Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Dimentichi, Gianni, che il Nuovo Testamento è Bibbia solo per noi che crediamo in Gesù, per gli ebrei è soltanto una letteratura ebraica del primo secolo. Per chi non ha fede gli scritti che parlano di Gesù non hanno alcun valore sacro, quindi gli ebrei giustamente in Isaia 53 non vedono Gesù, e giustamente dicono che lì non si sta parlando del nostro messia. Tantomeno potranno dirlo gli atei che con metodo puramente scientifico si accostano alla Bibbia, essi diranno giustamente ed indubbiamente che Isaia non stava parlando di un uomo che sarebbe venuto al mondo solo diversi secoli dopo.
- Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vero anche questo, Vittorio. Tuttavia, il metodo ermeneutico è sempre valido. I samaritani, che accettano solo la Toràh, lo applicheranno al Pentateuco, gli ebrei al Tanàch e i discepoli di Yeshùa anche alle Scritture Greche. I miscredenti che intendono studiare la Bibbia vedranno ugualmente il senso pieno del passo, senza porvi fede.
Se poi tu vuoi un metodo magico per far diventare tutti “cristiani”, io non lo ho, ringraziando Dio.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Nemmeno io ho metodi magici, semplicemente volevo far notare come, in ultima analisi, la comprensione del senso pieno delle Scritture dipenda dalla propria fede. Ognuno attribuirà ad Isaia il senso che preferisce, basandosi sulla propria fede. Quindi non possiamo avere un metodo condiviso tra religioni diverse che ci permetta di arrivare agli stessi significati. Tale metodo dovrebbe permetterci di interpretare in modo univoco i brani biblici, indipendentemente dalla fede. Se, ad esempio, io oggi dicessi di essere il vero messia, e mi mettessi a scrivere qualche testo per avvallarlo, potrei tranquillamente affermare che Isaia stava parlando di me, e nessuno potrebbe dimostrare il contrario.
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio, se tu facessi l'applicazione a te stesso, non sarebbe biblica. L'applicazione che abbiamo visto è invece fatta dalla Bibbia stessa. Ecco l'abissale differenza.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Credo, caro Gianni, tu non abbia compreso le mie parole.
Per gli ebrei il Nuovo Testamento non è Bibbia, loro ritengono Bibbia solo i 39 libri dell'Antico Testamento, quindi la tua ermeneutica messianica per un ebreo non è biblica, ed avrebbe ragione. La stessa cosa avverrebbe se un ateo analizzasse il libro di Isaia, egli giustamente direbbe che Isaia non stava assolutamente parlando di Gesù, perché umanamente nessuno potrebbe parlare di un uomo del futuro. Così analogamente io potrei fondare una setta messianica e dire che sono io il servo di cui parla Isaia. I miei seguaci potrebbero scrivere i miei insegnamenti in una serie di libri, chiamarli Nuovissimo Testamento, o in qualsiasi altro modo, e vedere in Isaia 53 la mia persona, e nessuno potrebbe smentirli. Questo Nuovissimo Testamento, insieme all'Antico, sarebbe la Bibbia di quella setta messianica, e nessuno potrebbe dire che essi stanno male interpretando Isaia.
Per gli ebrei il Nuovo Testamento non è Bibbia, loro ritengono Bibbia solo i 39 libri dell'Antico Testamento, quindi la tua ermeneutica messianica per un ebreo non è biblica, ed avrebbe ragione. La stessa cosa avverrebbe se un ateo analizzasse il libro di Isaia, egli giustamente direbbe che Isaia non stava assolutamente parlando di Gesù, perché umanamente nessuno potrebbe parlare di un uomo del futuro. Così analogamente io potrei fondare una setta messianica e dire che sono io il servo di cui parla Isaia. I miei seguaci potrebbero scrivere i miei insegnamenti in una serie di libri, chiamarli Nuovissimo Testamento, o in qualsiasi altro modo, e vedere in Isaia 53 la mia persona, e nessuno potrebbe smentirli. Questo Nuovissimo Testamento, insieme all'Antico, sarebbe la Bibbia di quella setta messianica, e nessuno potrebbe dire che essi stanno male interpretando Isaia.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Bene Gianni.
Ho fissato in mente che il senso di un passo biblico va ricercato nel contesto stesso delle Scritture.
In questo modo, il senso pieno e vero non potrà mai contraddire le Scritture mentre il senso non scritturale entrerà in conflitto con altri passi biblici.
Questo è un concetto importante per evitare anche di formulare ipotesi strampalate.
OK Gianni, chiaro come l'acqua.
Grazie
Ho fissato in mente che il senso di un passo biblico va ricercato nel contesto stesso delle Scritture.
In questo modo, il senso pieno e vero non potrà mai contraddire le Scritture mentre il senso non scritturale entrerà in conflitto con altri passi biblici.
Questo è un concetto importante per evitare anche di formulare ipotesi strampalate.
OK Gianni, chiaro come l'acqua.

Grazie
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Akragas, non so se hai capito anche che prima di dire che il senso pieno non può contraddire le Scritture, devi decidere quali sono queste Scritture. Un ebreo dirà che Isaia 53 non parla di Gesù perché Gesù non è nelle sue Scritture, ed ha pienamente ragione.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vittorio, non capisco dove sia il problema. Lascia che ognuno faccia ermeneutica sui testi che preferisce. Gli ebrei sulla Torah, gli induisti su Mahabharata e Ramayana, o sui Veda, i buddisti sui Tripiṭaka e gli amanti di Dante sulla Divina Commedia. Qui non stiamo cercando di stabilire se hanno ragione gli ebrei o i cristiani, ma di giungere ad un metodo che metta a disposizione gli strumenti necessari per comprendere meglio un testo, nel nostro caso la Bibbia; applicare questi strumenti solo alla Torah perche' non si accetta Cristo come Messia e' una scelta basata sulla propria fede e appartenenza.
Tu sei ebreo? Credi in Cristo? E allora... Mi sembra che tu ti stia sforzando di contestare e fare opposizione a tutti i costi. Lasciati un po' andare... Lascia perdere per un attimo la tua appartenenza religiosa: stiamo parlando della parola di Dio e siamo tutti sulla stessa barca.
Tu sei ebreo? Credi in Cristo? E allora... Mi sembra che tu ti stia sforzando di contestare e fare opposizione a tutti i costi. Lasciati un po' andare... Lascia perdere per un attimo la tua appartenenza religiosa: stiamo parlando della parola di Dio e siamo tutti sulla stessa barca.

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Ho capito Vittorio, ma lascia stare le appartenenze religiose. Hai detto la tua opinione ,va bene.
Dice bene Antonio.
Tu leggi la Bibbia? Se sì, allora dove sta il problema. Che ti importa degli altri. Ateo , buddista o qualunquista, che ti importa?
Impara l'arte e mettila da parte.
Io voglio ascoltare fino in fondo, poi si tireranno le somme, ma solo alla fine.
Per cui stai in pace Vittorio
Ciao
Dice bene Antonio.
Tu leggi la Bibbia? Se sì, allora dove sta il problema. Che ti importa degli altri. Ateo , buddista o qualunquista, che ti importa?
Impara l'arte e mettila da parte.
Io voglio ascoltare fino in fondo, poi si tireranno le somme, ma solo alla fine.
Per cui stai in pace Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Vittorio, può darsi che io davvero non abbia compreso cosa vuoi dire. O forse sei stato tu a non comprendere ancora il punto.
Proviamo insieme a fare il punto della situazione.
In Mt 8:17 abbiamo un’applicazione delle sofferenze del “servo di Yhvh” descritte da Isaia. È forse una nostra interpretazione?
No, perché Matteo stesso scrive: “Affinché si adempisse ciò che fu dichiarato dal profeta Isaia”.
Ora vediamo i casi che tu poni:
1. Per gli ebrei il Nuovo Testamento non è Bibbia. E allora? Allora un ebreo può:
• Dire che il senso pieno delle parole isaiane è altro. In tal caso deve dire quale; se lo trova in modo chiaro nella Bibbia ebraica, è un’applicazione del tutto biblica;
• se non lo trova, potrebbe esserci qualche applicazione rabbinica che, per quanto ragguardevole, non è strettamente biblica.
2. Un ateo che analizza il libro di Isaia – tu dici – non accetterebbe l’applicazione mattaica.
3. Tu potresti fondare una setta messianica e dire che sei tu il servo di cui parla Isaia.
Ora, quello che sembri non voler capire, Vittorio, è che a tutti e tre i gruppi (ebrei, atei e tu stesso nell’esempio) può essere posta la seguente domanda: quale applicazione troviamo nel cosiddetto Nuovo Testamento delle parole isaiane?
A questa domanda tutti e tre i gruppi sono costretti a rispondere all’unisono che l’applicazione è a Yeshùa. Chi non lo facesse, o non sa leggere o non è in grado di rispondere ad una domanda molto semplice e chiara.
Tu sembri non comprendere questa semplicissima logica e vai oltre, saltando di palo in frasca, perché parli della valutazione che ciascuno dei tre gruppi farebbe, e precisamente:
1. L’ebreo direbbe: Matteo lo applica così, ma lui era un ebreo rinnegato che credeva a un altro ebreo rinnegato e impostore che si credeva il messia;
2. L’ateo direbbe: Matteo lo applica così, ma sono tutte fantasie sue;
3. Tu nell’esempio diresti: Matteo lo applica così, ma disse il falso perché il messia sono io.
Ora, caro Vittorio, nota bene la risposta comune ai tre: “Matteo lo applica così, ma”.
L’applicazione c’è. Crederci o no non toglie il fatto che l’applicazione c'è e rimane.
Mettiamola diversamente e facciamo il caso reale. Noi qui in questo forum siamo interessati all’intera Bibbia. Quindi possiamo dire: Matteo applica il passo isaiano a Yeshùa. Il caro Noiman, che è ebreo, può dire ed è costretto a dire la stessa identica cosa, anche se poi magari aggiunge che lui non riconosce Matteo. Se ci fosse un ateo, dovrebbe pure dire la stessa cosa, aggiungendo magari che sono tutte fandonie. Se poi ci fosse un pazzo che si proclama il messia, dovrebbe lui pure dire la stessa cosa, aggiungendo che il pazzo era Matteo.
Lo so che dovrei domandarti se io sono riuscito a spiegarmi e non domandarti se tu hai capito, ma tu hai capito?
Attendo conferma da chi ci legge, prima di proseguire.
Proviamo insieme a fare il punto della situazione.
In Mt 8:17 abbiamo un’applicazione delle sofferenze del “servo di Yhvh” descritte da Isaia. È forse una nostra interpretazione?
No, perché Matteo stesso scrive: “Affinché si adempisse ciò che fu dichiarato dal profeta Isaia”.
Ora vediamo i casi che tu poni:
1. Per gli ebrei il Nuovo Testamento non è Bibbia. E allora? Allora un ebreo può:
• Dire che il senso pieno delle parole isaiane è altro. In tal caso deve dire quale; se lo trova in modo chiaro nella Bibbia ebraica, è un’applicazione del tutto biblica;
• se non lo trova, potrebbe esserci qualche applicazione rabbinica che, per quanto ragguardevole, non è strettamente biblica.
2. Un ateo che analizza il libro di Isaia – tu dici – non accetterebbe l’applicazione mattaica.
3. Tu potresti fondare una setta messianica e dire che sei tu il servo di cui parla Isaia.
Ora, quello che sembri non voler capire, Vittorio, è che a tutti e tre i gruppi (ebrei, atei e tu stesso nell’esempio) può essere posta la seguente domanda: quale applicazione troviamo nel cosiddetto Nuovo Testamento delle parole isaiane?
A questa domanda tutti e tre i gruppi sono costretti a rispondere all’unisono che l’applicazione è a Yeshùa. Chi non lo facesse, o non sa leggere o non è in grado di rispondere ad una domanda molto semplice e chiara.
Tu sembri non comprendere questa semplicissima logica e vai oltre, saltando di palo in frasca, perché parli della valutazione che ciascuno dei tre gruppi farebbe, e precisamente:
1. L’ebreo direbbe: Matteo lo applica così, ma lui era un ebreo rinnegato che credeva a un altro ebreo rinnegato e impostore che si credeva il messia;
2. L’ateo direbbe: Matteo lo applica così, ma sono tutte fantasie sue;
3. Tu nell’esempio diresti: Matteo lo applica così, ma disse il falso perché il messia sono io.
Ora, caro Vittorio, nota bene la risposta comune ai tre: “Matteo lo applica così, ma”.
L’applicazione c’è. Crederci o no non toglie il fatto che l’applicazione c'è e rimane.
Mettiamola diversamente e facciamo il caso reale. Noi qui in questo forum siamo interessati all’intera Bibbia. Quindi possiamo dire: Matteo applica il passo isaiano a Yeshùa. Il caro Noiman, che è ebreo, può dire ed è costretto a dire la stessa identica cosa, anche se poi magari aggiunge che lui non riconosce Matteo. Se ci fosse un ateo, dovrebbe pure dire la stessa cosa, aggiungendo magari che sono tutte fandonie. Se poi ci fosse un pazzo che si proclama il messia, dovrebbe lui pure dire la stessa cosa, aggiungendo che il pazzo era Matteo.
Lo so che dovrei domandarti se io sono riuscito a spiegarmi e non domandarti se tu hai capito, ma tu hai capito?
Attendo conferma da chi ci legge, prima di proseguire.