Si, Besasea, avevo tralasciato l'ultima parte, perché non mi interessava al fine del discorso. Ma non c'è problema, perché anche le Scritture Greche contemplano il rapporto padre-figlio che implica certamente correzione (Eb 12:4-8).
l'epressione "figli di Dio" non è ebraica
Dt 14:1:
בנים אתם ליהוה
voi siete
figli del Signore vostro Dio (banim Yahweh elohkem)
Vedi anche Os 1:10, in cui gli israeliti sono chiamati "figli del Dio vivente" (בני אל־ח bene elhay).
L'espressione non sarà ebraica ma è certamente biblica. Cosa intendi per "ebraico" e "non ebraico"? Perché io mi baso innanzitutto sulla Scrittura.
Ma se Yeshùa parla di figli di Dio, nel suo insegnamento, in relazione a chi "opera per la pace", non va bene. E sono sicuro che non va bene neppure se Paolo afferma che tutti coloro che agiscono in base allo spirito di Dio sono figli di Dio. E non va bene neppure affermare che i figli di Dio sono gli eredi della risurrezione, perché certamente la risurrezione non è quella descritta nei Vangeli (e chi lo sa con certezza? Esiste un uomo in grado di alzare la mano in assemblea e spiegarci il pensiero e il disegno di Dio per quanto riguarda la risurrezione?). Le applicazioni del rapporto di figliolanza possono essere fatte per ragioni teologiche, per far comprendere un certo insegnamento o concetto. Dio intronizza Davide e lo chiama Suo figlio; stessa cosa per Salomone, che è figlio (eppure ambedue peccano grandemente). Chi appartiene ad Israele è considerato figlio, ma molti vengono lasciati morire per i loro gravi peccati...
Dami, anche le SG affermano che gli eletti (che sono figli di Dio) sono preconosciuti e preordinati da Dio. Dunque nessun premio: “Il Signore conosce quelli che sono suoi” (2Tim 2:19). Ma per esserlo, è necessario obbedire ai comandamenti. Pensi che chi appartiene al popolo di Dio (che include ebrei e non ebrei) possa fare a meno di obbedire a Dio ed essere chiamato "figlio del Dio altissimo"? La fede è dono di Dio, ma la fede senza opere non serve a nulla (Gc 2:17,18). Questo è il senso del "guadagno", che tu travisi. Ma non è un guadagno per interesse, in attesa di un premio; è piú un dovere, che in realtà diventa un piacere.