infatti tante cose le sto imparando grazie a loro ..però preferisco sempre ragionarci su...vale sempre ciò che ho scritto.
Qualcuno può pensare che siamo seguaci di Gianni, io sono seguace di nessuno , solo del Messia... però accolgo molto volentieri ciò che scrive Gianni , i suoi studi che cerco sempre di confutare nei miei limiti, e le perle di Noiman sulla lingua ebraica.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Caro Naza, se fossimo costretti a dover definire l’ermeneutica con poche parole, direi che si tratta di entrare nel pensiero di chi ha scritto e poi di usare il buon senso e la logica.
Ma andiamo avanti. Tutto diventerà più chiaro trattandolo.
Vediamo ora la differenza tra significato e senso.
LA NOZIONE DI SENSO BIBLICO. Con il termine "senso" intendiamo quel determinato concetto mentale che lo scrittore ispirato intendeva esprimere con la parola che usò. Il significato, invece, è il concetto o l'idea che la parola ha oggettivamente in sé e che ritroviamo nel vocabolario.
Sebbene non vada trascurato il significato, ciò che conta per lo studioso biblico è il senso che la parola assume nella Scrittura. Ad esempio, in At 10:47 si legge: “Siano battezzati”. Ora, il testo originale dice βαπτισθῆναι (baptisthènai), letteralmente “siano immersi/sommersi”. Il significato è quindi di immergere completamente in acqua ma il senso è altro. “Battesimo [βάπτισμα (bàptisma), “immersione”] (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio)”. - 1Pt 3:21.
Per determinare il senso biblico occorre perciò non solo il vocabolario ma scoprire l’intenzione dell’agiografo nell’usare quella specifica parola. Le domande sono: Che senso le dava? Che cosa significava per lui? Come voleva che fosse intesa?
Non va dimenticato che con la Bibbia siamo di fronte a due autori: Dio che dà l’ispirazione e l’uomo che, ispirato, scrive secondo la sua lingua e secondo la sua cultura. Il senso che parola assume è alla fine in armonia con l’intera Bibbia e con l’intenzione dell’agiografo ispirato. Ciò vale anche per i gesti e le azioni simboliche. Occorre anche qui trovare il senso che lo scrittore e la Bibbia gli davano.
Il primo passo da fare nell’applicazione dell’ermeneutica biblica è di stabilire l’oggetto dell’interpretazione. Ovviamente ciò che vogliamo esaminare è la Scrittura, ma questa si presenta in un testo composto di parole. Sono prima di tutto le parole che devono essere definite.
C’è differenza tra senso e significato. Se una persona dice a un’altra: Tu mi piaci, quest’ultima potrebbe domandare: In che senso? Il significato è quello che troviamo nel vocabolario, il senso è quello che la persona intende dare alla parola che usa. Non dovrebbe essere la stessa cosa? Non sempre.
La parola greca ἀπόστολος (apòstolos) indica nel vocabolario “un delegato, un messaggero, uno mandato avanti con ordini”; deriva dal verbo ἀποστέλλω (apostèllo) che significa ordinare a qualcuno di andare in un certo luogo, mandarlo via, congedarlo, liberarlo, perfino espellerlo o scacciarlo; in una parola, apòstolos significa “inviato” (cfr. Gv 13:16). Questo il significato. Lo storico Erodoto narra di un apòstolos, uno inviato a Mileto e non certo per scopi biblici. Nella Bibbia ha però un senso particolare. Apostoli erano le decine e decine di discepoli e discepole inviati a diffondere il messaggio salvifico; c’era poi un senso ancora più ristretto che veniva dato a questa parola, indicando i Dodici. Yeshùa è l’apostolo per eccellenza. - Eb 3:1; cfr. Mt 10:40;15:24; Lc 4:18,43;9:48;10:16; Gv 3:17;5:36,38;6:29,57;7:29; 8:42;10:36;11:42;17:3,8,18,21-25;20:21.
La parola greca ὁδός (odòs) significa “via / strada”. Con questo significato è usata anche nella Bibbia, ad esempio, quando in Mt 2:12 si dice che i maghi “tornarono al loro paese per un'altra via [ὁδοῦ (odù); “strada” (PdS)]”. Tuttavia, l’evangelista Luca usa in At 9:2 questa stessa parola con un altro senso, quando parla dei “dei seguaci della Via [ὁδοῦ (odù)]” ovvero dei discepoli di Yeshùa.
Un aspetto importante dell’ermeneutica biblica è perciò la noematica biblica. La parola nòema (νόημα) significa in greco “pensiero”, da cui noematica ovvero lo studio dei concetti, dei pensieri veri, dei ragionamenti veri dello scrittore biblico. La noematica ci aiuta a cogliere il senso vero che la Bibbia dà alle parole e a opporci alle nostre opinioni in merito. Quando leggiamo in Ap 1:10, nella versione di G. Diodati, che Giovanni si trovò in spirito “nel giorno della Domenica”, questa è un’opinione del traduttore. Il testo biblico ha ἐν τῇ κυριακῇ ἡμέρᾳ (en te küriakè emèra), “nel signorile giorno” o “nel giorno del Signore”. Come arriviamo a stabilire l’esatto senso della parola? Con la Bibbia stessa, perché la “domenica” è detta nella Scrittura e da Giovanni stesso “primo giorno [della settimana]” (Gv 20:1) e mai “giorno del Signore”; casomai, il “giorno del Signore” sarebbe il sabato (Es 16:23;20:10;31:13). Qui “giorno del Signore” ha però il senso che questa espressione assume nell’intera Bibbia. - 1Cor 1:8;15:24-26; Flp 1:6,10;2:16.
Per stabilire il significato di una parola occorre il vocabolario, ma per stabilire il senso che la Bibbia dà a quella stessa parola, che cosa occorre?
Secondo voi?
La prossima volta parleremo di uno strumento molto utile per stabilire il senso delle parole bibliche.
Occorre verificare la concordanza, ossia come quella parola viene usata negli altri casi in cui compare. Abbiamo gia' discusso della parola morphe' e di come possa significare forma o natura ma anche immagine. A volte e' utile verificare la parola ebrica che sta dietro la traduzione greca, perche' i redattori del NT pensavano in ebraico.
Un'altra cosa da fare e' capire bene l'uso che gli ebrei fanno di quella parola, quindi conoscere il senso che assume tra i semiti, come nel caso di cuore/mente.
un ben ritrovato a tutti.
Gianni ci chiede:
Per stabilire il significato di una parola occorre il vocabolario , ma perstabilire il senso che la bibbia dà a quella parola, che cosa occorre ?
nei punti che ci hai suuggerito all'inizio di questo confronto troviamo la risposta (perchè lo scrittore bibblico ha scritto ciò che ha scritto? a chi scriveva ? cosa voleva dire ?....Perchè ha usato proprio quella espressione ? etc
Condivido questo approccio alla parola per capire bene il significato stesso, però c'è un però.
La parola di Dio è parola viva , che attraverso il testo parla oggi a me , Dio continua oggi in noi attraverso il suo Spirito Santo a parlare e a indicarci la sua via.
non ci si accosta alla Parola di Dio come ci si accosterebbe a qualsiasi altra parola.
oltre a una preparazione collegata all'autore ,alla mentalità collegata a quel momento storico ,
credo per un approccio alla Parola di Dio per comprenderla fino in fondo , bisogna neccesariamente partire da un approccio del tipo spirituale ( e qui Gianni Mi dice ecco che ci risiamo ) ti ho già detto Gianni che non riesco dividere le due cose , la Parola di Dio ,può diventare motivo di studio solo quando ci sono dentro come cammino di fede , altrimenti anche se comprendiamo bene ,l'autore ,la mentalità gli usi etc ,non riusciremo mai a comprenderla ,proprio per il fatto come ti dicevo che attraverso il testo la parola oggi parla a me.
E allora oltre alle caratteristiche importanti di conoscenza ne vanno aggiunte altre altrettanto importanti , e qui non ci sono regole precise nell'approccio alla parola ,perchè essendo una relazione personale con Dio ognuno, si approccia con tutta la propria persona , con tutto ciò che è, bello e brutto che sia .
personalmente, nel (comprendere ) mi faccio aiutare inanzitutto da un luogo , un luogo che faciliti il silenzio e l'ascolto (entra nella tua camerae, chiusa la porta , prega il Padre Tuo nel segreto "MT 6,6)
poi cerco sempre di essere fedele hai tempi che decido di dedicare alla Parola, in modo che diventi un appuntamento importante, perchè mi piace pensare che in quel appuntamento con Dio anche se io non ne ho voglia, Lui invece desidera sempre incontrarmi indipendentemente dal mio stato d'animo
Scusatemi forse stò andando fuori tema ,ci sono altri attegiamenti che mi aiutano all'approccio , ma tutto questo è per dire che senza unapproccio di preghiera , di supplica , di profonda meditazione , di ascolto , anche se siamo proffessori in bibblica la vedo dura entrare nel mistero della parola .
per questo motivo io direi che nella fede non funziona come nelle cose di tutti i giorni:
Mi preparo, studio e dopo aver capito mi metto in movimento.
Nella fede accade sempre il contrario , mi metto in movimento, e strada facendo comprendo meglio.
Lo stesso accade con La Parola di Dio, mi sforzo di essere leale e nel cammino della mia vita con i tempi che deciderà solo Dio , si aprirà passo dopo passo cosa Dio vuole da me.
Michele, la fede e' un dono che Dio da' a chi vuole e non serve a capire le scritture. Davvero non capisco la tua difficolta' a mettere da parte la fede (e soprattutto le dottrine extra-scritturali!) per concentrarti un attimo soltanto sul metodo di studio. Nessuno mette in dubbio la fede di alcuno. Il fatto e' che qui stiamo cercando di delineare un metodo di lettura, studio e approfondimento che prescinde dalla fede. La fede e' necessaria nella preghiera, non nella lettura delle Scritture, per la quale, invece, e' necessario il cervello. La fede, la preghiera e la meditazione sono una cosa, lo studio del testo un'altra. Chi legge con fede comprendera' certamente in modo diverso rispetto a chi non crede, ma non necessariamente piu' completo. Ricorda e rifletti su questi importanti punti suggeriti da Gianni:
•Perché lo scrittore biblico ha scritto ciò che ha scritto? A chi scriveva? Cosa voleva dire?
•Perché ha usato proprio quell’espressione, quelle parole, quei verbi, quei tempi verbali?
•Qual è il contesto culturale e storico in cui si inquadra il testo?
•Qual è il significato inteso al suo tempo? In che modo i suoi contemporanei capivano il testo?
Ok ,Antonio, farò questa fatica di tenere divisa la ,parola, dalla fede ma non sarà facile ho paura che nei miei commenti che condivido con voi , alla lunga ci ricasco dentro.e ciò che è peggio un tipo di lettura del genere non mi entusiasma , non mi prende, ti ripeto ancora una volta , attraverso il testo bibblico , Dio oggi parla a me , e lo fa con un linguaggio sempre nuovo , un linguaggio naturalmente che si rivela nel profondo nell'intimo , nell'inteligenza, nel cuore ,un linguaggio che da energia e motivazioni importanti per continuare il cammino.
Ciò che Dio oggi vuole dire ad ognuno di noi ,e ciò che sperimentiamo concretamente è più importante di ciò che Dio ha già detto nel corso dei secoli per tanti anni , la storia del popolo di Dio siamo noi, ognuno di noi.
Pensa te, ci sono già ricaduto, vi chiedo un po di pazienza .