Sono d'accordo con te, per questo 'nucleo e orbita' mi sembrano termini e concetti troppo moderni da applicare al lessico biblico, però un vago concetto di quel genere ci può stare ["Tohu vawohu significa: Tohu: "lui circonda" (תא+הוא) e Bohu: lui è dentro (בו הוא) -cit. Besasea].
Altre due riflessioni, sempre perchè, per usare la simpatica espressione di Besasea, la cosa mi 'intriga'
... anche se spesso mi lascio intrigare ma a volte poi mi pare di aver fatto dei buchi nell'acqua, e nonostante ciò mi faccio tentare sempre un'altra volta da qualcos'altro
Dunque quel condizionale che Besasea ipotizza, determinato dalla
vav che indica da leggere come un
"se", ce lo dovremmo portare dietro su tutti i verbi da lì
fino almeno a Bereshit 2-4 (
Tali sono le origini del cielo e della terra quando furono ... etc. etc.)?
Oppure anche oltre?
Sono un po' in imbarazzo a capire in che punto del testo finirebbe l'effetto di questo 'se/qualora'. A livello di sensi non è una cosa da poco.
La seconda considerazione è questa:
dunque si starebbe parlando della
possibilità di una catastrofe ipotetica futura (ci sta, per tanti motivi ci può stare) e del conseguente ripristino della vita; se futura però, perchè no, potrebbe essere anche già successo, e magari si sta immaginando qualcosa che si ripete.
Ma a questo punto la prima cosa che passa per la testa è di porre fortemente vicino questo racconto letto in questo modo a quello del c.d.
Diluvio (haMabul) in un assai più stretto legame. Da rivedere poi esattamente quale in termini di sensi.
Mi spiace allargare, ma purtroppo considere un "se" al posto di una 'e' (è così ogni volta che si sposta anche solo una virgola) costringe a dover cercare di ricollocare molte cose.