Non si tratta di amore, pace e fratellanza, si tratta di "vivi e lascia vivere", nel senso che nessuno può obbligare alcuno a vivere in un certo modo, se quello vuol far di testa sua. Yeshùa dice "sia per te come il pagano o il pubblicano", ossia lascialo perdere. Non dice "scomunicalo".
Armagheddon, Yeshùa dice "se un uomo ha peccato contro di te"; il che significa che costui ha violato la legge, ossia la Torah, perché ciò che "è peccato" è stabilito dalla Torah. Cosa fare? Denunciarlo al Sinedrio? No, prima parlaci tu, e magari la cosa si risolve tra voi e "Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello"; se non si risolve, parlane con lui davanti a uno o due testimoni, "affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni"; se non ti ascolta, parlane alla comunità (che non è il Sinedrio), così forse ascolterà la comunità. Se persiste, lascialo perdere.
Yeshùa sta insegnando a comportarsi in modo giusto e tale da riportare la pace tra due dissidenti. In presenza di una violazione della legge che reca offesa o danno ad una persona, la prima cosa è cercare di risolvere la cosa. Ciò tutela soprattutto chi ha peccato. Ma se non c'è verso di convincere il peccatore a ravvedersi, ognuno per la sua strada senza sensi di colpa.