Vi riporto alcune informazioni sui termini dàimon e daimònion dall’autorevolissimo Theological Dictionary of the New Testament (Kittel-Friedrich):
Nel mondo greco ed ellenistico.
1. Un animismo persistente, che anche i circoli educati hanno dovuto riconoscere, è alla base del concetto di daímōn nel mondo greco. Il daímōn può essere una divinità o divinità minore ma può anche avere un senso filosofico. L'etimologia e il significato originale del termine daímōn sono incerti.
2. Daímōn come termine per divinità e poteri divini. Vari sensi possono essere notati in questo campo: a. "dio" b. "divinità inferiore" c. "fattore sovrumano sconosciuto", d. "ciò che si impadronisce di noi", ad es. morte, o fortuna buona o cattiva, e. "divinità protettiva", e nello stoicismo f. "l'elemento divinamente correlato in noi", per esempio noús o coscienza. Le stelle possono anche essere chiamate daímones.
3. L'influenza della religione popolare sui sistemi filosofici. Mentre la filosofia ha interpretato daímōn come potere divino generale, ha anche introdotto i daímones come intermediari personali. Eroi e daímones sono simili, e i daímones servono anche come messaggeri, supervisori e mediatori. Sotto l'influenza della credenza popolare sono legati soprattutto alla magia, alla sfortuna e al possesso. Sono anche considerati spaziali (specialmente i demoni malvagi), e hanno un posto nella grande scala da Dio a noi come esseri che sono superiori ma ancora imperfetti, essendo la loro cattiveria dovuta alla loro associazione con la materia.
4. daímōn nella cultura popolare greca. Nella credenza popolare i daímones sono a. spiriti dei defunti, b. ombre che appaiono soprattutto in luoghi solitari durante la notte. Causano tutti i tipi di sfortune, sono responsabili di malattia e follia, portano nomi speciali e possono essere allontanati o evocati dalla magia.
Quello che è particolarmente interessante è notare la somiglianza della credenza popolare greca sui demòni (punto 4) con quella giudaica del periodo tannaitico, che segue.
Qui troviamo una credenza diffusa negli spiriti, molti dei quali sono chiamati, per esempio, Lilith, Bath Chorin; anche nomi di gruppo. Hanno ali e godono di una conoscenza speciale ma hanno bisogni sensuali. I maghi li contattano. Come spiriti di contaminazione sono in completa antitesi allo Spirito Santo. Sono onnipresenti e dannosi e devono essere prese precauzioni per evitarli (ad es. di notte o in luoghi in rovina). Inoltre causano malattie e agiscono da seduttori. Non sono collegati a Satana. Dio e i suoi angeli possono proteggersi da loro, come può studiare la legge, ma devono essere prese anche precauzioni esterne. Diversamente dagli angeli, essi non sono intermediari di Dio, ma gli angeli potrebbero diventare poteri demoniaci ostili e quindi ci può essere riferimento agli angeli di Satana in una fusione storica che non cancella la fondamentale distinzione tra angeli e demoni.
Queste credenze del giudaismo tannaitico, ossia dei primi due secoli della nostra èra, oltre ad essere simili alle credenze pagane ellenistiche, sono molto lontane dal pensiero del giudaismo precedente l’esilio, che riporto:
Tracce di una credenza negli spiriti si verificano nell'AT in 1 Sam. 28:13 (la strega di Endor) e Is. 08:19. Ma quelli che hanno evocato i morti dovevano essere espulsi (Dt. 18:10; 1 Sam. 15: 23a; cfr Num. 23:23). Quindi il demoniaco appare solo marginalmente. Gli spiriti sono menzionati per descrivere la distruzione di Babilonia e di Edom (cfr Is. 34:14, 13:21). Gli spiriti sono forse legati all'idolatria in Dt. 32:17; 2 Chr. 11:17. Solo una volta in Ps. 91: 6 LXX c'è un possibile riferimento alla protezione contro i demoni. Una parola speciale ángelos sostituisce daímōn per i messaggeri di Dio, e Dio stesso è la fonte di tutto ciò che accade, compresi i mali retributivi o educativi. Nel complesso la LXX usa il daimionion per l’ebraico šēḏ, ma può anche usare eídōlon e mátaia come equivalenti, dimostrando così che il daimónion è un termine sprezzante per gli dei pagani. Tob. 6: 8 ss. [apocrifo] offre un esempio di uno spirito malvagio che attacca e distrugge gli umani. Ma i daimonia piuttosto che i daímones sono preferiti per tali spiriti, forse perché il termine è più vicino alla credenza popolare ed evita gli aspetti positivi di daímōn.
Il motivo per cui la credenza popolare degli spiriti maligni proliferò in seguito all’esilio, fu l’esilio stesso, non una “rivelazione” che prima non fu data. Sono i rapporti che Israele ha coi popoli pagani a condizionare il pensiero ebraico sui temi soprannaturali, non la rivelazione divina. Gli scrittori del NT credevano all'influenza che il
sed aveva sugli uomini, ma anche i farisei ci credevano. Pensare che i farisei del tempo di Yeshùa, che credevano all’influenza del
sed (שֵׁד, tradotto dalla LXX con daimònion), avessero ricevuto una rivelazione superiore ed ulteriore a Mosè e ai profeti è davvero improbabile e anche sciocco.