Ermeneutica per principianti (e non solo)

stella
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da stella »

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Messaggioda Giorgia » giovedì 5 ottobre 2017, 10:36

Se mi permettete di fare il cane da guardia, senza brontolare se risulto troppo severa, vi assicuro che non succederà! :d

...allora ci sono anche io ...... :-)
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Eccomi, Antonio. A disposizione. :-)
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bgaluppi
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da bgaluppi »

:)) Allora ci siamo! Qualcuno ha un versetto da proporre? Mattia, tu di versetti ne hai diversi su cui stavi ragionando ultimamente.
stella
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da stella »

Scusate ,ma siccome e' ERMENEUTICA per principianti ;) ...sarebbe il caso di iniziare da cosa vuol dire ERMENEUTICA ;;)

da non confondere con ESEGI .. :ymblushing: sembra la stessa cosa ... :-\

iniziare da dove? ...ma la genesi ... :-O

ho dato uno sguardo all'inizio ''non ho letto le 23 pagine ...ho notato che c'erano molti partecipanti :-? ...ci siete dietro le quinte? ;;) fatevi avanti ...

buon inizio a voi .... :-) ...
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Alen.chorbah
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Alen.chorbah »

Ragazzi ci sono anche io :-)
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Israel75
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Israel75 »

Ecchime.

Penso che Paolo intendesse che la Legge non ci giustifica davanti a DIO, ma dà la conoscenza del peccato come afferma nelle lettere(Rm 7:7).La Legge è spirituale mentre noi siamo carnali e venduti al peccato sempre come afferma, non ricordo i versetti (Rm 7:14... etc...).

Ricordiamoci sempre che le sue parole erano rivolte ai gentili, l'applicazione della circoncisione carnale era del tutto superflua, del resto perfino Deuteronomio afferma chiaramente che è il cuore che occorre circoncidere (Dt 10:16):16 Circoncidete dunque il vostro cuore e non indurite più il vostro collo; , non solo ma le incisioni nella carne -in linea generale -erano proibite. Le 19:28 Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE.
..................... :-) :-) :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da bgaluppi »

Seguiamo le linee guida di Gianni.
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Le linee guida, Antonio, ci sono fornite – come sempre – dalla logica, dal ragionamento e finanche dal buon senso.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di riprendere la nostra discussione (intitolata “ermeneutica per principianti”) da dove era rimasta arenata per quasi tre mesi.

Stella chiede giustamente di spiegare cosa vuol dire ermeneutica, specificando che non è la stessa cosa di esegesi, anche se sembra uguale. Confondere queste due discipline è stato fatto in passato, anche da parte di studiosi.

Giusto, Stella. Brava! Chiariamolo. Iniziamo con le definizioni:
Ermeneutica = metodologia di interpretazione di un testo scritto
Esegesi = interpretazione critica di un testo per comprenderne il significato

In ambito letterario ciò si applica a qualsiasi testo. Se lo applichiamo alla Bibbia dobbiamo parlare di ermeneutica biblica e di esegesi biblica. Le procedure sono le stesse. Ma non esiste un manuale standard per tutti testi letterari. Per avere un manuale di ermeneutica bisogna prima conoscere bene il testo da interpretare (ad esempio: Divina Commedia, Amleto, Promessi Sposi, Iliade, Bibbia, Odissea) e poi stilare le regole tratte da quel testo e che serviranno solo per quel testo.

Per meglio capirci, faccio un esempio. E prendo come esempio il passo biblico proposto da Mattia:
“Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare [ὀφειλέτης (ofeilètes)] tutta la legge. Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia. Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore”. - Gal 5:1-6.

Mattia si concentra sulla parola greca che ho specificato e domanda che esegesi ne può uscire. Mattia osserva anche che se Paolo avesse condannato chi si circoncideva, nascerebbe il paradosso secondo il quale chi non si circoncide è libero dalla "legge".
Limitiamoci allora al v. 3: “Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge”.

Procediamo. Per prima cosa andiamo al testo biblico vero, traducendolo parola per parola in modo letterale: “Attesto poi di nuovo a ogni uomo venente circonciso che obbligato è tutta la legge mettersi a fare”.
Messo in maniera più chiara, possiamo accogliere la versione di TNM: “Inoltre, rendo di nuovo testimonianza a ogni uomo che si circoncide che ha l’obbligo di mettere in pratica tutta la Legge”, che io aggiusterei (per meglio rispettare il testo originale) così:
“Inoltre, rendo di nuovo testimonianza a ogni uomo che si fa circoncide che ha l’obbligo di iniziare a mettere in pratica tutta la Legge”.
“Si fa circoncidere” rispetta di più il participio presente passivo. “Iniziare a mettere in pratica” rispetta di più il tempo aoristo dell’infinito.
Tradotto liberamente per darne il senso: “Galati cari, Yeshùa ci ha liberati. Perché allora volete diventare schiavi? Se vi fate circoncidere, a che vi è servito, vi serve e vi servirà Yeshùa? Ciò perché, cari miei, chi decide di farsi circoncidere non può fermarsi lì, ma deve iniziare ad osservare tutta quanta la Toràh. Ma così la grazia non ha più senso. Infatti, a voi che volete essere dichiarati giusti da Dio osservando tutta la Toràh, Yeshùa non serve a bel niente. Noi però speriamo nella giustizia di Dio attraverso lo spirito della fede nella grazia che Dio ci ha fatto tramite Yeshùa, in cui non conta né la circoncisione né l'incirconcisione”.

Seguendo il metodo ermeneutico che Gaia degli Elfi aveva ben riassunto:
1. Abbiamo tradotto letteralmente in modo interlineare;
2. Abbiamo individuato la parola che ci interessa: ὀφειλέτης (ofeilètes);
3. Ne abbiamo cercato la definizione nel vocabolario: “Uno che deve ad un altro, un debitore / uno tenuto da qualche obbligazione, costretto da qualche dovere”.
Perché lo scrittore biblico ha scritto ciò che ha scritto, a chi scriveva e cosa voleva dire, lo abbiamo analizzato.
Rimane da capire perché Paolo ha usato proprio la parola ὀφειλέτης (ofeilètes), “obbligato”.
Per capirlo, dobbiamo compiere altri due passi ermeneutici:
A. Qual è il contesto culturale e storico in cui si inquadra il testo?
B. Qual è il significato inteso al suo tempo? In che modo i suoi contemporanei capivano il testo?

A. Secondo i farisei, per ottenere la condizione di giusti davanti a Dio bisognava osservare alla lettera tutti precetti della Toràh.
B. “Obbligato” (ὀφειλέτης, ofeilètes) era quindi chi voleva seguire la via indicata dai farisei. I lettori galati di Paolo dovevano capire che non bastava l’atto di farsi circoncidere, ma che dovevano poi iniziare a mettere in pratica tutti i precetti della Toràh. Dovevano anche capire che se seguivano questa strada, non avevano più bisogno dell’intermediazione di Yeshùa, che Dio aveva inviato per concedere la grazia.
Fin qui l’ermeneutica.

Passando all’esegesi, Mattia osserva che se Paolo avesse condannato chi si circoncideva, nascerebbe il paradosso secondo il quale chi non si circoncide è libero dalla Toràh.
E qui entra di nuovo in gioco la parola “obbligato” (ὀφειλέτης, ofeilètes).

Il vero stupendo paradosso – uno dei meravigliosi paradossi che Paolo stesso propone e che ricaviamo leggendo le sue lettere – è che il credente ha cambiato padrone. Prima era schiavo della Toràh (nel senso inteso dai farisei), ora è schiavo del Cristo. E la parola giusta, quella greca, è proprio “schiavo”, non ‘servo’ come addolciscono le traduzioni. Con un altro paradosso, Paolo sostiene che è questa schiavitù al Cristo che rende liberi.
Chi non si circoncide è libero dalla Toràh? Ma sì, ma lo è come un delinquente che si ritiene libero dal codice penale. Più che libero, è un menefreghista.

E il credente? Il credente è libero dalla Toràh? No davvero. Yeshùa ha garantito che neppure una virgola della Toràh può essere cancellata. La circoncisione, allora? Lo spiega sempre Paolo:
“La circoncisione è utile se tu osservi la legge; ma se tu sei trasgressore della legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se l'incirconciso osserva le prescrizioni della legge, la sua incirconcisione non sarà considerata come circoncisione? Così colui che è per natura incirconciso, se adempie la legge, giudicherà te, che con la lettera e la circoncisione sei un trasgressore della legge. Giudeo infatti non è colui che è tale all'esterno; e la circoncisione non è quella esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; di un tale Giudeo la lode proviene non dagli uomini, ma da Dio”. - Rm 2:25-29.

Il credente è libero dalla Toràh? Si tenga presente che questa parola significa “insegnamento”. Se poniamo la domanda con la parola giusta, ci si vergogna solo a porla: Il credente è libero dall’Insegnamento di Dio?

Paolo stesso, scrivendo proprio ai galati, dirime la questione. Ma Paolo è molto frainteso dalle religioni, le quali perfino stravolgono le sue parole. Ecco come presentano le sue parole in Gal 2:16: “L'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù” (NR): “L’uomo è dichiarato giusto non a motivo delle opere della legge, ma solo per mezzo della fede verso Cristo Gesù”. – TNM.
Paolo dichiara invece: “L’uomo è dichiarato giusto non a motivo delle opere della legge, a meno che lo siano con la fede nel consacrato Yeshùa”.
Per l’analisi approfondita si veda la mia analisi di Gal 2:16.
http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... n-fede.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
ilvigilante
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ilvigilante »

Ciao a tutti,
ottima idea aver riaperto questa cartella.

Vorrei sottoporre ad esame un’espressione che spesso usa Paolo:
“ …siate tutti dello stesso pensiero”
1° Cor 1:10
Flp 2:2
Flp 2:4

Nonché Pietro, 1° Pt 3:8

Come si sa, la dirigenza dei TdG ha sempre voluto dare a queste espressioni un’accezione interpretativa univoca, nel senso che, tutto quanto si interpreti a livello di CD, debba essere pedissequamente creduto e insegnato da tutti gli aderenti, per rimanere tutti ‘dello stesso pensiero’.

Analizzando il contesto, a pelle, credo che questa sia una favola volta a imporre una veduta interpretativa delle Scritture, non già per tenere uniti gli aderenti nello stesso pensiero, ma per contrastare ogni tipo di dissenso e atteggiamento critico.

Quando Paolo in 1° Cor 1:10 esorta fra l'altro a parlare tutti concordemente, credo voglia suggerire di avere un’armonia di intenti per l’oggetto di cui si parla, senza bisticciarsi, trovando l’accordo necessario.
Infatti non può esserci accordo se non c’è pacato confronto e ogni confronto presume uno scambio di idee e di opinioni anziché una corrente di vedute a senso unico cui sottostare e da accettare passivamente.

L’essere uniti nello stesso pensiero io lo vedo più come un modo di essere e di comportarsi, di esprimere la propria personalità modellandola alle qualità di mitezza, equilibrio, armonia, giustizia, amore; qualità che dovrebbero essere obiettivo comune per renderle, appunto, uno “stesso pensiero”.

Se il testo lo consentisse io tradurrei “stesso atteggiamento”, più consono al modo di comportarsi anziché alla pretesa del modo univoco di interpretare le Sacre Scritture cui sarebbe deputato un gruppetto esclusivo di pochi.
E qui vorrei le vostre considerazioni sul testo, perché la mia, sulla base del significato di esegesi proposto da Gianni, vuole essere, appunto, un’interpretazione critica per comprendere meglio.

Un caro saluto
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Alen.chorbah
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Alen.chorbah »

Dal versetto 12 in poi: Or voglio dire questo, che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo». 13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? Ecc..... beh questo è quello che hanno prodotto le religioni: divisioni. E da questo che metteva in guardia Paolo, l'allontanamento da Dio e Yeshua per seguire ideologie di uomini.
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