Satana e il riscatto
Re: Satana e il riscatto
La legge del peccato che è in noi, come dice Paolo, è determinata dal fatto che siamo soggetti ai desideri prodotti dalla nostra attuale condizione materiale. Questa condizione ci fa propendere a desiderare ciò che è materiale, pur noi ambendo a ciò che è spirituale; l'attuale condizione la viviamo in seguito alla disobbedienza adamica, ma ciò non costituisce "peccato" in sé, perché, come dice la Bibbia, "il peccato è la violazione della legge" di Dio, non la nostra condizione. Altrimenti, il peccato sarebbe inevitabile; invece, è evitabile, grazie a Cristo. Ciò che ereditiamo da Adamo è la nostra condizione attuale, non la colpa; la colpa la commettiamo noi stessi, nel momento in cui scegliamo di disobbedire, come Adamo scelse di disobbedire pur avendo ricevuto istruzione da Dio. Per questo motivo Dio ci ha fatto dono del Suo insegnamento, che è la Scrittura, per mostrarci cosa dobbiamo scegliere se non vogliamo peccare.
Se esaminate il significato dei termini in ebraico e in greco, capirete esattamente cosa è il peccato. Ma nessuno lo vuole fare. Forse per paura di scoprire la verità.
Se esaminate il significato dei termini in ebraico e in greco, capirete esattamente cosa è il peccato. Ma nessuno lo vuole fare. Forse per paura di scoprire la verità.
Re: Satana e il riscatto
Il Cristo annulla la nostra attuale condanna alla morte: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” — Gv 5:24
Nota il verbo al passato: μεταβέβηκεν (metabèbeken), perfetto indicativo di μεταβαίνω (metabàino). Chi crede in Cristo (credere = fede = mettere in pratica) è già passato dalla condizione di morte a quella di vita e non subirà il giudizio, perché è già senza colpa; e chi è senza colpa, non sarà giudicato. Dunque, la fede nel Messia annulla le nostre colpe (non quelle di altri) e la condanna a morte adamica.
Cristo ci rende liberi: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8:31,32). Dunque, inutile continuare a sentirsi colpevoli e pensare che un prete possa assolverci. È il Cristo che ci assolve, tramite la fede in lui, che comporta il mettere in pratica il suo insegnamento. Anzi, è Dio che ci assolve tramite la fede nel Cristo e l'attuazione del suo esempio. Chi dice di credere in Cristo e si sente in colpa, non ha capito proprio niente del Cristo. E va dal prete.
Nota il verbo al passato: μεταβέβηκεν (metabèbeken), perfetto indicativo di μεταβαίνω (metabàino). Chi crede in Cristo (credere = fede = mettere in pratica) è già passato dalla condizione di morte a quella di vita e non subirà il giudizio, perché è già senza colpa; e chi è senza colpa, non sarà giudicato. Dunque, la fede nel Messia annulla le nostre colpe (non quelle di altri) e la condanna a morte adamica.
Cristo ci rende liberi: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8:31,32). Dunque, inutile continuare a sentirsi colpevoli e pensare che un prete possa assolverci. È il Cristo che ci assolve, tramite la fede in lui, che comporta il mettere in pratica il suo insegnamento. Anzi, è Dio che ci assolve tramite la fede nel Cristo e l'attuazione del suo esempio. Chi dice di credere in Cristo e si sente in colpa, non ha capito proprio niente del Cristo. E va dal prete.
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Re: Satana e il riscatto
Bgaluppi perdonami ma Paolo non parla di scelta:Ciò che ereditiamo da Adamo è la nostra condizione attuale, non la colpa; la colpa la commettiamo noi stessi, nel momento in cui scegliamo di disobbedire, come Adamo scelse di disobbedire pur avendo ricevuto istruzione da Dio.
18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.
Paolo qui sta chiaramente dicendo che si può compiere il male nonostante si scelga di fare il bene...per colpa della nostra natura di carne!Quindi scegliere non basta!
Il discorso della fede in Cristo e l essere assolti dal peccato l ho capito ma la condizione nella carne rimane...non si annulla nulla di ciò che ci porta a fare il male come dice Paolo!
La fede in Cristo non protegge l uomo dalla sua condizione originale di peccato o dalla sua natura!
Io ho capito cosa dice la scrittura ma la realtà è un altra!E Paolo la identifica!
Re: Satana e il riscatto
Armagheddon... Leggi tutto. Cosa dice Paolo alla fine del suo ragionamento? Si pone una domanda e si dà una risposta. Puoi citarla?
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Re: Satana e il riscatto
24]Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? [25]Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
Versi 24,25?
Versi 24,25?
Re: Satana e il riscatto
Supponiamo che l'albero della vita non sia simbolico ma sia un vero albero posto da qualche parte sulla terra, i cui frutti fanno vivere per sempre. Ora supponiamo che effettivamente la nostra condizione mortale sia originata dalla cacciata di adamo ed eva dal posto in cui si trova questo albero. Supponiamo quindi che il peccato non sia ereditato, ma lo sia la condizione di mortalità.A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.
Domanda: che bisogno c'è di un cristo che, a distanza di migliaia di anni, combatta la battaglia finale contro il male per poi trasformare la terra in un posto in cui non c'è piu la morte? Non basterebbe semplicemente permettere a coloro che lo meritano di mangiare di nuovo da quell'albero e vivere per sempre? Senza tanti satana, dragoni e metafore varie? Cioè, se Dio non considera tutti peccatori fin dalla nascita, perchè non permettere fin da subito ai discendenti di Adamo di dimostrare il loro essere degni di rientrare nel giardino e vivere per sempre? Se, indiscriminatamente, Dio ha impedito l'accesso al giardino alla progenie di adamo, viene davvero da pensare che tutti nascano peccatori e indegni...altrimenti perchè non fare entrare più nessuno, nemmeno uomini più che degni come Noè o Abramo?
Supponiamo invece che l'albero sia una allegoria e che la storia di adamo, eva e il giardino sia una favola. Se non c'è stata alcuna disobbedienza e nessuna cacciata da nessun giardino, a cosa serve il Cristo? per salvarci da cosa? da un peccato mai commesso? Ma se non lo abbiamo mai commesso e siamo semplicemente degli animali evoluti ed intelligenti con istiniti materiali, vuol dire che siamo stati creati così da Dio...e allora perchè mandare un cristo per aiutarci ad uscire da una condizione con cui Dio stesso ci ha creati?
Re: Satana e il riscatto
Esatto. È Cristo che ci libera.
“come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini” — Rm 5:18
In Cristo siamo giustificati delle nostre colpe (nostre, non di altri). Stessa lettera, stesso autore. Devi considerare che Paolo era “fariseo, figlio di farisei” (At 23:6), ed era stato “educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri” (At 22:3), ed era “zelante per la causa di Dio”. Lo zelo è il "Fervido, operoso impegno che si spiega e si dimostra in una attività o per la realizzazione di un fine" (Treccani). Paolo era molto duro con se stesso; potremmo dire che "peccava" di eccessivo zelo. Il suo discorso è un parlare a se stesso, un modo di commiserarsi; ma alla fine, sa bene che, in Cristo, è libero da ogni colpa.
“come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini” — Rm 5:18
In Cristo siamo giustificati delle nostre colpe (nostre, non di altri). Stessa lettera, stesso autore. Devi considerare che Paolo era “fariseo, figlio di farisei” (At 23:6), ed era stato “educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri” (At 22:3), ed era “zelante per la causa di Dio”. Lo zelo è il "Fervido, operoso impegno che si spiega e si dimostra in una attività o per la realizzazione di un fine" (Treccani). Paolo era molto duro con se stesso; potremmo dire che "peccava" di eccessivo zelo. Il suo discorso è un parlare a se stesso, un modo di commiserarsi; ma alla fine, sa bene che, in Cristo, è libero da ogni colpa.
Re: Satana e il riscatto
Daminagor, ma che bisogno c'è di supporre? La Scrittura è chiara: Dio istruisce l'uomo su cosa è bene e cosa è male (mangiate, non mangiate); l'uomo, ingannato da una creatura, sceglie di ascoltare quest'ultima e non il Creatore; disobbedisce; per questo, non può più vivere ma deve morire. Tutto ciò è un insegnamento, inutile supporre che l'albero sia vero o simbolico. Siamo condannati a morire in eterno? Certamente no, perché altrimenti Dio cosa ci fa vivere a fare? Vivere per morire? Un paradosso.
La risurrezione, nel pensiero ebraico, è legata al Messia. Tornare in vita significa essere liberi dalla condanna. Dunque, il Messia libera dalla condanna. E siccome la condanna è legata al peccato, il Messia libera dal peccato. E questo insegnano i Vangeli. Ecco il commento dello Pseudo-Yonathan sulla condanna:
“Per loro [gli uomini] ci sarà un rimedio [...] troveranno la pace [con Dio] alla fine, nei giorni del Re Messia”.
La risurrezione, nel pensiero ebraico, è legata al Messia. Tornare in vita significa essere liberi dalla condanna. Dunque, il Messia libera dalla condanna. E siccome la condanna è legata al peccato, il Messia libera dal peccato. E questo insegnano i Vangeli. Ecco il commento dello Pseudo-Yonathan sulla condanna:
“Per loro [gli uomini] ci sarà un rimedio [...] troveranno la pace [con Dio] alla fine, nei giorni del Re Messia”.
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Re: Satana e il riscatto
Daminagor...complimenti un ragionamento sensato il tuo!Ma se non lo abbiamo mai commesso e siamo semplicemente degli animali evoluti ed intelligenti con istiniti materiali, vuol dire che siamo stati creati così da Dio...e allora perchè mandare un cristo per aiutarci ad uscire da una condizione con cui Dio stesso ci ha creati?
Bgaluppi libero da ogni colpa ma non dal suo stato di carne...bisogna distinguere le due cose...
Io posso essere assolto dall'accusa di omicidio...ma la mano che può uccidere ancora resta...diverso sarebbe se credere in Cristo annullasse realmente la nostra condizione di carne...allora avrebbe senso...
Paolo distingue nel verso 25 la mente dal corpo...inoltre la Bibbia stessa dice che nessun uomo nonostante Cristo è comunque immune dalla sua condizione anzi...può incorrere ad una condizione peggiore..:
2 pietro:
19Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L'uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina.
20Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. 21Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso. 22Si è verificato per loro il proverbio:
«Il cane è tornato al suo vomito
e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango».
Attraverso questi versi trovo difficoltà a credere che credere in Cristo sia una salvezza...se la mia condizione umana di carne rimane pur sempre la stessa!
Re: Satana e il riscatto
Ok, ma non hai seguito la logicità del mio ragionamento. Se il peccato non è ereditato, perchè non concedere ai successori di adamo, che si fossero dimostrati degni, di rientrare nel giardino? Personaggi come Noè o Abramo che dimostrarono obbedienza totale a Dio, perchè non farli rientrare nell'eden in modo che potessero moltiplicarsi e vivere per sempre? Perchè far attendere l'umanità migliaia e migliaia di anni nell'attesa di un salvatore, quando per avere la vita eterna era sufficiente rientrare nell'eden? Forse perchè l'eden non è mai esistito? Ma se eden non è mai esistito allora non c'è stata alcuna disobbedienza adamica.Per loro [gli uomini] ci sarà un rimedio [...] troveranno la pace [con Dio] alla fine, nei giorni del Re Messia
Inoltre, adamo ed eva se davvero avessero dovuto vivere per sempre, come si sarebbero riprodotti? Se, dopo averla cacciata dall'eden, Dio dice ad eva che partorirà con dolore, dentro al giardino come avrebbe partorito, senza dolore? In che modo? E ancora... in qualunque modo si fossero riprodotti adamo ed eva, considerando che avrebbero vissuto per sempre, anche la loro progenie sarebbe stata immortale nel giardino.. e così via.. Si..ma se nessuno muore le risorse finiscono e la terra si riempie... A me pare abbastanza evidente che quello dell'eden sia un racconto interamente allegorico, poichè se analizzato a fondo, emergono svariate incongruenze e paradossi che posso spiegare solo con la non esistenza di quel luogo e di quella vicenda. E quindi torno a dire, se la storia dell'eden non è reale, e quindi la nostra condizione è "di fabbrica" (e non conseguenza di qualche peccato) ribadisco, perchè mandare un salvatore a morire per annullare quella condizione mortale e "peccaminosa" con cui Dio stesso ci ha creati fin dall'inizio?
Il messia atteso dagli ebrei è molto più in linea con il racconto biblico. Un guerriero che avrebbe riunito e difeso il suo popolo, per poi mettere fine alle guerre e portare la pace.