Ma è ovvio che l'incipit giovanneo si riferisca al messia. Però, se parliamo di correttezza nella traduzione, abbiamo:
“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era
la luce degli uomini.” — Gv 1:1-4
La parola era nel principio. Dio crea con la parola (ogni cosa “è stata fatta” per mezzo della parola). La parola è vita e luce (sapienza).
Giovanni il battista “venne come testimone per rendere testimonianza alla
luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la
luce, ma venne per rendere testimonianza alla
luce.
La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.” — Gv 1:7-9
La luce, che stava venendo nel mondo al tempo in cui Giovanni il battista operava, era il messia, la “sapienza” di Dio, la luce che illumina l'uomo. Il discorso continua in riferimento alla luce:
ἐν τῷ κόσμῳ ἦν, καὶ ὁ κόσμος δι’ αὐτοῦ ἐγένετο
nel mondo era [la luce che illumina l'uomo], e il mondo attraverso di lei fu fatto [mediante la sapienza di Dio, che è “luce”]
Il genitivo αὐτοῦ può essere sia maschile che neutro, dipende a cosa si riferisce. Siccome al v. precedente si parla della luce (φῶς, fòs), che è neutro, il pronome personale si riferisce alla luce, dunque può essere solo neutro. La traduzione in italiano, dunque, sarà al femminile, in quanto “luce” è femminile:
era nel mondo, e il mondo fu fatto attraverso di lei
Lei, la luce, ossia la sapienza di Dio, personificata nel libro dei Proverbi:
“Il Signore mi [la saggezza] ebbe con sé al principio dei suoi atti,
prima di fare alcuna delle sue opere più antiche.
Fui stabilita fin dall'eternità,
dal principio, prima che la terra fosse.
Fui generata quando non c'erano ancora abissi,
quando ancora non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua.
Fui generata prima che i monti fossero fondati,
prima che esistessero le colline,
quand'egli ancora non aveva fatto né la terra né i campi
né le prime zolle della terra coltivabile.
Quand'egli disponeva i cieli io ero là;
quando tracciava un circolo sulla superficie dell'abisso,
quando condensava le nuvole in alto,
quando rafforzava le fonti dell'abisso,
quando assegnava al mare il suo limite
perché le acque non oltrepassassero il loro confine,
quando poneva le fondamenta della terra,
io ero presso di lui come un artefice;
ero sempre esuberante di gioia giorno dopo giorno,
mi rallegravo in ogni tempo in sua presenza;
mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra,
trovavo la mia gioia tra i figli degli uomini.” — Pr 8:22-31
E il messia è l'incarnazione della sapienza di Dio. Per questo si dice che il messia è la parola fatta carne, ossia la manifestazione di un uomo (carne) che parla e insegna con saggezza divina (la “parola” di Dio, che illumina ogni uomo), quella stessa saggezza con cui Dio creò il mondo. Logico, no?