Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

marco
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da marco »

Besàseà ha scritto:Un libro sull'integralismo cristiano antiebraico... Un argomento di attualità molto interessante! Sarebbe appropriato, se si aprisse una discussione sul tema, dove potrei mostrare cosa realmente mobilita tutta questa ostilità contro gli ebrei.
Dato il suo approccio oltremodo integralista, non gli risponderò più direttamente, onde evitare assurde polemiche che ingombrano il filo della discussione.
Grazie Noiman
Voi potete scrivere tutto quello che volete, denigrare, insultare e screditare le nostre Sacre Scritture, e quello cattivo e integralista sarei io?
Un uomo di una certa età si vanta di aver "salvato e protocollato" i miei interventi paventando la possibilità di scriverne un libro, e quello che semina odio sarei io?
Dio ce ne scansi e liberi...
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Che ti manca la fede per poter comprendere.
Questa è senza dubbio alcuno la cosa più ridicola che ho mai letto fin'ora.
Potrei riempire due pagine spiegandoti quanto e per quali motivi la tua risposta è una sciocchezza, ma non ne vale la pena. Inutile fare più aria fritta di quanta non ce ne sia già.
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Giorgia
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Giorgia »

Evitate di esagerare per favore? Certi commenti sono totalmente fuori luogo.

Avete mezz'ora per moderarvo da soli. Dopo lo faccio io, e non voglio sentire piagnistei.
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Quindi la prospettiva delle persone, buone o balorde che siano state è l'oblio, il nulla?
Perchè non dovrebbe essere così?
A pensarci bene, per quante azioni, sante o spregevoli, una persona possa aver compiuto nella breve durata di una vita, non ha senso attendersi un premio o una condanna eterni. Come si fa a valutare le opere compiute in pochi miseri anni di vita e rapportarle ad un conseguente stato nell'eternità che, per definizione, è tempo senza fine? Non ci sarebbe alcuna proporzione.
Se io ho salvato 100 vite e ne ho tolta una, merito lo stesso premio/condanna di uno che ha salvato 1000 vite ma tolte 10? Cos'è, va a peso con le buone e cattive azioni? E chi ha più meriti di altri cosa riceve, più vita eterna?
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Besasea ti ringrazio per le risposte molto esaudienti come sempre!

Sto leggendo quanto scrivete ,come sempre,appena avrò dei dubbi o domande le farò!

Saluti
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

L'argomento non è in tema, ma certamente ci fa fare delle riflessioni che possono essere utili per valutare il testo da una prospettiva diversa. Jon pone un punto interessante: perché mai possedere dentro di noi una legge morale e una percezione di Dio, ultraterreno, Eterno e spirituale, se il nostro destino è quello degli animali, che non percepiscono tutto ciò e non obbediscono ad una legge morale? Perché essere creati a Sua immagine e somiglianza, a differenza degli animali, la cui nefesh non è a immagine e somiglianza di Dio, se il nostro destino è lo stesso degli animali? Mi dispiace, ma questo non torna proprio, e a me la Scrittura comunica ben altro.

Cosa significa vivere bene? Il bene è soggettivo. Ci sono persone che reputano "bene" fare del male agli altri pur di ottenere ciò che si vuole. È un dato di fatto che la morte non sopraggiunge a seconda dello stile di vita. Ovviamente fanno eccezione i casi in cui una persona fa deliberatamente cose che danneggiano gravemente il corpo (droga, abuso di alcool, fumo, cibo spazzatura etc.). Io ho conosciuto persone che hanno vissuto in modo contrario all'insegnamento della Bibbia, attuando tutti i comportamenti sbagliati riportati da Besasea, e sono morti piú sazi di giorni di altri, fregandosene di ciò che è giusto o sbagliato ma facendo solo ciò che compiaceva i loro desideri. Conosco persone che vivono come pare a loro, vanno a letto con le mogli degli altri etc. e sono sani e felici, perché ignorano totalmente gli altri e non si preoccupano che della loro personale felicità e soddisfazione materialistca.

Dunque, se il destino di ogni uomo è la morte, che senso avrebbe la legge di Dio? Meglio fare come dice Paolo (sarcasticamente): “Se soltanto per fini umani ho lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho? Se i morti non risuscitano, «mangiamo e beviamo, perché domani morremo»” (1Cor 15:32). Ma poi dice:

“35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?» 36 Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore; 37 e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; 38 e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo. 39 Non ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci. 40 Ci sono anche dei corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e altro quello dei terrestri. 41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna, e altro lo splendore delle stelle; perché un astro è differente dall'altro in splendore. 42 Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. 45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. 46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste.”

Non esistendo il concetto di retribuzione ultraterrena prima di Yeshùa, è ovvio che la Bibbia presenti Abraamo come sazio di giorni. Ma è la Bibbia, a non aprire alcuna interpretazione in direzione della retribuzione ultraterrena, o sono gli uomini a non vederla? Possiamo davvero dire con certezza che l'era messianica non presenterà alcun mutamento rispetto alla vita e alla realtà come le conosciamo adesso? La fisica quantistica sta scoprendo, ogni giorno che passa, che la "realtà" non è affatto come noi la vediamo, ma è piuttosto una "super realtà" di cui noi viviamo soltanto il riflesso. Ed è esattamente di questa super realtà che parla Yeshùa, che anticipa lafisica quantistica.

Il tabernacolo terreno fu costruito in base a un "modello" che preesiste e sussiste in altra forma spirituale (Es 25:9; 40; Num 8:4).
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

La fisica quantistica sta scoprendo, ogni giorno che passa, che la "realtà" non è affatto come noi la vediamo, ma è piuttosto una "super realtà" di cui noi viviamo soltanto il riflesso. Ed è esattamente di questa super realtà che parla Yeshùa, che anticipa lafisica quantistica.
Antonio, la fisica quantistica è una gran cosa... ma asserire, come fai tu, che un maestro ebreo di 2mila anni fa abbia anticipato la visione della teoria olografica o altre ipotesi che la fisica fa sulla nostra realtà (che restano ipotesi), mi pare azzardato e lontano dal buon senso, oltre che privo di qualsivoglia prova concreta.
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Israel75
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Israel75 »

Scusate un piccolo OT ma non troppo.

E' dura Antonio, il problema di base non è solo che si vuole imporre il proprio punto di vista o estremizzare come fai giustamente notare, ma che mancano le basi "psicologiche" per un approccio obbiettivo.

Ho una rivelazione sconvolgente ma per molti nemmeno tale: io personalmente non sò se credo in Yeshua oppure no . Non l'ho mai visto , non ero presente , chi me lo fà fare? :ymblushing: :ymblushing: :ymblushing: . Ritengo , e mi sà che qui Noiman l'aveva intuito, di essere in linea con la corrente farisaico/essena che credeva già ai tempi degli Atti negli angeli e nel cosiddetto mondo spirituale oltre che ovviamente alla resurrezione dei morti. Mi ci vedo proprio ad alzarmi in piedi e a dire per difendere Paolo: "e se un angelo gli avesse davvero parlato?".

Detto questo quando parlo di mancanza di basi concrete mi riferisco per esempio alla baggianata che gli scritti neotestamentari siano una invenzione romana, e che le profezie siano fasulle perchè scritti dopo il 1 o addirittura 4° secolo? Ma come si fà?? . Già le prime datazioni risalgono agli anni 60-65dc. e poi per giunta è uscito questo benedetto frammento 7Q5 dei rotoli del mar morto che data inequivocabilmente il vangelo di Marco al 50dc. In greco! quindi in aramaico quando lo troveranno si scoprirà che era del 30-40dc comunque almeno 20 anni prima del 70dc.

Poi, diamo una ripassata alla storia romana per favore, la chiesa come la conosciamo oggi venne istituzionalizzata nel 381dc. , dopo che nel 321 Costantino aveva abolito il Sabato. Che cosa c'entrano mai gli apostoli con quella chiesa di ben 3 secoli posteriore? Nulla. Anche qui stendiamo un velo pietoso. :-) :-) :-)

Cioè , chiudo che non voglio far polemiche ma prima di ritenersi saccenti e sapienti almeno verifichiamo le nostre fonti, io posso anche non crederci in Gesù, ma dire che era un falso profeta e che vale solo la tradizione orale e che ha creato una nuova religione è un assurdo storico oltre che scritturale.

Leggo un passo del vangelo: "chi ha visto me ha visto il Padre" dice Yhesua , è chiaro che un Ebreo avrebbe un sussulto di fronte ad una frase simile perchè per esempio a voler fare i pignoli contrasta con Esodo dove è scritto che nessuno può vedere il Padre e vivere. Eppure niente, sarebbe uno dei tanti versetti da eviscerare, ma al solito una parte rigida che crede solo nell'infallibilità di 2 tribù su 12 spende parole a dire che si faceva uguale a DIO (cosa non vera) , che era un falso profeta (cosa non vera ) e via dicendo. Il fatto di essere scettico su Gesù non dovrebbe farmi perdere l'obbiettività anzi dovrebbe spronarci ad un confronto più prolifico.Eppure sempre a tirare frecciatine etc... come i bambini dell'asilo. :P :P :P

Comunquesia come disse giustamente un profeta antico:
Is 1:17 imparate a fare il bene; cercate la giustizia,
rialzate l'oppresso,
fate giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova!


Che poi altro non è che una citazione della Torah :
Dt 10:16 Circoncidete dunque il vostro cuore [non la carne!!!] e non indurite più il vostro collo; 17 poiché il SIGNORE, il vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta regali, 18 che fa giustizia all'orfano e alla vedova, che ama lo straniero e gli dà pane e vestito.

Meditiamo che è meglio, anche io và che poi è Sabato domani e bisogna iniziare a spegnere i fuochi (della propria ira e superbia però , non quello della caldaia :d ). :YMHUG: :YMHUG: :YMHUG:

Con affetto, Bruno
Il vostro Ebreo disperso. E un pò spigoloso. ;;) ;;) ;;)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, infatti Apocalisse parla proprio del millennio e di resuscitati allinizio di esso. Ciò che dici del Regno dei Cieli mi piace molto, ma resta il paradosso della morte fisica. Resuscitare per morire nuovamente, se pur in seguito ad una vita perfetta? A meno che non ci siano continue resurrezioni. È un paradosso perché, in seguito alla morte, sarebbe come non essere mai esistiti affatto. Dunque, vivere secondo la legge di Dio o contro essa... cosa cambia, se, morendo, sarà come non essere mai esistiti? Per questo la vita attuale non può essere in funzione della morte. Yeshùa dice esattamente il contrario (e Paolo conferma, vedi mia citazione al post precedente): adesso siamo "morti" ("lasciate che i morti seppelliscano i loro morti", Lc 9:60), ma nel Regno dei Cieli saremo vivi; il che significa ciò che dice Paolo: la vita mortale attuale è in funzione di quella gloriosa successiva, perché è la morte (stabilita in Genesi in seguito alla prima violazione) ad essere in funzione della vita. Una sorta di "preparazione", di crescita, come un bambino che cresce e impara a prepararsi all'età adulta e genitoriale. Ciò è conforme a quanto dici tu, cioè che la morte non è qualcosa di tremendo, ma un passaggio necessario, una funzione della creazione.

Se esiste la vita, non può esistere la morte, altrimenti non ci sarebbe vita. E se siamo a immagine e somiglianza di Dio Immortale, a differenza degli animali, sarebbe paradossale restare simili agli animali mortali. Ti dico la verità: se devo morire per poi morire di nuovo, preferisco non resuscitare e vivere ORA in modo conforme a Dio, nei limiti delle mie capacità. Ed è questo che, grazie a Yeshùa, riesco a fare. Ama il Signore più di ogni cosa, il prossimo come te stesso (anche il tuo "nemico"); ama te stesso; non giudicare; etc..

“«Qual è il più importante di tutti i comandamenti?» 29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore. 30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". 31 Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi».” — Mr 12:28-31

Uno che insegna questo, non può essere un idolatra o un eretico. E chi riesce veramente a mettere in pratica ora questi due comandamenti, non potrà essere giudicato, perché adempie veracemente l'insegnamento di Dio.
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

E se siamo a immagine e somiglianza di Dio Immortale, a differenza degli animali, sarebbe paradossale restare simili agli animali mortali.
Perchè sarebbe paradossale? Le cose più belle e più rare sono quelle che corrono il pericolo di non esistere più. La morte da senso alla vita. Onestamente credo che si parta dal presupposto (molto umano e ben poco divino) di essere al centro di tutto il creato e che le nostre vite abbiano chissà quale importanza. Ma perchè dovremmo essere più importanti di una coccinella, di uno di quegli uccelli che tolgono il cibo dai denti dei coccodrilli oppure della flora batterica che fa funzionare il nostro intestino? Solo perchè siamo senzienti? Questo non cambia che per l'universo siamo ammassi di materia esattamente come i canguri, le scimmie urlatrici e i bruchi. Tra 4-5 miliardi di anni il nostro sole certamente si spegnerà e la terra diventerà un sasso inadatto ad ospitare alcuna forma di vita...compresi noi, ammesso che non ci saremo già estinti per altri motivi. Di questo la Bibbia parla? Se la Bibbia, parlando dei nuovi cieli e nuova terra, si riferisce sempre al nostro pianeta, c'è qualcosa che non quadra.
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