Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, dovresti leggere "Bibbia tradotta, Bibbia tradita" di Pinchas Lapide, per capire che tutto il passaggio di Marco, non riportato dagli altri evangelisti, è in realtà una sottile e mascherata critica politica nei confronti del dominatore romano. Gianni riporta l'interpretazione di Lapide nel suo studio sul passaggio marciano. Interpretazione molto plausibile, data la stranezza del racconto: quando mai nella Bibbia si legge di demòni che interagiscono con gli animali? I "porci" sono i romani che occupavano la regione e tutto il racconto è una mascherata invettiva contro il dominatore straniero.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Dt 32,17 non dice affatto che sono dei meri idoli: Hanno sacrificato a dèmoni che non sono Dio, a dèi che non avevano conosciuto, a dèi nuovi, apparsi di recente, che i vostri padri non avevano temuto.
Ma lo dice da altre parti che ho citato. Come puoi leggere, i demoni sono "dèi nuovi che i padri non conoscevano". Sono dunque dèi, deità pagane che gli israeliti conobbero dai popoli pagani. E gli dèi pagani non sono forse idoli vani? In ebraico שֵׁד (shed, dall'assiro "sedu"). È questo il significato del termine greco, "deità minore", e la LXX lo usa così. E sono gli stessi dèi che adoravano i pagani:

Sl 95:5 (LXX):

ὅτι πάντες οἱ θεοὶ τῶν ἐθνῶν δαιμόνια [daimònia], ὁ δὲ κύριος τοὺς οὐρανοὺς ἐποίησεν
Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono idoli vani; il Signore, invece, ha fatto i cieli. (NR)

In ebraico è: כי ׀ כל־אלהי העמים אלילים ויהוה שמים עשה
in cui אלילים è elil, che indica inutilità, vanità, assenza di valore, e al plurale fa riferimento agli idoli (cfr. Lv 19:4; 26:1; 1Cr 16:26; Is 2:8,18; 19:1; Ez 30:13; Sl 96:5, etc.).

Theòi pagani = demòni = idoli vani

!!!

Oh, ma in che lingua devo riportare le Scritture?!?

καὶ ἔθυσαν τοὺς υἱοὺς αὐτῶν καὶ τὰς θυγατέρας αὐτῶν τοῖς δαιμονίοις [daimonìois]
Sacrificarono i propri figli e le proprie figlie ai demòni (NR, Sl 106:37)

Fai una ricerca. A chi venivano sacrificati i bambini? Ai demòni del NT? O a Moloch e altri falsi dèi?

ὑμεῖς δὲ οἱ ἐγκαταλιπόντες με καὶ ἐπιλανθανόμενοι τὸ ὄρος τὸ ἅγιόν μου καὶ ἑτοιμάζοντες τῷ δαίμονι [to dàimoni] τράπεζαν καὶ πληροῦντες τῇ τύχῃ κέρασμα
Ma voi, che abbandonate il Signore, che dimenticate il mio monte santo, che apparecchiate la mensa a Gad e riempite la coppa di vino profumato a Meni (NR)

Gad, il dàimon, era una deità pagana.
http://www.sapere.it/enciclopedia/gad.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Il termine demonio, traslitterato dal greco, significa "dio minore", non spirito maligno. Infatti, LC 4:33 parla di "spirito di demonio impuro", ossia "spirito di una deità impura", maligna. Presso gli Assiri, tali deità si manifestavano in forma buona o cattiva, e Luca specifica che quella era una forma cattiva. Dunque Luca crede nelle deità pagane, nonostante il Tanach dica chiaramente che sono idoli vani inesistenti? Oppure usa un linguaggio tipicamente accettato ai suoi tempi, secondo cui uno che "aveva un demònio" era affetto da qualche malattia fisica o mentale?

"Poiché tutti gli dèi dei popoli sono idoli vani [elilim, εἴδωλα (èidola, “idoli”), δαιμόνια (daimònia)], ma il Signore ha fatto i cieli." - 1Cr 16:26, cfr. Sl 96:5 citato sopra)

"Io sono il Signore, e non ce n'è alcun altro; fuori di me non c'è altro dio!" - Is 45:5
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Ultima precisazione sul termine δαιμόνιον (daimònion). Si tratta della forma neutra di δαιμόνιος (daimònios), aggettivo che significa “divino, sovrumano, meraviglioso”, letteralmente “che appartiene alla divinità”. Per cui, la forma neutra sostantivata τό δαιμόνιον significa letteralmente “divinità, deità, dio, essere divino, genio, dèmone (non demònio)”, e anche “potenza, provvidenza, influsso divino”. Nella cultura antica, dunque, il daimònion non era necessariamente una deità o una potenza divina maligna, ma anche benigna. Nel NT il termine acquista il senso di “demònio impuro” in virtù della cultura ebraica del tempo (essendo riconducibile alla deità pagana, era inteso come qualcosa di unicamente negativo e maligno). Yeshùa insegnava cose che alcuni non capivano e giudicavano senza senso, per cui la gente diceva: “ha un demonio” (Gv 10:20). Stessa cosa per il Battista. Chi poi era veramente pazzo o portava malattie di vario tipo, aveva il demonio della pazzia, o quello che rendeva muti e sordi, e altri. In questo contesto culturale hanno scritto gli autori delle Scritture Greche. Oggi, se uno è muto, la gente pensa forse che abbia un demonio?!? Forse alcuni si, ma non siamo nel I secolo.

È interessante la traduzione in ebraico di Gv 10:20, che ho letto solo ora e conferma quello che dicevo sopra a Marco:

wayo’m’ru rabbim mehem shed bo um’shuga` hu’ lamah thish’m’`u ‘elayu
Molti di loro dissero: “Un dèmone [non demònio] è in lui ed è pazzo, perché lo ascoltate?”

Il dèmone è shed, che in ebraico è uno spirito di deità, dall’assiro “sedu”, una divinità dall’aspetto di un bue (si, proprio come il vitello d’oro!). Il termine è usato in Dt 32:17 ed è associato alla deità pagana, tradotta infatti dalla LXX con il termine δαιμόνιον.
noiman
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da noiman »

Insisto:
Marco scriveva il 6 gennaio 2017:
"Caro Noiman, per un Cristiano, Dio è sempre: Il Padre (come insegnato da Cristo). Non ha senso chiamarlo diversamente secondo ciò che leggo. Il Figlio, la rivelazione ultima, ci ha svelato il Nome di Dio, che è Padre. Quindi, con questo appellativo ci viene mostra la nostra filiazione con Lui.

Caro Sandro come giustamente fai notare, l'ebraico ha 1.000 interpretazioni diverse, mi permetto di affermare che 999 sono errate, una sola è l'interpretazione corretta, l'unica che ci può avvicinare a Dio.
Caro Sandro senza Cristo non si può avere conoscenza. E' cosi! La Torah è santa, ci siamo, ma solo attraverso Cristo. Ti scrivo ciò che dice Paolo in merito: Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per la loro salvezza. 2 Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta CONOSCENZA; 3 poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. 4 Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede.
Hai capito cosa intendo? Leggiamo il Vt nella sua semplicità, così come tradotto, avendo bene in mente la figura di Cristo, come anche in Dio era sempre presente.
Non cerchiamo interpretazioni delle S. Ebraiche derivanti da tradizioni impastate di misticismo e cabala, sono molto pericolose per la fede. Si, si quella fede semplice, ma forte, che a qualcuno dispiace. Re: Genesi 22: Sacrificio d'Isacco:tentazione-prova-provvide
Scritto da Marco » mercoledì 6 gennaio 2016, 7:06 .
E pretende di interpretare le scritture in Dvarim.
Noiman
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da noiman »

i server hanno una memoria di ferro...... [-X
scriveva Marco:
"Quindi, tu cristiano "intelligente", consigli di rivolgersi alla lettera morta?
Complimenti
Ma.. che scuole frequenti?
Vuoi vedere che al posto delle penne ci sono le pipe da oppio!!
Un cristiano che crede di salvarsi tramite le 613 Mitzvot si chiama: "poveretto".
Rifiutare la Grazia di Dio che vergogna!!! Siamo indegni della Sua Bellezza Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche"
da marco » domenica 13 dicembre 2015, 19:24
noiman
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da noiman »

posso continuare o è O.T.
Noiman
France
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da France »

Carissimi ci sono alcuni post che non meritano nemmeno di essere letti, piu’ che un forum di biblistica sembra di stare in un isola degli orrori con angeli, demoni e predicatori.

Due versi tratti dalla Parasha’ Teruma’ Shabbat Zachor 5761 di Jonathan Pacifici, riguardo al male:

“Tutto quanto ha creato il Santo Benedetto Egli Sia nel Suo mondo non lo ha creato altro che
per la Sua Gloria”.
Non si può prescindere dal fatto che ogni cosa che è nel mondo non abbia uno scopo nel grande
progetto Divino. Di nuovo, questo va molto oltre il riconoscere a parole l’unicità di D-o. La
prova del nove ci viene fornita da uno dei più curiosi e problematici elementi della Creazione: il
male. Che cos’è il male? Come fa D-o a creare una cosa che è male? L’uomo si arrovella da
millenni attorno a questi problemi ma la Torà ed i Saggi da altrettanti millenni ci dicono
(Bereshit Rabbà IX, 9-17) che è proprio del male che Iddio dice ‘molto bene’. Il midrash
sottolinea che senza l’istinto del male l’uomo non lavorerebbe, non si creerebbe una famiglia
ecc.. Ed è noto che quando i Saggi provarono ad estirpare l’istinto del male relativo alla
sessualità non trovarono un ovulo fecondato in tutta la Terra. L’istinto del male è la molla che
spinge l’uomo, è per certi versi la sua vitalità.
Rabbì Moshè Chajm Luzzatto (RaMChaL) paragona tutto questo ad un orologio: senza una
molla (yezer harà) non si muove ma senza i denti delle rotelle (yezer hatov) che frenino e
regolino la molla, non segnerà mai l’ora giusta. E dunque anche l’istinto del male è una parte
fondamentale della Creazione. Senza l’istinto del male la Creazione non è completa. La
redenzione del male è quella di completare il bene. Di essere strumento per provare l’uomo, di
essere strumento al servizio di D-o. Ed è per questo motivo, spiega Rav Friedlader che nella
prima delle benedizioni dello Shemà noi modifichiamo un verso di Isaia (XLV,7): “Che forma la
luce e crea il buio, che fa la pace e crea il male” noi lo leggiamo come “Che forma la luce e
crea il buio, che fa la pace e crea il tutto”. Per sottolineare che il senso della creazione del male
è quello di completare il bene e formare il ‘tutto’. HaCol.
Ultima modifica di France il lunedì 11 febbraio 2019, 6:44, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

La realtà storica può essere vista in due modi: in quello mitico e in quello storico.
Anticamente il mondo era visto in modo mitico, immaginandolo quale frutto di scontri tra forze personificate e divinizzate che misteriosamente stavano dietro alla realtà. I fatti storici - nei miti - più che risultato di forze politiche e sociali, riflettono contrasti tra esseri divini.

La Bibbia conosce questi miti antichi, diffusi presso i sumeri, gli accadi, i fenici, ma ne usa in modo assai sobrio, più come tratti poetici che come realtà accolte nella propria fede (e solo con l'intento di mostrare la superiorità del Dio d’Israele su tutto il creato). L’uso che la Bibbia fa di questi miti rientra nei tratti caratteristici del Midràsh, che è un genere letterario della Bibbia.

Porterò due esempi: uno sui demoni e uno sugli angeli.

In Is 51:9,10 si esorta Dio a destarsi: “Destati, destati, rivestiti di forza … Destati come nei giorni di molto tempo fa, come durante le generazioni dei tempi antichi. Non sei tu quello che fece a pezzi Raab [רָהַב (ràhav), il mitico mostro marino], che trafisse il mostro marino? Non sei tu quello che prosciugò il mare, le acque del vasto abisso?” (TNM). Un ricordo dell'antico valore dell'acqua come male (la pagana Orchessa Tiamat, opposta all'ordine) riappare in diversi libri biblici: i demòni non vogliono essere costretti ad abitare nell'abisso (Lc 8:31), dall'abisso escono gli esseri malvagi (Ap 11:7; 20:1-3). All'abisso presiede un angelo detto Abaddòn o “distruzione”: “L’angelo dell’abisso. Il suo nome in ebraico è Abaddon” (Ap 9:11, TNM). Nella nuova Gerusalemme mancherà ogni traccia del "mare": “E il mare non è più” (Ap 21:1, TNM), in quanto non vi sarà più il male, simboleggiato appunto dal mare. Non è difficile vedervi l'eco di un linguaggio mitologico dove il dio principale scende in campo contro il caos primitivo. È quanto si cantava nella liturgia di capodanno in Babilonia. Ma di una tale festa non è rimasta ovviamente alcuna traccia liturgica presso gli ebrei, nonostante lo sforzo della scuola esegetica scandinava per provarne l'esistenza.
Scompaiono nella Bibbia tutte le divinità intermedie, forze naturali personificate, indispensabili in ogni narrazione mitologica. Anche le tenebre e l'abisso primordiali, ai quali si accenna, sono trasformati in esseri docili e ubbidienti al comando creatore divino. Inoltre le narrazioni bibliche si colorano di un contenuto morale (osservare il sabato, nella creazione; punire i peccati, nel Diluvio) che manca assolutamente in ogni narrazione mitica. Non vi sono reminiscenze mitiche in Gn 1.
Si tratta quindi di semplici paragoni poetici per meglio sottolineare idee proprie della spiritualità israelitica. Sono simili ad altre immagini poetiche come i "satiri" che danzano per la caduta di Babilonia e dell'Idumea (Is 13:21) e che si richiamano tra loro: “I frequentatori delle regioni aride devono incontrare animali ululanti, e perfino il demonio a forma di capro chiamerà il suo compagno. Sì, là il caprimulgo [ebraico לִּילִית (lilìth)] certamente starà a suo agio e si troverà un luogo di riposo” (Is 34:14). La fantasia popolare faceva, infatti, abitare i deserti da "satiri" (lilìth) o da spiriti malvagi (Mt 12:43; Ap 18:2). Si tratta di metodi che ancora oggi noi utilizziamo senza peraltro credere ai miti soggiacenti. Noi pure diciamo che un tale è un satiro, un Ganimede, un Adone, un Orfeo, un vampiro, una sirena, una strega, ma solo per indicare che quella persona ha attitudini simili a tali esseri leggendari, ai quali ora non crediamo ovviamente più.


I cherubini posti a difesa del giardino dell'Eden si rifanno ad elementi mitologici babilonesi: i kirubu (si noti l’assonanza), messi a difesa delle porte dei templi. La descrizione di Ezechiele (1:5) si rifà ai portatori del trono che in Babilonia assumono la forma di animali. I geni babilonesi riuniscono assieme i più diversi elementi figurativi: arti di uomo, di toro, di aquila e di leone. Hanno però sempre un'unica testa. Ezechiele dà loro quattro volti che raffigurano rispettivamente le varie parti del mondo animale (uomo, toro, aquila, leone) per indicare, secondo il concetto dei gentili, lo strapotere divino su tutte le divinità. Yhvh domina lo spazio in tutte le direzioni (gli animali non devono voltarsi, ma vanno diritti in ogni direzione). Si usano gli elementi mitologici, ma solo quali mezzi espressivi della potenza dell'unico vero Dio.
stella
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da stella »

buon giorno ,...io mi sono svegliata gia alle ore 3 :-) .cosi ho avuto tempo di meditare ,di pormi domande ,e si prima cosa bisogna che interroghiamo noi stessi ... :-?
beh mi son detta ,ma io sinceramente credo che vicino a me ci sia un'angioletto? ... NO NO ... ohh pensavo ,(( perche di solito l'angioletto lo immaggini piccolo delicato fragile )) ma come fa a prendersi cura di me ,quasi quasi io dovro' badare a lui ... :-? ,allora mi chiedevo ''chi vigila su di me? ''

mi sono data la risposta ..L'OCCHIO DI DIO ... ;;) vigila su di me ,''se io confido in LUI '' ecc..ecc..
non avrei voluto ritornare sull'argomento ,(( anche perche' ho scatenato un putiferio )),ma e' piu' forte di me ...
DA WICHIPEDIA ....((non sto a fare tutto un copia incolla solo poche cose ,chi vuole cerca ))

.Il sistema di sette maggiori arcangeli è una antica tradizione dell'angelologia di matrice giudaica.

.Il culto degli angeli nella chiesa delle origini
Il cristianesimo primitivo "ereditò un fiorente e in un certo senso problematico culto degli angeli...influenzato da certe pratiche ebraiche eterodosse, così come dalla fede pagana nei messaggeri divini"[1]. Vi si oppose San Paolo: "Nessuno v'impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in pratiche di poco conto e nella venerazione di angeli, seguendo le proprie pretese, gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale" (Lettera ai Colossesi 2,18). Ancora tre secoli dopo, al sinodo di Laodicea il canone 35 recita: "Non è bene che i cristiani lascino la chiesa di Dio e si abbandonino ad invocare gli angeli e si ritrovino in segrete conventicole, poiché queste cose sono vietate. Se dunque chiunque fosse sorpreso a dedicarsi a questa segreta idolatria, sia anatema, perché egli ha abbandonato Nostro Signore Gesù Cristo e ha abbracciato l'idolatria"[2]. Il pericolo di un culto idolatrico e di una sovrapposizione fra le figure dell'arcangelo Michele e di Gesù Cristo, forse particolarmente vivo solo in Frigia e Pisidia, si attenuò col tempo e la Chiesa ortodossa trovò il modo di venerare i sette arcangeli senza ulteriori problemi.

Eppure ancora mi chiedo ,chi sono gli ''angeli'' dell'apocalisse? ...

ma mi sto a dire ,i giudei ,anche ne hanno fatto di confusione ;) ...che ci confondono le idee ancora oggi ... :-(

entrare nella cultura mentalita' ecc..ecc...ma mica tutti possono entrare nella loro cultura? ..
allora ecco il vangelo e' alla portata di tutti , la via facile CRISTO l'esempio da seguire ...

La bibbia il ''libro '' per tutti i tempi ,per tutte le culture ,tempi diversi ,culture diverse ,ma allora come fa ad essere sempre attuale? ...
.DIO PARLA SINGOLARMENTE , :-??

buona giornata a tutti ...io vado a portare da mangiare ai gabbiani ... #:-S
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
stella
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da stella »

PERDONATEMI , :ymblushing:Avevo chiesto di essere trasferita :-( okei ,va bene anche così ..
Ultima modifica di stella il martedì 12 febbraio 2019, 4:06, modificato 1 volta in totale.
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