Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Gianni forse ho bisogno di altre basi di studio per riuscire a comprendere tutto ciò che ci stai presentando , ti seguo a fatica ,mi serve più tempo per interiorizzare , ma tranquillo tu vai pure avanti io mi prendo i miei tempi . grazie
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Saluti a tutti.
Ho letto il proseguo di Gianni e faccio una considerazione seguita da una domanda di personale interesse, ma che potrebbe essere utile anche agli altri.
Chiarito che per verificare il senso di un termine si rende necessario ricorrere ad una concordanza in lingua greca e/o ebraica quale strumento necessario per il biblista.
Verificato che il testo biblico tradotto porta con sé errori di traduzione e che l’uso di una qualsiasi concordanza nella sua lingua risulterà fuorviante.
Considerato che ogni singola persona è responsabile delle proprie azioni davanti a Dio e agli uomini e che le proprie azioni possono essere modificate alla luce di una buona comprensione del testo biblico, chiedo a Gianni:
il credente odierno potrà rendersi autonomamente competente a verificare il senso delle parole del testo biblico avendo una semplice conoscenza base delle lingue richieste? Ovvero, può essere sufficiente saper leggere l’ebraico e i greco ai fini sopramenzionati?
In caso affermativo, credo che lo studio delle lingue potrebbe essere per alcuni un obbiettivo stimolante da considerare.
Grazie
Ho letto il proseguo di Gianni e faccio una considerazione seguita da una domanda di personale interesse, ma che potrebbe essere utile anche agli altri.
Chiarito che per verificare il senso di un termine si rende necessario ricorrere ad una concordanza in lingua greca e/o ebraica quale strumento necessario per il biblista.
Verificato che il testo biblico tradotto porta con sé errori di traduzione e che l’uso di una qualsiasi concordanza nella sua lingua risulterà fuorviante.
Considerato che ogni singola persona è responsabile delle proprie azioni davanti a Dio e agli uomini e che le proprie azioni possono essere modificate alla luce di una buona comprensione del testo biblico, chiedo a Gianni:
il credente odierno potrà rendersi autonomamente competente a verificare il senso delle parole del testo biblico avendo una semplice conoscenza base delle lingue richieste? Ovvero, può essere sufficiente saper leggere l’ebraico e i greco ai fini sopramenzionati?
In caso affermativo, credo che lo studio delle lingue potrebbe essere per alcuni un obbiettivo stimolante da considerare.
Grazie
- Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Caro Akragas, devo risponderti di no. Non è sufficiente risalire alle parole originali, ebraiche e greche. È indispensabile, ma non sufficiente. Ora mi spiego meglio.
Prima di tutto va stabilito il testo vero da interpretare. E il testo vero è quello originale, ebraico o aramaico o greco. Fatto ciò, il dizionario ci dà il significato delle parole e la concordanza ci aiuta a capire il senso che quella parola ha nella Scrittura.
Possiamo dire che questa stappa, che è indispensabile, ci porta molto avanti e che quindi fin qui siamo a buon punto.
Cosa rimane da fare? Conoscere i generi letterari della Bibbia e anche la sua antropologia, ad esempio.
Quando leggiamo nella Bibbia che qualcuno accende un fuoco, non ci vuole un gran biblista per capire che si tratta di fiamme vere, ma se leggiamo di fiamme e di fuoco in un brano di genere apocalittico, cambia tutto.
Allo stesso modo, quando il salmista invita Dio a investigare i suoi reni, se non sappiamo cosa rappresentano i reni nell’antropologia biblica, quel brano rimarrà incomprensibile.
Comunque, non scoraggiarti. Una cosa alla volta. La prossima volta parleremo del pieno senso biblico.
Prima di tutto va stabilito il testo vero da interpretare. E il testo vero è quello originale, ebraico o aramaico o greco. Fatto ciò, il dizionario ci dà il significato delle parole e la concordanza ci aiuta a capire il senso che quella parola ha nella Scrittura.
Possiamo dire che questa stappa, che è indispensabile, ci porta molto avanti e che quindi fin qui siamo a buon punto.
Cosa rimane da fare? Conoscere i generi letterari della Bibbia e anche la sua antropologia, ad esempio.
Quando leggiamo nella Bibbia che qualcuno accende un fuoco, non ci vuole un gran biblista per capire che si tratta di fiamme vere, ma se leggiamo di fiamme e di fuoco in un brano di genere apocalittico, cambia tutto.
Allo stesso modo, quando il salmista invita Dio a investigare i suoi reni, se non sappiamo cosa rappresentano i reni nell’antropologia biblica, quel brano rimarrà incomprensibile.
Comunque, non scoraggiarti. Una cosa alla volta. La prossima volta parleremo del pieno senso biblico.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Ok Gianni, grazie.
No, non mi scoraggio, anzi tutto è uno stimolo in più.
No, non mi scoraggio, anzi tutto è uno stimolo in più.
- Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Proseguiamo.
L'analisi storica, letteraria, esegetica, lo studio minuzioso alla ricerca del senso biblico che va oltre il suo semplice significato, - come abbiamo già visto - è indispensabile.
Yeshùa stesso, gli apostoli e tutti gli agiografi delle Scritture Greche riconoscevano nei testi biblici un contenuto che andava molto di là di quello semplicemente apparante.
Nella vicenda di Sara, moglie di Abraamo, e di Agar, serva di Sara, Paolo scorge il senso pieno che espone in Gal 4:22-26.
Pietro ricorda in At 1:16 che già Yeshùa aveva colto il senso pieno di Sl 41:9 (cfr. Gv 13:18).
Ora, qui occorre stare attenti a non inserire nostre opinioni forzando il testo biblico. Il senso pieno di un passo biblico va accolto dalla stessa Scrittura e non inventandocelo.
Ad esempio, quando Dio promette a Abraamo che la sua discendenza sarebbe stata “come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare” (Gn 22:17), sarebbe una forzatura vedervi un riferimento a persone che avrebbero composto un gruppo celeste (stelle) e a persone che avrebbero composto un gruppo terrestre (sabbia). Un esame dell’espressione mostra che era solo un modo concreto per dire che la discendenza sarebbe stata innumerevole. Infatti, in Gn 13:16 il paragone è unicamente con i granelli di povere della terra, in Gn 15:5 è solo con le stelle e Eb 6:14 riassume il tutto nel suo senso vero: “Ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente”.
È la Scrittura stessa che ci permette di cogliere il senso pieno di certi passi che, da sola, nessuna nostra analisi, per quanto accurata e minuziosa, potrebbe farci scoprire.
Si pensi alle sofferenze del “servo di Yhvh” descritte da Is 52:13-53:12; queste acquistano il loro vero senso pieno solo riferite alla passione di Yeshùa. Ma ciò non è il risultato di un nostro studio analitico ma è l’applicazione che la Bibbia stessa ne fa in Mt 8:17;9:2,20,32;20:28;26:37,38,65,67;27:14, 28,38,39,41,49,50;28:18;15:31; Mr 9:12;15:27; Lc 2:35;5:31;19:41;22:37,44;23:32; Gv 1:10,29;4:34;6:66;11:35,50; 12:27,38;15:20,25;18:40;19:1,5,7,34; At 3:15;8:32,33;9:15;10:22; Rm 4:25;5:6,18,19;8:34;10:16,20;15:21; 1Cor 5:7; 15:45; 2Cor 5:19,21; Flp 2:7; Col 1:20; 1Tm 2:6; Tit 2:14; Eb 2:9,13,14;4:15;7;7:25,27;9:26,28;13:13;26;10:5; 1Pt 1:19;2:4,21-25;3:18; 1Gv 2:2; Ap 1:7.
Tuttavia, queste applicazioni vanno scoperte studiando e analizzando.
Facciamo una pausa per lasciare spazio a domande od osservazioni. Poi proseguirò spiegando la differenza tra senso letterale proprio e improprio.

L'analisi storica, letteraria, esegetica, lo studio minuzioso alla ricerca del senso biblico che va oltre il suo semplice significato, - come abbiamo già visto - è indispensabile.
Yeshùa stesso, gli apostoli e tutti gli agiografi delle Scritture Greche riconoscevano nei testi biblici un contenuto che andava molto di là di quello semplicemente apparante.
Nella vicenda di Sara, moglie di Abraamo, e di Agar, serva di Sara, Paolo scorge il senso pieno che espone in Gal 4:22-26.
Pietro ricorda in At 1:16 che già Yeshùa aveva colto il senso pieno di Sl 41:9 (cfr. Gv 13:18).
Ora, qui occorre stare attenti a non inserire nostre opinioni forzando il testo biblico. Il senso pieno di un passo biblico va accolto dalla stessa Scrittura e non inventandocelo.
Ad esempio, quando Dio promette a Abraamo che la sua discendenza sarebbe stata “come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare” (Gn 22:17), sarebbe una forzatura vedervi un riferimento a persone che avrebbero composto un gruppo celeste (stelle) e a persone che avrebbero composto un gruppo terrestre (sabbia). Un esame dell’espressione mostra che era solo un modo concreto per dire che la discendenza sarebbe stata innumerevole. Infatti, in Gn 13:16 il paragone è unicamente con i granelli di povere della terra, in Gn 15:5 è solo con le stelle e Eb 6:14 riassume il tutto nel suo senso vero: “Ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente”.
È la Scrittura stessa che ci permette di cogliere il senso pieno di certi passi che, da sola, nessuna nostra analisi, per quanto accurata e minuziosa, potrebbe farci scoprire.
Si pensi alle sofferenze del “servo di Yhvh” descritte da Is 52:13-53:12; queste acquistano il loro vero senso pieno solo riferite alla passione di Yeshùa. Ma ciò non è il risultato di un nostro studio analitico ma è l’applicazione che la Bibbia stessa ne fa in Mt 8:17;9:2,20,32;20:28;26:37,38,65,67;27:14, 28,38,39,41,49,50;28:18;15:31; Mr 9:12;15:27; Lc 2:35;5:31;19:41;22:37,44;23:32; Gv 1:10,29;4:34;6:66;11:35,50; 12:27,38;15:20,25;18:40;19:1,5,7,34; At 3:15;8:32,33;9:15;10:22; Rm 4:25;5:6,18,19;8:34;10:16,20;15:21; 1Cor 5:7; 15:45; 2Cor 5:19,21; Flp 2:7; Col 1:20; 1Tm 2:6; Tit 2:14; Eb 2:9,13,14;4:15;7;7:25,27;9:26,28;13:13;26;10:5; 1Pt 1:19;2:4,21-25;3:18; 1Gv 2:2; Ap 1:7.
Tuttavia, queste applicazioni vanno scoperte studiando e analizzando.
Facciamo una pausa per lasciare spazio a domande od osservazioni. Poi proseguirò spiegando la differenza tra senso letterale proprio e improprio.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Credo che qui arrivi il punto fondamentale nel metodo ermeneutico, ovvero quello in cui la fede fa la differenza. Chi ha fede in Gesù accetterà questa interpretazione, accetterà tutto il Nuovo Testamento come rivelazione del senso pieno anticipato nell'Antico Testamento, coloro invece che non hanno questa fede, come gli ebrei, vi vedranno semplicemente delle forzature, delle attribuzioni di senso su brani che invece dicevano altro.Gianni ha scritto:Si pensi alle sofferenze del “servo di Yhvh” descritte da Is 52:13-53:12; queste acquistano il loro vero senso pieno solo riferite alla passione di Yeshùa. Ma ciò non è il risultato di un nostro studio analitico ma è l’applicazione che la Bibbia stessa ne fa in Mt 8:17;[...]
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Qui però non stiamo analizzando il "credere" o meno. Da quel che ho capito, l'ermeneutica si occupa di capire il significato di quanto è scritto, indipendentemente dal fatto che ci credo o meno.
Io posso capire perfettamente quello che dice una persona, e al tempo stesso posso non credere ad una sola delle parole che ha detto.
Quindi accettare o meno un messaggio è cosa a parte rispetto al comprenderne il senso.
Io posso capire perfettamente quello che dice una persona, e al tempo stesso posso non credere ad una sola delle parole che ha detto.
Quindi accettare o meno un messaggio è cosa a parte rispetto al comprenderne il senso.
Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Direi che la fede è fondamentale per capire il senso pieno di brani come Isaia 53, un ebreo non dirà mai che lì si sta parlando di Gesù di Nazaret, un uomo preciso venuto nella storia. L'ermeneutica scientifica non ci viene in aiuto, anzi al contrario dirà che lì sicuramente non si parla di Gesù: come poteva un autore di quell'epoca parlare di un uomo preciso venuto in un epoca successiva? Al massimo l'ermeneutica, considerando anche il Nuovo Testamento, dirà che un gruppo di ebrei, in epoca successiva ad Isaia, avrebbe attribuito ai suoi scritti la prefigurazione del messia in Gesù.
- Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv
Vero, Vittorio. Tuttavia, l'applicazione è biblica perchè fatta dalla Bibbia stessa. Il senso pieno del passo è dato dalla Bibbia stessa. Per capire, prendi come esempio la parabola dello schiavo fedele. I dirigenti della religione di Brooklyn vedono in quello schiavo se stessi. Questa fantasia non è assolutamente biblica. Nella Bibbia non troviamo infatti alcunchè che giustifichi questa applicazione, casomai il contrario.
Dice quindi bene Giorgia: l'ermeneutica si occupa di capire il significato di quanto è scritto, indipendentemente dal fatto che ci crediamo o meno. Ripeto: il senso pieno del passo isaiano è dato dalla Bibbia stessa, che ci crediamo o no.
Dice quindi bene Giorgia: l'ermeneutica si occupa di capire il significato di quanto è scritto, indipendentemente dal fatto che ci crediamo o meno. Ripeto: il senso pieno del passo isaiano è dato dalla Bibbia stessa, che ci crediamo o no.