Re: Confidenziale
Inviato: martedì 28 febbraio 2017, 18:54
.Ogni cristiano deve avere un animo di ebreo se vuole vivere la propria fede e comprendere la Scrittura; gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori; il cristianesimo non è comprensibile se non viene letto nella storia dell’ebraismo”. Lo ha detto il cardinale Velasio De Paolis intervenendo giovedì 22 ottobre, a Roma, nel corso del Simposio internazionale sul tema “Le radici ebraiche del Cristianesimo”.
.Nel suo intervento il cardinale De Paolis ha spiegato che “dalla storia degli inizi appare più che evidente che il cristianesimo è fiorito dall’albero dell’ebraismo. I primi discepoli di Gesù Cristo erano semplicemente dei credenti ebrei, che, rimanendo tali, hanno visto in Gesù Cristo il compimento delle profezie e delle attese messianiche del popolo ebraico. Per il resto continuavano a sentirsi ebrei, legati alla legge mosaica e alla pratica del tempio”.
«I miei occhi prevengono le veglie per meditare sulle tue promesse».
Così, dal Salmo 119, è riportato il versetto sulla copertina del libro «La promessa», da poco uscito in Francia, e scritto dal cardinale Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi.
È una riflessione, di più, è un bilancio che il cardinale, a 76 anni compiuti, fa del tanto tempo trascorso nella meditazione e nelle discussioni sui rapporti tra cristianesimo e giudaismo. Lui, convertito dall'ebraismo all'età di 14 anni, sua madre morta ad Auschwitz, fattosi prete cattolico
A tal proposito ha scritto il Jean Marie Lustiger: “Diventando cristiano, non ho inteso cessare l’essere ebreo che ero allora. Non fuggivo da una condizione ebraica. L’ho ricevuta dai miei genitori e non la posso perdere. L’ho ricevuta da Dio, ed egli non me la farà perdere mai”.
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Da Wikipedia (( JAN MARIE LUSTIGER ,))
È stato l'unico alto prelato cattolico dei tempi moderni che fosse nato (e che si considerasse sempre) ebreo, un fatto che lo rese inevitabilmente una figura controversa. Lui affermava di essere orgoglioso delle sue origini ebraiche e si auto-descriveva come un "ebreo completo" (ed era considerato l'unico prelato cattolico a parlare correntemente la lingua yiddish). Quando diventò arcivescovo di Parigi, disse: «Io sono nato ebreo e così rimango, anche se questo può essere inaccettabile per molti. Per me, la vocazione di Israele è quella di portare luce ai goyim. Questa è la mia speranza e credo che il cristianesimo sia il mezzo per raggiungere questo scopo». (In questa sua affermazione, utilizzava la parola "Israele" intendendola come popolo giudaico e non come un riferimento allo stato di Israele)
non e' polemica , ''se lo ritenete inopportuno cancellate ,moderate ..''' ma solo cosi una informazione su come la pensano anche altri ... ...
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.Nel suo intervento il cardinale De Paolis ha spiegato che “dalla storia degli inizi appare più che evidente che il cristianesimo è fiorito dall’albero dell’ebraismo. I primi discepoli di Gesù Cristo erano semplicemente dei credenti ebrei, che, rimanendo tali, hanno visto in Gesù Cristo il compimento delle profezie e delle attese messianiche del popolo ebraico. Per il resto continuavano a sentirsi ebrei, legati alla legge mosaica e alla pratica del tempio”.
«I miei occhi prevengono le veglie per meditare sulle tue promesse».
Così, dal Salmo 119, è riportato il versetto sulla copertina del libro «La promessa», da poco uscito in Francia, e scritto dal cardinale Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi.
È una riflessione, di più, è un bilancio che il cardinale, a 76 anni compiuti, fa del tanto tempo trascorso nella meditazione e nelle discussioni sui rapporti tra cristianesimo e giudaismo. Lui, convertito dall'ebraismo all'età di 14 anni, sua madre morta ad Auschwitz, fattosi prete cattolico
A tal proposito ha scritto il Jean Marie Lustiger: “Diventando cristiano, non ho inteso cessare l’essere ebreo che ero allora. Non fuggivo da una condizione ebraica. L’ho ricevuta dai miei genitori e non la posso perdere. L’ho ricevuta da Dio, ed egli non me la farà perdere mai”.
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Da Wikipedia (( JAN MARIE LUSTIGER ,))
È stato l'unico alto prelato cattolico dei tempi moderni che fosse nato (e che si considerasse sempre) ebreo, un fatto che lo rese inevitabilmente una figura controversa. Lui affermava di essere orgoglioso delle sue origini ebraiche e si auto-descriveva come un "ebreo completo" (ed era considerato l'unico prelato cattolico a parlare correntemente la lingua yiddish). Quando diventò arcivescovo di Parigi, disse: «Io sono nato ebreo e così rimango, anche se questo può essere inaccettabile per molti. Per me, la vocazione di Israele è quella di portare luce ai goyim. Questa è la mia speranza e credo che il cristianesimo sia il mezzo per raggiungere questo scopo». (In questa sua affermazione, utilizzava la parola "Israele" intendendola come popolo giudaico e non come un riferimento allo stato di Israele)
non e' polemica , ''se lo ritenete inopportuno cancellate ,moderate ..''' ma solo cosi una informazione su come la pensano anche altri ... ...
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