Maria si é fermata a Genesi

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bgaluppi
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da bgaluppi »

Maria, Besasea ha smontato in poche righe quello che hai letto probabilmente sulla Dottrina Segreta: il presunto essere superiore al Dio degli ebrei di cui tu parli, Ellion, non e' altro che il Dio degli ebrei. Questo dicono le Scritture. Se poi preferisci seguire interpretazioni che cambiano il significato del testo per creare "dottrine segrete", fai pure. Ma qui non interessa nessuna dottrina segreta, solo la Scrittura.
Vedi per esempio in Genesi 14:22 è detto chiaramente che El 'Ellion è YHWH: הרמתי ידי אל יהוה אל עליון קנה שמים וארץ

Ho alzato la mia mano a YHWH, El 'Ellion, padrone del cielo e della terra.
I "maestri del sapere occulto" prendono un po' qua un po' la e creano dottrine mescolando verita' e menzogne, semplicemente per confondere gli uomini e distoglierli dal giusto cammino. Attenzione, qui non sto facendo proselitismo. L'esempio da te riportato (di cui non hai il coraggio di citare la fonte) e' una chiara alterazione del testo biblico. O forse tu sei in possesso di una versione diversa della Scrittura? La verita' e' impossibile da trovare, ma ci si puo' avvicinare. Ma attenzione a cosa leggi.

Tutta la dottrina occulta origina, in realta', dalla Kabbalah ebraica; ma, ancora una volta, la usa per storpiare i significati e confondere l'uomo. Se ti interessa la conoscenza occulta, studia la Kabbalah, ma studiala con chi la conosce bene.
maria
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da maria »

In Genesi 20:13 Abramo, davanti al re filisteo politeista Abimelech, dice che "gli dèi (elohim) mi hanno fatto (verbo plurale) errare lungi dalla casa di mio padre". La Septuaginta (LXX) greco e la maggior parte delle versioni italiane lo traducono "Dio mi ha fatto/fece".
Non devo credere a nessuno... valuto e traggo le mie conclusioni... nessun popolo ha il monopolio di dio o di cosa sia la verità... ebrei compresi...
Deuteronomy 32:8-9
Quando l' Altissimo [‘!Ayl.[, Elyon] diede alle nazioni la loro eredità, quando separò i figli degli uomini, egli fissò i confini dei popoli,tenendo conto del numero dei figli d' Israele. Poiché la parte di hA"ßhy > JHWH è il suo popolo, Giacobbe è la porzione della sua eredità.
L‟aggettivo „eljôn, da „al, “altezza”, con valore di superlativo: il superiore
per antonomasia, l‟Altissimo e indicava una divinità preisraelitica..
I LXX lo traducono con ypsistos/ u`yi,sto. Poi cominciò la progressiva crescente fusione del termine „eljon con jhwh fino a farla apparire alla fine un attributo di jhwh, il sommo Dio, infatti per Israele jhwh è il Dio supremo, l‟Altissimo.
Nessun ebreo deve spiegarmi come studiare... so sbagliare da sola grazie
maria
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da maria »

Confrontiamo Genesi o bereshit con i racconti sumero accadici precedenti...
Ne La Cosmogonia di Eridu l'attività di "dio" viene così sintetizzata e descritta... "Marduk, il Signore, eresse un argine e mutò la palude in terra..."
Nel testo catalogato NBC 11108 si legge... "An, il Signore, illuminava il cielo, mentre la terra era al buio...nulla si produceva sulla terra..." In Genesi i dice che il territorio era vuoto e informe.
Ma i testi sumeri sono precedenti alla Bibbia... e allora? Niente, torno a studiare.
maria
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da maria »

I maestri li ho sempre mal tollerati... l'esperienza diretta e la meditazione sono le uniche vie per la conoscenza... non mi fido di nessun maestro, ma leggo di tutto, pro e contro, Bibbie, testi sumeri, racconti indiani, miti degli indiani d'America e a proposito dei Sumeri ...
UNO STUDIO DELL'ASSIROLOGO GIOVANNI PETTINATO, ACCADEMICO LINCEI
Fonte
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnA ... 33900.php-" onclick="window.open(this.href);return false;
Il mito della Creazione biblica? Gli scribi giudei che misero mano alla stesura dell'Antico Testamento lo copiarono con molta probabilita' dalle leggende dei Sumeri, che cominciarono ad apparire sulle tavolette d'argilla intorno al 2400 avanti Cristo. ''Similitudini sorprendenti'', ha annunciato Giovanni Pettinato, ordinario di assirologia all'Universita' 'La Sapienza' di Roma, sarebbero state individuate infatti tra il racconto della Genesi e una settantina di tavolette cuneiformi rinvenute durante gli scavi per lo piu' nell'antica citta' sumerica di Nippur, in Iraq, a circa 250 chilometri da Bagdad. Le iscrizioni, relative alla descrizione di una mitologia sulla nascita del mondo, risalgono a un periodo che va con precisione dal 2450 al 1950 a.C., cioe' dal tempo della dinastia di Kish a quella di Isin.

Dio non é monopolio degli ebrei...
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bgaluppi
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da bgaluppi »

Maria, ti stupisci se i racconti presentano analogie? Allora ancora non hai capito che Dio e' uno ed e' lo stesso Dio per tutti? Il problema e' che gli uomini, a parte la discendenza di Abraamo, non sono mai stati capaci di obbedirgli ed hanno preferito crearsi i loro dei e semidei. Per questo quelle antiche tradizioni sono morte, sterminate da Dio stesso, mentre la discendenza di Abraamo esiste ancora oggi.

Dio e' uno, ed e' il Dio che ha dato vita ai Sumeri, agli Assiri e agli uomini prima di loro. Peccato non avere tavolette risalenti a Caino e Abele; probabilmente scopriremmo che parlavano dello stesso Dio.

Grande verita' formulata da Besasea: "Nei testi antichi vi sono racconti simili perché a quei tempi queste fatti erano ben conosciuti". Chi e' venuto prima, ha parlato di Dio prima degli altri.
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Gianni
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da Gianni »

Ciao, Maria (molto bella la foto che hai abbinato al tuo nome).
Ciò che ti sfugge e che sfugge finanche allo studioso che citi è una spiegazione più profonda sul perché il redattore della Genesi utilizza gli antichi miti della creazione, che sono più antichi della Bibbia.

Il problema del mito nella Bibbia ha creato una discussione assai dura che ebbe inizio nel 19° secolo e fu originata dalle somiglianze tra i racconti biblici della creazione, del Diluvio e dei patriarchi con simili racconti cosmologici (sumeri, assiri, babilonesi). Si veda Enuma Elish per la creazione, Ghilgamesh per il Diluvio, Adapa per il primo peccato.
In Genesi vengono utilizzati (come nelle profezie) antichi miti orientali del passato, purificati però dal loro politeismo per mostrare la superiorità del Dio israelitico che tutto crea senza opposizione alcuna; che premia il bene, ma punisce la malvagità (Diluvio, peccato dei protoparenti) e che conduce la storia verso il suo fine salvifico.
In questi antichi miti i mostri marini e gli dèi sono gli artefici. Nella Bibbia essi vengono ridotti a giocattoli nelle mani di Dio.

La realtà può essere vista in due modi: in quello mitico e in quello storico. La mentalità mitica, messa di fronte al mondo, non lo considera come appare, ma se lo immagina quale frutto di scontri tra forze personificate e divinizzate che misteriosamente stanno dietro alla realtà. Anche i fatti storici - nei miti - più che risultato di forze politiche e sociali, riflettono contrasti tra esseri divini. Tali miti in modo speciale riguardano l'origine del mondo e i primordi dell'umanità. La Bibbia conosce questi miti antichi, diffusi presso i sumeri, gli accadi, i fenici, ma ne usa in modo assai sobrio, più come tratti poetici che come realtà accolte nella propria fede (e solo con l'intento di mostrare la superiorità del Dio d’Israele su tutto il creato). Quanta differenza tra il maestoso racconto della creazione della Genesi (cap. 1) e l'epopea babilonese (Enuma Elish) secondo la quale Marduc fabbricò il mondo con il corpo del mostro Tiamat, suo rivale, e da lui debellato con difficoltà enormi! Di più, la Bibbia, anche quando allude alla lotta di Dio con esseri anti-divini , ne parla solo incidentalmente e per meglio portare in enfasi la superiorità infinita del Dio israelitico. Il passo: “Spezzasti la testa al leviatano, lo desti in pasto al popolo del deserto” (Sl 74:14), sotto la figura del primitivo mostro acquatico raffigura la liberazione di Israele dall'Assiria e dalla Babilonia: “In quel giorno, il Signore punirà con la sua spada dura, grande e forte, il leviatano, l'agile serpente, il leviatano, il serpente tortuoso, e ucciderà il mostro che è nel mare!” (Is 27:1). Abbiamo qui una storicizzazione del mito! Il mostro presentato nella mitologia cananea è qui ridotto a puro giocattolo nelle mani di Dio.
Nei libri poetici non mancano tracce di tale lotta epica, ma esse sono immagini poetiche anziché realtà ammesse dagli ebrei: “Dio stesso non stornerà la sua ira; sotto di lui devono inchinarsi i sostenitori di colui che infuria” (Gb 9:13, TNM); ciò che è tradotto “i sostenitori di colui che infuria” (frase oscura) e che NR cerca di spiegare con “i campioni della superbia” è in realtà nel testo originale ebraico: “Gli aiutanti di ràhav [רָהַב]”; questo ràhav era un mitico mostro marino. Poeticamente, la Bibbia mostra la superiorità del Dio di Israele sui sostenitori pagani di questi miti.
In Is 51:9,10 si legge: “Destati, destati, rivestiti di forza, o braccio di Geova! Destati come nei giorni di molto tempo fa, come durante le generazioni dei tempi antichi. Non sei tu quello che fece a pezzi Raab [רָהַב (ràhav), il mitico mostro marino], che trafisse il mostro marino? Non sei tu quello che prosciugò il mare, le acque del vasto abisso? Quello che fece delle profondità del mare una via per far passare i ricomprati?” (TNM). Un ricordo dell'antico valore dell'acqua come male (la pagana Orchessa Tiamat, opposta all'ordine) riappare in diversi libri biblici: i demòni non vogliono essere costretti ad abitare nell'abisso (Lc 8:31), dall'abisso escono gli esseri malvagi (Ap 11:7; 20:1-3). All'abisso presiede un angelo detto Abaddòn o “distruzione”: “L’angelo dell’abisso. Il suo nome in ebraico è Abaddon” (Ap 9:11, TNM). Nella nuova Gerusalemme mancherà ogni traccia del "mare": “E il mare non è più” (Ap 21:1, TNM), in quanto non vi sarà più il male, simboleggiato appunto dal mare. Non è difficile vedervi l'eco di un linguaggio mitologico dove il dio principale scende in campo contro il caos primitivo. È quanto si cantava nella liturgia di capodanno in Babilonia. Ma di una tale festa non è rimasta ovviamente alcuna traccia liturgica presso gli ebrei, nonostante lo sforzo della scuola esegetica scandinava per provarne l'esistenza.
Scompaiono nella Bibbia tutte le divinità intermedie, forze naturali personificate, indispensabili in ogni narrazione mitologica. Anche le tenebre e l'abisso primordiali, ai quali si accenna, sono trasformati in esseri docili e ubbidienti al comando creatore divino. Inoltre le narrazioni bibliche si colorano di un contenuto morale (osservare il sabato nella creazione; punire i peccati nel Diluvio) che manca assolutamente in ogni narrazione mitica. Non vi sono reminiscenze mitiche in Gn 1.
Si tratta quindi di semplici paragoni poetici per meglio sottolineare idee proprie della spiritualità israelitica. Sono simili ad altre immagini poetiche come i "satiri" che danzano per la caduta di Babilonia e dell'Idumea (Is 13:21) e che si richiamano tra loro: “I frequentatori delle regioni aride devono incontrare animali ululanti, e perfino il demonio a forma di capro chiamerà il suo compagno. Sì, là il caprimulgo [ebraico לִּילִית (lilìth)] certamente starà a suo agio e si troverà un luogo di riposo” (Is 34:14). La fantasia popolare faceva, infatti, abitare i deserti da "satiri" (lilìth) o da spiriti malvagi (Mt 12:43; Ap 18:2). Si tratta di metodi che ancora oggi noi utilizziamo senza peraltro credere ai miti soggiacenti. Noi pure diciamo che un tale è un satiro, un Ganimede, un Adone, un Orfeo, un vampiro, una sirena, una strega, ma solo per indicare che quella persona ha attitudini simili a tali esseri leggendari, ai quali ora non crediamo ovviamente più.
Anche i discepoli dei primi secoli hanno presentato Yeshùa come il buon pastore. Quando ormai l’apostasia era divampata e i veri discepoli erano ormai “cristiani”, gli hanno attribuito l'aspetto di Mercurio crioforo; la testa di Yeshùa nel mosaico dell'abside di S. Prudenziana (4° secolo) è modellata sul tipo classico di Giove. Ciò non vuol dire, nonostante la loro apostasia, che essi credessero ancora a Giove o a Mercurio, ma utilizzarono forme artistiche allora in uso e le applicarono a Yeshùa. Perché anche uno scrittore sacro non avrebbe potuto utilizzare un procedimento simile e parlare poeticamente del leviatan e del mostro marino, noti al suo tempo, per meglio presentare la vittoria di Dio sul male?
Altri esempi. L'apertura del cielo per vedere Dio (Ez 1:1), l'esistenza del mondo degli dèi del Nord, sono espressioni di origine mitica, ma servono solo per sottolineare la presenza benefica di Dio. Yhvh viene sempre dal Nord (Is 14:13,14), mai da oriente (dove giaceva il Tempio) o dall'occidente, perché era pensiero comune che a Nord (tsafòn) giacesse la dimora degli dèi (corrisponde al monte Casius, presso Ugarit, sul quale troneggiava Baal). Ciò non deve scandalizzare. Dove mai gli ebrei potevano collocare idealmente Dio se non nella parte geografica che tutti ritenevano sede divina? Certo gli ebrei non credevano agli dèi (erano assolutamente monoteisti), ma potevano pensare che Dio venisse proprio dal luogo in cui i pagani ritenevano erroneamente ci fossero i loro inesistenti dèi. Anche oggi i religiosi pensano a Dio come abitante nel cielo sopra di loro, trascurando il fatto che quello stesso cielo è per altri esattamente sotto di loro, dall’altra parte del globo terrestre. Non va preso letteralmente: è un modo di dire, che Yeshùa stesso usò: “Padre nostro che sei nei cieli”. – Mt 6:9.
Anche i cherubini posti a difesa del giardino dell'Eden si rifanno ad elementi mitologici babilonesi: i kirubu (si noti l’assonanza), messi a difesa delle porte dei templi. La descrizione di Ezechiele (1:5) si rifà ai portatori del trono che in Babilonia assumono la forma di animali. I geni babilonesi riuniscono assieme i più diversi elementi figurativi: arti di uomo, di toro, di aquila e di leone. Hanno però sempre un'unica testa. Ezechiele dà loro quattro volti che raffigurano rispettivamente le varie parti del mondo animale (uomo, toro, aquila, leone) per indicare, secondo il concetto dei gentili, lo strapotere divino su tutte le divinità. Yhvh domina lo spazio in tutte le direzioni (gli animali non devono voltarsi, ma vanno diritti in ogni direzione). Si usano gli elementi mitologici, ma solo quali mezzi espressivi della potenza dell'unico vero Dio.
Il racconto della torre di Babele, nonostante alcuni tratti di colorito mitico (Dio che scende dal cielo per vedere la torre), è un'interpretazione spirituale della famosa ziggurat babilonese (Gn 11:1-9). Infatti, la geografia del passo ci orienta verso la terra di Sennaar, ossia la Mesopotamia, e precisamente nel distretto babilonese (l'attuale Bagdad). L'uso dei mattoni cotti al sole si spiega con il fatto che in quella ragione scarseggia la pietra. Il bitume usato come elemento è dovuto all'abbondanza di petrolio in tale luogo. Il re Nabopolassar così afferma: “Feci dei mattoni; li feci preparare, mattoni ben cotti. Come un fiume dal cielo, senza misura alcuna, come una fiumana d'acqua devastatrice, comandai al canale Arachta di portarmi asfalto e bitume”. - A. Jrku , Altor: Kommentar zum A.T., Leipzig, 1923, pag. 53.
Tra le varie torri piramidali primeggia per l'imponenza della costruzione la ziggurat di Babel, esaltata dai documenti dell'epoca come una meraviglia senza pari, e che si chiamava in sumero E-temen-an-ki, vale a dire "Casa [tempio]–del-fondamento-del-cielo-e-della-terra" (esplorata da R. Koldewey nel 1899-1917, ha per base un quadrato di 91 m; la terrazza sulla quale essa si erge era di 456x412 m; cfr. A. Parrot, La tour de Babel, Neuchâtel, 1953). Di essa Apocrizione di Alessandria (4° secolo a. E. V.) dice che “era stata costruita da giganti che si proponevano di scalare il cielo”. Si tratta di un edificio a terrazze che, innalzandosi sempre più, riducevano l'estensione del loro quadrato a ogni ripiano. A esse si accedeva mediante apposite gradinate. Le ziggurat volevano simulare le montagne inesistenti in Mesopotamia, sulle quali gli antichi pensavano di avvicinarsi di più alla divinità posta in cielo. La ziggurat di Babel, caduta parzialmente in rovina, era indubbiamente segno dell'orgoglio umano. Nabopolassar (625-605 a. E. V.) si vantava di aver voluto rendere “il fondamento della terra simile [per stabilità] al cielo”. Nabucodonosor (604-562 a. E. V.) si gloriava di aver “costretto tutti i popoli di numerose nazioni al lavoro della E-temen-an-ki”. Tiglat-Pileser (1110-1090 a. E. V.) si vantava di aver reso “una sola bocca”, vale a dire assoggettati, “quarantadue territori”. Tale scopo della costruzione della ziggurat di Babel stava scritto nella tavoletta di Esagila (era questo il nome del tempio costruito sulla sua sommità) in lingua e in caratteri ermetici. La Bibbia ne prende lo spunto per mostrare come tale intento unificativo di "tutta la terra" (di cui si parla in Mesopotamia) sia andato fallito e l'impresa rimasta senza termine. Il "una lingua sola" indica l'unificazione di vari popoli con un solo intento, con una religione sola; denota l'unità politica, morale e religiosa dei vari popoli. Era un’espressione idiomatica per indicare l'unità di azione. La "confusione delle lingue" per cui essi non comprendevano più la lingua l'uno dell'altro, significa la discordia dei vari popoli assoggettati. “Il popolo che abita in Shuanna [Babilonia] rispose l'un l'altro: No! [non si capirono più, caddero in fazioni] e complottarono ribellioni per lungo tempo, per cui stesero le mani sull'Esagila, sul tempio degli dèi, e dissiparono oro, argento, pietre preziose per pagare l'Elam”. - Pietra nera in Asarhaddon in D.D. Luckenhill, Ancient Records of Assyria and Babylonia II, pag. 242 n. 642.
La cessazione dell'opera costruttiva fu certamente dovuta a invasioni nemiche, simili a quelle di cui parla, ad esempio, l'assiro Sennacherib nel 689: “Le città e le case, dalle fondamenta al tetto, devastai, distrussi, consumai con il fuoco. Le mura, i baluardi, i templi degli dei, le ziggurat di mattoni e di terra, quante ne aveva, io le demolii e le gettai nel canale Arechta. In questa città scavai canali, feci sparire la loro terra nelle acque, annientai le loro grosse fondamenta, io le trattai peggio di un diluvio. Affinché nell'avvenire non si trovasse più il posto; città e i templi degli dèi, io li distrussi con l'acqua, io li trasformai in palude”. Con l'indebolimento del potere centrale i sudditi, prima sottomessi, si ribellarono e non furono più di una “sola lingua” come prima. Secondo il linguaggio biblico che elimina ogni causa seconda, tutto ciò è attribuito a diretto intervento divino che deve "scendere" per visitare la "alta" torre che si eleva verso il "cielo". La visione di questa ziggurat incompleta, che poi altri sovrani dovettero cercare di completare, fu vista da Israele come il tentativo babilonese di procurarsi fama, di stabilire un grosso impero indipendentemente da Dio, che però scendendo (egli è molto più eccelso di tutte le costruzioni umane) per attuare il suo giudizio di condanna, produsse discordie, fazioni e opposizioni con la conseguente cessazione di ogni attività costruttiva. Così la torre che doveva essere segno di potenza e di unione, divenne simbolo di discordia e di disunione.
Che non si tratti di confusione linguistica risulta chiaro dal capitolo 10 in cui già si presentano i vari popoli con le loro differenti lingue, come se si fossero evolute in modo normale: “Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie, secondo le loro lingue, nei loro paesi, secondo le loro nazioni”. - Gn 10:31, TNM.
Poi in Gn 11:1 si legge nella traduzione italiana: “Ora tutta la terra continuava ad avere una sola lingua e un solo insieme di parole”. Ma l’ebraico non ha per nulla “una sola lingua”. Il testo biblico ha “un solo labbro” (M, LXX, Vg). In 10:31, “secondo le loro lingue” è infatti לִלְשֹׁנֹתָם (lilshonotàm); mentre in 11:1 si שָׂפָה אֶחָת (sapà ekhàt), “un labbro solo”. Questa espressione ("un labbro") è tipica per indicare "un solo sentimento". Inoltre, quello che TNM rende “un solo insieme di parole” e che, nella nota in calce, spiega come “un solo vocabolario”, è nel testo ebraico דְבָרִים אֲחָדִים (dvarìm ekhadìm) ovvero “parole uniche”, che esprime l’idea di un intento condiviso cui attenersi (un po’ come il nostro “avere una sola parola”).
Infine, si ha il fatto che babel [= “porta di Dio”] fu fatto derivare dalla radice balbul che significa "mistura" (vale a dire "confusione" di mente, di regione, di popoli). Il vero ricordo ebraico sul loro passato s’incentra nella liberazione dall'Egitto, con Mosè, il legislatore che ha formato la morale biblica sotto la guida di Dio rivelatosi al Sinày. Da questa esperienza fondante gli ebrei risalgono pure ai patriarchi, specialmente fino ad Abraamo, non nascondendo però la circostanza non gradita che i “padri, come Tera padre di Abraamo e padre di Naor, abitarono anticamente di là dal fiume, e servirono gli altri dèi” (Gs 24:2). Più indietro risalgono al Diluvio, alla storia della caduta primitiva (peccato di Adamo e Eva), ma intessendo il tutto entro una cornice morale, priva di veri tratti mitici e contenuta in un racconto che non lasciò vasta ripercussione nei successivi scritti sacri. Questi muovono sul terreno della storia e sono estranei a tutta la letteratura mitica che tanto sviluppo ebbe presso gli altri popoli semiti. Nella storia primitiva gli ebrei introducono il quadro universale di tutti i popoli ricollegati genealogicamente a un'origine unica (Noè), il che fa vedere una valutazione storica senza parallelo con gli altri popoli antichi.
maria
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da maria »

Sono felice che a qualcuno sia piaciuto il mio avatar esoterico!
Continuando il discorso... per concepire la deità, gli uomini, tutti, subordinarono le divinità altrui al proprio vero e personale dio... e così fecero anche gli ebrei.
Ad esempio, i mesopotamici ridussero tutti gli dei ad una posizione subalterna a Marduk!
Il progresso degli ebrei dal politeismo al monoteismo fu uguale o dobbiamo pensare che essi siano, come affermano alcuni, razza superiore ed eletta. Yahweh era il dio delle tribù palestinesi del sud; egli era uno dei tanti Elohim.
Via via gli dei stranieri vennero subordinati, come Il Baal o altri. Non si diceva che non esistevano, ma che Il loro dio era superiore... monoteismo? Non credo.Gli ebrei sono passati dal politeismo, all'enotismo e infine al monoteismo, ma conservando gli dei inferiori come spiriti, demoni, parche, fate e folletti...Essi, gli ebrei, ammisero l'esistenza degli altri elohim come Kemosh, dio degli Amorrei, ma sostennero che il proprio era più forte ed era un dio geloso e di che se erano solo statue o idoli inanmati????
Alla fine divenne il Padre Universale,...
A proposito della morale... Yahweh era alquanto sanguinario...
2SAMUELE 12 , 15 - 18 DIO AMMAZZA UN BAMBINO !! NUMERI 25 , 4 - 9 DIO AMMAZZA 24000 PERSONE !! EZECHIELE 23 , 46 - 47 DIO ORDINA DI LAPIDARE DUE DONNE E FARLE A PEZZI CON LE SPADE , NON CONTENTO ORDINA DI UCCIDERE I FIGLI DI QUESTE POVERETTE !! NUMERI 15 , 32 - 36 DIO AMMAZZA UN UOMO PERCHE' HA TAGLIATO LA LEGNA DI SABATO , MA CHE E' STA ROBA !! 1SAMUELE 15 , 3 DIO ORDINA DI UCCIDERE UOMINI , DONNE , BAMBINI , LATTANTI , BUOI E PECORE , CAMMELLI E ASINI , QUI HA FATTO STRIKE !! MA CHE E' STA ROBA !! GIOSUE' 10 , 40 ANCHE QUI STRIKE ! STERMINIO DI OGNI ESSERE VIVENTE SU ORDINE DI YAHWEH !! LUCA 19 , 27 PARABOLA DI GESU' , MORTE A CHI NON CREDE ! << E QUEI MIEI NEMICI , CHE NON VOLEVANO CHE IO DIVENTASSI LORO RE , CONDUCETELI QUI E UCCIDETELI DAVANTI A ME >> . C ERA SCRITTO SCANNATELI DAVANTI A ME , IL VATICANO LO HA CANCELLATO IN MODO CHE IL RACCONTO APPAIA MENO CRUENTO , COME SE CAMBIASSE QUALCOSA ...... SEMPRE MORTI LI VUOLE !!! ANCORA ADESSO MANIPOLANO , CAMBIANO LE PAROLE NEL TENTATIVO DI RENDERE PRESENTABILE , L IMPRESENTABILE !!!! IGNOBILI !!! VERGOGNOSI !!! CORROTTI !! INFAMI !! LEVITICO 20 , 13 GLI OMOSESSUALI DEVONO ESSERE MESSI A MORTE !! LEVITICO 21 , 16 - 24 DIO DISCRIMINA GLI HANDICAPPATI , I MALATI , NON LI VUOLE ! LI RIFIUTA !! 1TIMOTEO 2 , 11 - 12 ; DEUTERONOMIO 22 , 20 - 21 ; DEUTERONOMIO 22 , 28 - 29 DONNE UMILIATE , SOTTOMESSE , CONSIDERATE INFERIORI ! DONNE VIOLENTATE E UCCISE ! L ELENCO E' ANCORA LUNGO..
Un dio macellaio.

Shalom e buona afa
maria
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da maria »

Yahwèh, impone al popolo l’obbligo tassativo di non avere altri “dèi” sopra di lui; gli Israeliti non dovranno rappresentarli e non dovranno inchinarsi davanti a loro perché, conferma ancora una volta Yahwèh (Es 20,5).
È lui stesso ad affermare che ve ne sono altri e che questi altri costituiscono per lui un pericolo: ancora una volta rileviamo con chiarezza che ci sono dei rivali capaci di destare la sua gelosia. Un pericolo concreto che egli tenta di scongiurare con una minaccia terribile: punirà la colpa dei padri sui figli fino alla terza e quarta generazione.
E chi sono i destinatari di tanta durezza? Si tratta di “quelli che lo odiano”, ma il verbo contenuto nel versetto 5, “A[v” [sanà], non arriva a tanto, indica infatti l’atto del “rigettare e prendere le distanze”. Dunque, per essere puniti non era necessario arrivare all’odio per l’Elohìm, era sufficiente allontanarsi da lui, rigettarlo e rivolgersi ad altri “dèi”.
Studiosi del livello di Frank Cross, Chris Rollston, Mark Smith e altri hanno dimostrato che i testi più primitivi della Bibbia ebraica forniscono indizi decisivi che la concezione iniziale di Yahweh fosse quella di una divinità tribale dell'antico Vicino Oriente. la «Canzone di Mosè» di Deuteronomio 32 indica che Yahweh era considerato uno dei figli della divinità cananea El Elyon (Dio l'Altissimo). La canzone descrive come le nazioni furono formate in origine, e ciò che dice è che i popoli della Terra furono divisi in accordo al numero dei figli di El Elyon (i membri minori del pantheon divino). Yahweh, la divinità patrona di Israele, era uno dei figli di Elyon.
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Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da Gianni »

Giusto, Armando. E, soprattutto, occorebbe parlare dei passi biblici, indagandoli. Uno per volta, sì, e senza saltare a conclusioni anzitempo.
Antonella

Re: Maria si é fermata a Genesi

Messaggio da Antonella »

:-O @-) :(( :YMPRAY: X_X :YMPRAY: ... Oh Gesù aiuto, mi sento male! Dunque Maria, dopo tutte queste analisi e indagini in cui hai demolito tutto a colpi di piccone, qual'è la tua versione e in cosa credi esattamente? :-( E meno male che dici che ti sei fermata a Genesi... :))
Ultima modifica di Antonella il domenica 26 luglio 2015, 12:48, modificato 1 volta in totale.
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