Re: Riflessioni Bibliche
Inviato: lunedì 6 marzo 2023, 12:50
Scrivo questo commento, poi mi taccio su questo argomento mix.. anzi remix di argomenti come una macedonia. Fatene quello che volete---
Riguardo ai versetti già commentati, quando Yeshùa viene accusato di farsi Theon (o Theos), ci sarebbe da notare che gli accusatori erano Giudei. In che lingua parlavano? Non credo in Greco e comunque non avrebbero mai nominato il nome “Yhvh” così apertamente e con nonchalance, perché non veniva mai fatto per il divieto. Quindi il nome menzionato è quello che ha a che fare con la legge e ci sta che sia “Elohim” che poi in Greco è riportato con Theon – Theos. Quale sia il nome utilizzato dai Giudei non è certezza ma il riferimento alla legge credo sia chiaro. Yeshùa venne accusato diverse volte di trasgredire i precetti ma si giustificò sempre egregiamente davanti a scribi e farisei. Questi erano coloro (ministri?? Giudici??) che avevano autorità a far rispettare la legge mosaica (Matteo 23:1) eppure venivano ripresi da Yeshùa perché predicavano bene ma poi il loro comportamento non era in linea con ciò che insegnavano (secondo quanto riportato nei vangeli). Allora, l’accusa verso Yeshùa riguardava la sua autorità? Egli non era stato “unto” attraverso l’usanza giudaica per svolgere quella funzione di “ministro della legge” ma era stato unto attraverso il battesimo nel Giordano. Dato che per i Giudei (mi pare ovvio) questo non avesse valore, Yeshùa non poteva sindacare sulla legge di Mosè e figuriamoci se gli si riconosceva l’autorità addirittura per cambiare qualcosa. Infatti nulla cambiò, nemmeno uno iota. Ma agli occhi degli scribi ed i farisei era così? M Mi pare di no, perché venne visto come autoritario nei confronti della legge stessa..forse anche nel cambiarvi qualcosa.
Ma solo l’Elohim supremo poteva emanare leggi, mentre i ministri umani (i capi del sinedrio ecc...scribi dottori della legge) dovevano semplicemente applicarla. Da questa lettura viene fuori l’equazione: dato che Yeshùà aveva autorità sulla legge e questa legge rispondeva alla sola autorità di Elohim Yhvh, allora Yeshùa era Yhvh stesso. Bella equazione. Questo è un esempio di ragionamento che viene fatto spesso e volentieri. L’atteggiamento di Yeshùa nei confronti della legge, va da ricercare probabilmente altrove, non troppo lontano dall’ambiente giudaico, considerando che un’uomo poteva avere autorità di giudicare in mezzo agli uomini per volontà divina (cft anche la figura del figlio dell’uomo apocalittico).
I seguaci di Yeshùa aumentavano e c’era il pericolo di subbugli soprattutto in prossimità di una grande festa. Per evitare una grande rivolta che si sarebbe abbattuta contro allo stesso Sinedrio, in via eccezionale venne radunato il Consiglio, ma in sede/maniera non ufficiale e si cercò un cavillo per accusare Yeshùa davanti alle autorità romane in modo da far morire un solo uomo piuttosto che un’intera nazione (Cft Giovanni). Una rivolta poteva innescare la foga dei romani che l’avrebbero sedata con la forza, come avvenne qualche decennio dopo con l'assedio contro Gerusalemme e la successiva distruzione del tempio che segnò la fine di quell’era (compimento dell'età presente). Raccontando solo gli eventi storici, senza al momento interessarsi di significati nascosti e simbolismi vari, il quadro era pressochè questo. Oppure dobbiamo dire che i Giudei riconobbero in Yeshùa il Dio del cielo incarnato per far contenti (non andare contro) l'interpretazione di alcuni credenti di questo movimento? Oppure che Yeshùa voleva dire che era così autoritario perché era Yhvh stesso? Non mi pare nemmeno da poter affermare che Yeshùa stia parlando di essere l’io di se stessi (in questo caso), perché viene comunque fatto riferimento all’osservanza della legge di Mosè. Altrove però si possono avere interpretazioni anche in questo senso.
Secondo dati storici, come quelli riportati in precedenza, inchinarsi (genuflettersi, prostrarsi…) era un gesto divenuto ufficiale dinnanzi ad i re. Anche prendendo alla lettera il racconto di Matteo sulla nascita di Yeshùa in una mangiatoia .. grotta ecc.. all’arrivo dei maghi (astrologi stranieri), già questi sapevano che vi era l’usanza di rispetto dinnanzi ad una persona importate, specialmente un re. Questi vanno a trovare il bambino nato riconoscendolo come futuro re di Israele e non come Dio stesso che si incarna. Il prostrarsi e portare doni cosa c’entra con l’adorare una divinità? Stessa cosa possiamo dire nel mondo romano. Per dire poi che l’inchinarsi davanti al santissimo all’interno di una chiesa, fu un’usanza entrata in vigore qualche tempo dopo.
Gli altri passi che hanno una base filosofica, possiamo anche leggerli con chiave diversa da quella storica perché il contesto lo consente. Non credo che la soluzione sia fare una macedonia di tutto.
Riguardo ai versetti già commentati, quando Yeshùa viene accusato di farsi Theon (o Theos), ci sarebbe da notare che gli accusatori erano Giudei. In che lingua parlavano? Non credo in Greco e comunque non avrebbero mai nominato il nome “Yhvh” così apertamente e con nonchalance, perché non veniva mai fatto per il divieto. Quindi il nome menzionato è quello che ha a che fare con la legge e ci sta che sia “Elohim” che poi in Greco è riportato con Theon – Theos. Quale sia il nome utilizzato dai Giudei non è certezza ma il riferimento alla legge credo sia chiaro. Yeshùa venne accusato diverse volte di trasgredire i precetti ma si giustificò sempre egregiamente davanti a scribi e farisei. Questi erano coloro (ministri?? Giudici??) che avevano autorità a far rispettare la legge mosaica (Matteo 23:1) eppure venivano ripresi da Yeshùa perché predicavano bene ma poi il loro comportamento non era in linea con ciò che insegnavano (secondo quanto riportato nei vangeli). Allora, l’accusa verso Yeshùa riguardava la sua autorità? Egli non era stato “unto” attraverso l’usanza giudaica per svolgere quella funzione di “ministro della legge” ma era stato unto attraverso il battesimo nel Giordano. Dato che per i Giudei (mi pare ovvio) questo non avesse valore, Yeshùa non poteva sindacare sulla legge di Mosè e figuriamoci se gli si riconosceva l’autorità addirittura per cambiare qualcosa. Infatti nulla cambiò, nemmeno uno iota. Ma agli occhi degli scribi ed i farisei era così? M Mi pare di no, perché venne visto come autoritario nei confronti della legge stessa..forse anche nel cambiarvi qualcosa.
Ma solo l’Elohim supremo poteva emanare leggi, mentre i ministri umani (i capi del sinedrio ecc...scribi dottori della legge) dovevano semplicemente applicarla. Da questa lettura viene fuori l’equazione: dato che Yeshùà aveva autorità sulla legge e questa legge rispondeva alla sola autorità di Elohim Yhvh, allora Yeshùa era Yhvh stesso. Bella equazione. Questo è un esempio di ragionamento che viene fatto spesso e volentieri. L’atteggiamento di Yeshùa nei confronti della legge, va da ricercare probabilmente altrove, non troppo lontano dall’ambiente giudaico, considerando che un’uomo poteva avere autorità di giudicare in mezzo agli uomini per volontà divina (cft anche la figura del figlio dell’uomo apocalittico).
I seguaci di Yeshùa aumentavano e c’era il pericolo di subbugli soprattutto in prossimità di una grande festa. Per evitare una grande rivolta che si sarebbe abbattuta contro allo stesso Sinedrio, in via eccezionale venne radunato il Consiglio, ma in sede/maniera non ufficiale e si cercò un cavillo per accusare Yeshùa davanti alle autorità romane in modo da far morire un solo uomo piuttosto che un’intera nazione (Cft Giovanni). Una rivolta poteva innescare la foga dei romani che l’avrebbero sedata con la forza, come avvenne qualche decennio dopo con l'assedio contro Gerusalemme e la successiva distruzione del tempio che segnò la fine di quell’era (compimento dell'età presente). Raccontando solo gli eventi storici, senza al momento interessarsi di significati nascosti e simbolismi vari, il quadro era pressochè questo. Oppure dobbiamo dire che i Giudei riconobbero in Yeshùa il Dio del cielo incarnato per far contenti (non andare contro) l'interpretazione di alcuni credenti di questo movimento? Oppure che Yeshùa voleva dire che era così autoritario perché era Yhvh stesso? Non mi pare nemmeno da poter affermare che Yeshùa stia parlando di essere l’io di se stessi (in questo caso), perché viene comunque fatto riferimento all’osservanza della legge di Mosè. Altrove però si possono avere interpretazioni anche in questo senso.
Secondo dati storici, come quelli riportati in precedenza, inchinarsi (genuflettersi, prostrarsi…) era un gesto divenuto ufficiale dinnanzi ad i re. Anche prendendo alla lettera il racconto di Matteo sulla nascita di Yeshùa in una mangiatoia .. grotta ecc.. all’arrivo dei maghi (astrologi stranieri), già questi sapevano che vi era l’usanza di rispetto dinnanzi ad una persona importate, specialmente un re. Questi vanno a trovare il bambino nato riconoscendolo come futuro re di Israele e non come Dio stesso che si incarna. Il prostrarsi e portare doni cosa c’entra con l’adorare una divinità? Stessa cosa possiamo dire nel mondo romano. Per dire poi che l’inchinarsi davanti al santissimo all’interno di una chiesa, fu un’usanza entrata in vigore qualche tempo dopo.
Gli altri passi che hanno una base filosofica, possiamo anche leggerli con chiave diversa da quella storica perché il contesto lo consente. Non credo che la soluzione sia fare una macedonia di tutto.