Buona sera a tutti.
È difficile farsi capire. Avete posto tanti quesiti che se analizzati uno per uno occorrerebbe davvero tanto tempo.
Gianni ha scritto: ↑mercoledì 17 gennaio 2024, 6:01 La locuzione latina nomen est omen non ha alcunché a che fare con la valenza che il nome aveva presso gli ebrei. Tra le due concezioni c’è un abisso, anzi il vuoto. Quella biblico-ebraica è una vera e propria concezione, quella romana è solo un modo di dire che ha dell’ironico. Assomiglia al modo di dire “tale padre, tale figlio”, che pure è ironico ma che non ha alcuna attinenza con il reale.
Gianni, non è esattamente così, ripeto: "ad oggi, la locuzione è utilizzata in senso ironico, sebbene sempre facendo riferimento a persone la cui sorte è segnata dal nome." Ma, 2000 anni fa non era così. Si credeva che il destino fosse nel nome; quindi sceglievano con cura il nome in base a ciò che il genitore prospettava per il figlio. (Semplici credenze)
Concordo che tra gli ebrei funzionava diversamente. Come si legge nella Bibbia ci fa osservare noiman veniva cambiato il nome in base all'incarico che gli veniva affidato. In questo caso non è più "il destino nel nome", ma il cambiamento del nome ne cambiava il destino consapevolmente. Diciamo una sorta di condizionamento per far assumere l'incarico. Sembra che ancora oggi gli ebrei più radicali fanno così. Anche l'odierno primo ministro di Israele il nome Netanyahu, pare sia uno pseudonimo e non il suo vero nome. Questo nome è composito, Nathan + yahu, che sarebbe l'abbinamento del nome del figlio di Davide con le tre consonanti del tetragramma yhw = Nathan-yahu, pronunciato "Netanyahu". Significherebbe "dato da yhwh" come un dono. Ma il nome Nathan implicherebbe almeno altri 70 significati, che andrebbero tutti associati con yhwh. Quindi Benjamin (detto "bibi") Netanyahu dovrebbe assurgere a tutti i significati? Sarà anche questo come dice noiman un maghen di protezione? Anche queste sono semplici credenze, però a quanto sembra ci sono frange di ebrei radicali che ancora ci credono e lo ritengono importante.
Non concordo sul nome Yeshua che sia l'equivalente di Yehoshua. Sono due nomi diversi. Il nome Yehoshua/יהושוע anche questo è un nome composito; è l'abbinamento di due nomi: le prime tre consonanti del tetragramma seguito da Yeshua, che significherebbe "yhwh salva, o libera". Mentre Yeshua letteralmente significa salvezza, o liberazione, non è un nome composito. Yeshua è un attributo che è stato dato per nome a quell'uomo che noi chiamiamo Gesù.
Poi come dice Gianni, il nome שרי (Sarai) cambiato con Sara שרה (Saràh); ci sarebbe da discutere. Questo nome vine usato per comporre il nome Israel (ישראל), anche questo è un nome composito, è composto da "Sarai ed El = Israel". Il significato va ben oltre il semplice "combattere con Dio, o diretti a Dio".
I testi ebraici sono pieni di queste composizioni di nomi che poi sfociano in determinati significati che solo l'agiografo, e chi di lui ne è stato discepolo può comprendere appieno questi codici.
Secondo i nostri studi questi testi non parlano di Dio, inteso come la prima sorgente di tutte le cose. Elohim viene creato insieme a cielo e terra. Elohim porta a termine modellando ciò che già esisteva.
I quesiti che avete posto sono molteplici è complicati, e in questo ambito rende difficile spiegarsi.
Gualtiero