Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

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bgaluppi
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da bgaluppi »

Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. 1Cor 15:12-19
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bgaluppi
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da bgaluppi »

Maria, non e' un mistero che Is 7:14 non annunci la nascita di una vergine. E' esattamente l'inverso: si vede la nascita miracolosa di Yeshua applicata ad Is 7:14. Se i discepoli avessero voluto confermare la messianicita' di Yeshua e renderla credibile presso gli ebrei, non avrebbero presentato la nascita di Yeshua da una vergine. Il fatto di "inventarsi" la nascita miracolosa da una vergine per "deificare" il Cristo, non ha contribuito a rendere credibile la messianicita' di Yeshua presso gli ebrei. E allora perche' lo hanno fatto?
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Gianni
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da Gianni »

Questione molto complessa quella di Is 7:14.
La ho esaminata a fondo nel mio studio intitolato La vergine partoriente di Is 7:14, qui:
http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=1655" onclick="window.open(this.href);return false;
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Maryam Bat Hagar
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

bgaluppi ha scritto:Se i discepoli avessero voluto confermare la messianicita' di Yeshua e renderla credibile presso gli ebrei, non avrebbero presentato la nascita di Yeshua da una vergine. Il fatto di "inventarsi" la nascita miracolosa da una vergine per "deificare" il Cristo, non ha contribuito a rendere credibile la messianicita' di Yeshua presso gli ebrei.
esatto Antonio.perchè inventare un dettaglio che peraltro metteva in discussione l'intera discendenza davidica di Yeshua e di conseguenza non rendeva credibile la sua messianicità agli occhi degli ebrei di ieri e di oggi?un falsario si sarebbe guardato molto bene dal farlo

l'abitudine di applicare un determinato verso della Tanakh ad una data situazione è invece squisitamente e profondamente ebraica(non è una trovata degli agiografi neotestamentari).cito i rabbini di Israele quando applicano il verso di Isaia "come mai sei caduto dal cielo...figlio dell'aurora " al satan biblico mentre era in realtà riferito al re di babilonia
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

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bgaluppi
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Maryam, ottima citazione sul figlio dell'aurora
maria
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da maria »

Se i cristiani affermano che la profezia della nascita verginale in Isaia 7:14 si è compiuta due volte, chi fu la prima vergine ad avere con un bambino nel 732 a.C.? Se essi insistono che la parola [ha'almah] può significare solo vergine, sostengono allora che Maria non fu la prima e unica vergine a concepire e dare alla luce un bambino?

Quali due regni sono stati abbandonati durante la vita di Gesù? Isaia 7:16
Quando leggete dovreste leggere anche il contesto.

Chi era temuto dal Regno di Israele durante il I secolo, quando non esisteva nessun Regno di Israele sin dal VII secolo a.C.?

La parola parthenos (declinazione parthenon) è utilizzato nella Septuaginta in Genesi 34:3,[11][14][15] dove Dina è chiamata parthenos (o parthenon) anche dopo che è stata violentata. Pertanto, non è necessario che la parola parthenos di Matteo 1:23 sia tradotta come "vergine".

Anche il Corano crede a quello che credete ...
Anche il Corano, dove Gesù viene considerato un profeta, parla del concepimento miracoloso da parte di Maria per volontà di Dio:
« E quando gli angeli dissero a Maria: - O Maria! In verità Allah t'ha prescelta e t'ha purificata e t'ha eletta su tutte le donne del creato... O Maria, Iddio t'annunzia la buona novella di una Parola che viene da Lui, e il cui nome sarà il Cristo, Gesù, figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell'altro e uno dei più vicini a Dio.
- O mio Signore! - rispose Maria - Come avrò mai un figlio se non m'ha toccata alcun uomo?
Rispose l'angelo: - Eppure Allah crea ciò ch'Egli vuole: allorché ha deciso una cosa non ha che da dire: "Sii!" ed essa è. »
(Cor., III:42, 45, 47)
maria
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da maria »

Nel contesto originale, l’oracolo di Isaia 7, 14 costituiva la risposta divina a una mancanza di fede del re Achaz, il quale, dinanzi alla minaccia di una invasione degli eserciti dei re vicini, cercava la salvezza sua e del suo regno nella protezione dell’Assiria. Nel consigliargli di riporre la fiducia soltanto in Dio, rinunciando al temibile intervento assiro, il profeta Isaia lo invita da parte del Signore a un atto di fede nella potenza divina: "Chiedi un segno dal Signore tuo Dio...". Al rifiuto del re, che preferisce cercare la salvezza nei soccorsi umani, il profeta pronuncia il celebre oracolo: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (Is 7, 13-14).

Udienza generale Giovanni Paoli II, anche lui spiega le cose come voi, ma sarà che ci hanno fregati tutti quanti?http://w2.vatican.va/content/john-paul- ... 60131.html
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Gianni
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da Gianni »

Cara Maria, a parte il fatto che non è vero che non esisteva nessun regno di Israele sin dal VII secolo a.C. (cosa che comunque non c’entra con la nostra questione), mi pare che tutte le tue difficoltà di comprensione siano basate sulla parola greca parthenos.
Forse dovresti rileggere meglio il mio studio (http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=1655" onclick="window.open(this.href);return false;).

In esso spiego che “la giovane” nel testo ebraico è הָעַלְמָה (haalmàh); nel testo greco della LXX è ἡ παρθένος (e parthènos); nella Vulgata latina è virgo. Generalmente viene tradotto con “la giovane”, “la fanciulla”, “la ragazza”. Il vocabolo ebraico usato da Isaia – הָעַלְמָה (haalmàh) – non viene mai usato nella Bibbia per indicare una donna sposata; esso designa una ragazza adolescente giunta all’età delle nozze.
“Vergine” in ebraico si dice בְּתוּלָה, (betulàh).

Nel mio studio pongo la seguente questione: Come avrebbe potuto un evento che si sarebbe verificato oltre settecento anni dopo servire da “segno” (Is 7:14) all’incredulo re Acaz? Come se non bastasse, Matteo – riferendo il passo isaiano al concepimento verginale di Miryàm – non chiarisce affatto sotto quale aspetto la profezia di Isaia si debba riferire alla madre di Yeshùa: vi si riferiva in senso diretto parlando esclusivamente della persona di Yeshùa? O vi si riferiva in senso indiretto, parlando di una persona contemporanea di Isaia e poi anche, indirettamente, di Yeshùa? Matteo non lo dice.
Analizzando Is 7:7-14 si vede che il “segno” qui profetizzato è il “figlio” partorito, non il suo miracoloso concepimento (che, del resto, non poteva essere documentato, vanificando così il segno). Se il punto centrale fosse stato il concepimento verginale da parte della madre, Isaia lo avrebbe messo maggiormente in rilievo con una espressione simile a questa: ‘la vergine, senza aver conosciuto uomo, concepirà un figlio’.
Questo figlio nascituro doveva essere partorito da una ragazza ben nota, dato che essa assume l’articolo determinativo: “la ragazza” (הָעַלְמָה, haalmàh; in ebraico l’articolo הָ, ha, viene attaccato all’inizio del vocabolo come un prefisso).
Se tale ragazza fosse Miryàm, non si capirebbe come Yeshùa potesse servire da segno ad Acaz vissuto oltre settecento anni prima.
Il figlio di cui si parla è il figlio Isaia
La visione di Isaia abbraccia una visuale ampia: inizia con la salvezza dall’oppressione nemica (presignificata dal figlio di Isaia) e si spinge fino alla liberazione definitiva attuata da colui che in modo eminente sarebbe stato davvero il rappresentante massimo di Dio, vale a dire il “Dio-con-noi”, l’“Emanuele”.
Mentre il figlio di Isaia, segno della presenza divina (“Dio-con-noi”), nasce in modo strano da una “profetessa”, il vero “Dio-con-noi” nascerà da una ragazza che Matteo chiamerà “vergine”. Di questa persona messianica che aveva in mente, Isaia passerà a cantare le meraviglie al capitolo 11.
Non dimenticare mai, Maria che nella Bibbia la visione dell’avvenire domina tutta la storia passata e presente. Gli episodi che la Bibbia narra non sono mai narrati con un intento puramente storico; la Bibbia non è un libro di storia. Le narrazioni (comunque storiche) della Bibbia sono fatte con il desiderio di far luce sul presente o sul passato in vista del futuro che esse anticipano: “Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza” (Rm 15:4). Il messianismo, come ogni altro insegnamento teologico, non è presentato nella Bibbia in modo astratto: le astrazioni sono rifiutate dal modo di pensare degli ebrei. Il messianismo viene concretizzato e simboleggiato nelle diverse situazioni storiche o politiche che si vivevano. Il futuro, nella Bibbia, va assumendo i contorni di una persona da cui esso è preannunciato. Nulla di strano, quindi, se anche nella profezia dell’Emanuele la prospettiva profetica – pur parlando di fatti storicamente esistenti – rimbalzi e si spinga verso l’avvenire messianico che era in fondo ad ogni attesa ebraica.
AKRAGAS
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da AKRAGAS »

Non sapevo di questo studio del Prof. Mauro Pesce e della contraddizione tra la nascita presunta verginale e l'atto dovuto di purificazione.
Detto così sembra che coloro che ebbero in mano gli scritti dell'evangelo di Luca e Matteo abbiano fatto un "taglia incolla" nel tentativo di riadattare in maniera forzata le loro dottrine di origine mitologica per farle accettare alla popolazione pagana.

Ma la domanda sorge spontanea: come facciamo a dimostrare che questa presunta manomissione dei testi del vangelo di Luca e Matteo siano effettivamente avvenuti? Impossibile, almeno da parte di noi ignorantoni ( parlo di me naturalmente).
Oppure bisogna scavare ancora a fondo nel Tanach perchè è stato protetto nei secoli dai detentori delle promesse divine: gli ebrei.
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Gianni
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Re: Isaia 7:14 la nascita da una "vergine"?

Messaggio da Gianni »

Cara Maria, non credo proprio che il pensiero che ho espresso nel mio studio sia condiviso dalla religione “made in Brooklyn”. Sono anzi certo del contrario.

Perché mi dici che è utile anche ricordare che in tutta la tradizione giudaica non è per nulla conosciuto un concepimento di tipo verginale? Non hai letto il mio studio? In esso affermo: Analizzando Is 7:7-14 si vede che il “segno” qui profetizzato è il “figlio” partorito, non il suo miracoloso concepimento (che, del resto, non poteva essere documentato, vanificando così il segno). Se il punto centrale fosse stato il concepimento verginale da parte della madre, Isaia lo avrebbe messo maggiormente in rilievo con una espressione simile a questa: ‘la vergine, senza aver conosciuto uomo, concepirà un figlio’.

Devo poi contestare questa tua dichiarazione: “Voi non partite dalla profezia per arrivare a Gesù, ma vi basate su ciò che avrebbe detto Gesù”.
Prima di tutto, chi mai hai in mente con “voi”? Io non mi riferisco ad alcun “noi”; io scrivo e pubblico da solo, non ho dietro di me alcun “noi”. Si può essere d’accordo o dissentire, ma ciò che scrivo è pensiero mio frutto delle mie indagini bibliche.
Mi sarei basato su “su ciò che avrebbe detto Gesù”?! Ma che dici, se non lo ho neppure nominato?!
Non parto dalla profezia? Maria, cerca di essere più attenta e più analitica, per favore.
Di cosa stiamo parlando? Di Isaia o di Matteo?
Se parliamo di Isaia, la sua profezia si è avverata: il “segno” era suo figlio. Fine.
Se parliamo di Matteo, occorre risalire ad Isaia, visto che lo cita; in ciò ti rimando al mio studio.

Tu sembri mettere in dubbio l’autenticità di Matteo. Bene, si può discuterne, ma a parte, perché ciò nulla c’entra con la profezia isaiana.

Che poi tu dica che in Isaia 7:14 si usi il tempo presente, mostra solo che non sai che in ebraico non esistono i tempi come da noi intesi. In ebraico ci sono unicamente due “tempi”: quello che indica un’azione terminata e quello che indica un’azione non terminata. Nel nostro caso abbiamo:
הִנֵּה הָעַלְמָה הָרָה וְיֹלֶדֶת בֵּן וְקָרָאת שְׁמֹו
hinèh haalmàh haràh veylèdet ben veqaràt shemò
ecco la giovane incinta e partoriente figlio e qaràt nome di lui
(Almàh non è mai usato nella Bibbia per indicare una donna sposata; esso designa una ragazza adolescente giunta all’età delle nozze).
L’unico verbo da cui possiamo trarre il senso del tempo come da noi concepito è qaràt. Indica una persona femminile, che può essere la seconda o la terza singolare; il contesto ci obbliga ad assumere la terza singolare. Il tempo, in senso ebraico, è perfetto: indica un’azione conclusa. Non farti però ingannare. Il tempo perfetto ebraico può riferirsi al passato remoto, al passato recente e al futuro; conta l'azione, non il tempo. È il contesto che stabilisce il senso. In Gn 16:11 troviamo la stessa identica forma verbale: “L'angelo del Signore le disse ancora: «Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome[testo ebraico: קָרָאת שְׁמֹו (qaràt shemò), “chiamerai nome di lui”] di Ismaele”. L’azione è così certa che è espressa con il tempo perfetto, che indica l’azione conclusa. D’altra parte, “la giovane incinta e partoriente” non ha ancora dato alla luce il figlio, per cui il nostro futuro “lo chiamerà” è d’obbligo. Così intesero anche gli ebrei che tradussero in greco con il fururo: καλέσεις τὸ ὄνομα αὐτοῦ (kalèseis tò ònoma autù), “chiamerai il dome di lui”. – Is 7:14, LXX.
Noiman può essere più preciso ed eventualmente correggermi.

Infine, Matteo non commette alcun errore usando παρθένος (parhènos): egli cita dalla LXX che usa proprio quella parola. Forse sei tu che insisti troppo sul senso di “vergine”. In greco questo vocabolo indica una giovane donna pronta per il matrimonio, esattamente come l’almàh ebraica. Vergine? Si suppone di sì. Tuttavia va detto che i rabbini tolleravano i rapporti prematrimoniali tra fidanzati (che erano già considerati sposati), sebbene certo non li incoraggiassero.

Quanto alla verginità di Miryàm, con il parto ovviamente la perse. La sua purificazione sta ad indicare anche questo.

Non so dove vuoi arrivare, Maria. Forse a mettere in dubbio la messianicità di Yeshùa? Pare anzi che tu l'abbia già esclusa. Si tratta di una tua scelta, ovviamente. Per me rimani la benvenuta nel forum. :-)
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