Torah

natzarim
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Re: Torah

Messaggio da natzarim »

Shalom, seguendo il consiglio di Janira pubblico qui l'argomento che avevo aperto in una nuova cartella:
"Leggendo le lettere Paoline c'è molta confusione a causa delle traduzioni.
Per esempio la Toràh, istruzione di YHVH viene tradotta con il termine nomos, che significa legge.
Bisognerebbe fare la distinzione tra quando Paolo parla di "ho nomos" , cioè la legge di YHVH e quando invece parla di "nomos" senza l'articolo riferito alle leggi umane, o alle opere della legge.
Secondo me Gianni conosce queste differenze. Sarebbe ottimo se si aprisse una discussione in merito, per fare chiarezza. Grazie spero che si possa prendere in considerazione questa mia richiesta".
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Gianni
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Re: Torah

Messaggio da Gianni »

Ciao, Natzarim. In effetti, la parola greca nòmos è equivoca. In sé significa “legge” e chiaramente nella grecità indicava una legge e basta.

Nella Bibbia, tuttavia, questo vocabolo greco è spesso sinonimo di Toràh. Dicendo “nella Bibbia” occorre precisare.

La storia della parola nòmos quale indicatrice della Toràh è presto detta. Il pasticcio, se così vogliamo chiamarlo, fu dovuto alla scelta dissennata degli ebrei alessandrini che traducendo il Tanàch in greco scelsero infelicemente di usare il vocabolo greco nòmos per tradurre l’ebraico toràh. È come se noi oggi per dire “insegnamento” (che è il vero significato di toràh) dicessimo “legge”. Fin qui la Bibbia non c’entra, perché una traduzione della Bibbia non è la Bibbia.

Nel primo secolo la comunità dei discepoli del giudeo Yeshùa usava il Tanàch nella versione greca alessandrina (LXX), il che spiega l’uso del vocabolo nòmos nelle Scritture Greche. Queste non sono riconosciute dagli ebrei, per cui non possiamo parlare di Bibbia dal loro punto di vista. Se tuttavia parliamo di Bibbia dal punto di vista di chi accetta Yeshùa, ci troviamo di fronte ad uno strano fenomeno: lo scambio di vocaboli.

Della parola inappropriata nòmos siamo debitori agli ebrei di Alessandria. Questa parola, presumibilmente, i giudei palestinesi mai l'avrebbero usata.

Questo fenomeno di intromissione di parole straniere non è raro. Si pensi, ad esempio, alle parole “cherubino” e a quelle che indicano alcuni mesi dell’anno, tutte babilonesi, usate nel Tanàch; si pensi, allo stesso modo, alla parola persiana “paradiso”, anch’essa penetrata nel Tanàch. Sono fenomeni per così dire naturali, fenomeni che la maggioranza dei lettori della Bibbia neppure sa. Quando però si arriva al vocabolo nòmos la questione diventa stridente. Basta comunque sapere che quando nelle Scritture Greche leggiamo nòmos, il più delle volte dobbiamo intendere Toràh.

Come distinguere il vocabolo “legge” da quello identico che indica la Toràh? Ovviamente dal contesto. Alcuni traduttori, nella resa italiana la indicano con una maiuscola (Legge), tuttavia non sono sempre coerenti.

Credo che a questo punto si possa continuare la discussione – ammesso che io abbia ben inteso le intenzioni di Natzarim – esaminando quei singoli passi in cui è usata la parola greca e che potrebbero suscitate dubbi sul suo significato. Se così è, basta citare i passi (uno alla volta!) e li esamineremo insieme.

Una questione molto più importante riguarda invece la validità della Toràh (nòmos) nelle Scritture Greche. La stragrande maggioranza della cristianità non la ritiene più valida. Io credo fermamente che sia tuttora valida. Come studente-studioso di Sacra Scrittura trovo vergognoso che i teologi cristiani usino l’ebreo Paolo per sostenere la loro veduta eretica. L’ebreo Paolo fu un fedelissimo discepolo di Yeshùa, il quale era giudeo, non cristiano. Paolo, come tutta la comunità dei discepoli di Yeshùa fu un convinto sostenitore della Toràh, e non poteva essere altrimenti. Su questo, se volete, si può aprire una discussione a parte.
natzarim
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Re: Torah

Messaggio da natzarim »

Buongiorno Gianni grazie, sarebbe utile aprire questo tipo di discussione, in realtà avevo aperto la questione anche in un'altra cartella, perché noto che qui gli ebrei non riconoscono il cosiddetto nuovo testamento, per cui se vogliamo possiamo spostarci sull'altra cartella, come volete voi.
Io ritengo sia di fondamentale importanza capire bene il concetto perché la cristianità soprattutto i tdg fanno di paolo un convertito al cristianesimo, quando lui stesso invece ha sempre ribadito di essere israelita.
Insomma Gianni io credo di aver capito che se siamo stati inseriti nella radice santa siamo un popolo unico con gli ebrei, quindi non siamo noi a portare la radice ma la radice porta noi. Quindi è impensabile che ci siano divisioni. YHVH è un Elohim di ordine e non di confusione.quando degli stranieri si univano al popolo di Israele, dovevano anche conformarsi alle leggi di Israele, non il contrario.Cosi anche oggi nell'israele spirituale. Il popolo di YHVH è Uno...sarebbe un vero piacere esaminare i testi Paolini uno alla volta cominciando da romani...
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Gianni
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Re: Torah

Messaggio da Gianni »

Verissimo, Natzarim. Hai detto bene. :-)
Janira
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Re: Torah

Messaggio da Janira »

Tranquillo Natzarim, questa cartella va bene, perché siamo nella sezione Sacra Scrittura, che quindi può comprendere anche le Scritture Greche ;)
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Gianni
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Re: Torah

Messaggio da Gianni »

Janira accomodante. :-)
natzarim
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Re: Torah

Messaggio da natzarim »

Ok.al capitolo 3 di Romani compare per la prima volta il termine "opere della legge "(qui dovrebbe essere nomos e non "ho nomos")
Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le ☝️opere della legge. Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.
Lettera ai Romani 3:27‭-‬28‭, ‬31
Ultima modifica di natzarim il mercoledì 4 maggio 2022, 10:52, modificato 1 volta in totale.
natzarim
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Re: Torah

Messaggio da natzarim »

Qui per opere della legge si intende la Toràh oppure quelle opere legalistiche umane?
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Gianni
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Re: Torah

Messaggio da Gianni »

Il passo di Rm 3:27,28, tradotto letteralmente, dice: “Per mezzo di quale legge? Delle opere? No, ma per mezzo di legge di fede. Riteniamo infatti giustificato per fede un uomo indipendentemente da legge”.
La prima espressione, “per mezzo di quale legge”, non richiede l’articolo e ciò condiziona il resto. Mettiamolo in un italiano più italiano, sostituendo a nòmos “via”, tanto per capire il punto: Tramite quale via? Delle opere? No, ma tramite una via di fede. Riteniamo infatti che un uomo sia giustificato per fede indipendentemente dalla via.
“Indipendentemente da” non significa senza le opere. La cosa che conta, quella determinante, è la fede. La contrapposizione è tra le sole opere e la fede con le opere. Ma per ciò occorre l’esame di tutti gli altri passi biblici attinenti.
natzarim
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Re: Torah

Messaggio da natzarim »

Gianni scusa la mia domanda banale, la lettera ai Romani è indirizzata alle pecore perdute della casa di Israele disperse tra le nazioni? A chi è rivolta in particolare? Non credo ai cristiani, credo sia fondamentale capire questo in vista dei successivi capitoli
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