1 SAMUELE 28
Re: 1 SAMUELE 28
Ciao tutti , Ciao Gianni.
Io per le pur scarse nozioni apocalittiche ricordo che nel millenio "governeranno con Yhesua" chiamati fuori dal mondo. Però Gianni puoi fare una breve sintesi così poi analizziamo punto per punto, lo chiedo perchè non vrorrei perdermi dei pezzi , grazie,
Io per le pur scarse nozioni apocalittiche ricordo che nel millenio "governeranno con Yhesua" chiamati fuori dal mondo. Però Gianni puoi fare una breve sintesi così poi analizziamo punto per punto, lo chiedo perchè non vrorrei perdermi dei pezzi , grazie,
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
- francesco.ragazzi
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Re: 1 SAMUELE 28
APOCALISSE 20:6 "...Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni..." .-
MATTEO 6 : "...9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo..." .-
Apocalisse 5: 8 "...E quando ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 E cantavano un nuovo cantico, dicendo: Tu sei degno di prendere il libro e d'aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d'ogni tribù e lingua e popolo e nazione, 10 e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e de' sacerdoti; e regneranno sulla terra..." .-
MATTEO 6 : "...9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo..." .-
Apocalisse 5: 8 "...E quando ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 E cantavano un nuovo cantico, dicendo: Tu sei degno di prendere il libro e d'aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d'ogni tribù e lingua e popolo e nazione, 10 e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e de' sacerdoti; e regneranno sulla terra..." .-
Ultima modifica di francesco.ragazzi il sabato 14 febbraio 2015, 8:09, modificato 1 volta in totale.
Re: 1 SAMUELE 28
Caro Gianni scusami. Credevo tu condividessi la stessa idea.
Mi chiedi quali versetti parlano del regno sulla terra? Gianni è un pò come se ti dovessi chiedere cosa intendi per eletti.
I versetti li conosci, il fatto da vedere e se li condividi.
Noto che tu e alcuni amici del forum avete un'idea diametralmente opposta dalla mia, quindi a che servirebbe prolungarsi.
Dio ci benedica.
Giovanni 5:9-10
Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».
Mi chiedi quali versetti parlano del regno sulla terra? Gianni è un pò come se ti dovessi chiedere cosa intendi per eletti.
I versetti li conosci, il fatto da vedere e se li condividi.
Noto che tu e alcuni amici del forum avete un'idea diametralmente opposta dalla mia, quindi a che servirebbe prolungarsi.
Dio ci benedica.
Giovanni 5:9-10
Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».
Non dimentichiamo mai che i veri credenti amano e sono uniti! Ti abbraccio in Cristo!
-
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Re: 1 SAMUELE 28
Ciao Maurizio.
Ho letto tutta la discussione e volevo dirti che io la penso come te.
Vi sono molti punti di forza che chi non la pensa come te utilizza correttamente è vero. Ma in realtà se si pone un buon approfondimento, si scopre in definitiva hai ragione tu per esempio sul piano che era definitivo di Dio in Genesi per Adamo ed Eva.
Giustamente ti è stato risposto con una domanda: se Dio è onnisciente, quindi conosce il futuro, come mai potrebbe fare un piano che comunque sapeva sarebbe crollato?
In questo errore ci son caduto anche io e credo moltissimi cristiani.
In questo errore sono caduti fior fiori di studiosi biblici e i maggiori scontri teologici della storia sono quelli tra calvinisti e arminiani. I primi, che credevano in una forma di predestinazione assoluta, concludevano con questi assunti teologici: "Dio conosce nel profondo ogni creatura, quindi ha deciso che le cose dovevano andare così. Egli è colui che crea il volere e l'agire in tutti, Egli è colui che sceglie chi salvare e chi non salvare". I calvinisti basano tutta la loro teologia sui famosi 5 punti (basati su versi biblici) chiamati TULIP.
Gli arminiani invece rifiutano questo Dio "onnifacente", cioè che decide e vive ogni cosa come se fosse un film. Rifiutano cioè che Dio abbia deciso indiscutibilmente nell'eternità i salvati e i perduti, quindi anche il peccato di Eva ed Adamo.
Io ho studiato l'argomento per più di 6 anni credimi, ed in tanti anni sono giunto ad una conclusione e spero di pubblicare presto un libro a riguardo.
Se vi fa piacere potrei condividere qualche spunto di riflessione.
Non che abbia trovato la soluzione definitiva al dilemma, ma... qualcosa di buono che mi ha edificato molto, l'ho ottenuta da Dio.
Dio vi benedica.
Ho letto tutta la discussione e volevo dirti che io la penso come te.
Vi sono molti punti di forza che chi non la pensa come te utilizza correttamente è vero. Ma in realtà se si pone un buon approfondimento, si scopre in definitiva hai ragione tu per esempio sul piano che era definitivo di Dio in Genesi per Adamo ed Eva.
Giustamente ti è stato risposto con una domanda: se Dio è onnisciente, quindi conosce il futuro, come mai potrebbe fare un piano che comunque sapeva sarebbe crollato?
In questo errore ci son caduto anche io e credo moltissimi cristiani.
In questo errore sono caduti fior fiori di studiosi biblici e i maggiori scontri teologici della storia sono quelli tra calvinisti e arminiani. I primi, che credevano in una forma di predestinazione assoluta, concludevano con questi assunti teologici: "Dio conosce nel profondo ogni creatura, quindi ha deciso che le cose dovevano andare così. Egli è colui che crea il volere e l'agire in tutti, Egli è colui che sceglie chi salvare e chi non salvare". I calvinisti basano tutta la loro teologia sui famosi 5 punti (basati su versi biblici) chiamati TULIP.
Gli arminiani invece rifiutano questo Dio "onnifacente", cioè che decide e vive ogni cosa come se fosse un film. Rifiutano cioè che Dio abbia deciso indiscutibilmente nell'eternità i salvati e i perduti, quindi anche il peccato di Eva ed Adamo.
Io ho studiato l'argomento per più di 6 anni credimi, ed in tanti anni sono giunto ad una conclusione e spero di pubblicare presto un libro a riguardo.
Se vi fa piacere potrei condividere qualche spunto di riflessione.
Non che abbia trovato la soluzione definitiva al dilemma, ma... qualcosa di buono che mi ha edificato molto, l'ho ottenuta da Dio.
Dio vi benedica.
Re: 1 SAMUELE 28
Maurizio e Stefano una domanda: è corretto affermare che il piano di Genesi non è andato come Dio sperava?
Se la risposta è si, allora si deve ammettere che Dio ha fallito, anche solo nella prima parte.
Io credo che Adamo e Yeshùa hanno sempre fatto parte del piano di Dio.
A Dio non può sfuggire nulla di mano. Se le cose sono andate così significa solamente che era questo il piano di Dio.
Caro Stefano chiunque disse questa frase da te citata (come mai potrebbe fare un piano che comunque sapeva sarebbe crollato?) non tiene conto di questo: il bene e il male non hanno lo stesso valore tra Dio e noi.
Noi vediamo il crollo di tutto e pensiamo che sia un male.
Ma siamo sicuri che agli occhi di Dio è un male?
Ricordiamo sempre che fu Dio a mettere il serpente nell'Eden. Il serpente, Satana, il signore della menzogna, colui che travia da sempre l'uomo.
Se la risposta è si, allora si deve ammettere che Dio ha fallito, anche solo nella prima parte.
Io credo che Adamo e Yeshùa hanno sempre fatto parte del piano di Dio.
A Dio non può sfuggire nulla di mano. Se le cose sono andate così significa solamente che era questo il piano di Dio.
Caro Stefano chiunque disse questa frase da te citata (come mai potrebbe fare un piano che comunque sapeva sarebbe crollato?) non tiene conto di questo: il bene e il male non hanno lo stesso valore tra Dio e noi.
Noi vediamo il crollo di tutto e pensiamo che sia un male.
Ma siamo sicuri che agli occhi di Dio è un male?
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Re: 1 SAMUELE 28
Caro Maurizio, tu avevi scritto che gli eletti riceveranno alla risurrezione un corpo nuovo e staranno 1000 anni con Cristo sulla terra. Ora citi Ap 5:10 in cui è detto degli eletti: “Ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra”.
Non vorrei, caro Maurizio, che tu ti riferisca all’espressione “sulla terra” prendendola alla lettera così come è in italiano, intendendo cioè che regneranno stando sulla terra. Se così fosse, sarebbe un doppio errore: di ingenuità, perché basi la tua spiegazione sul testo italiano (che non è quello biblico), e di non conoscenza del pensiero biblico.
Vediamo intanto il testo vero della frase che ci interessa:
βασιλεύουσιν ἐπὶ τῆς γῆς
basilèusin epì tès ghès
La prima parola (basilèusin) significa indubbiamente “regneranno”. È quindi il resto che ci interessa. La preposizione epì significa “sopra”; in greco, però, può essere seguita da tre casi (genitivo, dativo e accusativo), ciascuno dei quali le dà un senso particolare. Nel nostro caso abbiamo epì + genitivo. Ora ti spiego la differenza.
Si legge in Lc 12:49: “Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra”. Chi scrive è Luca, persona molto istruita che usa un greco elegante e corretto. “Sulla terra” corrisponde a ἐπὶ τὴν γῆν (epì tèn ghèn): epì + accusativo. È questa costruzione che indica “sopra” nel senso di fisicamente sopra, come nella nostra frase “il libro sopra il tavolo”. Ora nota Lc 18:8: “Quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”; qui Luca usa ἐπὶ τῆς γῆς (epì tès ghès), col genitivo: la pace, infatti, non è un oggetto che può stare da qualche parte sulla terra, ma è qualcosa che riguarda la terra, come se noi dicessimo “c’è pace su questa casa”.
In Ap 5:10, in cui si ha epì + genitivo (e non epì + accusativo), il senso non è perciò quello che gli eletti regneranno stando materialmente sulla terra, ma che regneranno “sulla terra” esercitando influenza su di essa. È la stessa costruzione usata in Ap 9:11: “Avevano per re sopra di loro [ἐπ' αὐτῶν (ep’autòn), epì + genitivo] l'angelo dell'abisso” (ND); l’angelo Abaddon non sta materialmente su di loro, ma esercita su di loro la sua autorità.
Caro Stefanotus, sarà molto interessante esaminare con te le tue argomentazioni. Apri un’apposita discussione, se vuoi. Ma ti raccomando: un punto per volta, perché la questione è molto complessa.
Non vorrei, caro Maurizio, che tu ti riferisca all’espressione “sulla terra” prendendola alla lettera così come è in italiano, intendendo cioè che regneranno stando sulla terra. Se così fosse, sarebbe un doppio errore: di ingenuità, perché basi la tua spiegazione sul testo italiano (che non è quello biblico), e di non conoscenza del pensiero biblico.
Vediamo intanto il testo vero della frase che ci interessa:
βασιλεύουσιν ἐπὶ τῆς γῆς
basilèusin epì tès ghès
La prima parola (basilèusin) significa indubbiamente “regneranno”. È quindi il resto che ci interessa. La preposizione epì significa “sopra”; in greco, però, può essere seguita da tre casi (genitivo, dativo e accusativo), ciascuno dei quali le dà un senso particolare. Nel nostro caso abbiamo epì + genitivo. Ora ti spiego la differenza.
Si legge in Lc 12:49: “Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra”. Chi scrive è Luca, persona molto istruita che usa un greco elegante e corretto. “Sulla terra” corrisponde a ἐπὶ τὴν γῆν (epì tèn ghèn): epì + accusativo. È questa costruzione che indica “sopra” nel senso di fisicamente sopra, come nella nostra frase “il libro sopra il tavolo”. Ora nota Lc 18:8: “Quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”; qui Luca usa ἐπὶ τῆς γῆς (epì tès ghès), col genitivo: la pace, infatti, non è un oggetto che può stare da qualche parte sulla terra, ma è qualcosa che riguarda la terra, come se noi dicessimo “c’è pace su questa casa”.
In Ap 5:10, in cui si ha epì + genitivo (e non epì + accusativo), il senso non è perciò quello che gli eletti regneranno stando materialmente sulla terra, ma che regneranno “sulla terra” esercitando influenza su di essa. È la stessa costruzione usata in Ap 9:11: “Avevano per re sopra di loro [ἐπ' αὐτῶν (ep’autòn), epì + genitivo] l'angelo dell'abisso” (ND); l’angelo Abaddon non sta materialmente su di loro, ma esercita su di loro la sua autorità.
Caro Stefanotus, sarà molto interessante esaminare con te le tue argomentazioni. Apri un’apposita discussione, se vuoi. Ma ti raccomando: un punto per volta, perché la questione è molto complessa.
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- Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30
Re: 1 SAMUELE 28
Io sono dell'idea che Dio è Dio e noi uomini siamo uomini.marco ha scritto:Maurizio e Stefano una domanda: è corretto affermare che il piano di Genesi non è andato come Dio sperava?
Dio non è un uomo, Dio è un essere sovrannaturale onnisciente e onnipotente. Noi invece, anche se siamo a "sua immagine", siamo carne e sangue. Non possiamo metterci pienamente "nei panni di Dio" e immaginare come avremmo reagito noi o cosa avremmo fatto noi se fossimo stati onniscienti. Dio è Dio ed il fatto che sia Onnisciente non ci autorizza a pensare che sia anche il determinatore di ogni evento.
Come mi viene suggerito, dovremmo disquisire in un altro topic su argomenti quale predestinazione assoluta, predestinazione condizionata e libero arbitrio.
Fatta questa premessa ti rispondo. Io leggo nella Bibbia che Dio creò le condizioni ideali per l'uomo (ricrea delle piante adatte alla coltivazione il sesto giorno, dopo che aveva già creato le piante in generale nel secondo giorno). Dio creò l'uomo e gli diede un incarico, sorvegliare e curare il giardino. Poi gli diede dominio, responsabilità sugli animali (si deduce dal gesto di nominare ogni animale/specie). Dio ordina di potersi nutrire di ogni cosa tranne che di un frutto. Quindi infine gli dona una donna e gli ordina di crescere e moltiplicarsi.
Non posso pensare che Dio fece tutto questo "recitando" una parte. Dio non recita. Dio non simula. Dio non mente. Dio conosce il futuro si, ma Dio opera vivendo ogni momento e non può autocondizionarsi da solo a causa della Sua onniscienza. Quindi per me la Bibbia dice esattamente che il piano di Dio per l'uomo era quello di rimanere in Eden, crescere e moltiplicarsi con la donna, riempire la terra e non mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male.
Secondo me non è lecito andare oltre ciò che è scritto e fare l'assunzione che fosse tutta una farsa basandosi sul principio che Dio sapeva già tutto, oppure che il piano di Dio fosse fallito.
Tu chiedi se il piano di Dio non è andato come Dio sperava. Io posso dirti innanzitutto che il piano di Dio era per l'uomo, non per Dio. Quindi di certo tu sarai d'accordo con me che è più "corretto" affermare che il piano di Dio per l'uomo è fallito, perché l'uomo ha disobbedito, ha "peccato" (mancato l'obiettivo). Non è Dio a fallire, ma l'uomo.
Sarai d'accordo anche con me che Dio ha provveduto una "soluzione", ossia l'ultimo Adamo per redimere l'umanità. Quindi se Dio provvede una soluzione, significa che un problema c'è stato.
Se ci poniamo nell'ottica di Dio, ossia in Colui che non è un uomo, Colui che ha creato ogni cosa... non esiste la possibilità di Dio ha fallito il Suo piano. Dio non fallisce. Dio ha dato uno scopo all'uomo e l'uomo ha fallito. Non è Dio ad aver fallito.
Aggiungo inoltre che dalla Bibbia abbiamo dati riguardanti Lucifero. Un essere che si inorgoglì diventando il nemico di Dio. Lucifero, Satana... rappresenta l'ennesimo fallimento di Dio? No. Satana rappresenta il dono di Dio del libero arbitrio. Non esiste libero arbitrio se Dio predestinasse o organizzasse le situazioni affinché le cose vadano come Egli prevede. Per esistere il libero arbitrio, l'essere creato deve avere l'opportunità di scelta incondizionata.
Quindi Dio quando ha creato Satana, quando ha creato l'uomo, sapeva che non avrebbe dovuto condividere con l'oro quanto Egli sapeva del futuro, lasciando loro una VERA possibilità di scelta. L'uomo e Satana non conoscevano il destino, le conseguenze delle loro azioni. Quindi hanno scelto "responsabilmente" (da irresponsabili direi) di andare contro Dio. Non era certo desiderio di Dio maledire Lucifero o la terra. Non era certo desiderio e voluto da Dio che Adamo fosse allontanato dalla Sua terra.
Non era certo un Dio d'amore a poter creare le condizioni per punire le Sue creature.
Mi spiego?
Io cerco di definire queste deduzioni rimanendo il più legato possibile al testo biblico. Non siamo secondo me autorizzati ad andare oltre ciò che è scritto. La Bibbia in Genesi non accenna alla dietrologia di Dio. La Bibbia dice chiaramente che Dio aveva un piano per l'uomo e l'uomo fallì.
Con l'arrivo di Gesù Cristo, gli apostoli diranno che Gesù era stato scelto nell'eternità e io ci credo. Sicuramente Dio in un certo momento della storia eterna decise di creare l'uomo... e nel solo pensare cosa sarebbe successo perché lo sapeva, decise che avrebbe provveduto per amore Suo figlio.
Vi sono alcuni teologi che credono che Dio non vede l'esatta perfezione di ciò che avverrà, ma solo le strade possibili. Io credo di no. Perché l'apocalisse o le altre profezie bibliche, mostrano Dio convinto e deciso nel prevedere cose che avverranno e che poi avvengono. Quindi per me Dio è perfettamente onnisciente.
Concordo pienamente.Io credo che Adamo e Yeshùa hanno sempre fatto parte del piano di Dio.
A Dio non può sfuggire nulla di mano. Se le cose sono andate così significa solamente che era questo il piano di Dio.
Io punto sul cambio di prospettiva per spiegare il problema.
No non sono pienamente d'accordo.Caro Stefano chiunque disse questa frase da te citata (come mai potrebbe fare un piano che comunque sapeva sarebbe crollato?) non tiene conto di questo: il bene e il male non hanno lo stesso valore tra Dio e noi. Noi vediamo il crollo di tutto e pensiamo che sia un male.
Ma siamo sicuri che agli occhi di Dio è un male?
Dio ha maledetto la terra, e la maledizione è un male, è l'opposto della benedizione.
Dio ha punito l'uomo e la donna, quindi non c'è discussione: gli eventi seguenti la disobbedienza sono male, sono negativi. Che poi Dio sia un essere capace di tramutare il male in bene, siamo tutti d'accordo. Che Dio si usi delle sofferenze e delle negatività per formare e far crescere di maturità le Sue creature, siamo tutti d'accordo. Ma che Dio organizzi o programmi di Sua volontà il male, è una definizione di Dio che non posso accettare. Dio è il bene assoluto. L'amore assoluto. Dio non desidera, non vuole il male, le punizioni. Dio può distruggere, ha un ira assoluta, ma Dio non ha mai detto di sé stesso "Dio è ira". Dio è terribile certamente, perché la Sua onnipotenza gli permette di muoversi in modo per noi "tremendo". Ma Dio si è fatto definire "amore" e dove c'è l'amore non ci può essere il desiderio di maledire.
Vi è differenza tra il volere di Dio e la permissività di Dio.Ricordiamo sempre che fu Dio a mettere il serpente nell'Eden. Il serpente, Satana, il signore della menzogna, colui che travia da sempre l'uomo.
Re: 1 SAMUELE 28
Caro Gianni, una brutta influenza mi ha costretto a letto per una settimana e ho dovuto bloccare tutti i miei impegni ministeriali. Allora nel “vaticinio febbrile” mi son detto fammi fare una visita al forum del mio amico Gianni. Però non credevo di dover ricevere una lezione di greco classico, oltretutto non corretta; siamo sicuri che la febbre lo ha avuta solo io?! .
Lasciami scherzare un pochino…
Si, la tua analisi NON è corretta sia per un motivo tecnico che spiego subito, sia per deduzioni logiche. Riguardo la distinzione tra epi e i tre casi va detto che il senso letterale o figurato è possibile in tutti i casi. Faccio alcuni esempi e poi allego una lista più completa alla fine:
Mr 4:26 Diceva ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno,
Mr 6:48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro camminando sul mare; e voleva oltrepassarli,
Lu 17:31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro.
Questi sono solo tre esempi ma ne trovi tanti di seguito se vuoi. Questi ci indicano che epi+genitvo si usa anche per indicare luogo in senso fisico.
È interessante invece il fatto che per indicare il controllo diciamo a “distanza” si usi il dativo. Guarda qui:
Mt 24:47 Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni.
In Ap5:10 abbiamo giustamente epi+genitivo: “ e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra”.
Ora vediamo il secondo punto, la questione logica!
Il verso Ap 5:9 ci da una informazione da non trascurare:
9 Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, 10 e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra»
Sta parlando di gente proveniente da tutte le parti del mondo; non solo di Ebrei, quindi tutta la chiesa! Come potrebbe mai accadere che tutta la chiesa sia sulle nuvole, nei cieli a governare un regno che è essa stessa ( “e ne hai fatto per il nostro Dio un regno”) e quindi il suo regno è nei cieli ma allo stesso tempo “regnerebbe” sulla terra un non meglio specificato regno alternativo al suo?
Gianni tu hai detto:
Ti dico in verità che non l’ho fatto per errore né per ingenuità o mancanza di conoscenza, ma convintamente.
Risolto ciò ripeto quanto detto ieri. Non è questione di analizzare i versi biblici perché se un po’ mi conosci sai che è così.
La questione è un’altra: comprendere una volta per tutte che ci sono gruppi internazionali che credono alla prima ipotesi e altri che preferiscono la seconda. In base alla scelta si va a modellare tutta l’escatologia e anche a definire l’annosa battaglia sull’anima che viene spesso pietosamente combattuta citando a sproposito versi come Ec 9:5 senza considerare il messaggio del libro e la visione di chi scrive.
Riporto le due ipotesi di qualche giorno fa
Vi abbraccio nell’amore del Signore.
[GING] evpi,
evpi, prep. w. gen., dat., or acc.—I. with the genitive—1. of place, lit. and fig. on, upon Mt 1:11; Mk 4:26; 6:48f; Lk 17:31, 34; 1 Cor 11:10; Gal 3:13. At, near, by Mt 21:19; Lk 22:30; J 21:1; Ac 5:23. Before, in the presence of Mk 13:9; Ac 23:30; 1 Cor 6:1; 1 Ti 6:13. Over of power, authority, control Lk 12:42; Ac 6:3; Ro 9:5; Rv 5:10; 17:18; in charge of Ac 8:27. On the basis or evidence of Mk 12:14, 32; Ac 4:27; 1 Ti 5:19; Hb 7:11.—2. of time in the time of Mt 1:11; Mk 2:26; Lk 3:2; Ac 11:28; Eph 1:16; Jd 18.—II. with the dative—1. of place, lit. and fig. on, in, above Mt 9:16; 14:8, 11; 16:18; Mk 6:39; Lk 23:38; J 11:38; Ac 3:11; 27:44. Against Lk 12:52f. At, near, by Mk 13:29; J 4:6; Ac 3:10; Rv 9:14. Over of power, authority, control Mt 24:47; Lk 12:44. To, in addition to Lk 3:20; 1 Cor 14:16; 2 Cor 7:13; Col 3:14. On, on the basis of Lk 4:4; 5:5; Ac 3:16; Ro 8:20; Hb 8:6. At, because of, from, with Mk 1:22; Lk 1:29; Ac 3:10; 20:38; Ro 16:19; Phlm 7; Rv 12:17; 18:20. About J 12:16; Hb 11:4; Rv 22:16. For Gal 5:13; Eph 2:10; 1 Th 4:7; 2 Ti 2:14. evfV w|- on the condition under which, a commercial term, is probable in Ro 5:12; Phil 3:12.—2. of time at, in, at the lime of, during 2 Cor 1:4; Phil 1:3; 2:17; 1 Th 3:7b; Hb 9:15, 26. evpi. tou,tw| in the meanwhile J 4:27.—III. with the accusative—1. of place, lit. and fig., often with motion implied across, over Mt 14:25, 28f; Lk 23:44; Ac 11:28. On, upon Mt 5:45; 13:5; Lk 6:29; 23:30; 1 Cor 14:25; Rv 7:11. To, upon Mt 22:9; Ac 8:26; Rv 7:1. To, up to, in the neighborhood of, on Mt 3:13; Mk 5:21; Lk 22:44; J 19:33; 21:20; before Lk 12:58; Ac 25:12. To, toward Mt 12:49; 2 Pt 2:22. Against with hostile intent Mt 10:21; Mk 14:48; Lk 11:17f; Ac 13:50. Simply on, over with no motion Mt 13:2; Mk 4:38; J 12:15; 2 Cor 3:15; Rv 4:4. evpi. to. auvto, at the same place, together Lk 17:35; Ac 1:15, but to the same place with verbs of motion Mt 22:34; 1 Cor 11:20; 14:23 and proseti,qei evpi. to. auvto, he added to their number Ac 2:47. Over of power, rule, control Mt 25:21, 23; Lk 1:33; Ac 7:10; Ro 5:14; Rv 6:8. To, in addition to Mt 6:27; Lk 12:25; Phil 2:27. On, upon, to, over Mt 12:28; 27:25; Lk 3:2; 10:6; J 1:32f; Ac 2:17f; 13:11; Ro 2:2, 9; 1 Pt 5:7; Rv 11:11. In, on, for, toward Mt 27:43; Mk 9:22; Ac 11:17; Ro 4:24; Eph 2:7; Hb 6:1; Rv 1:7.—2. of time: time when on, at Lk 10:35; Ac 3:1; 4:5. Of extension over a period for, over a period of Lk 4:25; Ac 13:31; 18:20; 28:6. [pg 72]
Lasciami scherzare un pochino…
Si, la tua analisi NON è corretta sia per un motivo tecnico che spiego subito, sia per deduzioni logiche. Riguardo la distinzione tra epi e i tre casi va detto che il senso letterale o figurato è possibile in tutti i casi. Faccio alcuni esempi e poi allego una lista più completa alla fine:
Mr 4:26 Diceva ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno,
Mr 6:48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro camminando sul mare; e voleva oltrepassarli,
Lu 17:31 In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro.
Questi sono solo tre esempi ma ne trovi tanti di seguito se vuoi. Questi ci indicano che epi+genitvo si usa anche per indicare luogo in senso fisico.
È interessante invece il fatto che per indicare il controllo diciamo a “distanza” si usi il dativo. Guarda qui:
Mt 24:47 Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni.
In Ap5:10 abbiamo giustamente epi+genitivo: “ e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra”.
Ora vediamo il secondo punto, la questione logica!
Il verso Ap 5:9 ci da una informazione da non trascurare:
9 Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, 10 e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra»
Sta parlando di gente proveniente da tutte le parti del mondo; non solo di Ebrei, quindi tutta la chiesa! Come potrebbe mai accadere che tutta la chiesa sia sulle nuvole, nei cieli a governare un regno che è essa stessa ( “e ne hai fatto per il nostro Dio un regno”) e quindi il suo regno è nei cieli ma allo stesso tempo “regnerebbe” sulla terra un non meglio specificato regno alternativo al suo?
Gianni tu hai detto:
Non vorrei, caro Maurizio, che tu ti riferisca all’espressione “sulla terra” prendendola alla lettera così come è in italiano, intendendo cioè che regneranno stando sulla terra. Se così fosse, sarebbe un doppio errore: di ingenuità, perché basi la tua spiegazione sul testo italiano (che non è quello biblico), e di non conoscenza del pensiero biblico.
Ti dico in verità che non l’ho fatto per errore né per ingenuità o mancanza di conoscenza, ma convintamente.
Risolto ciò ripeto quanto detto ieri. Non è questione di analizzare i versi biblici perché se un po’ mi conosci sai che è così.
La questione è un’altra: comprendere una volta per tutte che ci sono gruppi internazionali che credono alla prima ipotesi e altri che preferiscono la seconda. In base alla scelta si va a modellare tutta l’escatologia e anche a definire l’annosa battaglia sull’anima che viene spesso pietosamente combattuta citando a sproposito versi come Ec 9:5 senza considerare il messaggio del libro e la visione di chi scrive.
Riporto le due ipotesi di qualche giorno fa
(1)
Se il progetto definitivo di Dio era quello dell'Eden, allora l'unica vita che potremmo definire tale è quella di Adamo ed Eva e di Gesù dopo la risurrezione. In questo caso parlare di esistenza dopo la morte delle anime o parte spirituale dell'uomo, non comporta danni perché la loro non sarebbe propriamente vita.
(2)
Se invece il progetto definitivo di Dio non era quello dell'Eden, che invece rappresentava una fase transitoria, per lasciare spazio in seguito al piano definitivo di Dio che è di avere tutti esseri spirituali senza carne e ossa, allora parlare di esistenza dopo la morte delle anime o parte spirituale dell'uomo, comporterebbe serie difficoltà perché l'idea di anime spirituali sembra anticipare quello che invece dovrebbe accadere al ritorno di Gesù: la risurrezione di tutti essere spirituali (evanescenti se vogliamo).
Io, sposando la prima delle due ipotesi, non ho alcun problema teologico a credere che ci sia un luogo, che potremmo chiamare paradiso, dove le anime riposano o in uno stato cosciente o incosciente, perché tanto so che quella loro non è vita, ma hanno bisogno di essere risvegliati a vera vita nel corpo.
Personalmente credo che quanto riportato in 1 Samuele 28 e in altri passi della Scrittura ci faccia comprendere che c'era chiara l'idea che le anime o spiriti fossero da qualche parte in riposo. Saul ha sbagliato ma non ha chiesto di vedere degli extraterrestri, ha chiesto qualcosa che secondo lui era più che plausibile.
Ora fissati i due presupposti, le parti "opposte" non potranno mai dialogare in modo costruttivo su questo specifico tema per ovvie ragioni.
Vi abbraccio nell’amore del Signore.
[GING] evpi,
evpi, prep. w. gen., dat., or acc.—I. with the genitive—1. of place, lit. and fig. on, upon Mt 1:11; Mk 4:26; 6:48f; Lk 17:31, 34; 1 Cor 11:10; Gal 3:13. At, near, by Mt 21:19; Lk 22:30; J 21:1; Ac 5:23. Before, in the presence of Mk 13:9; Ac 23:30; 1 Cor 6:1; 1 Ti 6:13. Over of power, authority, control Lk 12:42; Ac 6:3; Ro 9:5; Rv 5:10; 17:18; in charge of Ac 8:27. On the basis or evidence of Mk 12:14, 32; Ac 4:27; 1 Ti 5:19; Hb 7:11.—2. of time in the time of Mt 1:11; Mk 2:26; Lk 3:2; Ac 11:28; Eph 1:16; Jd 18.—II. with the dative—1. of place, lit. and fig. on, in, above Mt 9:16; 14:8, 11; 16:18; Mk 6:39; Lk 23:38; J 11:38; Ac 3:11; 27:44. Against Lk 12:52f. At, near, by Mk 13:29; J 4:6; Ac 3:10; Rv 9:14. Over of power, authority, control Mt 24:47; Lk 12:44. To, in addition to Lk 3:20; 1 Cor 14:16; 2 Cor 7:13; Col 3:14. On, on the basis of Lk 4:4; 5:5; Ac 3:16; Ro 8:20; Hb 8:6. At, because of, from, with Mk 1:22; Lk 1:29; Ac 3:10; 20:38; Ro 16:19; Phlm 7; Rv 12:17; 18:20. About J 12:16; Hb 11:4; Rv 22:16. For Gal 5:13; Eph 2:10; 1 Th 4:7; 2 Ti 2:14. evfV w|- on the condition under which, a commercial term, is probable in Ro 5:12; Phil 3:12.—2. of time at, in, at the lime of, during 2 Cor 1:4; Phil 1:3; 2:17; 1 Th 3:7b; Hb 9:15, 26. evpi. tou,tw| in the meanwhile J 4:27.—III. with the accusative—1. of place, lit. and fig., often with motion implied across, over Mt 14:25, 28f; Lk 23:44; Ac 11:28. On, upon Mt 5:45; 13:5; Lk 6:29; 23:30; 1 Cor 14:25; Rv 7:11. To, upon Mt 22:9; Ac 8:26; Rv 7:1. To, up to, in the neighborhood of, on Mt 3:13; Mk 5:21; Lk 22:44; J 19:33; 21:20; before Lk 12:58; Ac 25:12. To, toward Mt 12:49; 2 Pt 2:22. Against with hostile intent Mt 10:21; Mk 14:48; Lk 11:17f; Ac 13:50. Simply on, over with no motion Mt 13:2; Mk 4:38; J 12:15; 2 Cor 3:15; Rv 4:4. evpi. to. auvto, at the same place, together Lk 17:35; Ac 1:15, but to the same place with verbs of motion Mt 22:34; 1 Cor 11:20; 14:23 and proseti,qei evpi. to. auvto, he added to their number Ac 2:47. Over of power, rule, control Mt 25:21, 23; Lk 1:33; Ac 7:10; Ro 5:14; Rv 6:8. To, in addition to Mt 6:27; Lk 12:25; Phil 2:27. On, upon, to, over Mt 12:28; 27:25; Lk 3:2; 10:6; J 1:32f; Ac 2:17f; 13:11; Ro 2:2, 9; 1 Pt 5:7; Rv 11:11. In, on, for, toward Mt 27:43; Mk 9:22; Ac 11:17; Ro 4:24; Eph 2:7; Hb 6:1; Rv 1:7.—2. of time: time when on, at Lk 10:35; Ac 3:1; 4:5. Of extension over a period for, over a period of Lk 4:25; Ac 13:31; 18:20; 28:6. [pg 72]
Non dimentichiamo mai che i veri credenti amano e sono uniti! Ti abbraccio in Cristo!
Re: 1 SAMUELE 28
Ciao Stafanotus. Ho letto solo ora il tuo commento. Ben detto!
Con affetto
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- Gianni
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Re: 1 SAMUELE 28
Caro Maurizio, non intendevo fare una lezione di greco, ma a quanto pare ora è necessaria. Pariamo quindi a dovere della preposizione epì.
Iniziamo dal primo passo che citi, Mr 4:26 in cui si legge: “Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno”, ἐπὶ τῆς γῆς (epì tè ghès), epì + genitivo. Qui si tratta di stato in luogo. Ora nota il passo parallelo: “Un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo” (Mt 13:24), ἐν τῷ (en tò), “nel”. Ciò mostra che il modo di esprimere lo stato in luogo può variare.
Passiamo ora a Mr 6:48, che pure citi: “Camminando sul mare”, ἐπὶ τῆς θαλάσσης (epì tès thalàsses), epì + genitivo, altro stato in luogo. Ora però nota il passo parallelo: “Sul mare” (Mt 14:25), ἐπὶ τὴν θάλασσαν (epì tèn thalàssan), epì + accusativo. Chi è più corretto? Certamente Matteo, perché epì + accusativo indica moto e direzione. Giovanni, infatti, che usa un greco non buono, ricorre a epì + genitivo nel passo parallelo di Gv 6:19.
Interessante al riguardo è il terzo passo che citi, Lc 17:31, in cui si parla di chi sta “sulla terrazza”, epì + genitivo, stato in luogo. In At 10:9, però, la stessa espressione “sulla terrazza” è espressa giustamente da Luca con epì + accusativo, perché si tratta di moto e direzione.
Va ricordato che il greco biblico non è quello classico ma quello popolano del primo secolo e che il greco di Giovanni è spesso scorretto; in particolare quello di Apocalisse è pessimo. Possiamo quindi fare delle considerazioni grammaticali, ma non più di tanto.
In verità, lo stato in luogo può essere espresso anche con epì + dativo, come in Ap 9:14: “Sul gran fiume Eufrate”, ἐπὶ τῷ ποταμῷ (epì tò potamò), epì + dativo.
Giovanni utilizza epì + genitivo quando sarebbe più coretto usare l’accusativo, come in Ap 8:3: “Sull’altare”, ἐπὶ τοῦ θυσιαστηρίου (epì tù thysiasterìu). La LXX greca ha più correttamente, Gn 22:9, epì + accusativo: ἐπὶ τὸ θυσιαστήριον (epì tò thysiastèrion).
Che valore ha l’epì + genitivo di Ap 5:10? L’epì + genitivo può indicare autorità, come in Ap 9:11: ἔχουσιν ἐπ' αὐτῶν βασιλέα (èchusin ep’autòn basilèia), “hanno su di loro un re”. Così anche in Ap 11:6: καὶ ἐξουσίαν ἔχουσιν ἐπὶ τῶν ὑδάτων (ecsusìan èchusin epì tòn ydàton), “potere hanno sulle acque”.
La corretta comprensione di Ap 5:10 va quindi vista nel quadro generale.
La domanda è: dove si troverà Yeshùa durante il Millennio? Gli eletti “seguono l'Agnello dovunque vada”. - Ap 14:4.
Iniziamo dal primo passo che citi, Mr 4:26 in cui si legge: “Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno”, ἐπὶ τῆς γῆς (epì tè ghès), epì + genitivo. Qui si tratta di stato in luogo. Ora nota il passo parallelo: “Un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo” (Mt 13:24), ἐν τῷ (en tò), “nel”. Ciò mostra che il modo di esprimere lo stato in luogo può variare.
Passiamo ora a Mr 6:48, che pure citi: “Camminando sul mare”, ἐπὶ τῆς θαλάσσης (epì tès thalàsses), epì + genitivo, altro stato in luogo. Ora però nota il passo parallelo: “Sul mare” (Mt 14:25), ἐπὶ τὴν θάλασσαν (epì tèn thalàssan), epì + accusativo. Chi è più corretto? Certamente Matteo, perché epì + accusativo indica moto e direzione. Giovanni, infatti, che usa un greco non buono, ricorre a epì + genitivo nel passo parallelo di Gv 6:19.
Interessante al riguardo è il terzo passo che citi, Lc 17:31, in cui si parla di chi sta “sulla terrazza”, epì + genitivo, stato in luogo. In At 10:9, però, la stessa espressione “sulla terrazza” è espressa giustamente da Luca con epì + accusativo, perché si tratta di moto e direzione.
Va ricordato che il greco biblico non è quello classico ma quello popolano del primo secolo e che il greco di Giovanni è spesso scorretto; in particolare quello di Apocalisse è pessimo. Possiamo quindi fare delle considerazioni grammaticali, ma non più di tanto.
In verità, lo stato in luogo può essere espresso anche con epì + dativo, come in Ap 9:14: “Sul gran fiume Eufrate”, ἐπὶ τῷ ποταμῷ (epì tò potamò), epì + dativo.
Giovanni utilizza epì + genitivo quando sarebbe più coretto usare l’accusativo, come in Ap 8:3: “Sull’altare”, ἐπὶ τοῦ θυσιαστηρίου (epì tù thysiasterìu). La LXX greca ha più correttamente, Gn 22:9, epì + accusativo: ἐπὶ τὸ θυσιαστήριον (epì tò thysiastèrion).
Che valore ha l’epì + genitivo di Ap 5:10? L’epì + genitivo può indicare autorità, come in Ap 9:11: ἔχουσιν ἐπ' αὐτῶν βασιλέα (èchusin ep’autòn basilèia), “hanno su di loro un re”. Così anche in Ap 11:6: καὶ ἐξουσίαν ἔχουσιν ἐπὶ τῶν ὑδάτων (ecsusìan èchusin epì tòn ydàton), “potere hanno sulle acque”.
La corretta comprensione di Ap 5:10 va quindi vista nel quadro generale.
La domanda è: dove si troverà Yeshùa durante il Millennio? Gli eletti “seguono l'Agnello dovunque vada”. - Ap 14:4.