Shay ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 13:54
Animasalvata, la stella del mattino è la più lucente al sorgere e al tramonto del sole. In questo periodo la stella domina tutto il cielo perché quando essa sorge subito dopo sorge il Sole e con la luce solare le altre stelle essendo di luminosità più debole scompaiono. Nel simbolismo biblico questo è il re messia dell'insegnamento rabbinico oppure un imperatore.
Il nuovo testamento attinge da quei simboli e quindi quando essi compaiono non può dire cose diverse.
Anche le parole attribuite a Gesù mostrano essere coerenti con questo simbolo:
"26 Ed a chi vince, e guarda fino al fine le opere mie, io darò podestà sopra le nazioni; 27 ed egli le reggerà con una verga di ferro, e saranno tritate come i vasi di terra; siccome io ancora ho ricevuto dal Padre mio. 28 E gli darò la stella mattutina. 29 Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese."
Ho citato la "stella del mattino" a Noiman per evidenziare un collegamento tra Isaia e il nuovo testamento. In Isaia la stella del mattino è il re babilonese mentre in Apocalisse è il Cristo glorificato. Nel libro di Daniele Nabucodonosor è definito
re dei re. Anche Yeshua glorificato in Apocalisse è definito
re dei re. Nabucodonosor in un certo senso era un immagine di Yeshua glorificato come re dei te. Per questo motivo il re babilonese era la stella del mattino in Isaia 14 mentre in Apocalisse Yeshua glorificato è la vera stella del mattino. Tieni presente che nello stesso capitolo in cui il re babilonese è chiamato "stella del mattino" si parla anche della superbia del re babilonese che pensa in cuor suo di salire sulle nuvole del cielo. Il re di Babilonia si considerava divino come il Faraone e come i Cesari.
Riprendo lo schema:
1) il Re di babilonia è definito stella del mattino -> Yeshua è definito stella del mattino
2) Il re di Babilonia
si autodivinizza pensando in cuor suo di
ascendere sulle nuvole del cielo ma viene scaraventato nell'abisso
perché non è veramente come l'altissimo -> Yeshua risorto invece sale letteralmente al di sopra dei cieli e deve venire con le nubi del cielo. Quindi vuol dire che Yeshua risorto era divino altrimenti non poteva salire al cielo.
Yeshua se era veramente il Messia ben David e se non era veramente divino dopo la resurrezione sarebbe rimasto sulla terra come re dei re proprio come Nabucodonosor che fu re dei re
qui sulla terra, non in cielo.
Yeshua risorto salendo al cielo ha fatto quello che per il re babilonese
era impossibile. Una creatura non può ascendere al cielo. Una creatura che dice che "salirà al cielo verso Dio" si metterebbe al livello stesso di Dio. Sarebbe una parola blasfema. Addirittura sarebbe "blasfemo" anche il solo fatto che una creatura pensasse ciò.
Come si spiega questa parola?
Marco 14: Il sommo sacerdote si stracciò le vesti e disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Voi avete udito la
bestemmia. Che ve ne pare?»
Tutti lo condannarono come reo di morte.
Ecco le parole incriminate: Gesù disse: «Io sono; e
vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e
venire sulle nuvole del cielo».
Quelle parole furono veramente dette all'interno del Sinedrio? Come facevano gli apostoli a saperlo? Non potevamo essere presenti li. La logica dice che:
1) Gli apostoli lo seppero da qualcuno che si trovava dentro il Sinedrio
2) Fu lo Spirito di Dio a rivelare agli apostoli le esatte parole
3) Quelle parole furono una ricostruzione teologica degli apostoli operata dopo l'ascensione al cielo di Gesù.
Nei primi due casi la domanda è: perché quelle parole erano considerate come bestemmia dal Sinedrio? Evidentemente a quell'epoca e in quel contesto quelle espressioni avevano lo stesso significato di Isaia 14,14.
Dire di andare in cielo era una pretesa divinità
Nel terzo caso sono gli apostoli a ricreare la scena narrata per scopi teologici. In tal caso ci dobbiamo chiedere:
perché lo fecero? Che senso avevano quelle parole "dette" da Yeshua per gli apostoli? In tale caso per gli apostoli le espressioni "salire al cielo" equivalgono ad equipararsi a Dio e gli apostoli inserirono queste parole nella predicazione (la predicazione era prima orale e poi scritta) perché credevano che Gesù risorto era Dio.
tu insisti che Gesù è D-o stesso, ma questo non è possibile per molte ragioni. Una perché lo stesso nuovo testamento fa questa distinzione. Dice infatti che alla fine della sua missione Gesù restituisce il regno a D-o.
Ti stai riferendo a 1 Corinzi 15,24. Il versetto 24 è legato al versetto 28:
28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa,
affinché Dio sia tutto in tutti.
La consegna del regno come conseguenza della sottomissione ha uno scopo preciso:
"affinché Dio sia tutto in tutti".
Che significa questo? A mio parere significa che alla fine, quando ogni cosa sarà ridotta a nulla e questo alla fine del regno millenario, il Figlio farà un atto di umiltà allo scopo di rendere
partecipi sua natura divina(2 Pietro 1,4) i figli che avranno superato l'ultima prova quando Satana sarà sciolto per un breve periodo.
In armonia con il pensiero rabbinico dell'epoca in cui, il messia una volta terminata la sua missione muore.
Ma 1 Corinzi 15,24-28 non dice che il Messia morirà. E non sta scritto nemmeno che Paolo aderì alla credenza che il Messia terminata la sua missione morirà. Queste è una credenza ebraica ma una credenza ebraica non necessariamente deve essere per forza quella giusta. Sta scritto anche che Yeshua ora ha una
vita indistruttibile(Ebrei 7,16) e che è immutabile.
Un essere immutabile come fa a morire?
Dirai che il profeta Isaia profetizzò che nel Regno si morirà solamente di vecchiaia. Avevo dato una possibile spiegazione di quel passo di Isaia. Secondo me ciò che profetizzò Isaia si riferiva al "millennio". Durante il millennio tutti dovranno raggiungere una certa età. Alla fine del millennio moriranno i peccatori che saranno sedotti dal satan sciolto temporaneamente. Quelli moriranno e saranno considerati maledetti e morti come ad un età giovane. Il millennio avrà una durata lunga e la durata della vita si allunghera.
Il satan non è un qualcosa che si divinizza in se stesso, può diventarlo se l'uomo si insuperbisce perché il satan è l'istinto animalesco innato nell'uomo. Cioè è l'uomo stesso, sta al suo interno, nei suoi ragionamenti.
Quando il re di babilonia pensò in cuor suo "salirò sopra le nuvole, sarò come l'altissimo" si era insuperbito e così si era insuperbito anche il suo satan che era in lui. Anche il satan del re babilonese voleva salire al cielo ed essere come Dio.