Non c'è mai stata nessuna sostituzione, i patti nella Torà si rinnovano, ma non sostituiscono i precedenti.
Infatti non c'è sostituzione, nel senso che il nuovo patto
non annulla quello precedente. Yeshùa afferma che “finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto” (Mt 5:18); Miryam esulta dicendo: “Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia, di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre” (Lc 1:54,55); Zaccaria: “Benedetto sia il Signore, il Dio d'Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo [...] Egli usa così misericordia verso i nostri padri e si ricorda del suo santo patto, del giuramento che fece ad Abraamo nostro padre” (Lc 1:68,72,73). E Paolo afferma: “un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati» [Is 59:20, si ricollega a Ger 31:34, “Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato”].” (Rm 11:25-27). Is 59:21, poi, sancisce la validità del patto in ogni tempo, dunque il patto è lo stesso ma si rinnova.
Eb 8:7 non parla di
sostituzione, afferma la necessità del sancimento di un
secondo patto in seguito ad un
primo: “se infatti il primo [patto] era senza difetto, condizione per un secondo non sarebbe stata necessaria”. Ciò si basa su Ger 31:31-34
“Ecco, i giorni vengono», dice il Signore, «in cui io farò un
nuovo patto [ברית חדשה] con la casa d'Israele e con la casa di Giuda;
non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d'Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore», dice il Signore; «ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni», dice il Signore: «io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: "Conoscete il Signore!", poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice il Signore. «Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato».”
Il profeta annuncia un patto nuovo e diverso dal patto istituito con i padri al tempo dell'uscita dall'Egitto. Dice: “un patto nuovo...
non come il patto che feci coi padri”, dunque diverso, poiché distingue il secondo dal primo. Poi annuncia il nuovo patto: “questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni” [è nel futuro, “i giorni vengono”]: ... io metterò la mia legge nell'intimo loro...”. Ma il secondo non sostituisce il primo, dunque si tratta certamente di un rinnovamento.