La questione della trinità.

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bgaluppi
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da bgaluppi »

Stefanotus, io invece ho molto da imparare non solo da chi tu ritieni chilometri davanti a te, ma anche da te, e mi fa molto piacere che tu sia qui. Questo percorso sara' molto utile anche a te, vedrai.
AKRAGAS
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da AKRAGAS »

Sento la necessità di ringraziare tutti coloro che sono intervenuti e che stanno continuando in questo studio in una maniera pacata e costruttiva… e bello leggervi.
Devo invece ricredermi in merito alla mia osservazione fatta in modo scherzoso all’inizio: è sempre bene dare una rinfrescatina alla memoria e rivedere ciò che è stato già affrontato perché c’è sempre da imparare e riflettere su cose che magari erano sfuggite. Ora sto composto in silenzio ad ascoltare…
Ringrazio ancora stefanotus per la sua serietà nel trattare la Parola di D-o; Gianni per la sua compostezza; Maurizio e Israel75 per la loro direzione; Noiman che ci parla delle cose di D-o con poesia; per tutti coloro che amano e ricercano D-o.
D-o ci benedica
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Gianni
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Gianni »

Caro Stefanotus, dici di non aver ancora capito se Elohim, che è sostantivo plurale, sia coniugato al singolare perché sia normale così o perché si tratti di una strana forzatura.
Se avessimo un solo passo biblico in cui ciò accade, forse potremmo parlare di errore, non necessariamente di forzatura. Ma il problema non si pone perché ciò non si verifica. Abbiamo invece moltissimi passi in cui il plurale Elohìm ha i verbi al singolare. Non è quindi così difficile capire che questa è la regola.
Comunque, perdonami ma non ho ancora compreso la tua tesi. Ci dici chiaramente cosa deduci tu dal nome Elohìm plurale con il verbo al singolare? Te ne sarei grato. Grazie.
Stefanotus
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Stefanotus »

Buongiorno a tutti.
Oggi sarò un po' più impegnato quindi vi chiedo di scusarmi se non sarò presentissimo come gli altri giorni.
Gianni sono felice che mi sia stata data una risposta più chiara ma che non ritengo ancora definitiva alla domanda:
Elohim è un plurale coniugato al singolare, è una cosa normale nella lingua ebraica o una forzatura?
Abbiamo finalmente scartato l'errore perché tutti concordiamo che la Bibbia non presenta errori e la numerica su quante volte questo binomio viene presentato nella Bibbia è una di queste conferme.
BENE.
Ma nella lingua ebraica IN GENERALE dico... è normale o non è normale che un sostantivo plurale si coniughi al singolare? Se un ebreo scrivesse "quei bambini mangia" sarebbe che so... una forma poetica? Una forma astratta? Oppure semplicemente un errore grammaticale?
Con la risposta che mi darete, potrei confermare la seguente affermazione:
"Normalmente la lingua ebraica prevede che a sostantivo plurale vi sia coniugazione plurale, ma la Bibbia, nel presentare Dio utilizza un'eccezione linguistica: Elohim, sostantivo plurale viene coniugato al singolare."

Andiamo quindi alla questione e a riassumere quanto abbiamo detto fin qui.
Elohim è un plurale, un plurale che indica almeno tre "elementi", di più si di meno no.
Questo sostantivo viene usato in diversi altri testi della Bibbia, ma generalmente segue la sintassi della lingua ebraica antica e cioè è un termine plurale coniugato al plurale.

Solo nella Bibbia quando ci si riferisce al Dio creatore questo sostantivo plurale viene coniugato al singolare, tranne in alcune rare eccezioni. Il perché di questa singolarità non ha avuto da parte nostra un riscontro chiaro.
Approfitto per precisare: io mi sto ponendo nella discussione con spirito critico, non voglio proporre una soluzione.
Mi sto approcciando come un cristiano che vuole con voi fare un percorso.
Quindi ritengo inutile che mi chiediate: "tu come la pensi?". Facciamo un percorso insieme! E' sicuramente più costruttivo e vi garantisco che ne guadagneremo tutti. Fidatevi di me.

Abbiamo scartato l'ipotesi che Dio si riferisca a sè stesso usando un pluralis maiestatis.
Maurizio tu mi dici che non è un ipotesi scartata. Io però ho scritto di averla scartata perché dalle mie fonti la lingua ebraica antica non conosce questa forma verbale. Oltre a ciò comunque saremmo di fronte ad un errore grammaticale, perché il pluralis maiestatis richiede un soggetto espresso al plurale e coniugato al plurale. E siccome insieme abbiamo detto che la Bibbia non può contenere errori... comprenderai che l'ipotesi secondo me è da scartare.

Abbiamo scartato l'ipotesi che Dio usi il sostantivo plurale "noi" riferendosi alle schiere angeliche intorno a Lui coinvolgendole quindi nei Suoi atti creativi e/o decisionali (facciamo l'uomo a nostra immagine, o chi andrà per noi). L'ipotesi viene scartata perché la Bibbia dichiara che l'uomo è stato fatto da Dio e non da Dio e gli angeli. La bibbia afferma che l'uomo è a immagine di Dio e non di Dio e degli angeli insieme. Infine la Bibbia non suggerisce affatto che gli angeli siano stati fatti anch'essi ad immagine di Dio. Questa affermazione di Maurizio, dovrebbe essere provata biblicamente.

Maurizio, tu mi hai scritto che mi hai offerto delle ipotesi che sono tutte buone che come vedi, non mi pare siano davvero buone. Hai scritto in Genesi 1:26 si assiste ad un proclama reale (pluralis maeistatis). Tesi che come ho scritto sopra, non è certa è un'ipotesi e quindi io l'ho personalmente bocciata. Per chi comprende l'ebraico e l'inglese, condivido parte di una mia fonte di studio che sostiene non si tratti di una forma ebraica arcana di pluralis maiestatis.

Hai inoltre affermato che Dio ha creato gli angeli a sua immagine (intendendola come la capacità morale di obbedire a Dio). Io di questo non ne ho traccia nella Bibbia, tu come fai a dirlo?

Inoltre Maurizio, hai citato alcuni passi in cui Elohim viene anche tradotto con il singolare “dio” o “giudice”, come Esodo 22:20. E poi hai citato i versi di Giudici 6:31; Esodo 7:1; Giudici 11:24; 1 Samuele 5:7. Tu sostieni che non sia possibile concludere che qui l'uso di Elohim, ossia il temine plurale INDICASSE deità al di fuori di Dio "pluritarie".
Io ho letto i versi che mi hai indicato, e ti rispondo molto sinceramente che è necessario fare una seria esegesi per ognuno di essi. Sai perchè?
Giudici 6:31, a prima vista sembra indicare un paragone tra Baal e il Dio di Israele. Sembra una sfida che il testo propone. Quindi se Baal fosse davvero un Dio si difenda da solo! Quindi non ci vedo niente di male al fatto che il paragone viene fatto utilizzando "Elohim" su Baal per indicare l'oggetto della sfida... non so se mi spiego. E' un pò come dire se Maurizio è davvero un vero perito informatico come Stefanotus, lo dimostri da sè! "perito informatico" è una qualifica mia, non tua, però il testo la abbiana a te per la contesa.
Ma questa è una prima vista, dovrei davvero fare una seria esegesi.

Simile spiegazione darei a Esodo 7:1.
Sugli altri versi non mi pare che si possa concludere che sia uno scempio utilizzare il termine che indichi una pluralità su quei dei come è stato fatto per Dio. Anzi mi pare proprio normale, si tratta sempre di paragoni o forse di "reali coincidenze di pensiero", ossia che Chemos e Dagon siano considerati concettualmente divinità come il Dio di Israele. Che problema c'è?

Sul discorso dei 4 casi di Elohim coniugato in plurale (che sono eccezioni ma che però rispondono al corretto uso nella grammatica), sono quasi certo che rivelano dei motivi che un'esegesi potrebbe aiutarci a rivelare. Ma al momento rimandiamo.

Quindi non abbiamo trovato insieme una vera motivazione a questa singolarità. Vi sono teorie che secondo me sono "contrastanti" e che credo si possa pure fare a meno rimanendo sulla posizione che la Bibbia si presenta così e basta. Io inizialmente avevo esordito con un affermazione semplificativa "pluralità di creatori nella singolarità", ma vista la vostra giustificabile avversione per questa mia espressione, semplifico con "pluralità nella singolarità". Vi andrebbe bene così?

All'affermazione di Noiman che il popolo ebraico, padrone della lingua con cui è stato scritto il testo, è l'erede di quel testo e delle tradizioni che quel testo si porta dietro, quindi il primo interlocutore con cui interfacciarsi, io sono prevalentemente d'accordo.
Sono dell'idea che per comprendere un espressione linguistica bisogna essere padroni del contesto storico e culturale del popolo che ha redatto il testo e i diretti destinatari primi. Oltre questo, bisogna anche essere in grado di comprenderne codice, ossia capire se si tratta di testi poetici, storici e/o narrativi, per poter anche indirizzare correttamente il significato di ciò che si legge.

Ma vi chiedo di porre attenzione a questo principio. Un'attenzione che richiede sensibilità spirituale se mi permettete. Nutro una certa antipatia infatti per una teologia biblica sterile, ossia fatta di analisi testuali ed esami sulle possibili interpretazioni senza tener presente la fede che bisogna porre in quel testo. Secondo me bisogna sempre tenere presente che vi è un Dio che ha redatto quel testo, un Dio al di fuori dei nostri schemi umani, un Dio al di sopra del tempo e delle culture.
Argomentando in merito a questo, molti teologi americani e tedeschi, figli di una nuova scuola che va per la maggiore oggi, mi hanno affrontato qualche mese fa in un lido simile a questo. Loro utilizzando le premesse di cui ho scritto sopra, oggi giustificano le loro conclusioni teologiche annullando la potenza del testo biblico. Costoro relegano specificatamente alla loro origine e quindi ai loro scopi iniziali ogni testo, influenzando quindi la fede odierna in modo secondo me diabolico. Un ermeneutica che convince lo studioso della Bibbia che quanto ha scritto Mosè (anzi per essere precisi dicono quanto FORSE ha scritto Mosè) è un testo legato solo a Mosè e ai suoi destinatari primi, fatto di usi e costumi e credenze arcaiche ha solo valore storico e simboli... per me è sinonimo di dichiarare che il testo che abbiamo tra le mano non è Parola di Dio. Infatti avrete sicuramente sentito il detto: la Bibbia non è la Parola di Dio, ma contiene la Parola di Dio. La Bibbia non è un testo divino, ma è un testo umano che contiene verità divine da interpretare. Ecco, come vi accennavo prima in altri post io rifiuto queste prese di posizione.
Per me la Genesi è un libro voluto da Dio al pari di Apocalisse.
Per me Dio quando ispirava Mosè a scrivere il testo, pensava a Mosè, al Suo popolo e anche a me e a voi tutti. Dio ha fatto si che quel testo fosse la rivelazione per eccellenza di Lui e del Suo piano di redenzione per l'uomo. Per me il testo biblico non contiene la Parola di Dio da interpretare, quel testo è la Parola di Dio e chi si dedica con costanza e determinazione allo studio di quella Parola, rimarrà saldo alla vera fede che Dio desidera. Bisogna avere un atteggiamento spirituale e di vera umiltà, facendo spazio nella propria mente ai concetti che questo libro propone, liberandosi di ogni riserva mentale e cercando di cogliere a piene mani quanto Dio ha voluto darci e dirci.

Perché ritengo necessaria questa premessa?
Perché ritengo corretto che per interpretare correttamente i testi di Genesi, come giustamente dite molti di voi, bisogna conoscere la lingua ebraica, la sua grammatica testuale antica, il contesto storico culturale del tempo, gli scopi e gli stili del testo, e chi più ne ha più ne metta.
Ma non ritengo con questo gli Ebrei gli unici autorizzati ad interpretarne i significati.
Tralasciando che loro stessi riconoscevano la loro insufficienza e non voglio entrare in merito ai testi e alle miriade di interpretazioni rabbiniche a corredo della Bibbia ebraica... ma a parte questo, non è l'appartenenza a un popolo a garantirne la rivelazione. E questo lo dimostra la loro storia stessa. Possiamo trarre molti vantaggi e possiamo bene inquadrare tanti testi grazie ai loro millenaristici studi su di essa. Ma dobbiamo sempre tenere presente che è lo Spirito Santo ad aver ispirato i testi, ed è lo Spirito Santo ad illuminare le nostre menti.
E l'Antico Testamento si rivela grazie alle Verità espresse nel Nuovo Testamento.
Si tratta di una rivelazione progressiva che arrivata alla "pienezza dei tempi" si è completamente rivelata.

Quindi ritornando al termine Elohim, ben dice Noiman quando scrive: "Gli ebrei che leggono la Torah da oltre tremila anni, non si sono minimamente posti il dubbio che la figura di (Dio credo) nonostante il suo apparente aspetto plurale sia invece un unico Dio". Altri hanno fatto coro dicendo che gli ebrei non hanno mai inteso una pluralità divina, ma solo una singolarità...
Ma a me sinceramente non mi interessa molto tutto questo se guardo la cosa a livello spirituale.
A me può aiutarmi sapere che l'ebreo non ha mai pensato a più dei in Dio, ma non posso considerare la loro deduzione o interpretazione come l'unica vera possibile e quindi la verità assoluta.
Innanzitutto io sono cristiano e non ebreo. Gli ebrei non credono nemmeno nel Cristo come il Messia, lo stanno ancora aspettando. Quindi perdonatemi, ma dal mio punto di vista, la loro opinione sull'interpretazione biblica, comincia a vacillare.
Tralasciando questo aspetto personalistico, la Bibbia dimostra a più riprese che il popolo ebraico era un popolo di collo duro, e spesso non capiva niente di ciò che Dio voleva dirgli.
Quindi io personalmente, abbasserei un pò di autorevolezza la loro opinione e la porrei allo stesso livello dei teologi cristiani. Secondo me non basta dire: abbiamo redatto noi la Bibbia quindi sapremo noi cosa essa significa. Una discussione onesta, qualora la si voglia tenere, deve basarsi sul reciproco rispetto. Di conseguenza mi aspetterei che il teologo ebreo consideri suo pari il teologo cristiano. Solo così si può ottenere un dialogo pacifico e orientato alla ricerca della verità.

Poi ritornando al testo ebraico in sè, è innegabile che l'ebreo aveva in mano un Dio creatore che in Genesi si presenta con un sostantivo plurale coniugato al singolare. Comprendo la posizione ebraica sull'unicità di Dio e che d'altronde è la stessa di Paolo e degli apostoli. Ma perdonatemi, non posso negare che già in Genesi siamo di fronte ad un termine, Elohim che indica una pluralità ma viene gestito al singolare. Dio non ha ispirato a caso. Aveva uno scopo di certo. E non era legato solo a Mosè, di certo Dio ha creato una coerenza biblica globale (ispirazione plenaria delle Scritture) e quindi già in Genesi sapeva che avrebbe scritto Apocalisse.
Gli ebrei non lo sapevano questo. Dio lo sapeva, gli ebrei non lo sapevano nè ai tempi di Mosè, nè ai tempi di Gesù. Quindi considero tutte le loro bellissime interpretazioni sono utili, ma limitate alla conoscenza e alla rivelazione che Dio concesse loro AL LORO TEMPO. Mi spiego?
Oggi quel testo è rivolto anche a me, non è solo un testo storico che narra della storia del mondo. Ma è un testo teologico che mi presenta realtà spirituali che mi parlano dell'unico vero Dio.

Nel fare questo sunto (che alla fine sunto non è più), ci tengo a riprendere alcuni interventi.
chelaveritàtrionfi diceva che il termine ebraico Elohim è stato rivolto anche ad altre divinità, o re presenti anche nella bibbia.
La differenza però con quanto abbiamo in Genesi, è che in questi casi questo sostantivo viene coniugato al plurale (come la grammatica regolamenta) mentre nella Bibbia riferendosi a Dio a partire da Genesi non è così.
Inoltre l'affermazione di per sè, per me non significa niente e non dà valore aggiunto alla discussione. Per un solo semplice motivo. Dio viene chiamato Salvatore o Terribile o DIo degli eserciti. Il fatto che queste terminologie vengano poi usate per altre persone anche, non significa niente. Se un re stolto nella Bibbia fosse stato definito terribile signore, avrei dovuto considerare che Dio non era un Dio terribile perchè lo sono anche gli uomini?
La Bibbia si esprime in termini umani e spesso Dio per parlare di Sè usa nella Bibbia degli antropomorfismi. Quindi il fatto che i termini ebraici che indicano Dio vengano usati anche per altre occasioni, non mi dice nulla.

Gianni ha espresso il suo parere quasi allo stesso modo aggiungendo "quel plurale è usato dalla Bibbia anche per singoli dèi pagani e perfino per una singola dea pagana, e senza che lì nessuno chiami in causa una trinità".
E io sinceramente rispondo a Gianni, ma che ci interessa? :-)
Voglio dire... forse sono ingenuo, ma io credo che la gente nel corso dei millenni si sia molto più interessata di Dio e della Sua natura piuttosto che di una singola dea pagana!
Continuo quindi a ritenere ininfluenti ai fini delle nostre analisi simili osservazioni. Spero lo possiate comprendere.
Gianni, quando poi affermi che i trinitari non possono assolutamente usare questo plurale per affermare la trinità, pecchi di imprecisione. Molto onestamente ai trinitari non interessa usare Elohim per affermare la trinità. Forse lo fanno gli adepti di questa o quella chiesa, che hanno imparato questa lezioncina dal loro pastore o l'hanno letta in qualche studio o in qualche libro. Ed effettivamente a moltissimi credenti questo basta. Ma non è così per i cristiani davvero interessati alla Parola di Dio. A loro basta dimostrare che fin dal principio Dio si è presentato con un termine che indica pluralità. Capisci? E questo è un dato di fatto.
Mi permetti un esempio?
A tavola, un bambino non conosce la composizione chimica della mela che il genitore gli sta sbucciando. Quel bambino la mangerà contento sapendo che il papà o la mamma gli vogliono bene e gli danno da mangiare cose buone che lo fanno crescere. Magari nella sua testolina immaginerà "se mangio la mela io divento grande, la mela mi ingrandisce le ossa!". Sono deduzioni "semplicistiche" ma sono in fondo corrette. Ma se parli con un nutrizionista dirà: la mela aiuta la crescita, la digestione, per questo quello, la vitamina tal dei tali... e bla bla bla.
Ecco accusare i trinitari di non poter usare Elohim per dimostrare la trinità è come dire a quel bambino: guarda che la tua mela non ti fa crescere le ossa!
Gli si fa del male e basta secondo me.
Lui ha imparato così e così gli basta. Se vorrà approfondire cosa c'è dentro la mela, ossia cosa nasconde Elhoim... lo farà. :-) :-)
Proprio come noi oggi.
Ultima modifica di Stefanotus il mercoledì 18 febbraio 2015, 14:23, modificato 1 volta in totale.
Stefanotus
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Stefanotus »

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maurizio
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da maurizio »


Non sono d'accordo con quanti affermano, così carinamente, che stiamo discutendo con perizia e ragionevolezza. Assolutamente no!

Innanzi tutto cito Stefanotus:

Maurizio tu mi dici che non è un ipotesi scartata. Io però ho scritto di averla scartata perché dalle mie fonti la lingua ebraica antica non conosce questa forma verbale. Oltre a ciò comunque saremmo di fronte ad un errore grammaticale, perché il pluralis maiestatis richiede un soggetto espresso al plurale e coniugato al plurale. E siccome insieme abbiamo detto che la Bibbia non può contenere errori... comprenderai che l'ipotesi secondo me è da scartare.


Stefano sei in grave errore perché quello che tu dici attribuendolo a me invece sono tue idee preconcette che non ho mai pensato. Ti ho già invitato qualche commento fa a rivedere bene tutti i miei post e che al momento opportuno ti avrei fatto io una sintesi per farti comprendere dove tu sei nell'errore, perché ho già notato che mi citi a sproposito (non offenderti).

Nel frattempo ti invitavo a fare quello che sia io sia Gianni ti abbiamo cortesemente richiesto e che avresti dovuto fare (o ti avremmo dovuto chiedere di fare ) come primissime batture fin dall'inizio: Dichiara la tua tesi e su cosa la fondi relativamente al termine elohim.


Stiamo analizzando un termine ebraico che deve avere un significato di per sé. Se sei interessato a continuare, almeno con me, devi rivedere il tuo errore che ti ho segnalato sia su che in altro vecchio post e poi dovresti rispondere e solo allora potremo continuare a dialogare.

Per quanto riguarda il discorso di ermeneutica e altro, qui sfondi porte aperte già da anni. Ci fa piacere che tu sia giunto a certe conclusioni, ma dobbiamo impostare il discorso in modo leggermente diverso.

Altro grave errore che fai è :
Questo sostantivo viene usato in diversi altri testi della Bibbia, ma generalmente segue la sintassi della lingua ebraica antica e cioè è un termine plurale coniugato al plurale.


Non è vero perché abbiamo già detto come viene usato sia per indicare Dio sia per altri.

Avrò modo di aggiungere altre cose importanti sull'argomento, ma procediamo per gradi.

Scusate la franchezza, ma tempo da perdere credo non lo abbiamo nessuno. :-)
Non dimentichiamo mai che i veri credenti amano e sono uniti! Ti abbraccio in Cristo!
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Israel75
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Israel75 »

La divergenza di opinioni su tali ipotesi giustifica la loro esistenza.
Concordo.
Cerchimo di sintetizzare Le opzioni sono 3:

1-Elohim plurale (ma in realtà è singolare la regola vuole il singolare.)
Questa ipotesi è la più veritiera perchè con il inguaggio e le regole ebraiche si può accertare
2-Schiere angeliche , (nessuno ha detto che ha creato con Anglei ma solo che si rivolge a loro dicendo : "facciamo", poi quando YHWH crea lo fà solo ovviamente)
3- Majestatis
Sutto tutte possibili non mi risulta siano state scartate , il fatto che siano poco probabili non le esclude.Quello che non c'è in genesi è la trinità , non c'è perchè in nessun caso si parla di 3 entità.
Ps. per favore sintetizzate , siamo ancora sul termine Elohim, che abbiamo appurato è coniugato al singolare e non indica pluralità ne tantomento la presenza di 3 entità .
Scusate se mi metto in mezzo , ma a me che di lingue non sò nulla è chiaro che Elohim non indica una pluralità di Dei o no? , riferito a Dio è sempre sigolare e coniugato con verbi sigolari.
da Elohim dedurre una trinità e davvero difficile.Non è una prova concreta, è evidente , io passerei oltre senza battibeccare.
LA trinità se c'è occorre dimostrarla in maniera inconfutabile, se stiamo sul testo biblico.
Elohim non dimostra nulla. Io vedo questo.
Ultima modifica di Israel75 il mercoledì 18 febbraio 2015, 15:33, modificato 3 volte in totale.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Stefanotus
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Stefanotus »

maurizio ha scritto:Non sono d'accordo con quanti affermano, così carinamente, che stiamo discutendo con perizia e ragionevolezza. Assolutamente no!

Oh mamma...! :-? :-?

Maurizio tu mi dici che non è un ipotesi scartata. Io però ho scritto di averla scartata perché dalle mie fonti la lingua ebraica antica non conosce questa forma verbale. Oltre a ciò comunque saremmo di fronte ad un errore grammaticale, perché il pluralis maiestatis richiede un soggetto espresso al plurale e coniugato al plurale. E siccome insieme abbiamo detto che la Bibbia non può contenere errori... comprenderai che l'ipotesi secondo me è da scartare.

Stefano sei in grave errore perché quello che tu dici attribuendolo a me invece sono tue idee preconcette che non ho mai pensato. Ti ho già invitato qualche commento fa a rivedere bene tutti i miei post e che al momento opportuno ti avrei fatto io una sintesi per farti comprendere dove tu sei nell'errore, perché ho già notato che mi citi a sproposito (non offenderti).

Non mi offendo.
Allora per essere chiari io mi sono RILETTO TUTTO questa mattina.
Ho citato te in questi punti:
martedì 17 febbraio 2015, 13:00 hai scritto: "Ti offro una sola delle ipotesi che sono tutte buone. Dio ha creato gli angeli a sua immagine..."
martedì 17 febbraio 2015, 16:38
Credo inoltre che su questioni tecniche della lingua nessuno può saperne più degli ebrei dell'Antico Testamento.
...
Il popolo di Dio scelto è quello ebraico, le promesse sono state fatte a loro, lui (gli ebrei) è l'olivo domestico, noi gentili siamo stati adottati, innestati per grazia in quell'olivo. Quindi la cultura ebraica è preziosa. dobbiamo difenderla!

martedì 17 febbraio 2015, 17:22
Stefanotus la questione del pluralis maiestatis è stato tirato nel discorso per darti la completezza. Se avessi letto le mie risposte avresti visto che tra parentesi ti ho posto : "un po' come il più tardivo pluralis maiestatis". Ma fondamentalmente si parlava di proclami regali pubblici davanti agli angeli. Ciò però valeva per le espressioni "facciamo l'uomo a nostra....". Non vedo il collegamento tra pluralis maiestatis e la coniugazione al singolare di elohim.
...
Inoltre non credo si tratti di un errore. Le parole plurali usate con significato singolare vengono coniugate al singolare (accompagnate da verbi o copula al singolare).
mercoledì 18 febbraio 2015, 7:37
Caro Stefanotus non mi sembra corretto dire che sono state scartate quelle ipotesi. Rimangono tutte. Te l'ho riportate per sintesi e perché rappresentano varie opinioni di studiosi seri anche trinitari. La divergenza di opinioni su tali ipotesi giustifica la loro esistenza.


Magari il mio post non è chiarissimo, ma ho cercato di esporre la mia idea sulla base di tutto quello che è stato scritto. Come tu e Gianni mi avete chiesto. Se leggi bene il mio post, si capiscono le intenzioni.
Non voglio intavolare una discussione contenziosa: io credo questo e tutti che sparano versetti a raffica per contraddire o confermare. Meglio fare uno step alla volta. Insieme.

Stiamo analizzando un termine ebraico che deve avere un significato di per sé. Se sei interessato a continuare, almeno con me, devi rivedere il tuo errore che ti ho segnalato sia su che in altro vecchio post e poi dovresti rispondere e solo allora potremo continuare a dialogare.

Qual è il mio errore, non mi è chiaro.

Questo sostantivo viene usato in diversi altri testi della Bibbia, ma generalmente segue la sintassi della lingua ebraica antica e cioè è un termine plurale coniugato al plurale.

Non è vero perché abbiamo già detto come viene usato sia per indicare Dio sia per altri.

Perdonami Maurizio, credo che devi fare un passo verso di me e cercare di capirmi meglio.
Riprovo.
Elohim usato al singolare mi avete detto che riguarda SOLO Dio tranne i testi che mi hai citato e che ho scritto sopra. Su questi testi ti ho sinceramente detto che bisogna effettuare un'esegesi seria (sono molto pochi potremmo pure farlo) e ti ho posto anche degli esempi che a priva vista secondo me spiegano l'uso singolare di Elohim che non è letteralmente APPLICATO ad altri, ma è sempre gestito come un sostantivo legato a Dio "applicato" su altri.
Lo hai letto?
Stefanotus
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Stefanotus »

Israel75 ha scritto:

Cerchimo di sintetizzare Le opzioni sono 3:

-Elohim plurale (ma in realtà è singolare la regola vuole il singolare.)
Questa ipotesi è la più veritiera perchè con il inguaggio e le regole ebraiche si può accertare

Israel75 perdonami ma ti stai perdendo quanto scritto da Gianni e Noiman...
Elohim è plurale lo abbiamo detto dall'inizio. Coniugato al singolare: è normale o non è normale nella lingua ebraica? Mi avete fatto capire che non è normale e che nella Bibbia soltanto si usa per Dio così, tranne le eccezioni di cui parla maurizio che si contano nelle dita di una mano.
Tu di quale regola parli adesso?

-Schiere angeliche , (nessuno ha detto che ha creato con Anglei ma solo che si rivolge a loro dicendo : "facciamo", poi quando YHWH crea lo fà solo ovviamente)

Io ho ben scritto sopra che per me questa cosa non ha senso.
1) FACCIAMO sottointende che gli angeli partecipino alla creazione. Non sono d'accordo: l'uomo è stato creato da Dio e basta;
2) A NOSTRA IMMAGINE: sottointende che gli angeli abbiano l'immagine di Dio. Non è scritto da nessuna parte questa cosa. Per me è un invenzione.
3) A NOSTRA IMMAGINE: sottointende che l'uomo sia ad immagine di Dio e degli angeli insieme (NOSTRA IMMAGINE LO DICE DIO AGLI ANGELI). Non mi risulta nemmeno questo. L'uomo è ad immagine di Dio e BASTA.

- Majestatis
Sutto tutte possibili non mi risulta siano state scartate , il fatto che siano poco probabili non le esclude.

Per me è esclusa la questione perché NON SI HA la certezza. Alcuni studiosi dicono plurale maiestatis si. Altri dicono no. Io vi ho dato il link autorevole SERIAMENTE, che dimostra che non esiste la forma di pluralis maiestatis in ebraico biblico. Inoltre sarebbe grammaticalmente errata così come proposta in genesi, ossia il pluralis maiestatis si formula così, parlando di me stesso direi: "NOI SCRIVIAMO NEL FORUM", non scriverei "NOI SCRIVO NEL FORUM". Quindi non ci siamo.

Quello che non c'è in genesi è la trinità , non c'è perchè in nessun caso si parla di 3 entità.

Nessuno dice niente su questo MI PARE.

Quello che alla fine concludo io, grazie anche a voi, è che nessuno sa con certezza come mai vi sia questo Elohim plurale riferito a Dio e coniugato in singolare. Dal mio punto di vista quindi non avendo certezze, basta prendere la cosa come dato di fatto. Possiamo noi davvero capire l'onnipresenza di Dio ad esempio? Voi riuscite a capire come Dio mentre si trova qui con me, riesce ad essere là con voi e nel frattempo ascoltare preghiere di altri e salvare altri ancora altrove? Letteralmente è incomprensibile. Ma è un dato di fatto.
Questo testo quindi per me è un dato di fatto. Punto.
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Israel75
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Re: La questione della trinità.

Messaggio da Israel75 »

Appunto Stefanotus. Abbiamo inziato con Elohim per cosa? Per cercare la trinità sul testo biblico.
Elohim non porta a nessuna trinità . :-) coniugato al singolare o come lo si voglia coniugare ,
Elohim non dimostra la trinità se per trinità si intendono 3 entità .

Passiamo oltre dunque.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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