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Questo pensiero veloce è quello che sto mettendo in discussione.
Il problema è di capire se questo fragilissimo racconto del passato è vero
La stessa costruzione sembra privilegiare l’aspetto logico e tematico a scapito di quello temporale e cronologica, l’ordine e il disordine sono elementi secondari nell’insegnamento .
Moshè è un altro esempio di riscrittura pedagogica per i popoli , non importa su quale monte egli ha ricevuto le tavole, non fermiamoci alla geografia perché chi scrisse il libro di Shmòt pensava da giurista e voleva insegnare che gli errori dei re portano alla disgrazia e alla morte, la strage dei primogeniti in Egitto è un insegnamento che prevarica il senso della giustizia, quando Moshè seppe che il faraone non voleva liberare il suo popolo avrebbe voluto dire a D-o, “Signore ! fai che le sue viscere si frantumino!” , questo è quello che ci sarebbe piaciuto assistere, ma l’insegnamento è un altro, D-o ritiene l’Egitto complice del faraone perché apprezzava la schiavitù e i servi, se cadeva un mattone si disperavano, se moriva uno schiavo lo sostituivano, non è quello che accade ancora oggi ? abbiamo imparato dalla storia ?.... ma se gli ebrei non sono mai stati in Egitto cosa servono tutte queste storie scritte in Shmòt , ma il "libretto di istruzioni "afferma che D-o colpisce prima i figli, solo dopo i padri, questo ci sconcerta e va in conflitto con il nostro relativismo etico , lo stesso relativismo che ci fa diffidare da tutto quello che non è dimostrabile e perfettamente approvato, in questa storia gli ebrei costituiscono un altro insegnamento, essi non fanno nulla esattamente come nel libro di Ester, la prova è tra i Dio dell’Egitto e il Dio di Israele.
Noiman