La morte e risurrezione di Cristo
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La morte e risurrezione di Cristo
Ho letto lo studio di Gianni http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=3506" onclick="window.open(this.href);return false; e l'ho tovato interessante. Discutendo con altre persone mi hanno fatte queste confutazioni:
1) Non sono affatto concorde con lo studio di MOntefameglio c'è un parallelo ad esempio in 1 Re 12:5, 12 dove si legge che Roboamo disse a Geroboamo e agli israeliti di ‘andarsene per tre giorni’ e poi tornare da lui.Ora che non intendesse dire tre giorni interi di 24 ore ma, piuttosto, parte di ciascuno dei tre giorni, si capisce dal fatto che il popolo tornò da lui “il terzo giorno”. In Matteo 12:40 lo stesso significato viene attribuito ai “tre giorni e tre notti” nei quali Gesù rimase nello Sceol. Come indica la Bibbia, egli fu risuscitato il “terzo giorno”. non alla fine del terzo giorno completo altrimenti entreremo nel 4° giorno
2) ma le 72 ore non sono precise..rientrano entro il terzo giorno perchè se fosse così e appuriamo , che sò...che GESù MUORE ALLE 17 DEL POMERIGGIO...LA RESURREZIONE DEVE AVVENIRE PER FAR PASSARE ESATTAMENT TRE GIORNI E TRE NORTTI ALLO STESSO ORARIO DELLA MORTE AVVENUTA TRE GIORNI PRIMA...I TRE GIORNI E TRENOTTI COMPRENDONO TRE GIORNI IN ALCUNE LORO PARTI TRANNE QUELLO DI MEZZO CHE è UN GIORNO INTERO
AD UN ALTRO CHIEDEVO: PERCHE ALLORA SABATI AL PLURALE?
3) RISPOSTA DATA A ME: sabati al plurale?
i giorni che stette nella tomba non sono giorni dui 24 ore cd , diciamo parte del 14 nisan il 15 (sabato) intero , e parte del 16 nisan
Giovanni 19:31 precisa che l’indomani era un “gran” sabato. Il giorno dopo la Pasqua era sempre un sabato, in qualunque giorno della settimana capitasse. (Le 23:5-7) Ma quando questo sabato speciale coincideva con il sabato regolare (il settimo giorno della settimana) diventava un “gran giorno”. Quindi la morte di Gesù avvenne il venerdì 14 nisan, verso le 15. — Lu 23:44-46.
ecco la spiegazione del sabato al plurale
Invece su un sito cattolico c'era questa spiegazione: DOPO QUANTI GIORNI RISUSCITO' GESU'?
"Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra."
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che:
Per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno. In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti.
È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza. Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero.
Se Gesù morì il Venerdì, e risuscitò la Domenica mattina, come è possibile che siano passati tre giorni?
La Bibbia è facile da capire, sicuramente sì, in molte sue pagine e insegnamenti, ma vi sono versetti sui quali molti sorvolano, perchè se vi si soffermano troppo rimangono senza spiegazioni.
“Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra.”
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che:
Per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno.
In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti. È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza. Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero.
Lo stesso notiamo a proposito della trasfigurazione del Signore sul monte. Un evangelista dice che avvenne dopo sei giorni (Matteo 17,1) mentre un altro dopo otto (Luca 9,28). Questo secondo computa come giorni interi e l’ultima parte del primo giorno, (quello nel quale il Signore promise l’evento) e la prima parte dell’ultimo giorno (quello cioè in cui la promessa si realizzò).
Egli scrive così per farti comprendere che l’altro, parlando di sei giorni, si riferisce ai soli giorni intermedi, che effettivamente furono completi e interi.
Da notarsi anche che, nella Genesi, il giorno comincia col sorgere della luce e finisce con le tenebre, volendosi indicare con ciò la caduta dell’uomo;
nel Nuovo Testamento invece il giorno inizia dalle tenebre per muovere verso la luce, come fu detto: Dalle tenebre sorge la luce.
Con ciò si indica l’uomo che, liberato dai peccati, giunge alla luce della giustizia.
Senza un’adeguata spiegazione, solo con la preghiera i nostri mezzi e la nostra scarsa umiltà, avremmo capito il perché vengono menzionati giorni diversi dai diversi agiografi?
Mi piacerebbe sapere da Gianni come spiegherebbe queste confutazioni (i primi 3 punti e quella dei cattolici). Saluti a tutti.
1) Non sono affatto concorde con lo studio di MOntefameglio c'è un parallelo ad esempio in 1 Re 12:5, 12 dove si legge che Roboamo disse a Geroboamo e agli israeliti di ‘andarsene per tre giorni’ e poi tornare da lui.Ora che non intendesse dire tre giorni interi di 24 ore ma, piuttosto, parte di ciascuno dei tre giorni, si capisce dal fatto che il popolo tornò da lui “il terzo giorno”. In Matteo 12:40 lo stesso significato viene attribuito ai “tre giorni e tre notti” nei quali Gesù rimase nello Sceol. Come indica la Bibbia, egli fu risuscitato il “terzo giorno”. non alla fine del terzo giorno completo altrimenti entreremo nel 4° giorno
2) ma le 72 ore non sono precise..rientrano entro il terzo giorno perchè se fosse così e appuriamo , che sò...che GESù MUORE ALLE 17 DEL POMERIGGIO...LA RESURREZIONE DEVE AVVENIRE PER FAR PASSARE ESATTAMENT TRE GIORNI E TRE NORTTI ALLO STESSO ORARIO DELLA MORTE AVVENUTA TRE GIORNI PRIMA...I TRE GIORNI E TRENOTTI COMPRENDONO TRE GIORNI IN ALCUNE LORO PARTI TRANNE QUELLO DI MEZZO CHE è UN GIORNO INTERO
AD UN ALTRO CHIEDEVO: PERCHE ALLORA SABATI AL PLURALE?
3) RISPOSTA DATA A ME: sabati al plurale?
i giorni che stette nella tomba non sono giorni dui 24 ore cd , diciamo parte del 14 nisan il 15 (sabato) intero , e parte del 16 nisan
Giovanni 19:31 precisa che l’indomani era un “gran” sabato. Il giorno dopo la Pasqua era sempre un sabato, in qualunque giorno della settimana capitasse. (Le 23:5-7) Ma quando questo sabato speciale coincideva con il sabato regolare (il settimo giorno della settimana) diventava un “gran giorno”. Quindi la morte di Gesù avvenne il venerdì 14 nisan, verso le 15. — Lu 23:44-46.
ecco la spiegazione del sabato al plurale
Invece su un sito cattolico c'era questa spiegazione: DOPO QUANTI GIORNI RISUSCITO' GESU'?
"Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra."
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che:
Per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno. In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti.
È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza. Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero.
Se Gesù morì il Venerdì, e risuscitò la Domenica mattina, come è possibile che siano passati tre giorni?
La Bibbia è facile da capire, sicuramente sì, in molte sue pagine e insegnamenti, ma vi sono versetti sui quali molti sorvolano, perchè se vi si soffermano troppo rimangono senza spiegazioni.
“Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così il Figlio dell’Uomo starà tre giorni e tre notti nelle profondità della terra.”
C’è chi contesta i tre giorni e le tre notti, facendo notare che partendo dal venerdì pomeriggio, fino ad arrivare all’alba della domenica non ci sono tre giorni e tre notti, ma un giorno e mezzo, calcolando per un giorno il completamento delle 24 ore.
Eppure per gli ebrei non era così, infatti sant’Agostino ci spiega che:
Per quanto riguarda il venerdì dovrai intendere come una notte e un giorno, e quindi per un giorno intero, quelle ore del giorno che seguirono la sepoltura aggiungendovi anche la notte che l’aveva preceduto; il sabato notte e giorno; per la domenica sono un giorno intero, la notte e l’alba dello stesso giorno.
In tal modo, considerando come un tutto anche la parte, hai i tre giorni e le tre notti. È come quando d’una donna incinta si dice che è al decimo mese della gravidanza. Non si vuole dire altro che i nove mesi sono già completi e l’inizio del decimo mese lo si computa per un mese intero.
Lo stesso notiamo a proposito della trasfigurazione del Signore sul monte. Un evangelista dice che avvenne dopo sei giorni (Matteo 17,1) mentre un altro dopo otto (Luca 9,28). Questo secondo computa come giorni interi e l’ultima parte del primo giorno, (quello nel quale il Signore promise l’evento) e la prima parte dell’ultimo giorno (quello cioè in cui la promessa si realizzò).
Egli scrive così per farti comprendere che l’altro, parlando di sei giorni, si riferisce ai soli giorni intermedi, che effettivamente furono completi e interi.
Da notarsi anche che, nella Genesi, il giorno comincia col sorgere della luce e finisce con le tenebre, volendosi indicare con ciò la caduta dell’uomo;
nel Nuovo Testamento invece il giorno inizia dalle tenebre per muovere verso la luce, come fu detto: Dalle tenebre sorge la luce.
Con ciò si indica l’uomo che, liberato dai peccati, giunge alla luce della giustizia.
Senza un’adeguata spiegazione, solo con la preghiera i nostri mezzi e la nostra scarsa umiltà, avremmo capito il perché vengono menzionati giorni diversi dai diversi agiografi?
Mi piacerebbe sapere da Gianni come spiegherebbe queste confutazioni (i primi 3 punti e quella dei cattolici). Saluti a tutti.
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Armando, l'argomento è interessante, soprattutto il tema del "gran sabato", che avevo iniziato a discutere con Besasea. Ma ci sono delle parti ripetute sul tuo testo, puoi ordinarlo per favore?
- Gianni
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Re: La morte e risurrezione di Cristo
Rispondo ad Armando Albano.
Punto 1.
Dicendo “non alla fine del terzo giorno completo altrimenti entreremo nel 4° giorno” si fa un clamoroso errore di calcolo.
Come mostro nel mio studio con tanto di preciso supporto biblico, Yeshùa fu sepolto alla fine di mercoledì prima del tramonto, come richiedeva il Tanàch. Fu risuscitato da Dio verso la fine del sabato successivo prima del tramonto, esattamente tre dì e tre notti dopo. Quindi alla fine del terzo giorno del conteggio e nel terzo giorno, non il quarto. È semplicemente matematico.
L’esame linguistico non ci aiuta molto, ma una cosa preziosa ci dice:
1Re 12:5
לְכוּ עֹד שְׁלֹשָׁה יָמִים וְשׁוּבוּ אֵלָי
lechù od shloshàh yamìym veshùvu elày
andate, fino a [dopo] tre giorni e tornate a me
1Re 12:12
כַּאֲשֶׁר דִּבֶּר הַמֶּלֶךְ לֵאמֹר שׁוּבוּ אֵלַי בַּיֹּום הַשְּׁלִישִׁי
kaashèr dibèr hamèlech lemòr shùvu elày bayòm hashlyshìy
come parlò il re dicendo tornate a me nel giorno il terzo
Testo greco della LXX:
1Re 12:5
ἀπέλθετε ἕως ἡμερῶν τριῶν καὶ ἀναστρέψατε πρός με
apèlthete èos emeròn triòn kài anastrèpsate pròs me
che andiate fino a giorni tre e torniate da me
1Re 12:12
ἐν τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ
en tè emèra tè trìte
in il giorno il terzo
In Mt 12:40 si ha:
τρεῖς ἡμέρας καὶ τρεῖς νύκτας
trèis emèras kài trèis nǜktas
tre giorni e tre notti
Questo particolare segna la differenza: in 1Re si parla di tre giorni, ma Yeshùa parla di “tre giorni e tre notti”, il che rende l’espressione precisa. In più abbiamo:
Mt 17:23: “Lo uccideranno, e il terzo giorno sarà destato”
τῇ τρίτῃ ἡμέρᾳ
tè trìte emèra
al terzo giorno
Cfr. Mt 16:21; Lc 24:46.
Punto 2.
Le 72 ore partono da quando partono e non dal momento in cui esattamente termina il giorno e ne inizia un altro. Da poco prima del tramonto di mercoledì a poco prima del tramonto di sabato si hanno 72 ore ovvero tre dì e tre notti.
Punto 3.
“Il giorno dopo la Pasqua era sempre un sabato, in qualunque giorno della settimana capitasse”?! Questa è una gran sciocchezza. Il giorno di Pasqua (15 nissàn) è sempre “sabato”, non il giorno dopo.
È un assurdo totale dire che “la spiegazione del sabato al plurale” sta nel fatto che il giorno dopo Pasqua sarebbe stato sabato. Questo tentativo di spiegazione è colmo di errori perché:
A. Era la Pasqua ad esser un “sabato” e non il giorno seguente;
B. Yeshùa fu ucciso il 14, giorno della preparazione alla Pasqua;
B. La Pasqua cade il 15, non il 14.
C. Il testo biblico non solo usa il plurale parlando di due sabati, ma li specifica pure (in riferimento alle donne).
D. È pura invenzione che un plurale si usi per designare un grande sabato ovvero un “sabato” inteso come festività biblica (Pasqua, nel nostro caso).
Sui conteggi cattolici non mi dilungo: gente che fa 1+1+1=1 mostra che il loro forte non è certamente l’aritmetica. Forse lo è l’acrobazia. Ma quella malriuscita.
Punto 1.
Dicendo “non alla fine del terzo giorno completo altrimenti entreremo nel 4° giorno” si fa un clamoroso errore di calcolo.
Come mostro nel mio studio con tanto di preciso supporto biblico, Yeshùa fu sepolto alla fine di mercoledì prima del tramonto, come richiedeva il Tanàch. Fu risuscitato da Dio verso la fine del sabato successivo prima del tramonto, esattamente tre dì e tre notti dopo. Quindi alla fine del terzo giorno del conteggio e nel terzo giorno, non il quarto. È semplicemente matematico.
L’esame linguistico non ci aiuta molto, ma una cosa preziosa ci dice:
1Re 12:5
לְכוּ עֹד שְׁלֹשָׁה יָמִים וְשׁוּבוּ אֵלָי
lechù od shloshàh yamìym veshùvu elày
andate, fino a [dopo] tre giorni e tornate a me
1Re 12:12
כַּאֲשֶׁר דִּבֶּר הַמֶּלֶךְ לֵאמֹר שׁוּבוּ אֵלַי בַּיֹּום הַשְּׁלִישִׁי
kaashèr dibèr hamèlech lemòr shùvu elày bayòm hashlyshìy
come parlò il re dicendo tornate a me nel giorno il terzo
Testo greco della LXX:
1Re 12:5
ἀπέλθετε ἕως ἡμερῶν τριῶν καὶ ἀναστρέψατε πρός με
apèlthete èos emeròn triòn kài anastrèpsate pròs me
che andiate fino a giorni tre e torniate da me
1Re 12:12
ἐν τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ
en tè emèra tè trìte
in il giorno il terzo
In Mt 12:40 si ha:
τρεῖς ἡμέρας καὶ τρεῖς νύκτας
trèis emèras kài trèis nǜktas
tre giorni e tre notti
Questo particolare segna la differenza: in 1Re si parla di tre giorni, ma Yeshùa parla di “tre giorni e tre notti”, il che rende l’espressione precisa. In più abbiamo:
Mt 17:23: “Lo uccideranno, e il terzo giorno sarà destato”
τῇ τρίτῃ ἡμέρᾳ
tè trìte emèra
al terzo giorno
Cfr. Mt 16:21; Lc 24:46.
Punto 2.
Le 72 ore partono da quando partono e non dal momento in cui esattamente termina il giorno e ne inizia un altro. Da poco prima del tramonto di mercoledì a poco prima del tramonto di sabato si hanno 72 ore ovvero tre dì e tre notti.
Punto 3.
“Il giorno dopo la Pasqua era sempre un sabato, in qualunque giorno della settimana capitasse”?! Questa è una gran sciocchezza. Il giorno di Pasqua (15 nissàn) è sempre “sabato”, non il giorno dopo.
È un assurdo totale dire che “la spiegazione del sabato al plurale” sta nel fatto che il giorno dopo Pasqua sarebbe stato sabato. Questo tentativo di spiegazione è colmo di errori perché:
A. Era la Pasqua ad esser un “sabato” e non il giorno seguente;
B. Yeshùa fu ucciso il 14, giorno della preparazione alla Pasqua;
B. La Pasqua cade il 15, non il 14.
C. Il testo biblico non solo usa il plurale parlando di due sabati, ma li specifica pure (in riferimento alle donne).
D. È pura invenzione che un plurale si usi per designare un grande sabato ovvero un “sabato” inteso come festività biblica (Pasqua, nel nostro caso).
Sui conteggi cattolici non mi dilungo: gente che fa 1+1+1=1 mostra che il loro forte non è certamente l’aritmetica. Forse lo è l’acrobazia. Ma quella malriuscita.
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Gianni...! ottima analisi. Soprattutto un insegnamento per quelli che si appropriano delle scritture e ne fanno una fabbrica di falsi, "neanche di autore".
Ciao
Noiman
Ciao
Noiman
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Salvelox, carissimo Gianni. Su questo argomento sono riuscito a trovare del tempo per parlarne un pò. In passato, se ricordi, ne parlammo di questo e ti dissi che il calcolo delle 72 ore non mi era nuovo in quando l' avevo già sentito dalla chiesa di Dio unita, ma prima ancora dagli evangelici (chiesa dei fratelli). Con la differenza che la chiesa di Dio unita fa scadere le 72 ore prima che termini il sabato, mentre la chiesa dei fratelli all'inizio del primo giorno della settimana ossia la domenica. Per me, questo calcolo delle 72 ore, continua a non essere chiaro, le Scritture non mi aiutano a comprendere per come intendi tu. L'esempio che hai portato di 1Re 12:5, 12 può essere inteso anche come parte di tre giorni. Dico questo perchè attraverso le Scritture ho notato che era uso comune per gli ebrei fare riferimento a parte di un giorno come un giorno, o parte della notte come una notte.
Nota come vengono calcolati i tre giorni riguardo al consumo dell'agnello: “Sarà mangiata il giorno che egli la offrirà e quel che rimane dovrà essere mangiato l’indomani; ma quello che sarà rimasto della carne fino al terzo giorno dovrà essere bruciato” (Lev.7:16,17). Il dopodomani è considerato terzo giorno, anche se in realtà si tratta solo della prima parte del giorno.
Nota come lo stesso Yeshùa parla di tre giorni mentre potrebbe anche essere all'incirca 48 ore: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni, compio guarigioni oggi e domani, e il terzo giorno avrò terminato. Ma bisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme" (Luca 13:32,33). Come puoi vedere quel, "oggi, domani e dopo domani", per Yeshùa, e per altri ebrei che lo ascoltavano, erano tre giorni, mentre in realtà sappiamo benissimo che il primo e l'ultimo giorno non erano interi, ma parte di un giorno.
Se dalla sola Scrittura di Mt 12:40, che parla del segno di Giona di 72 ore, vogliamo stabilire una prova fondamentale che Yeshùa è il messia, come si spiega che questa prova non viene indicata da Luca? Infatti, Luca non menzione ne il ventre del pesce ne i giorni che vi resta: "Questa generazione è una generazione malvagia; ella chiede un segno; e segno alcuno non le sarà dato, salvo il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figliuol dell’uomo sarà per questa generazione" (Luca 11:29,30).
Inoltre come si spigano le tantissime Scritture che parlando solo del terzo giorno e non di tre giorni e tre notti? Ne riporto alcune:
"risuscitare il terzo giorno" Mt 16:21
"fino al terzo giorno" Mt 27:64
"risusciti il terzo giorno" Lc 9:22
"ma il terzo giorno risusciterà" Lc 18:33
"sarebbe risorto dai morti il terzo giorno" Lc 24:46
"e in tre giorni lo farò risorgere" Gv 2:19
"l'ha risuscitato il terzo giorno" At 10:40
"è stato risuscitato il terzo giorno" 1Cor 15:4
Calandoci nella mentalità ebraica possiamo fare il calcolo dei tre giorni per come li ha fatti Yeshùa: "oggi, domani e il terzo giorno avrò terminato".
Ora proviamo a sostituire oggi con venerdì, domani con sabato e il terzo giorno con la domenica, non calzerebbero benissimo i tre giorni?
In questo modo non avremmo neanche l'assurda attesa di tre giorni da parte delle donne per portare gli aromi alla tomba. Si perchè stando alla teoria del mercoledì, dopo che le donne hanno assistito alla morte e sepoltura di Yeshùa, tornano a casa e si riposano perchè il giovedì inizia la festa degli azzimi e quindi è un sabato annuale. Il giorno dopo è venerdì e le donne posso preparare gli aromi, la cosa assurda è che per preparare questi aromi ci sono voluti addirittura 24 ore. Il racconto continua dicendo che arrivato il sabato settimanale le donne devono nuovamente riposarsi e quindi neanche in questo terzo giorno posso andare alla tomba di Yeshùa. Finalmente arriva la domenica, e le donne posso tranquillamente andare alla tomba e avvolgere il corpo di Yeshùa di aromi. Gianni, non so se ci rediamo conto, ma qui si sta parlando del quarto giorno e tu sai benissimo che la decomposizione è molto avanzata e il cattivo odoro è insopportabile.
Questa è la seconda motivazione che mi porta a dubitare della teoria del mercoledì come giorno della morte di Yeshùa.
Il terzo motivo è la parasceve (παρασκευή).
Il dizionario greco Rocci, (anvedi ho consultato il Rocci ) come altri dizionari, indicano la parasceve presso gli ebrei al venerdì come giorno di preparazione per il sabato.
In Giovanni leggiamo: "...perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno)..." (Gv.19:31).
L'idea che qui Giovanni indica il sabato dopo la morte di Yeshùa come la festa degli azzimi e non al sabato settimanale non è abbastanza convincente, perchè oltre a parlare di parasceve del sabato, che indica il venerdì, si ha anche l'idea come se, per esempio, quando per un cattolico cade il natale nel giorno di domenica, per lui, quella domenica, è una grande domenica perchè si coincide con il natale. La stessa cosa vedo quando Giovanni dice che "quel sabato era un gran giorno". Egli stava dicendo che quel sabato oltre ad essere il giorno di riposo, era anche festivo.
Per avere ulteriori prove, che la parasceve è il venerdì, possiamo spostarci nel Vangelo di Marco. In Marco si nota la consapevolezza su certi termini adoperati dai giudei e incomprensibili per i pagani, ed ecco che, a differenza di Giovanni, mentre parla di preparazione aggiunge la spiegazione di cosa sia questa preparazione cioè: “la vigilia del sabato” (Mc 15:42). In questo modo i pagani avrebbero compreso che stava parlando del normale sabato settimanale e che la parasceve non era altro che la viglilia del sabato ovvero: il venerdì.
Ora basta perchè mi sono stancato.
Nota come vengono calcolati i tre giorni riguardo al consumo dell'agnello: “Sarà mangiata il giorno che egli la offrirà e quel che rimane dovrà essere mangiato l’indomani; ma quello che sarà rimasto della carne fino al terzo giorno dovrà essere bruciato” (Lev.7:16,17). Il dopodomani è considerato terzo giorno, anche se in realtà si tratta solo della prima parte del giorno.
Nota come lo stesso Yeshùa parla di tre giorni mentre potrebbe anche essere all'incirca 48 ore: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni, compio guarigioni oggi e domani, e il terzo giorno avrò terminato. Ma bisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme" (Luca 13:32,33). Come puoi vedere quel, "oggi, domani e dopo domani", per Yeshùa, e per altri ebrei che lo ascoltavano, erano tre giorni, mentre in realtà sappiamo benissimo che il primo e l'ultimo giorno non erano interi, ma parte di un giorno.
Se dalla sola Scrittura di Mt 12:40, che parla del segno di Giona di 72 ore, vogliamo stabilire una prova fondamentale che Yeshùa è il messia, come si spiega che questa prova non viene indicata da Luca? Infatti, Luca non menzione ne il ventre del pesce ne i giorni che vi resta: "Questa generazione è una generazione malvagia; ella chiede un segno; e segno alcuno non le sarà dato, salvo il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figliuol dell’uomo sarà per questa generazione" (Luca 11:29,30).
Inoltre come si spigano le tantissime Scritture che parlando solo del terzo giorno e non di tre giorni e tre notti? Ne riporto alcune:
"risuscitare il terzo giorno" Mt 16:21
"fino al terzo giorno" Mt 27:64
"risusciti il terzo giorno" Lc 9:22
"ma il terzo giorno risusciterà" Lc 18:33
"sarebbe risorto dai morti il terzo giorno" Lc 24:46
"e in tre giorni lo farò risorgere" Gv 2:19
"l'ha risuscitato il terzo giorno" At 10:40
"è stato risuscitato il terzo giorno" 1Cor 15:4
Calandoci nella mentalità ebraica possiamo fare il calcolo dei tre giorni per come li ha fatti Yeshùa: "oggi, domani e il terzo giorno avrò terminato".
Ora proviamo a sostituire oggi con venerdì, domani con sabato e il terzo giorno con la domenica, non calzerebbero benissimo i tre giorni?
In questo modo non avremmo neanche l'assurda attesa di tre giorni da parte delle donne per portare gli aromi alla tomba. Si perchè stando alla teoria del mercoledì, dopo che le donne hanno assistito alla morte e sepoltura di Yeshùa, tornano a casa e si riposano perchè il giovedì inizia la festa degli azzimi e quindi è un sabato annuale. Il giorno dopo è venerdì e le donne posso preparare gli aromi, la cosa assurda è che per preparare questi aromi ci sono voluti addirittura 24 ore. Il racconto continua dicendo che arrivato il sabato settimanale le donne devono nuovamente riposarsi e quindi neanche in questo terzo giorno posso andare alla tomba di Yeshùa. Finalmente arriva la domenica, e le donne posso tranquillamente andare alla tomba e avvolgere il corpo di Yeshùa di aromi. Gianni, non so se ci rediamo conto, ma qui si sta parlando del quarto giorno e tu sai benissimo che la decomposizione è molto avanzata e il cattivo odoro è insopportabile.
Questa è la seconda motivazione che mi porta a dubitare della teoria del mercoledì come giorno della morte di Yeshùa.
Il terzo motivo è la parasceve (παρασκευή).
Il dizionario greco Rocci, (anvedi ho consultato il Rocci ) come altri dizionari, indicano la parasceve presso gli ebrei al venerdì come giorno di preparazione per il sabato.
In Giovanni leggiamo: "...perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno)..." (Gv.19:31).
L'idea che qui Giovanni indica il sabato dopo la morte di Yeshùa come la festa degli azzimi e non al sabato settimanale non è abbastanza convincente, perchè oltre a parlare di parasceve del sabato, che indica il venerdì, si ha anche l'idea come se, per esempio, quando per un cattolico cade il natale nel giorno di domenica, per lui, quella domenica, è una grande domenica perchè si coincide con il natale. La stessa cosa vedo quando Giovanni dice che "quel sabato era un gran giorno". Egli stava dicendo che quel sabato oltre ad essere il giorno di riposo, era anche festivo.
Per avere ulteriori prove, che la parasceve è il venerdì, possiamo spostarci nel Vangelo di Marco. In Marco si nota la consapevolezza su certi termini adoperati dai giudei e incomprensibili per i pagani, ed ecco che, a differenza di Giovanni, mentre parla di preparazione aggiunge la spiegazione di cosa sia questa preparazione cioè: “la vigilia del sabato” (Mc 15:42). In questo modo i pagani avrebbero compreso che stava parlando del normale sabato settimanale e che la parasceve non era altro che la viglilia del sabato ovvero: il venerdì.
Ora basta perchè mi sono stancato.
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Mmmmm... Prevedo un interessante dibattito. Besasea era convinto che il giorno di parasceve fosse un venerdí poiché riconobbe il "grande sabato” di Gv 19:31 come shabbath hagadol... Ecco le sue parole:
Io, però, sono piú convinto della tesi di Gianni. La Peshitta lo interpreta come Shabbath haGadol, ma noi dobbiamo analizzare il testo giovanneo in greco.Per quanto riguarda "Parasheve", la Peshitta in Giovanni 19:31 riporta ערובתא che significa proprio Venerdì. E רבא יומא דשבתא , che significa "Grande giorno del Sabato" che è appunto lo Shabbath haGadol.
- Gianni
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Re: La morte e risurrezione di Cristo
Ciao, Enigma. Nel risponderti parto dalla fine ovvero dalla tua vasta citazione biblica del terzo giorno quale giorno di risurrezione. Se nella Scrittura avessimo solo quei riferimenti al terzo giorno, va detto subito, sarebbe quasi un assurdo (anche senza il quasi) parlare di tre giorni interi di 24 ore ciascuno. Infatti, come giustamente osservi, sarebbe terzo giorno anche se fosse iniziato solo da un’ora.
Il fatto è però che accanto all’espressione “terzo giorno” abbiamo anche la specificazione “tre giorni [= dì] e tre notti”. Comunque, mettiamo pure alla prova l’opinione tradizionale, che tu sposi, della morte di venerdì e della risurrezione di domenica. Vediamo che succede.
È indubbio che Yeshùa fu inumato prima del tramonto perché il giorno seguente era Pasqua, come richiesto dal Tanàch. Avremmo quindi:
1 giorno/dì - parte di venerdì (qualche ora);
1 notte – sabato;
1 giorno/dì – sabato;
1 notte – domenica.
Totale: 2 dì (di cui uno costituito solo da qualche ora) e 2 notti (1 intera e 1 parziale).
Mancano all’appello 1 notte e 1 dì, anche se si conteggiassero come frazioni.
La domenica mattina, infatti, non può essere conteggiata perché lo impedisce Gv 20:1 che afferma che “il primo giorno della settimana [= domenica], la mattina presto, mentre ERA ANCORA BUIO, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro”.
E cosa accadde quella domenica mattina presto, quando “ERA ANCORA BUIO”? Proprio nulla, se non che l’angelo disse alle donne: “Egli NON È QUI, PERCHÉ È RISUSCITATO come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva”. - Mt 28:6.
Quando fu risuscitato Yeshùa? Di certo non domenica mattina, perché quella domenica mattina mentre “ERA ANCORA BUIO” la tomba era già vuota. In verità non sta scritto da nessuna parte che sia stato risuscitato di domenica, seppure notte.
Ora, anche così (va detto per onestà) – nell’errata ricostruzione della tradizione - si potrebbe parlare di terzo giorno: 1° giorno: qualche ora di venerdì; 2° giorno: sabato (notte e dì); 3° giorno: domenica notte (neppure intera).
Non si può però parlare di tre giorni e di tre notti.
C’è poi la questione dei due sabati. Mi ricordo che tu sollevasti la questione del termine greco al plurale e che per questo produssi uno studio alquanto lungo e dettagliato, che poi pubblicai. Ora, a prescindere dal termine greco, abbiamo questi dati biblici certi:
• “Dopo il sabato [le donne vanno a vedere il sepolcro]”. – Mt 28:1.
• “Passato il sabato [le donne comprano gli aromi]”. – Mr 16:1.
• “Prepararono aromi e profumi. E il sabato si riposarono, secondo il comandamento”. – Lc 23:56.
I SABATI SONO CHIARAMENTE DUE. E non c’è verso di inquadrarli nell’errata ricostruzione tradizionale venerdì-domenica.
La teoria del venerdì-domenica non regge quindi alla ricostruzione biblica.
La tua obiezione che per preparare gli aromi ci siano voluti addirittura 24 ore è fuori luogo. Intanto, la Scrittura dice che li prepararono tra un sabato (quello pasquale) e l’altro (quello settimanale). Quanto tempo ci misero? Non poco, perché quando finirono dovettero fermarsi per rispettare il riposo sabatico. – Lc 23:56.
Un’ultima considerazione.
Yeshùa rifiutò in vita di dare un segno della sua messianicità ai giudei che pure lo pretendevano. Ecco le sue parole:
“Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, TRANNE IL SEGNO DEL PROFETA GIONA. POICHÉ, COME GIONA STETTE NEL VENTRE DEL PESCE TRE GIORNI E TRE NOTTI, COSÌ IL FIGLIO DELL'UOMO STARÀ NEL CUORE DELLA TERRA TRE GIORNI E TRE NOTTI. – Mt 12:39,40.
Con questo segno – lo si noti: indipendente da lui - Yeshùa si giocò tutta la sua credibilità.
Se le cose fossero avvenute dal venerdì alla domenica notte saremmo in presenza di un segno raffazzonato, costituito solo da 2 dì (di cui uno costituito solo da qualche ora) e 2 notti (1 intera e 1 parziale). Anzi, si potrebbe dire chiaramente che fallì il segno che prevedeva 3 giorni/dì e 3 notti.
È quindi il caso di rivedere completamente la tradizione fasulla del venerdì-domenica e di rivederla alla luce della Sacra Scrittura.
Il fatto è però che accanto all’espressione “terzo giorno” abbiamo anche la specificazione “tre giorni [= dì] e tre notti”. Comunque, mettiamo pure alla prova l’opinione tradizionale, che tu sposi, della morte di venerdì e della risurrezione di domenica. Vediamo che succede.
È indubbio che Yeshùa fu inumato prima del tramonto perché il giorno seguente era Pasqua, come richiesto dal Tanàch. Avremmo quindi:
1 giorno/dì - parte di venerdì (qualche ora);
1 notte – sabato;
1 giorno/dì – sabato;
1 notte – domenica.
Totale: 2 dì (di cui uno costituito solo da qualche ora) e 2 notti (1 intera e 1 parziale).
Mancano all’appello 1 notte e 1 dì, anche se si conteggiassero come frazioni.
La domenica mattina, infatti, non può essere conteggiata perché lo impedisce Gv 20:1 che afferma che “il primo giorno della settimana [= domenica], la mattina presto, mentre ERA ANCORA BUIO, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro”.
E cosa accadde quella domenica mattina presto, quando “ERA ANCORA BUIO”? Proprio nulla, se non che l’angelo disse alle donne: “Egli NON È QUI, PERCHÉ È RISUSCITATO come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva”. - Mt 28:6.
Quando fu risuscitato Yeshùa? Di certo non domenica mattina, perché quella domenica mattina mentre “ERA ANCORA BUIO” la tomba era già vuota. In verità non sta scritto da nessuna parte che sia stato risuscitato di domenica, seppure notte.
Ora, anche così (va detto per onestà) – nell’errata ricostruzione della tradizione - si potrebbe parlare di terzo giorno: 1° giorno: qualche ora di venerdì; 2° giorno: sabato (notte e dì); 3° giorno: domenica notte (neppure intera).
Non si può però parlare di tre giorni e di tre notti.
C’è poi la questione dei due sabati. Mi ricordo che tu sollevasti la questione del termine greco al plurale e che per questo produssi uno studio alquanto lungo e dettagliato, che poi pubblicai. Ora, a prescindere dal termine greco, abbiamo questi dati biblici certi:
• “Dopo il sabato [le donne vanno a vedere il sepolcro]”. – Mt 28:1.
• “Passato il sabato [le donne comprano gli aromi]”. – Mr 16:1.
• “Prepararono aromi e profumi. E il sabato si riposarono, secondo il comandamento”. – Lc 23:56.
I SABATI SONO CHIARAMENTE DUE. E non c’è verso di inquadrarli nell’errata ricostruzione tradizionale venerdì-domenica.
La teoria del venerdì-domenica non regge quindi alla ricostruzione biblica.
La tua obiezione che per preparare gli aromi ci siano voluti addirittura 24 ore è fuori luogo. Intanto, la Scrittura dice che li prepararono tra un sabato (quello pasquale) e l’altro (quello settimanale). Quanto tempo ci misero? Non poco, perché quando finirono dovettero fermarsi per rispettare il riposo sabatico. – Lc 23:56.
Un’ultima considerazione.
Yeshùa rifiutò in vita di dare un segno della sua messianicità ai giudei che pure lo pretendevano. Ecco le sue parole:
“Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, TRANNE IL SEGNO DEL PROFETA GIONA. POICHÉ, COME GIONA STETTE NEL VENTRE DEL PESCE TRE GIORNI E TRE NOTTI, COSÌ IL FIGLIO DELL'UOMO STARÀ NEL CUORE DELLA TERRA TRE GIORNI E TRE NOTTI. – Mt 12:39,40.
Con questo segno – lo si noti: indipendente da lui - Yeshùa si giocò tutta la sua credibilità.
Se le cose fossero avvenute dal venerdì alla domenica notte saremmo in presenza di un segno raffazzonato, costituito solo da 2 dì (di cui uno costituito solo da qualche ora) e 2 notti (1 intera e 1 parziale). Anzi, si potrebbe dire chiaramente che fallì il segno che prevedeva 3 giorni/dì e 3 notti.
È quindi il caso di rivedere completamente la tradizione fasulla del venerdì-domenica e di rivederla alla luce della Sacra Scrittura.
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Caro Antonio, da ciò che scrivi devo concludere che, Besasea non ha capito niente, la Peshitta è da cestiniamo, il Rocci lo mettiamo da parte perchè in questo caso ci viene contro. Dici che la soluzione si trova analizzando il testo greco di Giovanni? Si vero, ora ci conviene anche mettere da parte che Giovanni se pur scrivesse in greco pensava in ebraico.
Ok Antonio, se vuoi puoi utilizziamo tutte le scappatoie possibili e analizzare quanto vuoi ma resta il fatto che non si ha l'assoluta certezza che la parasceve, indicata da Giovanni, sia un mercoledì prepasquale se mai abbiamo certezza che era un venerdì e questo è confermato da Marco che dice chiaramente che "la parasceve è la vigilia del sabato" e che in quel anno la pasqua cadeva di sabato.
Ok Antonio, se vuoi puoi utilizziamo tutte le scappatoie possibili e analizzare quanto vuoi ma resta il fatto che non si ha l'assoluta certezza che la parasceve, indicata da Giovanni, sia un mercoledì prepasquale se mai abbiamo certezza che era un venerdì e questo è confermato da Marco che dice chiaramente che "la parasceve è la vigilia del sabato" e che in quel anno la pasqua cadeva di sabato.
Re: La morte e risurrezione di Cristo
Enigma, come ben sai la preparazione è sempre vigilia del "sabato", e poi, eventualmente, ci sono anche i calcoli astronomici per essere sicuri. Gianni li ha già menzionati in passato, io ricordo di averli verificati e indicano che Yeshua morí un mercoledí.