Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

acqua72
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da acqua72 »

AEnim ha scritto: lunedì 11 settembre 2023, 15:08
Gianni ha scritto: lunedì 11 settembre 2023, 8:48 le Scritture Greche si spiegano tramite le Scritture Ebraiche.

Caro Gianni,

ritengo che anche questo approccio sia scorretto.
Qui il punto è questo:
Il cristianesimo è un nuovo culto, frutto di una quantità di contaminazioni notevole, che va dai già citati movimenti esseni, gnostici, enochici, alle contaminazioni greche di vario tipo ed anche ad altre, compreso il grande assente, la grande mostruosa rimozione su tutto ciò che è zoroastrismo con le credenze del quale ha un rapporto altrettanto spurio.
Il cristianesimo ha credenze autonome, che non sono il frutto di una ignoranza e di misunderstanding del TaNaKh: sono credenze autonome che vengon proiettate sul testo ebraico per altri motivi.
Ora di queste possiamo stare a parlare e anche no, ma a mio avviso è un errore enorme pensare ad un cristianesimo che trovi radice nell'ebraismo, e non è un caso che gli scritti siano in lingua greca e non ebraica. Quello che il cristianesimo dovrebbe fare è smetterala di manipolare le scritture ebraiche per darsi un alone di autorità, giustificare la propria esistenza, affermarsi a discapito di altri credi, ed appioppare all'ebraismo credenze che non ha mai avuto, interponendosi fra tale fonte e terzi.
E' tanto evidente che si tratta di un nuovo culto frutto del conflitto fra ebraismo e resto del mondo.
Non è possibile farlo rientrae nell'alveo dell'ebraismo, nè ricondurre tale culto all'osservanza della Torah.
Essi credono in un mondo spirituale particolare, per giunta a volte duale, che un dio si incarni, ma lo faccia una sola volta, che il dio incarnato risorga, che si tratti di un messia che non è quello ebraico ma somiglia molto di più a quello zoroastriano, in un concetto di sacrificio che viene da altrove e da molto lontano, ed in tutto un ambaradam - pur con varianti - molto definito che con l'ebraismo non ha nulla a che spartire, cercando di introdurre in questa religione idee proveniente da altrove, e naturalmente aprendo anche la possibilità del processo inverso. Un gran bel casino che passarà parecchio tempo prima di essere rimesso in ordine.
Ma il pensiero, anzi, i pensieri cristiani vanno definiti per se stessi e non letti attraverso il TaNaKh. Solo dopo averli definitivi si potranno fare dei paragoni ed evidenziare le differenze.

Quindi per me no, le scritture greche non si spiegano tramite ed alla luce delle scritture ebraiche, e - semplicemente - il TaNaKh non dovrebbe essere un testo sacro cristiano.
Gianni mi aspettavo una replica perche' anche io vorrei capire meglio
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Mi sono letta tutto ciò che avete postato sull'argomento satana l'origine , e naturalmente si arriva ad una conclusione e dice riporto le parole conclusive : la conclusione è in altri termini che il satana ebraico potrebbe essere una vera e propria manifestazione dell volontà di Dio .

Notate bene la parola " potrebbe " quindi non è assolutamente una certezza , è una deduzione relativa e perfettamente attaccabile .
Chi legge deve usare il proprio cervello e vedere sè questa conclusione può reggere .

Personalmente non ho mai asserito che satana sia un avversario di Dio. È un avversario dell'uomo , perché asserisce che Giobbe lo serve per tornaconto , una malefica insinuazione ,
Attenzione è quì è il punto , chiede il permesso di metterlo alla prova .
Che Dio permette una cosa non significa che ne è l' Autore . In questo caso lo ritiene necessario per far venire fuori i veri motivi di chi si definisce suo servitore
E quì emerge sempre il libero, arbitrio.

Si asserisce che questo angelo non divenne il satana ma che lo sia sempre stato creato così da Dio .
Ora vediamo in ciò un minimo di logicità e di coerenza con la giustizia divina che in questo caso sà di grande ingiustizia , di un abuso di potere ? Un essere che Dio crea apposta per recare male tanto male , che ti mette il bastone tra le ruote e ti vuole fare cadere .
Ragioniamo : Quale fu il principio di Adamo ? Come ribelle verso Dio alla creazione ? No il suo principio Dio lo definì molto buono .
Similmente l'angelo accusatore non fu creato accusatore ma lo divenne nel momento in cui attuò il suo disegno .
Dio non glielo impedì e per il fatto che non glielo impedì ciò significa che fu Lui l'origine creandolo così ? Questo è solo un'asserzione che porta chiunque ad accusare Dio .

Ho letto in questa discussione precedente : Il semplice concetto che una creatura possa anche solo pensare di potersi opporre a Dio non è biblico "

È perfettamente biblico , l'uomo la creatura di Dio ne è la prova,si è opposto al comando di non mangiare simbolicamente il frutto , ha scelto volontariamente di opporsi a Dio e Dio non glielo ha impedito.
Il dominio di Dio per chi non l'avesse capito è basato sulla libertà con le relative conseguenze .
1 Corinti 6:3 " Non sapete che giudicheremo gli angeli? " Perchè devono essere giudicati gli angeli se fanno tutto ma proprio tutto col volere di Dio ?
Non vi è quì l'evidenza di un comportamento indipendente anche se permesso ma non voluto da Dio ?
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Nella discussione tenuta da Bgaluppi , diceva che nell ebraismo esistono più interpretazioni sul satan una per esempio riguarda lo yetzer-ha-ra , le due inclinazioni insite nel l'uomo .
Un'altra è nel Talmud ( Bava - Batra 16a )
Rabbi Levi dichiara : satana ha agito per amor di Dio . Quando vide come Dio fosse così concentrato su Giobbe ,lui (satana ) pensò , non sia mai che Dio dimentichi il suo amore per il nostro padre Abramo "

E cosa fa ? Si accanisce contro Giobbe , chiaramente questa insieme alle altre sono supposizioni , e non certezze .
Come la mia spiegazione non ho la presunzione di presentarla come certezza ma ognuno la può valutare in base ai propri ragionamenti è opportuno similmente che quella discussione tenuta da Bgaluppi non venga presa come un punto d'arrivo o una certezza .
AEnim

Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AEnim »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: mercoledì 13 settembre 2023, 23:05 Chi legge deve usare il proprio cervello e vedere sè questa conclusione può reggere .
Galuppi ha fatto un'ottima analisi.
In particolare ricorda che:
"satàn" (שָׂטָן) non è un nome proprio ma un nome comune e significa "avversario".

Non è un nome proprio, l'ha sottolineato più e più volte.

Il problema dell' "usare il proprio cervello", come dici tu, è che come lo usi tu significa far coincidere il testo con le proprie idee, perchè se non coincide non ti piace e quel testo 'non può' dire cose diverse da quelle che tu riterresti giusto che dicesse.

Il fatto è che sei figlia di una civiltà e di una educazione e cultura che non ha niente a che spartire con quella cività, educazione e cultura. Questo senza contare la differenza di epoca.

Tu chiami ragionare il fatto di 'giudicare' mentre si legge, e quindi se 'non mi piace' non può essere così, non può essere che dica esattamente questo, perchè poi, nei tuoi parametri resteresti completamente spiazzata.

Allora così non si capisce, e non si capirà mai non tanto e non solo cosa quel testo vuol dire ma come pensava chi lo ha scritto.
Il punto cruciale è che il pensiero di chi lo ha scritto viene prima dello scritto, molto, ma molto prima.
Lo scritto non è stato 'dettato' da dio e poi tutti dovevano pensare in quel modo, non è un 'istruzione' di pensiero, ma una rappresentazione di un pensiero che non deriva dalla lettura di quel testo, ma esisteva prima ed ha prodotto il testo.

Quindi la sensazione di scandalo, orrore ed errore per il fatto che " il satana ebraico potrebbe essere una vera e propria manifestazione dell volontà di Dio" ce la si deve togliere, altrimenti è un paio di occhiali colorati sul naso.
Nessuna civiltà antica ha mai concepito il dio buonino come l'orso yogi al quale la nostra è stata educata.
Da dio provengono il bene e il male non è una idea solo ebraica.

Tutt'al più potrai dire che non sei d'accordo e non ti piace, e improvvisamente per te questo testo sarà meno sacro e anche un poco sbagliato, ma non è che perchè non ti piace che non può essere invece proprio l'idea che sottostà a "quel" testo ed alla luce della quale quindi diventa obbligo leggerlo.

E questo è il normale atteggiamento di studio e non fideistico che si dovrebbe avere.


Esiste un midrash che racconta più o meno così:
Miriam, Aronne ed altri ad un certo punto chiamano da parte Mosè, e gli dicono:
Senti, ma questa storia che vai sul monte e parli con dio, anche basta, non serve, a noi va benissimo che le leggi ce le dai tu.
E Mosè risponde: No, perchè so che se dirò che sono stato io a stabilirle non le seguiranno, e siccome io voglio che le seguano mi sento più sicuro così, voglio che le seguano per paura.

In quasi tutte le civiltà dio non è mai stato visto come un orso yogi tanto buonino, ma era qualcosa di cui si aveva paura, si doveva avere paura, proprio perchè a dio si faceva risalire tutto il mondo visibile agli occhi, quindi da lui provenivano il bene e il male, la buona sorte come la catastrofe, esattamente come si vedeva nel rapporto con la natura: la siccità, la carestia, la malattia, il terremoto, le inondazioni etc.
Anche questi sono nemici ed ostacoli.

Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.

Questo non è una gran rivelazione biblica, lo trovi anche altrove. Quindi, fra l'altro, era una idea anche piuttosto condivisa e soprattutto realista. Era accettato come un dato di fatto.
Il problema non era come fosse o non fosse dio, il problema era come scansarsi al momento opportuno.

L'ebraismo fa parte a pieno titolo di questi pensieri che vengono chiamati non-dualisti.

Allora in un pensiero non dualista tutto, ma proprio tutto, è voluto da dio e non si muove foglia che dio non voglia.

Lo sottolineò anche Besasea, quando disse che tutto è voluto da dio, Mosè come lo scomodo Costantino.

Ricordo di un altro consulente ebraico, tantissimo tempo fa che lessi dire:
nell'ebraismo la piaga non è male, è bene.
E a questo punto non è difficile capire che valga anche per l'ostacolo e il nemico.

Dio in queste culture non è qualcuno che ti fa stare tranquillo, non è propriamente la mammina protettiva.
La grande invenzione del pensiero ebraico è l'idea del patto: Israele è legata a dio con un patto.
Un patto è bilaterale ed è qualcosa attraverso il quale si vincola l'altro, quindi anche dio è posto sotto patto.

Perciò in questo tipo di pensero la visione di ciò che è satàn che Galuppi indica possibile è coerente.

Poi ti può non piacere, infatti a molti questi pensieri non dualisti non piacciono, e in tal caso non resta che cambiare libro sacro (il problema diventerebbe reperirli perchè è un pensiero quanto mai diffuso nella più parte delle religioni :) ).

Diventa un problema però se quando si studia ci si mette a giudicare, perchè a quel punto non si vede più cosa c'è, ma si comincia a cercare di cancellare ciò che non piace ed interpretare secondo ciò che piace.

Il giudizio dopo. Dopo aver capito come funziona.
A me i pensieri non dualistici non dispiacciono, presentano meno problemi di discrepanza con i reale, hanno più i piedi per terra.


Invece, riguardo a Giobbe, stando a ciò che ho scritto nel post precedente ...
Nel mio pensiero il Libro di Giobbe è come una 'situation commedy', in cui viene, appunto, creata una situazione al fine di indurre delle riflessioni e di ... comunicare qualcosa senza dirlo.
Colui che viene 'messo alla prova' solo apparentemente è Giobbe (e in questo 'inganno, trappola' sta il satàn: questo per me propriamente significa fare il satàn), in maniera invece non dichiarata lo sono i suoi amici, e più di tutti i lettore. In questo senso il satàn in questa situazione è una 'azione divina' :) , a compierla è lo scrittore.
... ben poche sono le deduzioni teologiche che permette. In ogni caso le deduzioni di Galuppi sono correttamente fatte e servono non ad essere d'accordo o meno ma stanno in un corretto processo di individuazione del pensiero biblico.

In Giobbe l'autore del testo ha costruito quello che si chiama uno 'specchio'. Il lettore è infatti contemporanemente sia il satana che Giobbe che gli amici di Giobbe, poichè sia pensa che sia facile lodare dio nella buona sorte, sia si sente un giusto e, casomai, se colpito, senz'altro ingiustamente (trovarsi pecche: sia mai!) , sia pensa della cattiva sorte altrui che sia per colpa giusto per trovare una scusa per sbarazzarsi del prossimo (e quindi col cavolo che è solidale e aiuta). Lo scrittore prende questi comuni tre atteggiamenti, che sono complementari e spesso tutti presenti nella stessa persona, e li dispiega in una trama di parti e personaggi affinchè possa essere visti separatamente e possa rendersi consapevole la loro dinamica.

Giobbe però rispecchia in pieno il pensiero biblico, quando subito commenta: dio ha dato, dio ha tolto; che è una affermazione speculare a "faccio il bene e provoco la sciagura", e Giobbe infatti lo sa.

Il bello è che Giobbe non è una storia prettamente biblica, è un topos letterario pregresso, e sarebbe interessante poter leggere l'originale: facilmente ci si potrebbe ritrovare lo stesso tipo di pensiero.

Quanto agli angeli, aridaje. Non è pensiero ebraico che gli angeli siano 'creature' (quindi nemmeno il satan) e che le schiere presenti in genesi siano di 'angeli', ma il passo si riferisce ad astri e stelle.
Quindi niente angeli nella creazione. Questa è un'idea che appartiene ad altri che cercano di inserirla nell'interpretazione ma non c'è.

Bgaluppi scrive:
Possibile che il Dio infinitamente buono, misericordioso e giusto crei avversità e tenebra?
Il fatto è che in questi pensieri antichi c'è molta poca o molta meno 'teologia', almeno dei greci, tanto per dire. Fanno anche poca teodicea, cioè non cercano di 'giustificare' dio di fronte allo stato delle cose.
Prendono il dato di fatto reale.

Basti pensare a come sia facile oggi dire: "Non è possibile credere in dio perchè fa morire bambini innocenti nei terremoti quindi cade l'attributo della bontà e anche quello dell'onnipotenza".
E' una cosa facilissima asserire con prove che un dio tanto buonino come l'orso yogi non può esistere.
Anticamente invece si credeva in dio molto più facilmente ma, appunto, l'idea era molto più realistica.
E tutto sommato considerare l'ostacolo come qualcosa posto da Dio per essere superato è allo stesso tempo un pensiero moooolto più ottimistico del dio buonino come l'orso yogi.
trizzi74
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da trizzi74 »

Ciao AEnim, secondo te qual è la concezione che gli scrittori del Nuovo Testamento avevano di Satana?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Sinceramente avrei voluto trovarmi quando è stato trattato questo argomento ma visto che è stata portata alla ribalta , continuo con le mie considerazioni .
satàn non è un nome proprio , questo lo sappiamo benissimo ma non significa che non c'è , molti angeli dicono le scritture hanno un nome ma non è rivelato il nome ,di solo due si menziona il nome Gabriels e Michele , quando menzioniamo satàn menzioniamo la caratteristica dellAngelo ovvero bugiardo calunniatore oppositore .

Leggo : Lo scritto non è stato dettato da Dio " Non è stato dettato ma ispirato da Dio si, perché facente parte del canone e quindi accettato come fonte ispirata da Dio .

Ora passiamo al dio buonino come l'orso yogi , è una fissa di qualcuno che gli occidentali credono in questo tipo di Dio , ricordo che i cattolici credono in un inferno di fuoco dove le anime dei dannati vengono tormentati per i secoli dei secoli, altro che dio buonino !
Le Scritture non insegnano questo ma ognuno renderà conto di se stesso , i giusti saranno salvati con difficoltà a stento e per grazia concessa e non per meriti .

Non si muove una foglia che Dio non voglia , questo viene insegnato , inculcato nel cattolicesimo , un'idea sconsiderata , che va sminuzzata è messa sotto i piedi , perché è la radice di tutte le bestemmie rivolte a Dio. Tutte le accuse rivolte a Dio provengono da questa pazza idea .

Dio permette ma non é la Causa .
Permette l'esercizio della propria libertà , ogni scelta ha una conseguenza in bene o in male ,a monte troviamo la scelta scellerata del primo uomo e le relative conseguenze . Questo Dio ha permesso , ma non ne è la causa .

Nella parte profonda di noi c'è Dio , per dirla con le parole di Gualtiero.
Quella parte profonda è buona e priva di male , quella che se riesci a farla emergere vedrai il volto di Dio.

" Io formo la luce e creo le tenebre faccio il bene e provoco la sciagura . Io il Signore compio tutti questo "
Da brivido leggendolo a primo acchito . E il contesto dove è andato a finire il contesto ?
Leggete il contesto e vedete in quale circostanza vengono pronunciate queste parole ,a chi sono indirizzate, e perché . Dio crea la sciagura , arreca un male motivato giustamente e non alla cieca .
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

(Nel trattato che sto scrivendo sulla figura biblica di satana, sono giunto al termine dell'esame delle Scrutture Ebraiche. Ora mi occuperò delle Scritture Greche. Spero così che avremo molti più elementi da ponderare).
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto: giovedì 14 settembre 2023, 10:10 (Nel trattato che sto scrivendo sulla figura biblica di satana, sono giunto al termine dell'esame delle Scrutture Ebraiche. Ora mi occuperò delle Scritture Greche. Spero così che avremo molti più elementi da ponderare).
Ciao Gianni, ma non avevi già postato un tuo trattato sulla figura di satana nella Bibbia?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da acqua72 »

noiman ha scritto: giovedì 23 novembre 2017, 23:21 Provo a dare una risposta a quanto avete scritto e soprattutto a daminagor che fa una interessante osservazione:
"Antonio, è davvero plausibile che gli autori delle SG, conoscitori della tradizione giudaica, arrivassero ad esaltare a livello narrativo la figura di satana e dei demoni, nonostante una simile enfasi fosse del tutto estranea alle SE che essi ben conoscevano? E tutto solo per potersi far capire meglio dal loro pubblico?
Quello che voglio dire è: un ebreo osservante del primo secolo avrebbe introdotto elementi divergenti (in termini di quantità ed importanza) dalla tradizione giudaica solo per arrivare a dei pagani? Forse io sbaglio, ma mi sembra difficile da credere a meno di non dare per scontato che gli autori delle SG fossero degli ebrei che erano disposti a "rinnegare" la tradizione a cui erano strettamente legati. Ci sono altri esempi di un simile atteggiamento all'interno del giudaismo?

Bisogna partire da una considerazione: il pensiero greco e il giudaismo
Esdra quando decide di mettere per iscritto la Torah orale lo fa nel momento di maggior pericolo , la crisi del giudaismo assediato culturalmente dal pensiero greco che gli ebrei consideravano pagano.
Non fu inventato niente, fu solo completato quello che già da tempo era il bisogno di consolidare l’applicazione della legge, mettendo per scritto le norme giuridiche che regolavano la vita giudaica , il modo migliore per salvaguardare il giudaismo dall’influenza pagana.
Al giudeo veniva detto con le parole di una legge divina, come doveva comportarsi quale vero servitore di D-o : quali feste celebrare, quali sacrifici offrire, quali tributi pagare ai sacerdoti addetti al culto e in generale quali cerimonie osservare. ( Emile Shurer)
Tutto questo avvenne approfondendo lo studio della Torah, raffinando l’interpretazione e la sua esposizione in ambienti dotti .
Questo avvenne mentre i greci sotto la spinta di Alessandro Magno avevano ormai conquistato mezzo mondo antico e mantenuto unito da un potere centrale.
Nella conquista ogni città fu assegnata al potere greco , nuove città furono fondate e abitate solo da greci. Tutto questo avvenne all’incirca nel II sec a.c. Tutto questo lo sappiamo dalle monete ritrovate un pò’ ovunque , Gaza e tutta la costa era ormai greca, la Samaria colonizzata.
La Giudea si trovò di fatto circondata da città e avamposti ellenistici. Anche se il giudaismo si manteneva saldo l’influenza greca fu enorme, in primi era la lingua del commercio, l’intero pensiero e le abitudini dei greci erano diventate comuni , afferma Emile Shurer che questo era una caratteristica dell’ellenismo , cioè appropriarsi di un culto religioso straniero e rivestirlo di abiti greci, come avvenne in Siria e in Egitto.
La divisione in giudea tra quelli che erano favorevoli alla cultura greca e i Chassidim, uomini pii dediti alla conservazione della tradizione giudaica fu la miccia che innestò l’insurrezione maccabaica, questo quando Antioco Epifane tentò di sostituire con la forza il culto giudaico utilizzando la forza.
La rivolta ebbe successo e l’ellenismo nel suo aspetto religioso fu completamente rimosso dal suolo giudaico, Shurer osserva che questo è il solo esempio conosciuto, per quanto se ne sa, di una religione orientale che abbia resistito con successo all’influenza dell’ellenismo.
Ma per giungere a questo scorrerà molto sangue, il tempio di Gerusalemme fu profanato, il tesoro del tempio saccheggiato, la circoncisione proibita, chiunque venisse trovato con un rotolo della Torah veniva messo a morte e bruciato insieme al suo rotolo. Il 15 del mese di kislev , dicembre 167 a.c nel tempio di Gerusalemme, sull’altare degli olocausti furono celebrati sacrifici pagani.
Senza entrare nei particolari di questa guerra di liberazione conosciamo che per ben due volte gli eserciti siriaci attaccarono la giudea e per due volte furono sconfitti militarmente, tutto questo lo sappiamo da fonti giudaiche, il libro dei Maccabei e da gli storici del tempo, da questa parte di storia gli ebrei di allora e di oggi ne hanno tratto insegnamento e tradizione, la festa di Hanukà è l’eredità lasciata da quel momento storico.
Senza entrare in dettagli le regole di quella guerra furono influenzate dalla politica, sicuramente la vittoria giudaica apri la porta al potere di Roma, i romani stanziati in Egitto seppero approfittare della debolezza degli eserciti siriaci e trarre vantaggi a seguito di un scellerato accordo che la Giudea fece con Roma, una specie di NATO dell’epoca che prevedeva una alleanza tra Giudea e Roma imperiale.
Senza entrare in dettagli e ripercorrere tutta lo storia giudaica di quei secoli, sappiamo che il potere di Roma su Giudea e Siria è collocabile tra il 63 a.c e il 135 d.c .

Tutta questa chiacchierata per spiegare che anche se il potere di Roma si estendeva in tutta la Giudea non fu tale da influenzare il giudaismo che in quel frangente storico dipendeva ancora della cultura greca anche non in grado di condizionare il culto e la tradizione nella quotidianità, il pensiero greco era ben presente all’interno della classe media e in quella colta, gli stessi farisei e parte degli scribi in qualche modo erano influenzati dalla presenza di sostenitori ellenizzati fino ai più alti ranghi della società.

La Giudea che accolse Gesù era profondamente influenzata dal pensiero greco ma dominata di fatto dai romani che a parte qualche episodio anche tragico non interferivano con le autorità religiose in cambio delle tasse a Cesare e alla pace sociale.

Riassumendo nella quotidianità il popolo osservava ancora le leggi tradizionali, parlava sicuramente aramaico ed ebraico ma gli il pensiero era inquinato dal modo di vivere e di pensare dell’ellenismo, il mondo era cambiato e se si voleva relazioni oltre il confine di casa si doveva rispettare le leggi romane e usare la lingua greca.
Ancora una volta come hai tempi del regno Seleucide la diga era retta dai chachamim saggi cioè i farisei che garantivano ancora una volta l’integrità del giudaismo che navigava in una palude dove ellenismo e giudaismo si confrontavano.
E possibile pensare che l’ambiente dove nacque Gesù fosse un misto tra un giudaismo ellenizzato e un altro giudaismo rimasto puro.

Esaminando il Vangelo si ha l’impressione che tutto quello che vi è scritto sia una specie di mediazione ibrida tra i due pensieri, riguardo ai romani non viene citata la loro religione, sono visti come occupanti attraverso il loro potere militare che in definitiva è pratico e senza alcuna volontà di convertire il prossimo, ben diverso da quello che accadde con Antioco Epifane IV che invece al contrario dei romani intendeva estirpare il giudaismo.

Io penso che rabbi Gesù intendesse riportare Israel hai valori originali dell’ebraismo tradizionale, ma chi lo seguiva pensava come i greci e poco come i maestri di Torah come avrebbe voluto Gesù riformatore e nello stesso tempo conservatore.
La sfida era dunque tra i farisei chiusi a riccio per salvare il salvabile e un uomo che vedeva la distorsione del pensiero originale. Se Gesù fosse vissuto ai tempi dei Maccabei probabilmente il cristianesimo non sarebbe mai sorto.
Dunque un uomo tra incudine e martello e tutti sappiamo come è andata.

Rimane una domanda: perché tutto quello che è stato scritto riguardo la sua vita e le sue opere non è stato scritto in ebraico? Forse perché coloro che vissero accanto a lui preferirono raccontare una storia vissuta o meno nella lingua ormai imperante, non il latino ma il greco. Opportunismo politico? Oppure l’unico mezzo per diffondere un messaggio a coloro che potevano accettare solo se scritto nella lingua destinata a uscire dai confini nazionali.
Scusate l’OT riguardo la discussione sul “satan” ebraico che è diventato greco, pagano e poi cristiano.
Noiman
Io riporterei anche questa nota di Noiman
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

Quello che sto scrivendo è un libretto.
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