Armagheddon, ti spiego la differenza tra la Chiesa dei cristiani e la ekklesìa di Cristo, però devi applicarti per capire, altrimenti parlo a vuoto e spreco il mio tempo. Poi, torniamo in tema, anche se, sinceramente, non mi interessa discutere di questo argomento, perché non concerne prettamente la discussione biblica, che riguarda il testo così com'è.
La Chiesa è un'istituzione politica terrena, gerarchica; la ekklesìa (da ekkalèo, "chiamare da") è l'assemblea, la congregazione dei "chiamati" (non necessariamente "eletti", come “molti i chiamati, pochi gli eletti”). Da chi? Non dal papa, ma da Dio. Dunque, la ekklesìa non ha nulla a che fare con la Chiesa e le Chiese che dicono di essere "vera chiesa" non hanno capito un tubo di cosa sia la ekklesìa. La Chiesa è un'istituzione terrena, la ekklesìa è una comunità spirituale (costituisce il "corpo" di tutti i credenti, che figuratamente sono il "corpo" di Cristo). Dunque, la ekklesìa è un'assemblea di persone che Dio ha chiamato tramite il messia. Se non ci fosse stato il messia, essi non avrebbero potuto essere chiamati, perché non facenti parte di Israele; Israele sarebbe rimasto Israele, e quelli fuori sarebbero restati fuori.
Grazie a Yeshùa, io, come tanti altri, ho imparato a conoscere il Dio Uno, dunque è come se fossi diventato "giudeo", non nella carne ma nello spirito (come spiega Paolo). E adesso ti spiego il mio concetto di unicità di Dio, che coincide con quello di Maimonide. Anzi, te lo spiego con Maimonide (secondo principio di fede giudaica):
Unicità di Dio: consistente nel credere che Colui che è la causa di tutto è Uno. Un'Unità che non è, però, come quella della categoria, né come quella della specie, né come quella dell'individuo, composto e suddiviso in più unità, né come quella di un corpo semplice, unico nel numero, ma divisibile e scomponibile all'infinito. Dio - sia Egli esaltato - è Uno in una unicità di cui non esiste, in assoluto, nulla di simile. Questo secondo princìpio ci viene insegnato dal testo: “Ascolta, Israele, il Signore nostro Dio è un Dio unico” (Dt 6:4).
Il mio Dio, quello di Yeshùa e di Israele, è Uno non solo nel senso che non ci sono altri dèi al di fuori di Lui (Unico), ma soprattutto nel senso che è Uno e indivisibile, Uno ed eterno, di una unicità assoluta che non può essere paragonata a nessun altro tipo di unicità terrena e divisibile. Per questo il profeta dice “Io sono il primo e sono l'ultimo,
e fuori di me non c'è Dio.”. Uno e Unico. Questo l'ho imparato grazie a Yeshùa in primis, e poi leggendo il Tanach.
Ora tu dimmi: visto che tutto il cristianesimo crede nella trinità (a parte i TdG che sono binitari), come avrei fatto a giungere a tale principio di fede sul Dio Uno e Unico, senza impararlo dagli ebrei? Ecco, Yeshùa ha fatto questo, per me e per molti (e altre cose...).
Quindi Bgaluppi un uomo che opzioni ha? Da chi rivolgersi?
Chi fa da garante per l esamina di questo messaggio?
Il garante è il testo stesso, sono le parole di Yeshùa scritte nero su bianco. E quelle di coloro a cui lui insegnò e inviò ad insegnare. Fine. Non c'è bisogno di andare da nessun "pastore" o papa o Chiesa istituzionale. Basta acquisire degli strumenti che ci consentano di camminare da soli. Più leggo Maimonide e altri Maestri, più scopro quanto in realtà Yeshùa e il pensiero ebraico "puro e profondo", quello più spirituale che prettamente materialistico, siano praticamente equivalenti. Sia gli ebrei, da una parte, che i cristiani, dall'altra, non vogliono fare lo sforzo di entrare in quella dimensione che sta in mezzo, dove l'insegnamento della Torah e dei Maestri e quello di Yeshùa si sovrappongono e coincidono. Quello in cui la conoscenza, acquisita tramite lo studio, viene resa valida attraverso l'operare, il mettere in pratica, servendo per amore. La differenza, con Yeshùa, sta piuttosto nell'applicazione pratica degli insegnamenti. La fede, senza opere, è fine a se stessa.
Passo e chiudo, altrimenti scrivo un trattato OT.