego meglio.
È detto: Daniele 9,25 Sappi e intendi bene,
da quando uscì la parola
sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme

Sulla base di ciò viene detto che la "parola" deve essere solamente quella del profeta Geremia perché nel testo abbiamo la parola דָבָ֗ר

Adesso tu dici che la parola è quella di Geremia 30,18. Andiamola a vedere:

così dice il Signore:
«Ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe
e avrò compassione delle sue dimore.
La città sarà ricostruita sulle rovine
e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.

Questa parola profetica la collochi quando Geremia scrisse la lettera agli esiliati (capitolo 29) cioè il 598ac. Da questo non puoi distaccarti perché ti serve come base di partenza per il calcolo che porta al 164ac. Vediamo però anche l'inizio di Geremia 30

Geremia 30
1 Parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: 2 Dice il Signore, Dio di Israele: «Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò, 3 perché, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali cambierò la sorte del mio popolo, di Israele e di Giuda - dice il Signore -; li ricondurrò nel paese che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso».

La parola del versetto 18 doveva essere scritta in un libro. Nell'ebraico abbiamo al versetto כְּתָב (ketab) "scrivi" e סֵֽפֶר (seper) "libro". Geremia riceve l'ordine di scrivere la parola in un libro. Quindi si tratta di una parola da scrivere. Ora non capisco perché questo si può prendere come parola mentre non si può ad esempio prendere la parola di Esdra 7,11 oppure quella di Neemia 2,7-8. La parola di Geremia fu messa per iscritto. Così anche quella di Esdra 7,11 o Neemia 2,7-8. Non capisco il due pesi e due misure. Parola scritta era per il libro di Geremia; parole scritte erano per i decreti/lettere di Esdra e Geremia.

E dirò di più: Non è azzardato dire che i decreti/lettere di Esdra 7,11 e Neemia 2,7-8 sono il compimento della parola di Geremia 30,18.
In Geremia Dio promette, ma in Esdra e Neemia Dio realizza la parola di Geremia. La parola di Geremia porta a quelle di Esdra/Neemia. C'è un nesso di casualità imprescindibile. Si possono considerare le lettere/decreti di Artaserse come la realizzazione della parola di Geremia. È come se da quel momento Geremia ha parlato di nuovo e la parola di Geremia trova attuazione concreta.
Del resto ciò che sta scritto nella Bibbia non è mai a caso perché è Dio che guida la storia. Se i lavori sono ripresi nell'epoca di Esdra e Neemia ci sarà pure un perché nel piano di Dio. Dio se voleva poteva attuare le parole di Geremia appena che Ciro emanò il decreto. Se Dio voleva farlo lo faceva anche tra le ostilità verso il popolo di Israele in quel periodo.

Un decreto (o una lettera) cos'è? È una parola messa per iscritto o un comando messo per iscritto. Quindi che differenza c'è tra un decreto scritto e una parola profetica messa per iscritto?


Scrivi:
La profezia del capitolo 9 parla di un capo di un esercito che mette un idolo pagano nel tempio (ancora intero) e ci fa i sacrifici agli idoli (abomini, cose disgustanti).


E le immagini dei soldati romani, mi riferisco alle insegne imperiali (simboli di animali, divinità pagane, o anche l'immagine dell'Imperatore), non sono cose disgustanti che provocano orrore? Quando i romani entrarono nel luogo dove non era consentito entrare ci entrarono con queste cose addosso che erano dei simboli di venerazione. Le insegne romane erano per i romani dei veri e propri oggetti/simboli religiosi.

Scrivi
Al tempo dei romani i sacrifici quotidiani vengono fatti fino al 66. Ma non vengono interrotti del tutto i riti. Se leggi flavio i sacerdoti fanno i soliti riti di notte.
Daniele dice che sacrificio e offerta cessano a metà dei 7 anni. La distruzione del tempio avvenne nel quarto anno della guerra esattamente a metà settimana perché la guerra durò 7 anni (coincidenza?). Con la distruzione del tempio finisce definitivamente il sacrificio.

Scrivi:
Poi il tempio viene riconsacrato (unzione santo dei santi versetto 24). Dopo i romani il tempio è distrutto per sempre
Come ti ho detto prima l'unzione del santo dei Santi è il termine ultimo dei 70 anni che possono essere anche simbolici e questo potrebbe significare che l'evento dell'unzione è ancora futuro.

Scrivi:
Secondo me lo è ma nn è importante. Posso anche considerarla un’opera scritta veramente da Daniele. L’importante è che torni tutto.
Il genere apocalittico comunica un messaggio non una previsione del futuro
Fermo restando che non tutto il libro di Daniel è apocalittico, leggi ecclesiaste 1,9-10. Comunque solo il capitolo 11 è apocalittico mentre le restante parte è profetica è risale a Daniele come credevano gli ebrei del I secolo d.c. e come viene riportato che le profezie furono mostrate anche ad Alessandro Magno.
Daniele non poteva essere un falso profeta. Egli ha scritto di eventi che vanno dal tempo dei Seleucidi fino al tempo della resurrezione dei morti. Con la sconfitta di Antioco IV non è avvenuta la resurrezione come descritto dal profeta. Quindi due sono le cose: 1) Daniele ha sbagliato e quindi era un falso profeta; 2) Le profezie di Daniele hanno un doppio adempimento e non si esauriscono solo al tempo dei Maccabei.
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:11


Scrivi:
Qui ti riporto alcuni esempi dove ci si riferisce a città distrutta.

Esdra 4:15
Si facciano delle ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri e, nel libro delle memorie, troverai e apprenderai che questa è una città ribelle, portatrice di sventure a re e a provincie, e che fin dai tempi antichi ci sono state rivolte. Per queste ragioni la città è stata distrutta.

was destroyed. הָֽחָרְבַֽת׃ (hā•ḥā•rə•ḇaṯ) Verb - Hofal - Perfect - third person feminine singular Strong's 2718: To be a waste

Neemia 2:17
Allora dissi loro: "Voi vedete in che misera condizione ci troviamo; Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco! Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna!"

חֲרֵבָ֔ה (ḥă•rê•ḇāh) Adjective - feminine singular Strong's 2717: To parch, to desolate, destroy, kill

Salmi 137:8 Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta, beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto!
הַשְּׁד֫וּדָ֥ה (haš•šə•ḏū•ḏāh) Article | Verb - Qal - QalPassParticiple - feminine singular
Strong's 7703: To deal violently with, despoil, devastate, ruin

Isaia 23:1
Oracolo contro Tiro.Urlate, o navi di Tarsis! Essa infatti è distrutta; non più case! Non c'è più nessuno che entri in essa! Dalla terra di Chittim è giunta loro la notizia.

שֻׁדַּ֤ד (šud•daḏ) Verb - Pual - Perfect - third person masculine singular Strong's 7703: To deal violently with, despoil, devastate, ruin
Non nego che Il verbo שָׁחַת significa anche quello che sostieni tu, però ti ho mostrato anche dei versetti dove il verbo שָׁחַת ha il senso di distruggere. Per esempio venne usato anche per Sodoma e Gomorra. Quindi il verbo שָׁחַת ha tutti e due i sensi.

Scrivi:
Te l ho riportato in precedenza: commento di Rashi su Daniele 9

“and on high, among abominations will be the dumb one: This is a pejorative for pagan deities. i.e., on a high place, among abominations and disgusting things, he will place the dumb one, the pagan deity, which is dumb like a silent ston”

“e in alto, tra gli abomini ci sarà quello muto (*): questo è un peggiorativo per le divinità pagane. cioè, in un luogo alto, tra abomini e cose disgustose, metterà il muto, la divinità pagana, che è muta come una lapide silenziosa”

https://www.sefaria.org/Daniel.9.27?ven ... i&lang2=en
Però ti avevo fatto presente che lo stesso Rashi per esempio considera שִׁקּוּצִים֙ le vesti sporche di una prostituta. E dai racconti si narra che una prostituta entrò nel santo dei santi con Tito e i due ebbero un rapporto sessuale.
Ma anche se שִׁקּוּצִים֙ ha che fare con gli idoli, un idolo non è soltanto una statua. Può essere anche un immagine. I Romani entrarono nel santo dei Santi con le loro immagini idolatriche. Questo non vedo perche non possa qualificarsi come שִׁקּוּצִים֙ Aspettiamo anche Besasea che ne pensa. Se non ricordo male la settimana della desolazione lui la riferisce agli eventi del 70dc.

Poi per quanto riguarda Rashi ti faccio vedere anche un altra cosa. Vedi come commenta Daniele 9,26

https://www.sefaria.org/Daniel.9.26?with=Rashi

Da un lato dice che l'unto che scompare è Agrippa. Poi dice che il popolo di un capo che verrà è riferito a Tito.
Quindi è chiaro che Rashi dice cose anche opposte. Da un lato fa pensare all'abominio compiuto da Antioco mentre da un altro lato sposta l'attenzione su Tito.


Scrivi:
Aspettiamo Besàseà vediamo come spiega il testo.
Indubbiamente. Spero che ci fa la traduzione dei versetti 24 a 27 e ci dia delle spiegazioni in merito a queste parole:

יַ֠שְׁחִית
כְּנַ֤ף
שִׁקּוּצִים֙ e מְשֹׁמֵ֔ם
chelaveritàtrionfi
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

animasalvata ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 23:08
Parto da un punto fermo. A me sta bene che il libro di Daniele parli di 3000 anni di storia, che parli di 70 anni, di 490 anni di Roma, di Yeshùa ecc. Mi sta bene tutto. Però quando devo fare un’analisi devo mettere al primo posto che vengano fuori le cose per come stanno = nessun vincolo religioso in testa, nessun voler dimostrare qualcosa. Questo lavoro che ho fatto è partito da questo presupposto.

Il regno messianico non è un’idea nata nel II secolo a.E.V. e nemmeno dopo. E’ molto più antica. Tutti i profeti classici (Geremia ecc.) quando hanno profetizzato in maniera così dettagliata tutti questi eventi? Addirittura milleni avanti? Ora si deve considerare che la letteratura apocalittica è distinta da altre per via si simbolismi: eventi cosmici, bestie, diademi, corna, enfasi sui numeri e tante altre cose. Profetizzare vuol dire mettersi avanti a… non per forza deve essere una previsione del futuro. L’apocalittica si sviluppa maggiormente nello spazio di 4 secoli in particolar modo in un periodo dove c’era l’intenzione di costringere il popolo dei santi (gli ebrei) ad adorare divinità pagane. Dopo Babilonia, dopo l’esilio, si ebbe un periodo di pace. Gli israeliti tornarono in città a schiere. Il tempio pian piano venne ricostruito e riconsacrato dopo circa 70 anni dalla distruzione. Le date del calendario gregoriano presentano errori rispetto a quello giudaico. Dopo oltre 80 anni sotto Neemia viene riedificata la città. Artaserse di Persia diede a Neemia lettere (אגרות ~ Iggrot) per un passaggio sicuro e il permesso di ricostruire la città. In Esdra 1:1-4, il re Ciro emette un proclama (קול ~ Kol) e scritti (מכתב ~ Mechtav) che concedono agli ebrei il permesso di tornare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio. Esdra 6:12-13, il re Dario emette un decreto (טעם ~Taim) che concede il permesso di ricostruire il Tempio.

La parola di ricostruire e riedificare è (דבר ~ Devar) che significa appunto “parola” e non decreto.
"Io Daniele ho considerato (o contemplato) nei libri il numero degli anni in cui la parola (דבר ~ Devar) di D-o giunse a Geremia il Profeta che avrebbe portato alla distruzione di Gerusalemme." Daniele 9:2

il fatto che il capitolo 11 sia stato aggiunto in mezzo e dopo, sono questioni di analisi documentale e storica ma ciò non dimostra che il resto del libro non sia molto dettagliato. Erotodo è uno storico antico che visse prima di Flavio, tra i persiani e Alessandro il Grande. I suoi scritti erano sicuramente conosciuti. La media e la Persia, benchè al capitolo 8 sono citati insieme nella visione del montone a due corna, sono sempre due regni ben distinti elencati da Erotodo. Erotodo considera i Medi al potere per 128 anni ed infine i Persiani che erano i dominanti nel suo tempo. E’ più credibile uno che vive nei tempi in cui scrive o uno che viene dopo????

Il "sogno della statua:
(Dn, 2) descrive una statua dalla testa d'oro (Assiria-Babilonia), il petto d'argento (Media), il ventre di bronzo (Persia), le gambe di ferro (Macedonia) e i piedi di argilla. Il "sogno degli animali" (Dn, 7) raffigura l'Assiria-Babilonia come un leone alato, la Media come un orso, la Persia come un leopardo e la Macedonia come un animale con dieci corna.

Questa era molto probabilmente la classificazione che l’agiografo di Daniele faceva. Roma non è citata in Daniele. Mi baso solamente su tutti i regni che il libro cita e Roma non è contemplata.

Ora, arrivando Epifane che devasta il tempio, alla vittoria dei maccabei fu fatta la festa. Oggi esiste l’Hannukka.. la pace era arrivata ed è enfatizzata l’era messianica.

2 maccabei 21 riporta: il Maccabeo dopo aver osservato le moltitudini presenti e la svariata attrezzatura delle armi e la ferocia delle bestie, alzò le mani al cielo e invocò il Signore che compie prodigi, convinto che non è possibile vincere con le armi, ma che egli concede la vittoria a coloro che ne sono degni, secondo il suo giudizio. La città era rimasta agli ebrei.

Se leggi i libri dei maccabei, Antioco è presentato così:

1Maccabei 1,10 : Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci.

Daniele 8:9 Da uno di quelli uscì un piccolo corno,

21 il capro è il re della Grecia; il gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re. 22 Che quello sia stato spezzato e quattro ne siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non con la medesima potenza di lui.
23 Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. 24 La sua potenza si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi.

11 S'innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu profanata la santa dimora.
12 In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì.
13 Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione dell'iniquità, il santuario e la milizia calpestati?». 14 Gli rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà rivendicato».

2300 sere e mattine sono 3 anni e mezzo circa, 1150 giorni

Come puoi notare il capitolo 8 che ritieni profetico ha dettagli precisi. Troppo precisi.
_______
Ora ci sono il capitolo 2 con la statua che viene distrutta dal macino (intervento divino) collegata al capitolo 2 che si riferiscono all’era messianica. Ma i riferimenti ci sono anche altrove. Questa Era è presente nell’ebraismo e Daniele ne fa riferimento. Se consideriamo che l’autore scrive un’opera post eventum, mette in risalto un passato raccontato in chiave profetica che si conclude con l’evento finale. La vittoria di Dio è l’era messianica. In questo contesto non c’entra nulla che il profeta era un falso profeta. L’agiografo è l’autore dell’opera e prende un personaggio del passato, Daniele, tra l’altro c’è un Daniele saggio deportato in Babilonia (vedi Ezechiele). Di un Daniele saggio, un re, se ne parla anche in opere straniere. Ora, chi meglio di Daniy’el (il mio giudice è Dio) può rappresentare una storia simile? Il profeta apocalittico non profetizza ma comunica un messaggio. Un ciclo fatto di persecuzioni e tormenti ma alla fine vince la giustizia divina. Questo era il messaggio che serviva in quell’epoca. Ora questi scritti, vedendo il futuro da quel momento in poi, quanto Roma prese il dominio ecc. vennero considerati messianici nel senso di una previsione per il futuro. Nei primi secoli dell’era volgare gli apocalittici venivano diffusi tra i giudei ma in particolare poi dai cristiani per via del messaggio apocalittico. Giuseppe Flavio descrive le credenze che si avevano all’epoca. Se mi scrivi che ha credito Giuseppe Flavio che narra le credenze, devi dare anche credito quanto scrive dei carri da guerra che sbucavano dalle nuvole come visione che sembrava miracolosa e della voce sovrumana che uscì dal tempio. Flavio narra eventi. Interessante il racconto invece della battaglia tra Giudei e Romani. Flavio è attendibile per il racconto storico è anche attendibile quando racconta le credenze dell'epoca. Quindi non è questione di dare credito a Flavio. Flavio riporta anche le credenze del tempo. Anche per l'apocalisse di Giovanni ti posso dire che sta scritto "cose che dovranno capitare a breve". A breve non è capitato nulla però!

In tutta questa discussione c’è un punto fermo: il tempio ed il santo dei santi che è un luogo fisico che deve essere unto. Il tempio spirituale è altra cosa. Il terzo tempio ad oggi non esiste.

Per le 3 corna che si diveltono devi studiare la storia dei Diadochi e dei loro figli da Alessandro in Poi.

Il figlio dell’uomo.
E’ sempre legato alla visione dell’era messianica.

Ho visto nelle visioni notturne, ed ecco, venne con le nuvole del cielo uno simile a un figlio dell'uomo, e venne dall'Antico dei giorni, e fu condotto vicino a lui. E gli fu dato dominio, e gloria, e un regno, affinché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero il suo dominio è un dominio eterno, che non passerà, e il suo regno quello che non sarà distrutto. Daniele 7:13-14

Ma leggi anche:

Daniele 7:27 E il regno e il dominio e la grandezza dei regni sotto tutto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il loro regno è un regno eterno, e tutti i domini li serviranno e obbediranno.

Qui l’agiografo descrive l’era messianica. Ma ti ripeto, hai messo troppa carne al fuoco per voler dimostrare che si arriva ai romani. Se si mi sta bene, se no anche…

Il capitolo 7 e gli altri vanno trattati a parte. Il piccolo corno, fai attenzione, corrisponde ad Epifane in tutto il libro. Specialmente nel capitolo 8. Li non si scappa. Il Regno nato dopo Giuda Maccabeo è il nuovo regno di Giuda. L’ultimo regno era scomparso con i Babilonesi. Il popolo dei Santi è inteso quello. Che la quarta bestia sia Roma è interpretazione. Ha più senso citare i regni descritti in Daniele. Babilonia, Media, Persia, Grecia e regni che sorgono dopo. Media e Persia sono citati insieme nella visione del Capro con 2 corna al capitolo 8, ma sono due regni paralleli, con Ciro da una parte ed inizialmente Dario il Medo dall’altra. Nel libro di Ester, Assuero riunisce i medi ed i persiani.

Il regno che non verrà mai distrutto è l’auspicio della promessa che Israele un giorno sarà messo a capo del mondo. Si parla di Gerusalemme celeste con il suo Messia no? Il profeta non ha toppato perché è il personaggio di un racconto. L’agiografo non è un profeta. I profeti sono quelli classici tipo Geremia. Il libro di Daniele per gli ebrei risulta negli “scritti”.

Il capitolo 12 allude all’era messianica e si fa coincidere con la fine di quei regni. Ma vuol dire ben altro simbolicamente, perché la promessa del regno messianico è antica. Qui invece è messa in questo punto dall’agiografo. Dato che poi la pace è durata poco, e sono cominciati altri problemi, allora si è interpretato tutto in maniera diversa. Ma sono stati gli stessi giudei ad aver interpretato. L’agiografo lo possiamo considerare ispirato, ha comunicato un messaggio preciso nei modi che in quel tempo dovevano essere usati. Di apocalittica ci sono altri testi… ed apocrifi. L’apocalisse di Giovanni dopo è descritta in maniera diversa.

I libri che mi citi tipo Ecclesiaste a cosa fa riferimento? Non puoi collocare certe cose con Daniele.
Mi citi un caso di un profeta, oltre Daniele, che ti descrive dettagliatamente un futuro millenario?

Il 70 è un numero simbolico. Daniele legge i libri di Geremia e aspetta la fine dell’esilio e prega. L’angelo allora gli spiega la visione che ha avuto in precedenza (Dan 9:23) portandogli una parola (דבר ~ Devar).. Daniele stava meditando sui libri a proposito dei 70 anni. Ora questo tempo e tutti gli altri sono moltiplicati per 7. Besàseà invece pare lasci intendere che sono sempre 70 anni.

Che la parola sia Geremia 30:18 non credo ci siano dubbi. Daniele sui liberi di Geremia medita. E poi ti ho mostrato sopra, con grande sforzo perché non conosco l’ebraico, come sono i termini per decreto e lettere.

Da cosa escludo una parola per accettarne un’altra? Da queste deduzioni e termini. All’inizio del capitolo 30 hai ragione che c’è il libro (rotoli), però Daniele legge dai libri di Geremia per comprendere i 70 anni! si viene a conoscenza di quella parola di ricostruire quando manda la lettera a Gerusalemme esattamente nell’anno in cui Ioiachin viene deportato e Sedechìa viene fatto re. Geremia con la lettera mette a conoscenza Gerusalemme che sarebbe ritornata dopo l'esilio. Perchè la manda in quel momento? Sta avvenendo la prima deportazione di quella popolazione.

Nel libro ci sono tutte le sue profezie sia della distruzioìne, sia dell’esilio ecc.. Vogliamo far partire da li il conteggio? Va bene nessun problema vediamo dove porta. Tutti questi calcoli non li ho fatti secondo te?

Critica al versetto 30:18

Il versetto di Daniele parla di parola uscita di ricostruire e riedificare, i termini sono chiari. Ti faccio notare che stiamo parlando di termini ebraici.. e qui meglio lasciare parlare Besàseà.

Posso solo farti notare che il termine parola è lo stesso usato all’inizio del capitolo, che Daniele legge il libro di Geremia, che l’angelo parla “dall’uscita della parola”. Quindi secondo te è più logico pensare che sia una parola del profeta Geremia, di cui si sta parlando, oppure di un decreto emanato 85 anni dopo? Da cui poi parte un conteggio? Dimmi tu. Non sono due pesi e due misure . Di ordini e lettere emanati da Ciro in poi ne abbiamo 4!

“citazione”
Un decreto (o una lettera) cos'è? È una parola messa per iscritto o un comando messo per iscritto. Quindi che differenza c'è tra un decreto scritto e una parola profetica messa per iscritto?
___

In Esdra 1:1-4, il re Ciro emette un proclama (קול ~ Kol)
In Esdra 6:12-13 il re Dario emette un decreto (טעם ~Taim)
In Neemia, Artaserse da lettere (אגרות ~ Iggrot) a Neemia per consegnarle alle guardie e farlo passare e consente di ricostruire la città.

Credo che argomentazioni a favore di decreto di Artaserse = parola ...sono sterili a questo punto.


Per gli idoli nel tempio.

Il versetto 24 si conclude con l’unzione del santo dei santi.
Nei versetti finali si parla di distruzione (ma il termine è stato analizzato e ci sono dubbi .. infatti biblehub.com lo traduce dappertutto come andare in rovina) del tempio e del santuario. Tuttavia l’idolo viene messo quando il tempio è intero. I sacrifici degli ebrei vengono aboliti per far iniziare gli abomini (sacrifici ad idoli pagani). Questo non avviene con i romani. Nel 63 con pompeo cominciano si le profanazioni, si comincia ad esportare il tesoro dal tempio per portarlo a Roma nel tempio di Giove, ma fino al 66 i sacrifici quotidiani vengono fatti. Si narra che in concomitanza della pentecoste avviene un evento miracoloso; si narra anche che quando i popoli vicini si riunivano in massa per le feste ebraiche arrivavano i romani e facevano stermini. All’inizio della guerra la città era ben barricata ma poi i romani entrarono. Nell’ultimo periodo i giudei si barricarono nel tempio per proteggerlo… ma alla fine venne dato alle fiamme. In questo periodo le profanazioni vennero fatte più volte.
Le vicende del tempio di Roma secondo me non coincidono con la descrizione di Daniele 9:24-27. Gli eventi sotto Antioco sono molto più precisi. E non vedo perché Daniele debba fare un salto quantico narrando di Roma e non di Antioco. il fatto che lo faccia al capitolo 8 non esclude che non riprenda il tutto al capitolo 9. Anzi è probabile. Al versetto dan 9:23 l'angelo appare per spiegare la visione a Daniele portandogli la parola. Quale visione? Quella fatta in precedenza? Capitolo 8 al terzo anno di Baldassar. Questa invece avviene dopo, al primo anno di Dairo il Medo.

Allo stesso modo non credo abbia senso saltare da 483 anni fino all’ultima settimana di 7 anni.

Se hai pazienza alla fine spiegherò, secondo ciò che ho capito, come va letta la profezia con un secondo livello di lettura. Quindi ripeto che cronologicamente la profezia finisce al secondo regno di Giuda nato dopo il 164, ma simbolicamente è la descrizione di un ciclo che si ripete. Il grande ciclo risulta meglio nell’apocalisse di Giovanni.

Il libro è tutto apocalittico. Si parla in simbolismi. C’è l’angelo che spiega la visione in tutto il libro.


Ti ho spiegato che la storia del falso profeta non c’entra. L’agiografo prende un personaggio del passato e costruisce un storia con scopo ben preciso.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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Non farmi fare però un trattato. Eravamo rimasti che partivamo dal testo. Così abbiamo scritto un libro e non ci segue nessuno!
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Dopo questa lunga tiritera, sperando che Besàseà non si sia spaventato, ho trovato un articolo un cui un rabbino spiega la profezia. L ho letto e capito (credo) anche i conteggi che fa. Anche lui arriva ai romani ma fa un salto di diversi anni per far rientrare la distruzione del secondo tempio. Critica l'interpretazione classica. Tuttavia a me interessa la traduzione che fa dei termini. Nella spiegazione salta completamente il passo del patto e un altro passo ma poco determinante. I due passi mancanti li ho inseriti dalla versione CEI ma il fondamentale c'è tutto.

Rabbino Bentzion Kravitz
https://www.jewsforjudaism.org/knowledg ... pretation/

Ho ricostruito la sua traduzione:


24) Settanta settimane (a) sono stabilite sul tuo popolo e sulla tua città santa, per porre fine alla trasgressione e per porre fine ai peccati, e per fare riconciliazione per l'iniquità, e per introdurre la giustizia a eterna (b) e per sigillare la visione e la profezia (c), e per ungere il Santo dei Santi (d).
25) Sappi dunque e discerni che dall'emanazione di una parola (e) per restaurare e ricostruire Gerusalemme fino a un unto(f) principe (g) saranno sette settimane e poi sessantadue settimane (h) sarà ricostruito con piazza e fossato ma in tempi difficili.

26) Dopo le sessantadue settimane un unto(f) sarà stroncato (i) e non ci sarà più (j), e il popolo del principe (g) che deve venire distruggerà (k) la città e il santuario, [a sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate*].

27) [Egli (f) stringerà una forte alleanza con molti per una settimana *], ed entro la metà settimana abolirà i sacrifici e le oblazioni; Su ali di abominio (l) verrà colui che rende desolato (m) finché la distruzione decretata non sarà sparsa desolatrice (n).


nota: (*)le parti tra parentesi [*] sono state aggiunte perché mancanti nella traduzione del rabbino, dalla versione CEI.


Parola da discutere:


e) (דבר ~ Devar) che significa “parola” non decreto.

La parola (דבר ~ Devar) si riferisce a una parola profetica. All'inizio di Daniele 9 versetto 2, questa parola è usata quando Daniele dice di voler capire "la parola del Signore al profeta Geremia". "Io Daniele ho considerato (o contemplato) nei libri il numero degli anni in cui la parola (דבר ~ Devar) di D-o giunse a Geremia il Profeta che avrebbe portato alla distruzione (לחרבות ~ L'Charvot) di Gerusalemme." Daniele 9:2. Qui Daniele usa la parola (דבר ~ Devar) quando riflette sul numero di anni di cui aveva parlato Geremia.In Esdra 1:1-4, il re Ciro emette un proclama (קול ~ Kol) e scritti (מכתב ~ Mechtav) che concedono agli ebrei il permesso di tornare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio. In Esdra 6:12-13, il re Dario emette un decreto (טעם ~Taim) che concede il permesso di ricostruire il Tempio. Esdra 7:11-16. Artaserse, emana un decreto (טעם ~Taim) che concede il permesso di ricostruire il Tempio. (Artaxerxex è un titolo persiano di regalità e può riferirsi a diversi leader. Questo è simile al modo in cui Faraone è il titolo dei governanti d'Egitto). Artaserse, sulla base di Neemia 2:1-8, aveva dato a Neemia "lettere" (אגרות ~ Iggrot) per un passaggio sicuro e il permesso di ricostruire il Tempio.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
trizzi74
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da trizzi74 »

chelaveritàtrionfi ha scritto: venerdì 22 aprile 2022, 12:47 Dopo questa lunga tiritera, sperando che Besàseà non si sia spaventato, ho trovato un articolo un cui un rabbino spiega la profezia. L ho letto e capito (credo) anche i conteggi che fa. Anche lui arriva ai romani ma fa un salto di diversi anni per far rientrare la distruzione del secondo tempio. Critica l'interpretazione classica. Tuttavia a me interessa la traduzione che fa dei termini. Nella spiegazione salta completamente il passo del patto e un altro passo ma poco determinante. I due passi mancanti li ho inseriti dalla versione CEI ma il fondamentale c'è tutto.

Rabbino Bentzion Kravitz
https://www.jewsforjudaism.org/knowledg ... pretation/

Ho ricostruito la sua traduzione:


24) Settanta settimane (a) sono stabilite sul tuo popolo e sulla tua città santa, per porre fine alla trasgressione e per porre fine ai peccati, e per fare riconciliazione per l'iniquità, e per introdurre la giustizia a eterna (b) e per sigillare la visione e la profezia (c), e per ungere il Santo dei Santi (d).
25) Sappi dunque e discerni che dall'emanazione di una parola (e) per restaurare e ricostruire Gerusalemme fino a un unto(f) principe (g) saranno sette settimane e poi sessantadue settimane (h) sarà ricostruito con piazza e fossato ma in tempi difficili.

26) Dopo le sessantadue settimane un unto(f) sarà stroncato (i) e non ci sarà più (j), e il popolo del principe (g) che deve venire distruggerà (k) la città e il santuario, [a sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate*].

27) [Egli (f) stringerà una forte alleanza con molti per una settimana *], ed entro la metà settimana abolirà i sacrifici e le oblazioni; Su ali di abominio (l) verrà colui che rende desolato (m) finché la distruzione decretata non sarà sparsa desolatrice (n).


nota: (*)le parti tra parentesi [*] sono state aggiunte perché mancanti nella traduzione del rabbino, dalla versione CEI.


Parola da discutere:


e) (דבר ~ Devar) che significa “parola” non decreto.

La parola (דבר ~ Devar) si riferisce a una parola profetica. All'inizio di Daniele 9 versetto 2, questa parola è usata quando Daniele dice di voler capire "la parola del Signore al profeta Geremia". "Io Daniele ho considerato (o contemplato) nei libri il numero degli anni in cui la parola (דבר ~ Devar) di D-o giunse a Geremia il Profeta che avrebbe portato alla distruzione (לחרבות ~ L'Charvot) di Gerusalemme." Daniele 9:2. Qui Daniele usa la parola (דבר ~ Devar) quando riflette sul numero di anni di cui aveva parlato Geremia.In Esdra 1:1-4, il re Ciro emette un proclama (קול ~ Kol) e scritti (מכתב ~ Mechtav) che concedono agli ebrei il permesso di tornare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio. In Esdra 6:12-13, il re Dario emette un decreto (טעם ~Taim) che concede il permesso di ricostruire il Tempio. Esdra 7:11-16. Artaserse, emana un decreto (טעם ~Taim) che concede il permesso di ricostruire il Tempio. (Artaxerxex è un titolo persiano di regalità e può riferirsi a diversi leader. Questo è simile al modo in cui Faraone è il titolo dei governanti d'Egitto). Artaserse, sulla base di Neemia 2:1-8, aveva dato a Neemia "lettere" (אגרות ~ Iggrot) per un passaggio sicuro e il permesso di ricostruire il Tempio.
Questo studio l'avevo postato giorno 19 alle 12:06. Però non mi sembra che Besàseà lo abbia apprezzato.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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chelaveritàtrionfi ha scritto: venerdì 22 aprile 2022, 1:21
Ultima modifica di animasalvata il venerdì 22 aprile 2022, 23:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: venerdì 22 aprile 2022, 1:21
Scrivi:
Però quando devo fare un’analisi devo mettere al primo posto che vengano fuori le cose per come stanno = nessun vincolo religioso in testa, nessun voler dimostrare qualcosa. Questo lavoro che ho fatto è partito da questo presupposto.
Io invece penso che tu parti da un presupposto, ossia che il libro di Daniele per te è un libro che è interamente scritto post-eventum. Quindi partendo da questo presupposto per te tutto ciò che è scritto deve essere collegato ed avere il culmine nelle vicende dei Maccabei. Invece non consideri l'idea che può essere esistito veramente un profeta Daniele tra gli esiliati che abbia profetizzato il susseguirsi degli imperi (capitolo 2 e 7), la guerra tra persiani e greci (capitolo 8), un tempo di 70 "anni" (capitolo 9) e le vicende relative al tempo della resurrezione dei morti (capitolo 12). Questo ovviamente non significa che il profeta Daniele ha escluso dalle sue profezie le vicende del tempo di Antioco IV epifane.


Scrivi:
Il regno messianico non è un’idea nata nel II secolo a.E.V. e nemmeno dopo. E’ molto più antica. Tutti i profeti classici (Geremia ecc.) quando hanno profetizzato in maniera così dettagliata tutti questi eventi? Addirittura milleni avanti?
Ci sono profezie di Isaia, Geremia, Ezechiele, Zaccaria che parlano per esempio del Messia e quindi fatti secoli e secoli avanti. Profetizzare non significa solo parlare per conto di un altro circa eventi presenti e passati, ma significa anche parlare per conto di un altro circa eventi futuri e questo è un dono di Dio. Chi nega questo parte spesso dal presupposto che la bibbia non è un libro ispirato da Dio e quindi è impossibile prevedere il futuro e pertanto le profezie devono essere state scritte tutter post-eventum. Questi però si dimenticano che Dio ha la capacità di vedere e svelare il futuro perchè è Dio ed è un essere fuori dal tempo mentre il profeta altro non è che uno strumento, non la fonte della profezia. Il profeta senza Dio non può fare nulla.

Scrivi:
Ora si deve considerare che la letteratura apocalittica è distinta da altre per via si simbolismi: eventi cosmici, bestie, diademi, corna, enfasi sui numeri e tante altre cose.
Quindi un angelo non può essere mandato veramente da Dio ad una persona e mostrargli eventi che devono avvenire attraverso dei simbolismi biblici?

Scrivi:
Profetizzare vuol dire mettersi avanti a… non per forza deve essere una previsione del futuro. L’apocalittica...
Fermo restando che di apocalittico il libro di Daniele ha solo il capitolo 11, si cerca di far passare l'apocalittica come qualcosa che è disgiunto dal dono data da Dio di profetizzare avvenimenti futuri. Sta scritto: Ecclesiaste 1,9-10 (traduzione del sito Chabad):

9 Ciò che è stato è ciò che sarà, e ciò che è stato fatto è ciò che sarà fatto, e non c'è niente di nuovo sotto il sole.
10 C'è una cosa di cui [qualcuno] dirà: "Vedi questo, è nuovo". Lo è già da secoli che ci hanno preceduto.

La vita è una ruota che gira e la storia ciclicamente si ripete. Quindi l'apocalittica non esclude affatto la previsione sul futuro. Uno scritto apocalittico post-eventum può parlare contemporaneamente di due eventi, uno presente che è un precursore dell'evento futuro. Cosi per esempio il capitolo 11 che dettaglia le vicende dei regni ellenistici. Quelle vicende sono eventi che prefigurano altri eventi. Il conflitto tra il re del nord (Siria) e il re del sud (Egitto) non è finito nel 164ac con la morte di Antioco IV ma continua sotto altre forme fino al tempo della resurrezione (Daniele 12).

Scrivi:
il fatto che il capitolo 11 sia stato aggiunto in mezzo e dopo, sono questioni di analisi documentale e storica ma ciò non dimostra che il resto del libro non sia molto dettagliato. Erotodo è uno storico antico che visse prima di Flavio, tra i persiani e Alessandro il Grande. I suoi scritti erano sicuramente conosciuti. La media e la Persia, benchè al capitolo 8 sono citati insieme nella visione del montone a due corna, sono sempre due regni ben distinti elencati da Erotodo. Erotodo considera i Medi al potere per 128 anni ed infine i Persiani che erano i dominanti nel suo tempo. E’ più credibile uno che vive nei tempi in cui scrive o uno che viene dopo????
E' piu credibile la bibbia che considera il regno di Media-Persia come un unico regno (Daniele 8,20). Infatti il montone è uno solo. Non abbiamo due montoni. La bibbia non è stata scritta da Erotodo e noi la cosa la dobbiamo valutare dal punto di vista della bibbia, non quella di Erotodo. Erotodo li considera come due regni distinti, la bibbia no e poichè la bibbia non è stata scritta da Erotodo noi il sogno di Nabucodonosor (capitolo 2) e di Daniele (capitolo 7) li dobbiamo valutare secondo il metro in cui li descrive la bibbia,ossia un unico regno. Del resto quando Ciro conquistò Babilonia i medi erano solo dei governatori per conto di Ciro, pertanto il regno dei medi faceva parte di quello dei persiani ed era a loro sottomesso.

Scrivi:
Il "sogno della statua:
(Dn, 2) descrive una statua dalla testa d'oro (Assiria-Babilonia), il petto d'argento (Media), il ventre di bronzo (Persia), le gambe di ferro (Macedonia) e i piedi di argilla. Il "sogno degli animali" (Dn, 7) raffigura l'Assiria-Babilonia come un leone alato, la Media come un orso, la Persia come un leopardo e la Macedonia come un animale con dieci corna.
Questa era molto probabilmente la classificazione che l’agiografo di Daniele faceva. Roma non è citata in Daniele. Mi baso solamente su tutti i regni che il libro cita e Roma non è contemplata.
E' dove è scritto nei capitoli 2 e 7 che Roma non è contemplata? Non è contemplata se parti dal presupposto che i capitoli sono stati scritti post-eventum. Lo scrittore non dice espressamente che Roma non è contemplata quindi non puoi escludere che quei capitoli parlano anche dell'impero romano. Poi come ti ho detto il leopardo per caratteristica (velocità e rapidità) si adatta bene al breve regno di Alessandro che in pochissimo tempo conquistò mezzo mondo

Scrivi:
Ora, arrivando Epifane che devasta il tempio, alla vittoria dei maccabei fu fatta la festa. Oggi esiste l’Hannukka.. la pace era arrivata ed è enfatizzata l’era messianica.


All'inizio avevi detto che l'analisi deve prescindere da preconcetti. Prima di tutto bisogna partire da ciò che dice il testo e il testo parla di resurrezione dei morti al capitolo 12. Il testo è chiaro. Se poi mi dici che li si sta solo enfatizzando l'era di pace di quel periodo allora stai uscendo tu fuori da ciò che dice il testo. In sostanza stai gia iniziando ad interpretare e forzare ciò che dice il testo per adattarlo al tuo presupposto,cioè che Daniele 12 sia stato scritto post-eventum. Invece io che dico che al capitolo 12 si parla della resurrezione dei morti e non sto uscendo da ciò che dice letteralmente il testo. L'adempimento principale è quello che dice letteralmente il testo; se poi ci vuoi vedere un enfatizzazione della vittoria dei Maccabei va bene purchè non elimini l'adempimento principale che è quello che dice letteralmente il testo. Il mio ragionamento ben si lega alla profezia apocalittica del doppio adempimento e il punto di forza del mio ragionamento sta in Ecclesiaste 1,9-10 secondo cui la stroia è ciclica. Tu invece mi fai capire che il libro di Daniele finisce in quel tempo; io invece dico che Daniele profetizza il tempo dei Maccabei e non solo anche nella stessa profezia (capitolo 9).

Scrivi:
Il profeta apocalittico non profetizza ma comunica un messaggio. Un ciclo fatto di persecuzioni e tormenti ma alla fine vince la giustizia divina.
Ma non è cosi. Il profeta apocalittico se è sotto ispirazione sta parlando di un evento presente e contemporaneamente sta profetizzando un evento futuro che viene anticipato e prefigurato dall'evento presente secondo il modello della storia ciclica descritto in ecclesiaste 1,9-10. Secondo te perchè gli ebrei del I secolo credevano che Daniele profetizzò la distruzione della città e del tempio sotto i romani? Anche Yeshua ne parla nei vangeli, ma citare Yeshua sembrerebbe come essere di partito preso. Il punto è che non solo Yeshua, ma anche gli altri ebrei e G.Flavio la pensavano cosi. Si erano dimenticate delle vicende di Antioco IV? No affatto perchè G.Flavio attribuisce la desolazione profetizzata sia ad Antioco e sia ai Romani, tutte e due senza escludersi. Questo ha senso solo se gli ebrei di quel tempo credevano all'ipotesi del doppio adempimento che è quello che ti ho detto io.

Scrivi:
Giuseppe Flavio descrive le credenze che si avevano all’epoca. Se mi scrivi che ha credito Giuseppe Flavio che narra le credenze, devi dare anche credito quanto scrive dei carri da guerra che sbucavano dalle nuvole come visione che sembrava miracolosa e della voce sovrumana che uscì dal tempio. Quindi non è questione di dare credito a Flavio. Flavio riporta anche le credenze del tempo.
A parità di condizioni è piu attendibile la credenza degli ebrei del I secolo che erano piu vicini temporalmente all'esilio babilonese e alle vicende dei maccabei oppure il parere di biblisti e storici non ebrei di millenni dopo che sostengono la dottrina dello scritto post-eventum? La logica dice che a parità di condizione è piu attendibile la fonte piu vicina temporalmente. E come ti ho detto in precedenza credere che sia esistito veramente un profeta Daniele ai tempi dell'esilio che abbia profetizzato eventi futuri non nega che ci siano stato delle aggiunte tardive oppure che il libro sia stato raccolto in unico corpo nel II secolo ac. E' come se dicessi che un tizio del sesto secolo A.C. profetizza degli eventi futuri e li mette per iscritto su dei rotoli separati che inizialmente non sono accessibili a tutti ma solo ai sommi sacerdoti e poi un altro tizio del II secolo A.C., pensando che gli eventi del suo tempo sono il compimento delle profezie, raccoglie quei rotoli in un unico libro integrandolo con qualche capitolo pseudo epigrafico, lo svela a tutti e lo posiziona nel canone nella sezione degli scritti. In sostanza questa è l'opinione intermedia che indica Gianni nel suo studio sulla redazione del libro di Daniele.

Scrivi:
Anche per l'apocalisse di Giovanni ti posso dire che sta scritto "cose che dovranno capitare a breve". A breve non è capitato nulla però!
Se interpreti le parole "cose che dovranno capitare a breve" col metro occidentale hai ragione. Ma noi dobbiamo vedere le cose dal punto di vista del tempo di Dio che è quello biblico. Dal punto di vista di Dio un intervallo temporale di 2000 anni per esempio è come se fossero due giorni. Gli scrittori biblici parlavano usando questo metro, poi poteva capitare che qualcuno poteva fraintendere e pensare che la parusia di Yeshua doveva avvenire "subito dopo" la grande tribolazione del 70 dc. Se consideriamo il tempo dal punto di vista di Dio il problema non sussiste perche per Dio 1000 anni sono come un giorno e un giorno sono come 1000 anni. Considera per esempio la scrittura di Osea 6,2. E' chiaro che il profeta parla di 3 ere ma nel modo di dire ebraico diventano 3 giorni.

Scrivi:
Per le 3 corna che si diveltono devi studiare la storia dei Diadochi e dei loro figli da Alessandro in Poi.
Le dieci corna sono dieci regni capeggiati dai rispettivi re effettivi. Non risulta che Antioco IV abbia abbattuto tre dei 10 re che lo hanno preceduto. Il fatto che il piccolo corno abbatta tre re fa pensare che i 10 re sorgono contemporaneamente e poi l'undicesimo, il piccolo corno, abbatte tre regni.

Scrivi:
Il capitolo 7 e gli altri vanno trattati a parte. Il piccolo corno, fai attenzione, corrisponde ad Epifane in tutto il libro. Specialmente nel capitolo 8. Li non si scappa.
Il piccolo corno di Daniele 7 non per forza deve essere lo stesso del capitolo 8. Il fatto che entrambi vengono chiamati alla stessa maniera non significa nulla. Possono anche essere due regni differenti. Per fare un esempio, se dico in un certo contesto "che sorgerà Cesare" e poi dico ancora in un altro contesto "che sorgerà Cesare" non significa per forza che sto parlando dello stesso imperatore perchè Cesare è un titolo che può essere anche di due distinti imperatori. Alla stessa maniera il piccolo corno di Daniele 7 e il piccolo corno di Daniele possono anche essere due regni differenti che vengono descritti con lo stesso stile biblico.

Scrivi:
Nel libro di Ester, Assuero riunisce i medi ed i persiani.
In realtà è già Daniele che li riunisce (Daniele 8,20). L'impero dei medi e della persia viene descritto come unico nel medesimo libro che racconte le visioni della grande statua e dei 4 animali.

Scrivi:
Il profeta non ha toppato perché è il personaggio di un racconto. L’agiografo non è un profeta. I profeti sono quelli classici tipo Geremia. Il libro di Daniele per gli ebrei risulta negli “scritti”.

Il libro è tutto apocalittico. Si parla in simbolismi. C’è l’angelo che spiega la visione in tutto il libro. Ti ho spiegato che la storia del falso profeta non c’entra. L’agiografo prende un personaggio del passato e costruisce un storia con scopo ben preciso.
Vedi che tutto il tuo ragionamento si basa su un presupposto che consideri tutto il libro come scritto post-eventum. Ovviamente tu consideri impossibile che un angelo appaia veramente al profeta Daniele vissuto realmente nel sesto secolo A.C. Ti consiglio di vedere lo studio di Gianni sulla redazione del libro. Che il libro è stato inserito negli scritti è per il semplice fatto che il libro di Daniele doveva essere sigillato/nascosto per un certo tempo e quando si pensò che gli eventi si erano compiuti nel 164 ac fu raccolto,svelato e inserito tra i libri piu tardivi. Questo non esclude che la paternità di alcune profezie risalgono veramente al profeta Daniele. Tutti nel I secolo dopo Cristo credevano che Daniele era un personaggio reale, segno che la tradizione tramandata era forte.


Scrivi:
Il capitolo 12 allude all’era messianica e si fa coincidere con la fine di quei regni. Ma vuol dire ben altro simbolicamente, perché la promessa del regno messianico è antica.
Come ti ho detto precedentemente gia che consideri il regno messianico di Daniele 12 come simbolico stai uscendo da ciò che dici il testo letteralmente. Gia stai forzando e interpretando una scrittura per farla adattare al tuo presupposto dello scritto post-eventum. Invece un analisi attenta deve partire sempre da ciò che dice il testo. Se dal testo prendi esclusivamente un significato simbolico stai gia interpretando e forzando ciò che dice il testo. Puoi anche vederci come ti ho detto prima un significato simbolico ma senza togliere però l'adempimento letterale vero e proprio che si avrà alla fine dei tempi.

scrivi:
L’agiografo lo possiamo considerare ispirato,
Ispirato significa che è Dio che parla attraverso di lui e Dio ha la facoltà di predire anche eventi futuri. L'agiografo parla del regno indistruttibile del Messia davidico e se è ispirato da Dio a maggior ragione non può sbagliarsi. Poiche il regno indistruttibile del messia non non è venuto in quel tempo allora significa che la profezia sulla desolazione del tempio non si è fermata al tempo dei Maccabei. La profezia sulla desolazione ingloba le vicende dei Maccabei ma non finisce li.

Scrivi:
I libri che mi citi tipo Ecclesiaste a cosa fa riferimento? Non puoi collocare certe cose con Daniele.
Mi citi un caso di un profeta, oltre Daniele, che ti descrive dettagliatamente un futuro millenario?
Te lo spiegato perchè centra Ecclesiaste 1,9-10. Perche gli eventi del passato prefigurano quelli futuri fino all'adempimento definitivo. Quanto all'altra domanda basta pensare per esempio a tutti i dettagli, alcuni anche incomprensibili per gli stessi rabbini, sulla descrizione del terzo tempio di Ezechiele nei capitoli 40-45. Essendo ricchissimo di dettagli a volte anche difficili da capire anche quello è un libro pseudo epigrafico?

Scrivi:
Il 70 è un numero simbolico.


Appunto e proprio per il simbolismo del numero 70 Daniele al capitolo 9 ha potuto profetizzare anche piu abomini della desolazione anche in epoca diversa. Poiche il numero 70 può essere anche simbolico teoricamente non si può escludere che i 70 anni sono ancora in corso e che ci sarà una nuova desolazione dopo che il tempio verrà ricostruito.

Scrivi:
Besàseà invece pare lasci intendere che sono sempre 70 anni.
Anche se la traduzione fosse da Daniele 9,24 fosse "settanta settanta (di anni)!" dove è scritto che quei 70 anni sono letteralmente un arco di 70 anni di 365 giorni? Il numero 70 può essere anche una grande quantità e quindi indicare una grande quantità di anni.

Scrivi:
Che la parola sia Geremia 30:18 non credo ci siano dubbi. Daniele sui liberi di Geremia medita.


Si però come ho detto Dio ordina di scrivere le parole in un libro. Quindi è una parola profetica messa per iscritto. Alla stessa maniera anche un decreto scritto di un re è una parola/comando messa per iscritto.

Scrivi:
Nel libro ci sono tutte le sue profezie sia della distruzioìne, sia dell’esilio ecc..
Nel libro di Geremia si profetizza anche la venuta del Messia. Geremia lo fa nel decimo anno di Sedechia quando era rinchiuso in prigione (Geremia 33,12-22). Dio li fa la promessa del Messia davidico e lo fa insieme alla promessa del ritorno del popolo. Quindi i 70 anni che partono da Geremia possono anche essere un tempo fino alla venuta del Messia, oltre al tempo fino ai Maccabei. E' come se la stessa profezia profetizzi due cose insieme.


Scrivi:
Daniele legge il libro di Geremia, che l’angelo parla “dall’uscita della parola”. Quindi secondo te è più logico pensare che sia una parola del profeta Geremia, di cui si sta parlando, oppure di un decreto emanato 85 anni dopo?
Non vedo perchè si deve scegliere per forza. Nel libro di Geremia insieme al ritorno si preannuncia anche la venuta del Messia (Geremia 33,12-22). Quindi la profezia di Daniele 9 può avere un doppio adempimento con due basi di calcolo differenti. Non vedo perchè l'una deve escludere l'altra. Del resto la parola di Geremia non si compi subito con Ciro ma con Artaseserse. In Geremia 30,18 Dio promette mentre in Esdra 7 e Neemia 2 Dio realizza la parola di Geremia. Dio se voleva poteva far ricostruire la città anche al tempo di Ciro ma nel piano di Dio tutto è stato rimandato e un motivo dovrà pur esserci. Non e' a caso. se Dio voleva far ricostruire la città prima del tempio lo avrebbe fatto fare anche contro ogni avversità.


Scrivi:
Le vicende del tempio di Roma secondo me non coincidono con la descrizione di Daniele 9:24-27.
Daniele 9,26-27 dice letteralmente: e la città e il santuario rovinerà un condottiero di un popolo che deve venire e la sua fine [sarà] con diluvio e fino alla fine alla fine della guerra sono determinate desolazioni e confermerà un patto con molti per una settimana ma nel mezzo della settimana metterà fine a sacrifico e offerta e sull'ala degli abomini sarà colui che rende desolato e finché la distruzione decretata non sarà riversata sul desolatore”.

- e la citta e il santuario = Gerusalemme e il Tempio
- rovinerà = distruggerà
- un condottiero di un popolo che deve venire = l'imperatore del popolo romano
- e la sua fine sarà con diluvio = L'imperatore romano cessò di esistere nel 480 dc in seguito alle continue "inondazioni" dei regni romano-barbarici
- e fino alla fine alla fine della guerra sono determinate desolazioni = ci sarà una guerra e fino alla fine ci saranno desolazioni. La storia dice che la guerra e le devastazioni si prolungarono fino al 73/74dc
- e confermerà un patto con molti per una settimana = L'imperatore romano per conto dei suoi luogotenenti strinse un alleanza von le nazioni vassalle di Roma attorno la giudea che fornirono uomini e mezzi all'esercito romano contro i giudei.
- per una settimana = la guerra inizio nel 67 dc e durò fino al 74 dc. Circa una settimana di anni piu o meno.
- ma nel mezzo della settimana metterà fine a sacrifico e offerta e sull'ala degli abomini sarà colui che rende desolato = a metà tra il 67dc e il 74dc siamo nel 70 dc. Tito con le sue legioni entrano nel luogo interno del tempio. Le legioni di Tito con le loro insegne idolatriche entrarono nel tempio. Queste sono le cose disgustose mentre il desolatore è Tito perche devasterà il tempio ponendo in questo modo definitivamente fine a sacrificio e offerta
- finché la distruzione decretata non sarà riversata sul desolatore = questa clausola si ricollega alla parte in cui si dice "e la sua fine sarà con diluvio". Tito agisce per conto di Cesare. Quindi indirettamente Cesare è anche lui un devastatore. Finita la guerra rimangono devastazioni in Gerusalemme e in seguito un altro Cesare, Adriano collocherà la statua di Giove sul luogo del tempio. Gerusalemme e il tempio vennero profanati per diversi anni sotto l'imperatore romano. L'azione dei romani indirettamente provocò anche la desolazione islamica. Tolto il tempio di mezzo dopo alcuni secoli i califfi ci costruirono le moschee. Anche le moschee al pari dell'azioni disgustose dei Cesari possono essere considerate come il desolatore. La desolazione è un processo continuo nel tempo che inizia con Tito e continua fino alle moschee. E ci sono delle coincidenze matematiche che collegano il capitolo 12 di Daniele con la costruzione delle moschee.

Ovviamente questa interpretazione non nega le vicende di Antioco. Ci stanno tutte e due nella profezia di Daniele 9 secondo la prospettiva del tipo e l'antitipo.
chelaveritàtrionfi
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

:d :d :d :d hai deciso di farmi scrivere un libro?? Meno male che avevamo detto il testo. Abbiamo perso gli utenti. chi leggerà questo capitone. Vabè
_______________

Il presupposto da cui parto è da quello a cui sono arrivato, dopo aver considerato tutti gli altri. Mi sono letto gli studi di chiunque, che ho trovato, anche sui libri. Ho scritto che mi va bene qualunque conclusione purchè corrisponda a tutti i fatti, al testo, ai calcoli e soprattutto alla storia.

Come puoi notare, anche con le spiegazioni del rabbino, ci sono termini che possono essere tradotti in diversi modi. Quale prendiamo? Io credo che ci sia un problema di ordine psicologico: da un lato voler dimostrare a tutti i costi che si arriva a Yeshùa. Dall’altra lo si deve escluderlo a tutti i costi. Immagina se le chiese cristiane dovessero spiegare ai loro “discepoli” che hanno sempre sbagliato. Immagina gli studiosi se dovessero riscrivere tutto. A me dispiace ma le cose devono essere riportate senza preconcetti.

I calcoli che propongo io, l ho scritto all’inizio, sono una soluzione. Ci sono diversi rami di studiosi che si scontrano facendo calcoli che portano dove vogliono loro. Bene nessuno mi ha convinto. Quindi ho provato a fare la cosa più logica. Che poi sbaglio io mi sta bene. Ma almeno ho provato a ragionare con la mia testa e non con quella di un religioso o con preconcetti.


Ci sono coloro che i libri dei Maccabei nemmeno li considerano. Quindi qualunque spiegazione diventa un salto nel buio. Altri li considerano ma criticano altre spiegazioni prendendo come riferimento Onia III che non c’entra nulla. Si fanno vari tentativi.

Si parte dal testo, ma se confronti 10 traduzioni ne trovassi una coerente per certi termini. Alcuni forzano il significato. Che il mashach nigid sia un unto capo di un esercito è spiegato dagli stessi termini. Nigid vuol dire capo delle guardie, comandante. Nigid è anche il capo del popolo che verrà. Poi ci sono quei due termini che abbiamo visto che indicano gli abomini nel tempio e l’idolo di Giove. Con i romani anche se hanno messo quadri o altre cose non mi pare che ciò avviene. Il tempio viene protetto fino al 70 quando lo incendiano.
Se nel 66 finiscono i sacrifici quotidiani (le feste grosse continuano) non è quella l’ultima settimana che viene spiegata nella teoria classica. L’evento del 70 viene dopo.

Nel versetto 24, i 70x7 anni finiscono con l’unzione del santo dei santi. Con i romani si arriva alla distruzione completa. Il 70x7 è simbolico nel senso che non individua anni esatti alla perfezione. Se si vuole fare un tentativo andando indietro, arriviamo prima della nascita del nuovo regno Babilonese. Al tempo dell'impero Assiro. I primi deportati della regione infatti vengono portati in Assiria. Quelli del regno del nord (Israele) mentre quelli del regno del Sud (Giuda) vengono deportati dopo da Nabucodonosor.


70 simbolico non vuol dire che indichi un tempo di 3000 anni. Se vuoi fare un calcolo inizia dalla fine. Il santo dei santi viene unto dopo l’esilio quando il tempio viene ricostruito, e poi viene unto nuovamente dopo la profanazione di Antioco IV.

Daniele cita Babilonia, Media, Persia, Grecia e i regni che nascono dalla Grecia. E’ molto preciso sui nomi dei regni: montone due corna = media e persia; capro = Grecia poi si divide e da essi spunta un piccolo corno. Il capitolo 10 anche molto preciso e il 9 ancora di più. Il capitolo 11 ha la scusa che è stato inserito dopo. Il capitolo 12 allude all’era messianica con il risveglio dalla polvere, alla vita eterna *** e gli altri all’eterna infamia.
L’agiografo collega la vittoria sull’antidivino con la nascita del Regno di Giudea, tornata indipendente dopo il 586. Nonostante alcune lotte si ha più o meno un periodo di pace.

Daniele 12
1 «In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro. 2 Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia. 3 I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno.
4 Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà».



Nota. Il libro non è ad oggi sigillato. Lo conosceva persino Flavio che descrive le credenze nelle profezie messianiche. Dopo Epifane non era accaduto nulla. Il tempo della resurrezione dei morti e l’era messianica è un concetto antico. Molti studiosi invece affermano che queste idee si svilupparono in quel tempo ma è un concetto a quanto pare errato. Il messia è sempre citato nelle scritture. Qui l’agiografo mette questo evento alla fine di questo periodo per descrivere un ciclo. Se provi a leggere solo i simbolismi allora puoi riproporre questo ciclo anche nel futuro. Una lettura facile può essere questa: i popoli disobbediscono a Dio e dovranno sopportare le desolazioni che loro stessi si sono inflitti, attraverso esseri antidivini. Ma alla fine i giusti avranno la redenzione (risveglio dalla polvere) e gli ingiusti vivranno nell’infamia. Dio alla fine vice. Questo concetto è ancora più chiaro nell’apocalisse di Giovanni. Nei primi versetti potrai leggere che erano cose che dovevano capitare a breve. Ma non è capitato nulla.

In Daniele vediamo una storia passata raccontata in chiave simbolica che porta un messaggio. Non importa la storia in se ma ciò che significa. Quindi per rispondere in maniera positiva, Daniele cronologicamente racconta vicende passate ma simbolicamente si riferisce al futuro specialmente con il capitolo 12.

Geremia profetizza i 70 anni poco prima. Isaia profetizza il messia come popolo di Israele (popolo scelto da Dio), come Servo (Israele) ed anche come uomo (Isaia 53). Ho scritto che il profeta classico come Geremia, Isaia... profetizzano prima che accadono gli eventi. Il profeta classico comunica le parole di Dio al popolo e li avverte su determinati eventi. Le parole sono di ammonimento per la disobbedienze ed anche di speranza per la fine della pena. Ma sono principalmente per “quel popolo” ed anche a volte per il futuro. Ma il profeta classico non mi pare che profetizza con precisione calcoli, eventi tutti a cascata con una precisione millimetrica.

Il profeta apocalittico parla in simbolismi che sono almeno in parte spiegate dall’angelo stesso nella visione. Che ci sia almeno una parte che sia passata è indubbio (secondo me tutta). In Apocalisse chi sono i 7, anzi 8 re che vengono citati? Non sono: Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Vespasiano, Tito e Domiziano? Tra Claudio e Nerone c’è poi l’anno i cui regnano 3 re.

Nel caso di Daniele chi è che scrive?

Daniele 1:

3 Il re disse ad Aspenaz, capo dei suoi eunuchi, di condurgli dei figli d'Israele, di stirpe reale o di famiglie nobili. 4 Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell'aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. 5 Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva; e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. 6 Tra di loro c'erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria;

Daniele scrive che tra i deportati c’era Daniele. Il libro è scritto da un autore ignoto, un' agiografo.
Daniele è il personaggio che viene deportato in Babilonia, citato da Ezechiele. Non importa che il libro non riporti una previsione del futuro per essere ispirato.

Dato che questa cosa ti disturba ti dico che mi va bene anche che sia lo stesso Daniele che fa la previsione. Alla fine il risultato sempre lo stesso deve essere.

Mi sono messo nei panni di uno scrittore che conosce gli eventi e scrive. Il risultato calza a pennello. Uno poi sceglie la spiegazione che vuole.

No è tutto il libro apocalittico. Apokàlypsis vuol dire rivelazione, disvelamento, togliere il velo.. come rivelare un segreto. Non è una creazione del II secolo a.E.V. ma il genere letterario ha origini più antiche. Però in quel periodo si sviluppa maggiormente. Quali sono gli altri profeti da Alessandro in poi?

Ne esistono altri testi apocalittici: L’apocalisse siriaca di Baruc, il quarto libro di Esdra, Enoch ecc..ma questi sono non ispirati. L apocalittica è’ caratterizzata da visioni spiegate da un messaggero al personaggio del racconto che è un profeta. Ci sono simbolismi come bestia, diademi, corna, numeri, eventi cosmici, catastrofi ecc.. Ti riporto una definizione:

La "letteratura apocalittica" si presenta come un tentativo di esplorare la " parola" biblica (cioè la " promessa " divina ") per espanderla nel tempo della storia e rappresentarne gli scenari conseguenti.


Il fatto che sia espressa in simbolismi non ha tempo. La rivisitazione della storia accaduta in chiave profetica può essere ricollegata in ogni tempo quando accadono determinati eventi. Serve anche per dare speranza e mostrare come Dio nella storia ha agito dopo le desolazioni di re antidivini ( esempio i racconti di Daniele). Si presenta un dualismo: bene e male. Questa letteratura serviva a dare speranza a coloro che vivevano in cattività enfatizzando un futuro dove Dio ha la meglio sul male.


La vita è una ruota che gira e la storia ciclicamente si ripete. Quindi l'apocalittica non esclude affatto la previsione sul futuro. Uno scritto apocalittico post-eventum può parlare contemporaneamente di due eventi, uno presente che è un precursore dell'evento futuro. Cosi per esempio il capitolo 11 che dettaglia le vicende dei regni ellenistici. Quelle vicende sono eventi che prefigurano altri eventi. Il conflitto tra il re del nord (Siria) e il re del sud (Egitto) non è finito nel 164ac con la morte di Antioco IV ma continua sotto altre forme fino al tempo della resurrezione (Daniele 12).

Bravissimo. Sono giorni che cerco di spiegare questo. Sto dicendo che cronologicamente gli eventi sono quelli. Mentre grazie ai simbolismi nella storia futura possono capitare cicli simili e, aggiungo io, secondo me, fino ad un culmine. Mentre nel capitolo 12 l’agiografo parla della fine di quel tempo, in realtà non è avvenuta la resurrezione dei morti ma semplicemente un risveglio. Coloro che si sono piegati al dittatore per fare sacrifici pagani, alla fine di tutto, si sono andati a nascondere appunto nell’infamia. Mentre chi ha resistito ha vissuto nella gloria.
Questa situazione però prefigura ciò che un giorno invece sarà un culmine, cioè la vera resurrezione e l’era messianica. In apocalisse l’era messianica è simboleggiata dal millennio. Che è sempre un periodo definito. Poi la lotta finale e la Gerusalemme celeste.

Così secondo me va letto il libro apocalittico. Ma al momento ci stiamo occupando della costruzione storica e cronologica.

La Media e la Persia sono due regni a se, che poi uniscono. Infatti abbiamo la linea dei Medi e la Media dei Persiani. Al tempo della liberazione da Babilonia abbiamo Dario il Medo sopra ai caldei, e Ciro sui persiani. Non deve sorprendere se nella statua si rappresenti il busto la media ed il ventre la persia. Ciò non esclude che siano uniti. In ogni caso questa classificazione è fatta da diversi studiosi. Se l’opera è post eventum, l’autore conoscendo gli scritti di Erotodo, riporta questo. Erotodo poi riporta la storia vicino a lui. Quindi al tempo di Daniele era così. Il sogno della statua viene fatto al tempo di Nabucodonosor nei primi anni del suo regno. Quando invece ha la visione al capitolo 9 è al primo anno di Ciro. Momento in cui la Media è sottomessa alla Persia. Ma prima due regni separati erano. Al capitolo 2 sono descritti i regni dopo nabucodonosor, perché il re babilonese chiede che fine fsrà il suo regno.

Che Roma nn è contemplata non è scritto da nessuna parte. Ma non la riporta il libro di Daniele. Il libro cita: Babilonia, Media, Persia, Grecia ed accenna alla divisione della Grecia. Poi parla del piccolo corno e della fine di questo re. Dov’è Roma? Il futuro? Qui vale ciò che ho scritto prima.

Del capitolo 12 l’ho spiegato. Sono d’accordo con te. La storia è ciclica. Non sto dicendo che Daniele è un’opera che descrive il passato e basta. L’autore, anche se fosse post eventum, non credo sprechi materiale per scrivere solo per mettere in circolo un’opera. Lo fa per un motivo valido. Lo fa per il popolo, per comunicare un messaggio che vale sempre (vedi spiegazione sopra).

Ho scritto:

Il profeta apocalittico non profetizza ma comunica un messaggio. Un ciclo fatto di persecuzioni e tormenti ma alla fine vince la giustizia divina.

Tu dici non è così. E’ proprio così. Leggi un po' di studi sulla letteratura apocalittica.


Secondo te perchè gli ebrei del I secolo credevano che Daniele profetizzò la distruzione della città e del tempio sotto i romani?


Per i motivi che ti ho citato sopra.

Per Giuseppe Flavio:

La logica dice che a parità di condizione è piu attendibile la fonte piu vicina temporalmente.


Non si tratta di attendibilità. Flavio riporta le credenze nell’era messianica che avevano i seguaci di Yeshùa. Furono loro nel I secolo a portare avanti questa letteratura per via delle visioni messianiche. In un tempo di sofferenza con alle porte una nuova guerra. I rabbini non vedevano di buon occhio questi scritti.
Flavio è attendibile perché narra gli eventi. Le credenze. I giudei che avevano queste credenze sono attendibili certo. Speravano che nel loro prossimo futuro potevano godere della pace ed aspettavano l’era della giustizia divina. Anche l’apocalisse di Giovanni è improntata così. Ma come ti ho già scritto, nei primi versetti dice :

1:1 Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni
Non mi pare che le cose siano capitate a breve, allo stesso modo nel capitolo 9:24 non è arrivata la giustizia eterna insieme all’unzione del santo dei santi.


tutti gli altri libri che mi citi vanno visti uno per uno. Altrimenti facciamo un calderone. Come potrai notare non ci sono previsioni dettagliate ..dettagliate, come in Daniele, per millenni più avanti. Ora te la faccio io una domanda. Che senso ha che Daniele fa una profezia al tempo di Ciro quando si sta per tornare dall’esilio, che vale per 490 anni dopo e per 3000 anni dopo?

La spiegazione è semplicemente la doppia lettura. Una è cronologica di una storia imminente, l’altra è simbolica che si può applicare nell’era futura.

Per le 3 corne che si diveltono ti ho consigliato di studiare cosa accade in quei secoli. Non so tutto a memoria. Ma che sia Antioco il piccolo corno lo si capisce anche perché è descritto così nel capitolo 8. Ogni capitolo va trattato a parte. Ti sei accorto che alcuni passi del capitolo 8 corrispondono a maccabei? Chi non considera Maccabei secondo me nel cercare di interpretare fa un salto nel vuoto. Ora se ci sono similitudini tra qualche passo di Maccabei e qualche passo di Daniele non ti viene da pensare ad uno scrittore che conosce certe cose?

Il mio ragionamento te l ho spiegato. Mi sono messo in tutte le posizioni. Ho considerato tutti gli studi. Gli studi di Gianni li ho letti tutti. Ovviamente quello su Daniele 9 non lo condivido.

Ok anche io ti mostro i calcoli:

versetto 24)
70x7 = 490 anni simbolici. L’evento finale è l’unzione del santo dei santi. Non quello decritto in Esdra ma il successivo. Nel 165/4. Dopo non avviene più alcuna unzione materialmente.

Versetto 24) L’uscita della parola (Davar)… 7 e 62 settimane (distinte).
La parola descritta nel libro (Geremia 30) e fatta conoscere con le lettere inviate a Gerusalemme nell’anno in cui Ioiachin (Ieconia) viene deportato. La seconda deportazione nel 598/7. La prima con i nobili ecc. tra cui Daniele, era stata 8 anni prima.

Fino ad un unto ci saranno 7x7=49 anni e 62x7=434 anni.
dal 598 al titolo di Re di Persia (Elezione, unzione) di Ciro ci sono 49 anni circa. Il 7 è simbolico e moltiplicato per 7 non può dare la data perfetta corrispondente.
Ciro è considerato consacrato /unto in Isaia 45. Inoltre il termine è mashach nigid e nigid è il capo delle guardie, capo dell’esercito.

Stessa cosa il 62.
Dal 598/7 al 165/4 passano circa 433 anni. Qual è quel numero che moltiplicato per 7 fa 433? È 61,8 ..devo prendere il numero intero 62.
Se considero il 598 ed il 164 allora ci sono 434 anni esatti.

Dopo 434 anni troviamo un altro unto. Figlio di un sommo sacerdote. Perché unto? Guida il suo esercito di ribelli per riconquistare il tempio e abbattere il desolatore.
un unto può essere anche un re straniero, un re di giuda, un sacerdote, un individuo unto (spiega il rabbino perché fa riferimenti a versetti)

Quindi Daniele non solo profetizza eventi con sequenze di re perfette, cita anche il nome dei regni futuri come la grecia che poi si divide e da cui esce un piccolo corno, ma indovina esattamente gli anni che sono il risultato di una moltiplicazione.

Faccio questa osservazione perché non mi risulta che profeti del passato abbiamo profetizzato in questo modo, con decine di avvenimenti e calcoli esatti avveratisi ad arte.

durante questi 434 anni sono state riedificate anche piazza e mura. Con Neemia.

26) dopo le 62 settimane , cioè dopo i 434 anni, un unto sarà tagliato fuori (traduce il rabbino), e non sarà più.
Qui Besàseà traduce mashach stipulerà e non ha.

Il rabbino spiega:
a) (kares ~ כרת) significa morte per un trasgressore che interrompe la loro relazione con Dio
b) (V'ayn Lo ~ לו ואין) significa "non ci sarà più" non "non per se stesso";

In questo caso Menelao (vedi maccabei) muore esattamente dopo i 434 anni… al tempo del successore di Antioco Epifane, cioè Antioco Eupàtore. deve scappare perché ha tradito il suo popolo mettendosi in combutta con l’oppressore. Maccabei narra che non troverà nemmeno terra di seportura.

Poi il comandante di un popolo che verrà porterà in rovina la città ed il santuario. Le traduioni riportno “distruggerà”. Il termine in altri passi è tradotto con “rovinare” ed in altri anche con distruggere. Ma qui occorre anche conoscere la lingua. Tuttavia questo Re che viene per distruggere /rovinare poi mette nel tempio (non distrutto) un idolo e fa sacrifici (passi successivi)

27) l’unto farà un patto con molti per una settimana ed a metà settimana farà cessare offerta ed oblazione.
Menelao Fratello di Giasone ed Onia, dopo 3 anni scavalca il fratello e acquista il sommo sacerdozio facendo accordi con Antioco e le sue truppe. Partecipa al programma politico del dittatore. Interrompe i sacrifici dei giudei ed instaura quelli pagani.

Sull’ala del tempio vengono sacrificati maiali. Viene messa una statua pagana (a Zeus). Poi Antioco muore.
il tempio viene riconsacrato.

fFine.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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