Pietro è stato il primo papa?
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Re: Pietro è stato il primo papa?
Caro Vittorio, credo che dobbiamo seguire il procedimento inverso. Partire sempre da Pietro per poi arrivare al papa. Tu parti dal presupposto che Pietro fosse guida spirituale. Se consideriamo Pietro colui che possiede le chiavi della conoscenza, riguarda la trasmissione orale della buona novella ancora non scritta, non era l'unico ad evangelizzare. Vi erano anche gli altri, anche Paolo che opera indipendentemente da Pietro. Anzi qualche volta non concorda nemmeno con lui. Tutti coloro che ricevono la notizia tramite Paolo non passano certamente da Pietro. Non vedono nessuna guida in Pietro in questo senso, dovrebbe allora esserlo Paolo per molti.
Se oggi volessimo replicare in chiave moderna la chiesa apostolica ed i vari ruoli non è possibile per vari motivi. Tu scrivi che non si può capire bene come fosse organizzata la chiesa in quel tempo. Se ho capito bene bisogna fare affidamento a ciò che storicamente è accaduto dopo e che poi si è tramandato. Ma qui ci arriveremo e per questo ti chiedo di informarti meglio senza tralasciare ciò che andrebbe davvero considerato.
Dobbiamo partire da un punto fermo. Pietro. Che ruolo aveva?
La lettura che egli sia stato una guida di agnelli e pecore è interpretazione. In quei versetti si può anche leggere tutt'altro.
Quindi se non era Pietro nessun capo, nessuna guida o meglio era al pari degli altri in questo senso, oggi non dovrebbe esistere nessuna chiesa in chiave moderna che abbia un capo che siede su un trono. Oggi abbiamo una struttura gerarchica della chiesa cattolica. Non puoi dirmi che anche quella apostolica avesse struttura simile. Anche se fosse dovremmo capire dove sta il collegamento. Oggi potrebbe alzarsi una qualunque persona e fondare una chiesa con struttura identica a quella apostolica, ma non sarà mai quella.
Riguardo alla trasmissione del messaggio di Cristo già vi è stata l'evangelizzazione. Paolo scrive che il vangelo è stato predicato in tutto il mondo in quel tempo. Coloro che dovevano evangelizzare erano stati scelti da Yeshùa stesso. Poi sono morti tutti. Oggi i credenti possono portare a conoscenza le sacre scritture perchè la buona novella orale adesso esiste scritta, ma è corretto nel nostro tempo parlare di evangelizzazione? Chi lo fa da chi è stato incaricato? Tutte queste mi sembrano autonomine
Se oggi volessimo replicare in chiave moderna la chiesa apostolica ed i vari ruoli non è possibile per vari motivi. Tu scrivi che non si può capire bene come fosse organizzata la chiesa in quel tempo. Se ho capito bene bisogna fare affidamento a ciò che storicamente è accaduto dopo e che poi si è tramandato. Ma qui ci arriveremo e per questo ti chiedo di informarti meglio senza tralasciare ciò che andrebbe davvero considerato.
Dobbiamo partire da un punto fermo. Pietro. Che ruolo aveva?
La lettura che egli sia stato una guida di agnelli e pecore è interpretazione. In quei versetti si può anche leggere tutt'altro.
Quindi se non era Pietro nessun capo, nessuna guida o meglio era al pari degli altri in questo senso, oggi non dovrebbe esistere nessuna chiesa in chiave moderna che abbia un capo che siede su un trono. Oggi abbiamo una struttura gerarchica della chiesa cattolica. Non puoi dirmi che anche quella apostolica avesse struttura simile. Anche se fosse dovremmo capire dove sta il collegamento. Oggi potrebbe alzarsi una qualunque persona e fondare una chiesa con struttura identica a quella apostolica, ma non sarà mai quella.
Riguardo alla trasmissione del messaggio di Cristo già vi è stata l'evangelizzazione. Paolo scrive che il vangelo è stato predicato in tutto il mondo in quel tempo. Coloro che dovevano evangelizzare erano stati scelti da Yeshùa stesso. Poi sono morti tutti. Oggi i credenti possono portare a conoscenza le sacre scritture perchè la buona novella orale adesso esiste scritta, ma è corretto nel nostro tempo parlare di evangelizzazione? Chi lo fa da chi è stato incaricato? Tutte queste mi sembrano autonomine
Ultima modifica di chelaveritàtrionfi il giovedì 16 aprile 2015, 21:56, modificato 1 volta in totale.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Re: Pietro è stato il primo papa?
Aggiungo, caro Celaverità, dopo aver letto la tua risposta a Lella, che io non credo in nessun gruppo religioso, ma solo a Cristo. Quello di cui io faccio parte non è un gruppo religioso, il Papa non è un leader di un partito, o di un'associazione di culto, è un servo come tutti noi, un servo di Cristo, che ha un ruolo particolare ed importante, ma non tale da essere considerato meno servo degli altri. Per questo motivo non ha per me grande rilevanza che i nostri pastori siano incoerenti, o diano scandalo, siamo innanzitutto noi a dover essere coerenti con Cristo.
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Re: Pietro è stato il primo papa?
La risposta a Lella era in generale. Perchè la gente si affida alle idee del pastore, di tutto il gruppo a cui appartiene. Pensa ai TdG che dicono solo ciò che leggono. Un giorno feci una domanda e mi venne risposto " la rivista dice".
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Pietro è stato il primo papa?
Scusami Vittorio. Come fai a dire che non fai parte di un gruppo religioso?
Tu fai parte di un gruppo che aderisce al cristianesimo. Il Cristianesimo è considerata una religione e di per se la religione è definita come:
Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità, oppure il complesso dei dogmi, dei precetti, dei riti che costituiscono un dato culto religioso
Tu fai parte di un gruppo che aderisce al cristianesimo. Il Cristianesimo è considerata una religione e di per se la religione è definita come:
Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità, oppure il complesso dei dogmi, dei precetti, dei riti che costituiscono un dato culto religioso
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Re: Pietro è stato il primo papa?
Quando il papa non c'era i seguaci di Yeshuà erano tutti uguali, non c'era struttura gerarchica.(Atti 14:23)
Per giustificare un primato che nei Vangeli non esiste, si é distorto e manipolato un paio di versetti.
Il papa non può essere nostro padre. PAPA significa PADRE.
Ma "Gesù": "Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il padre vostro, quello che è nei cieli" (Matteo 23:9). Se Yeshuà voleva fare di Pietro "il primo papa", ci sarebbe almeno qualche scrittura che confermerebbe tale prestigioso ruolo negli Atti degli Apostoli, nelle Lettere di Paolo, o nel resto del "Nuovo Testamento".Soltanto il Vangelo di Matteo riporta il brano "tu sei Pietro..." come se gli avesse affidato le chiavi della cantina no??????
LE STESSE PAROLE rivolte da "Gesù" a Pietro sono ripetute A TUTTI 2 capitoli dopo (Matteo 18:18)
"...tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo, e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo". Dunque quello che era stato detto a Pietro doveva valere per tutti i seguaci del Maestro Yeshuà! un tempio fatto di "pietre viventi", ovvero di persone e, da notare che,dopo "tu sei Pietro", gli apostoli discutono ancora per sapere chi di loro fosse il maggiore e Yeshuà che fa??? Li riprende. Ma Pietro primeggiava sugli altri apostoli come un certo uomo di Roma? No!!!!Quando si riunisce il primo Concilio a Gerusalemme, non sembra che sia presieduto da Pietro da Giacomo e, in un occasione,Paolo cosa fece? Galati 2:11: "Quando Pietro venne ad Antiochia io gli resistei in faccia, perché egli era da condannare".
E Pietro che dice in una sua lettera? "come tante pietre viventi che, entrando nella struttura dell'edificio, formano una casa spirituale" (1 Pietro 2:5)
Io vorrei sapere perché volete qualcuno che vi comanda a tutti i costi, anche in campo di fede...
Lo dice una che respira aria nuova e libera e la la verità rende liberi!
Per giustificare un primato che nei Vangeli non esiste, si é distorto e manipolato un paio di versetti.
Il papa non può essere nostro padre. PAPA significa PADRE.
Ma "Gesù": "Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il padre vostro, quello che è nei cieli" (Matteo 23:9). Se Yeshuà voleva fare di Pietro "il primo papa", ci sarebbe almeno qualche scrittura che confermerebbe tale prestigioso ruolo negli Atti degli Apostoli, nelle Lettere di Paolo, o nel resto del "Nuovo Testamento".Soltanto il Vangelo di Matteo riporta il brano "tu sei Pietro..." come se gli avesse affidato le chiavi della cantina no??????
LE STESSE PAROLE rivolte da "Gesù" a Pietro sono ripetute A TUTTI 2 capitoli dopo (Matteo 18:18)
"...tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo, e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo". Dunque quello che era stato detto a Pietro doveva valere per tutti i seguaci del Maestro Yeshuà! un tempio fatto di "pietre viventi", ovvero di persone e, da notare che,dopo "tu sei Pietro", gli apostoli discutono ancora per sapere chi di loro fosse il maggiore e Yeshuà che fa??? Li riprende. Ma Pietro primeggiava sugli altri apostoli come un certo uomo di Roma? No!!!!Quando si riunisce il primo Concilio a Gerusalemme, non sembra che sia presieduto da Pietro da Giacomo e, in un occasione,Paolo cosa fece? Galati 2:11: "Quando Pietro venne ad Antiochia io gli resistei in faccia, perché egli era da condannare".
E Pietro che dice in una sua lettera? "come tante pietre viventi che, entrando nella struttura dell'edificio, formano una casa spirituale" (1 Pietro 2:5)
Io vorrei sapere perché volete qualcuno che vi comanda a tutti i costi, anche in campo di fede...
Lo dice una che respira aria nuova e libera e la la verità rende liberi!
Re: Pietro è stato il primo papa?
Lella le cadute fanno parte della verità, come la morte della vita.
Non ti disperare.
Non ti disperare.

Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Re: Pietro è stato il primo papa?
Cara Maria, noi non vogliamo qualcuno che ci comandi, abbiamo un solo Signore. Il papa non è un sovrano, ma uno che svolge un servizio. Noi seguiamo solo Cristo, ed il papa è semplicemente un uomo che ci aiuta ad andare verso Cristo, non è un comandante, uno che ci ordina quello che dobbiamo fare. Noi siamo liberi, liberissimi, infatti, come ho detto, anche se un pastore, persino il papa, dovessero deviare dalla strada indicata da Cristo (e nella storia è avvenuto molte volte), noi continueremmo ad essere nella Chiesa, proprio perché il capo della Chiesa non è il papa, ma Cristo. Il papa è il capo del collegio degli apostoli.
Nel Nuovo Testamento il nome di Pietro è il più citato dopo quello di Gesù: 154 volte con il termine Pétros, 9 con Kefa, 75 volte con Simòn, e 2 volte con Simeòn. Solo questo dovrebbe farti comprendere l'importanza che Pietro aveva nel gruppo degli apostoli. Non è quindi vero che fossero tutti sullo stesso livello. Pietro non aveva il ruolo di guida spirituale come la intendiamo oggi, ma aveva un importanza particolare, a lui Gesù cambia il nome:
"Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro." (Gv 1,42).
Il cambiamento del nome per gli ebrei significava affidare una missione (cfr Gn 17,5; 32,28 ss.).
Che Pietro abbia un'importanza particolare rispetto agli altri apostoli risulta da diversi brani evangelici: Gesù va ad alloggiare in casa sua (Mc 1,29), sceglie la sua barca (Lc 5,3); è sempre ricordato come primo del gruppo: Mc 5,37; Lc 8,51; Mc 9,2; Mt 17,1; Lc 9,28; Mc 14,33; Mt 16,3. E potrei continuare a lungo con altri brani che mostrano il ruolo prioritario di Pietro.
Importante anche il contesto eucaristico dell'ultima cena in cui Gesù dice a Pietro: "Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». (Lc 22,31 s.)
Questo evidenzia che la Chiesa della prima comunità apostolica, nata dalla celebrazione eucaristica, ha nell'incarico affidato a Pietro un elemento costitutivo.
Nel Nuovo Testamento il nome di Pietro è il più citato dopo quello di Gesù: 154 volte con il termine Pétros, 9 con Kefa, 75 volte con Simòn, e 2 volte con Simeòn. Solo questo dovrebbe farti comprendere l'importanza che Pietro aveva nel gruppo degli apostoli. Non è quindi vero che fossero tutti sullo stesso livello. Pietro non aveva il ruolo di guida spirituale come la intendiamo oggi, ma aveva un importanza particolare, a lui Gesù cambia il nome:
"Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro." (Gv 1,42).
Il cambiamento del nome per gli ebrei significava affidare una missione (cfr Gn 17,5; 32,28 ss.).
Che Pietro abbia un'importanza particolare rispetto agli altri apostoli risulta da diversi brani evangelici: Gesù va ad alloggiare in casa sua (Mc 1,29), sceglie la sua barca (Lc 5,3); è sempre ricordato come primo del gruppo: Mc 5,37; Lc 8,51; Mc 9,2; Mt 17,1; Lc 9,28; Mc 14,33; Mt 16,3. E potrei continuare a lungo con altri brani che mostrano il ruolo prioritario di Pietro.
Importante anche il contesto eucaristico dell'ultima cena in cui Gesù dice a Pietro: "Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». (Lc 22,31 s.)
Questo evidenzia che la Chiesa della prima comunità apostolica, nata dalla celebrazione eucaristica, ha nell'incarico affidato a Pietro un elemento costitutivo.
Re: Pietro è stato il primo papa?
Chelaverità, se noi definissimo il cristianesimo come una religione, non avremmo capito nulla di esso. È vero che la definizione di religione dei dizionari si addice anche al cristianesimo, ma i dizionari servono agli esterni per classificare, per cercare di comunicare con una base semantica comune.
Il cristianesimo, non mi stancherò mai di ripeterlo, non è una religione, un insieme di dogmi, di riti, di credenze, di dottrine. Il cristianesimo è un Fatto, una Persona vivente. Noi non comunichiamo il messaggio di Gesù, la sua dottrina, noi comunichiamo Gesù stesso. Noi incontriamo Gesù in modo personale, come se incontrassimo un amico. Gesù è risorto, è vivo, corporalmente vivo, per questo si può incontrare oggi. Se io incontro oggi Gesù corporalmente vivo, capisci che non mi interessa molto se un pastore sbaglia strada, è lui che si deve adeguare e ritornare ad incontrare Gesù come facciamo noi.
Il cristianesimo, non mi stancherò mai di ripeterlo, non è una religione, un insieme di dogmi, di riti, di credenze, di dottrine. Il cristianesimo è un Fatto, una Persona vivente. Noi non comunichiamo il messaggio di Gesù, la sua dottrina, noi comunichiamo Gesù stesso. Noi incontriamo Gesù in modo personale, come se incontrassimo un amico. Gesù è risorto, è vivo, corporalmente vivo, per questo si può incontrare oggi. Se io incontro oggi Gesù corporalmente vivo, capisci che non mi interessa molto se un pastore sbaglia strada, è lui che si deve adeguare e ritornare ad incontrare Gesù come facciamo noi.
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Re: Pietro è stato il primo papa?
Cara Lella, prima di tutto lasciami dire che leggendoti ti ho apprezzata, e molto, per la tua sincerità. Mi rivolgo quindi a te con rispetto. Con questa premessa, ne faccio un’altra: ciò che sto per dirti prendilo come detto da una persona che - nella miseria umana che tutti ci accomuna ma che in me è ancora più misera - cerca di capire come stanno le cose, consapevole di tutti i limiti. Per cui, se dirò ora cose sbagliate, scusami in anticipo.
Da quanto scrivi ovvero che il prof. Fausto Salvoni non è stata la causa del vostro allontanamento dalla Chiesa di Cristo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, deduco che il secchio era già pieno e pronto a traboccare. Se perciò non ho inteso male, avevate già questioni irrisolte che riguardano la vostra chiesa di appartenenza. Non so quali siano e neppure desidero saperlo. Non esprimo alcun giudizio su quella chiesa. Non ho nulla da dire in merito.
Per essere sincero, quella chiesa mi ha lasciato sempre indifferente, e ciò prendilo come una mia posizione neutra e non necessariamente negativa. Frequentai le loro riunioni solo due volte in tutto. La prima fu durante un culto, e devo dire che mi piacque molto la loro cerimonia con bicchierini di vino: era come io immagino la Cena del Signore. La seconda volta non fu per il culto ma in occasione di un coro americano a più voci che cantò nella chiesa in Via del Bollo, a Milano. Ne fui commosso, tanto era stupenda quella musica solo vocale.
Con il carissimo Salvoni, in tutti gli anni in cui l’ho frequentato, ho parlato della sua chiesa solo due volte. Nella prima fu lui a domandarmi cosa ne pensavo del fatto che non usano mai strumenti musicali ma solo voci. Gli dissi che non trovavo alcuna base biblica per questa loro posizione. Lui, mi disse allora che era d’accordo e che la riteneva una posizione esagerata. Tutto lì.
La seconda volta fui io a interpellarlo. Gli domandai come faceva a stare in una chiesa trinitaria, lui che trinitario non era. Ricordo perfettamente le sue parole: “Perché è l’unica chiesa che mi permette di scrivere e pubblicare ciò che penso”.
Se ti dico ciò, è perché mi sembra troppo affrettato e troppo risoluto, perfino ingiusto, il tuo giudizio che il Salvoni abbia mentito battezzandosi e che la Chiesa di Cristo non doveva battezzare, parole tue, “un miscredente nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. Non sta certo a me difendere la Chiesa di Cristo che, come ti ho detto, mi lascia indifferente. Però va detto che essa accettava il Salvoni così com’era. Anzi, ben di più. Tu stessa dici che ancora oggi, dopo ben 33 anni dalla sua morte, ancora lo citano. Nella mia biblioteca ho anche molti opuscoli scritti dal Salvoni e pubblicati proprio da diverse Chiese di Cristo. Quando diversi anni or sono visitai una sera la Chiesa di Cristo di Aprilia, che tu certamente conosci, nella loro libreria trovai molti libri del Salvoni. Ciò per dirti che non solo lo accettavano così com’era, ma lo tenevano e lo tengono tuttora in alta considerazione.
Qual è allora la vera questione? Credo, cara Lella, che si tratti di una questione dovuta al nostro modo di ragionare che dà troppa importanza alle dottrine, che confonde la fede con il credo.
Rifletti per un attimo sulla situazione nel primo secolo. C’erano gli scribi, i farisei, i sadducei, gli zeloti, gli esseni. Tra di loro non andavano d’accordo, ma avevano tutti una cosa in comune: credevano tutti nel Dio d’Israele e nella Sacra Scrittura. A quella composizione multiforme si aggiunse poi un altro gruppo: quello dei discepoli di Yeshùa! Anche loro ebrei, anche loro devoti al Dio d’Israele e fiduciosi nella Sacra Scrittura. E Yeshùa? Yeshùa frequentava le sinagoghe e il Tempio. Così i suoi discepoli. Dopo la sua morte, dove li ritroviamo se non nel Tempio?
Ripeto: è il nostro modo di ragionare di oggi che dà troppa importanza alle dottrine, che confonde la fede con il credo.
Se devo dirla tutta, spesso mi sembra che l’atteggiamento delle persone religiose sia simile a quello dei tifosi delle squadre di calcio.
Ora ti dico una cosa che, se non hai letto i libri di Salvoni, forse non sai. Lui scrive alla fine di un suo studio: “Anziché affermare che Gesù è Dio preferisco asserire che in lui dimora Dio”. Poi cita 2Tm 2:5. Subito dopo scrive: “Tuttavia Gesù, che è una persona umana e in tutto simile a noi (Eb 4:15), non è un uomo come tutti gli altri in quanto in lui, in modo tutto particolare, dimora Dio (Gv 14;10 s.)”.
Altrove il Salvoni arriva a dire che Dio è irraggiungibile, oltremodo superiore a tutto, per cui Yeshùa è “Dio” relativamente a noi. Non che vada considerato Dio, no, perché Dio rimane Dio, l’unico Dio, l’Altissimo, ma nel senso che chi vede Yeshùa vede Dio. È un punto difficile da capire, perché profondissimo. Possiamo dirla così: Dio nessuno l’ha mai visto né può vederlo; l’unico modo in cui possiamo “vederlo” è attraverso Cristo. Se ciò ci dice da una parte quanto grandissimo sia Dio, dall’altra ci dice quanto Yeshùa sia intimo col Padre.
Quando anni fa spiegavo a una donna queste cose, commentando lo studio del Salvoni, lei capì perfettamente e fece un commento che mi commosse e mi lasciò stupefatto per il suo acume e la sua profondità: “Ma allora, stando così le cose ... quanto deve essere grande Dio ... grandissimo oltre quello che possiamo immaginare”. Lo disse con le lacrime agli occhi e io credo di non aver mai percepito la grandezza di Dio come in quel momento.
È al Dio Uno e Unico, incommensurabilmente grande, che tu devi guardare, carissima Lella. E puoi farlo unicamente passando per Yeshùa.
In un momento di grave crisi, quando “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”, “Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio»”. - Gv 6:66-69.
Da quanto scrivi ovvero che il prof. Fausto Salvoni non è stata la causa del vostro allontanamento dalla Chiesa di Cristo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, deduco che il secchio era già pieno e pronto a traboccare. Se perciò non ho inteso male, avevate già questioni irrisolte che riguardano la vostra chiesa di appartenenza. Non so quali siano e neppure desidero saperlo. Non esprimo alcun giudizio su quella chiesa. Non ho nulla da dire in merito.
Per essere sincero, quella chiesa mi ha lasciato sempre indifferente, e ciò prendilo come una mia posizione neutra e non necessariamente negativa. Frequentai le loro riunioni solo due volte in tutto. La prima fu durante un culto, e devo dire che mi piacque molto la loro cerimonia con bicchierini di vino: era come io immagino la Cena del Signore. La seconda volta non fu per il culto ma in occasione di un coro americano a più voci che cantò nella chiesa in Via del Bollo, a Milano. Ne fui commosso, tanto era stupenda quella musica solo vocale.
Con il carissimo Salvoni, in tutti gli anni in cui l’ho frequentato, ho parlato della sua chiesa solo due volte. Nella prima fu lui a domandarmi cosa ne pensavo del fatto che non usano mai strumenti musicali ma solo voci. Gli dissi che non trovavo alcuna base biblica per questa loro posizione. Lui, mi disse allora che era d’accordo e che la riteneva una posizione esagerata. Tutto lì.
La seconda volta fui io a interpellarlo. Gli domandai come faceva a stare in una chiesa trinitaria, lui che trinitario non era. Ricordo perfettamente le sue parole: “Perché è l’unica chiesa che mi permette di scrivere e pubblicare ciò che penso”.
Se ti dico ciò, è perché mi sembra troppo affrettato e troppo risoluto, perfino ingiusto, il tuo giudizio che il Salvoni abbia mentito battezzandosi e che la Chiesa di Cristo non doveva battezzare, parole tue, “un miscredente nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. Non sta certo a me difendere la Chiesa di Cristo che, come ti ho detto, mi lascia indifferente. Però va detto che essa accettava il Salvoni così com’era. Anzi, ben di più. Tu stessa dici che ancora oggi, dopo ben 33 anni dalla sua morte, ancora lo citano. Nella mia biblioteca ho anche molti opuscoli scritti dal Salvoni e pubblicati proprio da diverse Chiese di Cristo. Quando diversi anni or sono visitai una sera la Chiesa di Cristo di Aprilia, che tu certamente conosci, nella loro libreria trovai molti libri del Salvoni. Ciò per dirti che non solo lo accettavano così com’era, ma lo tenevano e lo tengono tuttora in alta considerazione.
Qual è allora la vera questione? Credo, cara Lella, che si tratti di una questione dovuta al nostro modo di ragionare che dà troppa importanza alle dottrine, che confonde la fede con il credo.
Rifletti per un attimo sulla situazione nel primo secolo. C’erano gli scribi, i farisei, i sadducei, gli zeloti, gli esseni. Tra di loro non andavano d’accordo, ma avevano tutti una cosa in comune: credevano tutti nel Dio d’Israele e nella Sacra Scrittura. A quella composizione multiforme si aggiunse poi un altro gruppo: quello dei discepoli di Yeshùa! Anche loro ebrei, anche loro devoti al Dio d’Israele e fiduciosi nella Sacra Scrittura. E Yeshùa? Yeshùa frequentava le sinagoghe e il Tempio. Così i suoi discepoli. Dopo la sua morte, dove li ritroviamo se non nel Tempio?
Ripeto: è il nostro modo di ragionare di oggi che dà troppa importanza alle dottrine, che confonde la fede con il credo.
Se devo dirla tutta, spesso mi sembra che l’atteggiamento delle persone religiose sia simile a quello dei tifosi delle squadre di calcio.
Ora ti dico una cosa che, se non hai letto i libri di Salvoni, forse non sai. Lui scrive alla fine di un suo studio: “Anziché affermare che Gesù è Dio preferisco asserire che in lui dimora Dio”. Poi cita 2Tm 2:5. Subito dopo scrive: “Tuttavia Gesù, che è una persona umana e in tutto simile a noi (Eb 4:15), non è un uomo come tutti gli altri in quanto in lui, in modo tutto particolare, dimora Dio (Gv 14;10 s.)”.
Altrove il Salvoni arriva a dire che Dio è irraggiungibile, oltremodo superiore a tutto, per cui Yeshùa è “Dio” relativamente a noi. Non che vada considerato Dio, no, perché Dio rimane Dio, l’unico Dio, l’Altissimo, ma nel senso che chi vede Yeshùa vede Dio. È un punto difficile da capire, perché profondissimo. Possiamo dirla così: Dio nessuno l’ha mai visto né può vederlo; l’unico modo in cui possiamo “vederlo” è attraverso Cristo. Se ciò ci dice da una parte quanto grandissimo sia Dio, dall’altra ci dice quanto Yeshùa sia intimo col Padre.
Quando anni fa spiegavo a una donna queste cose, commentando lo studio del Salvoni, lei capì perfettamente e fece un commento che mi commosse e mi lasciò stupefatto per il suo acume e la sua profondità: “Ma allora, stando così le cose ... quanto deve essere grande Dio ... grandissimo oltre quello che possiamo immaginare”. Lo disse con le lacrime agli occhi e io credo di non aver mai percepito la grandezza di Dio come in quel momento.
È al Dio Uno e Unico, incommensurabilmente grande, che tu devi guardare, carissima Lella. E puoi farlo unicamente passando per Yeshùa.
In un momento di grave crisi, quando “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”, “Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio»”. - Gv 6:66-69.
Re: Pietro è stato il primo papa?
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Ultima modifica di France il giovedì 17 settembre 2015, 18:19, modificato 1 volta in totale.