Besàseà ha scritto:Non credo io ti abbia mai detto questo, ma un fondo di verità c'è in queste tue parole perché la stragrande maggioranza dei biblisti non è in grado di abbandonare completamente le traduzioni. Particolarmente in riferimento a chi ha proposto per primo le attuali posizioni accademiche della biblistica. Posizioni che derivano dall'incapacità di comprendere il testo ebraico per mancanza di versatilità nella letteratura ebraica. Chi ha fatto di più ed ha raggiunto un buon livello è comunque rimasto al testo masoretico perché incapace di abbandonare completamente la vocalizzazione stabilita. Abbiamo vario genere di dipendenze (non solo queste due) che portano a conclusioni erronee.
Gli accademici israeliani si sono adeguati al programma di studi stabilito da cristiani incompetenti.
La posizione accademica moderna in merito all'interpretazione di cio' che sta scritto in un testo antico non si avvale soltanto della conoscenza della lingua in cui e' stato scritto ma passa anche attraverso una buona conoscenza del contesto storico e culturale in cui quel testo e' stato prodotto la quale a sua volta passa forzosamente anche per lo studio di cio' che avveniva nelle culture coeve ,passa cioe' anche attraverso la valutazione delle fonti extrabibliche.
E inoltre e' necessario anche cercare di capire a quale genere letterario appartiene quel testo.
(Studiosi che passano la loro vita a fare questo ,avendo abbandonato gia da secoli l'approccio religioso, permittimi, che non e' giusto che tu cerchi di liquidarli con l'epiteto di "cristiani incompetenti")
E questo tipo di differenza di approccio che contraddistingue uno studioso come puo' essere la professoressa del video da te.
Nello studio accademico entrano in gioco anche i testi della tradizione mesopotamica e tutto cio' che noi sappiamo attraverso l'archeologia di cio' che a livello artistico quelle popolazioni producevano.
Attraverso questi contributi noi sappiamo che nelle religioni assiro babilonesi , per Karabu, si intende una figura mitica di animale ibrido.
Lo studioso accademico sa bene che la tradizione ebraica affonda le sue radici in quella mesopotamica, non lo sa solo per mezzo della bibbia, ma la bibbia stessa lo suggerisce dicendoti che Abramo viene da la, Giacobbe/Israele si e' sposato la.
Questa figura mitologica era qualcosa di analogo ai centauri della tradizione greca o alle sfingi della tradizione egiziana.
Nella tradizione mesopotamica i Karabu erano piu' che altro tori alati con il volto umano.
I templi nella tradizione assiro babilonese erano in genere custoditi da queste figure.
Di questo tipo di sculture ne sono state ritrovate molte e sono esposte in musei come il Louvre, il British Museum.
Dove voglio arrivare con tutto questo?
La forza della posizione accademica qual'e'?
E' quella che per ipotizzare che gli antichi autori biblici quando parlavano di cherubini non stessero pensando a un tipo di creaura analoga a quella della cultura mesopatamica bisogna supporre
contemporaneamente che:
- la somiglianza della parola Karabu / kerub sia una
coincidenza.
- Il fatto che i templi assiro babilonesi erano protetti dal Karabu e nella bibbia troviamo il Kerub nel tempio di Salomone a proteggere qualcosa sia una
coincidenza.
(ricordiamo che anche la tenda del deserto che conteneva l'arca dell'alleanza , che sia esistita o meno, era una sorta di santuario mobile)
- il fatto che il Karabu era una creatura ibrida e Ezechiele descriva il kerub come essere ibrido con fattezze sia umane che animali sia una
coincidenza.
Un po troppe coincidenze non trovi?
(Non sarebbe male un po piu' di partecipazione anche da parte degli altri)