Confidenziale

[Gianni]

Sono toccanti e molto umane le vostre considerazioni sulla preghiera e sulla non preghiera. Ci dicono la nostra miseria e nel contempo ci mostrano che Dio non abbandona i suoi.

Riflettendoci ulteriormente mi è tornata alla mente un’esperienza che il grande pensatore ebraico A. J. Heschel racconta in una nota autobiografica. Egli si trovava in Germania, dove era andato a studiare filosofia per cercare le ragioni della fede. Una sera, racconta, era preso da tanti pensieri e non era nella disposizione di pregare; poi si accorse che il sole stava per tramontare e che si stava dimenticato di pregare. Quella presa di coscienza fu molto significativa.

Questo episodio mi fa venire in mente i vari e non pochi “devi” che Dio rivolge a Israele nella Bibbia. In questo terzo millennio, settimo per gli ebrei, l’uomo moderno non sopporta i “devi” perché li sente come un’imposizione. Già da bambini non si sopportano i “devi” dei genitori. Eppure, a rifletterci, quanto amore dietro i vari “devi mangiare” e “devi dormire” o simili.
I “devi” di Dio sono una grande salvaguardia. Personalmente considero i momenti di preghiera come degli appuntamenti con l’Altissimo. Quando l’ora dell’incontro si avvicina il cuore si emoziona nella consapevolezza di rendersi conto di fronte a Chi siamo.
Abbiamo orari stabiliti per mangiare, per dormire e per alzarci, per cento faccende quotidiane. E non dovremmo averne per i più importanti e sacri appuntamenti con Colui da cui dipende il mondo e noi stessi?

A volte, è vero, non siamo nella disposizione giusta. Accade allora una cosa meravigliosa. Paolo la spiega magnificamente in Rm 8:26,27: “Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza, perché noi non sappiamo neppure come dobbiamo pregare, mentre lo Spirito stesso prega Dio per noi con sospiri che non si possono spiegare a parole. E Dio, che conosce i nostri cuori, conosce anche le intenzioni dello Spirito che prega per i credenti come Dio desidera”. – TILC.
In quei momenti è come, dice Paolo, se Dio accogliesse le preghiere che Gli rivolgeremmo se fossimo in grado pregare; è come se Dio usasse il suo santo spirito per interpretare le intenzioni che non riusciamo ad esprimere.
È, se vogliamo, come una mamma che vede il figlio imbronciato e passa oltre leggendo nel suo cuore e mostrando benevolenza.

[stella]

Cosa aggiungere alle vostre riflessioni ?,.. Perdonatemi se sono potrebbero essere superflue''... oppure offuscare il vostro scritto ,le vostre ''confessioni''
aggiungo che siamo ,ci troviamo tutti un po' nella stessa situazione ...barca .....,solo che a volte chiedo al Signore di aprire la mia bocca alla lode ,che mi aiuti a manifestare anche esteriormente cio' che il mio cuore il mio spirito vuole esprimere ,per coinvolgere far partecipe chi mi e' vicino '''
ma anche prego a volte per i momenti bui ,per quei periodi che attraversiamo il deserto '' prego il Signore per quando sara' il momento che dovro' attraversare ''il tunnel''' allora chissa' se saremo preparati ,se saremo coscienti ,se avremo forze di rivolgerci a LUI allora chiedo di non essere abbandonata di restarmi vicina ....

vi siete annullati dinanzi al Padre ...e questo essere consapevoli della propria nullita incapacita' fa si che il Padre possa interviene ...
noi facciamo il possibile ,LUI fara' l'impossibile ....
.
"Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun
male, perché tu sei con me; il tuo bastone la tua verga mi danno sicurezza". Salmo 23:4

ricordatevi che le prove ci aiutano a crescere a fortificarci nel Signore ...

Davide ricorda «il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza»...
Il bastone e la verga sono due strumenti basilari che il pastore usa per proteggere e guidare le pecore.

GIACOMO ... Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti....
Ho avuto amarezza tanta amarezza per una situazione familiare ''molto delicata '' ,ma grazie a DIO ora sono libera ...bisogna accettare anche le cose che non ci piacciuono chissa il piano di DIO quale e' sara' per noi ...ha in risebo cose migliori ..

MOLTE SONO LE AFFLIZZIONI DEL GIUSTO ,MA IL SIGNORE LO LIBERA DA TUTTO ...

buona giornata a tutti

[Tichico]

Al termine della riflessione di Stella, ...non può mancare ...

[stella]

Ho pensato ,meditato sulla preghiera ,..''si si puo' pregare in tanti modi...a volte ascolto all'alba il cinquettio degli uccelli e mi chiedo se questa non e' preghiera ...
comunque porto qui uno scritto di PAOLO ai Romani
«Noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare» (Rm 8, 26-27), assicurando, però, il “soccorso” dello Spirito ....che gia sopra e' stato citato ....

ma anche molte volte detto scritto che il silenzio stesso e' preghiera

Agostino, sosteneva che non servono le parole: «Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, più con le lacrime che con i discorsi»...

STA IN SILENZIO DAVANTI A DIO E ASPETTALO salmo 27 ''vi e' qualcosa di molto difficile per me? ''

Il Signore è fedele se tarda, aspettalo… per certo verrà ...
e non indugerà (Abacuc 2:3)--
commoviamoci difronte all'amore di DIO ...
buona giornata

[Gianni]

Si legge nella liturgia ebraica askenazita del sabato: “Dalla bocca del giusto Tu sei lodato; dalle parole dell’irreprensibile Tu sei benedetto; dalla lingua del credente Tu sei esaltato; nel santo Tu sei santificato”. Nei primi tre livelli (giusti, irreprensibili e credenti) bocca, parole e lingua hanno il loro ruolo nel culto. In cima, al massimo livello, stanno i santi, il cui culto è nascosto, riservato, visibile solo a Colui che è il Santo e che conosce ogni segreto. È quando si arriva a questo livello che si è ridotti al silenzio: “Per te il silenzio è lode”. - Sl 65:1.

[stella]

AMEN ...

[bgaluppi]

Stella, Gianni, non vorrei che pensaste che sto mettendomi al livello dei santi... Tutt'altro, io mi sento all'opposto. Però avete colto quello che intendo, e Paolo ha fatto centro. Spesso, soprattutto ultimamente, la mia bocca non si apre proprio, perché non so cosa dire... E allora non dico niente. Negli ultimi tempi ho capito che a Dio basta un nostro pensiero che dura un millesimo di secondo, una riflessione. Ma ancor di più, credo che i gesti, le azioni e anche le intenzioni valgano più di mille parole; e Dio apprezza più un peccatore che si rende conto ogni giorno della sua inadeguatezza e la esprime nel cuore con un'emozione o un pensiero, o con un'azione riparatrice, rispetto a chi recita mille preghiere e crede di essere un giusto.

Mi chiedo se davvero serva a qualcosa pregare intensamente e più volte al giorno o non basti pensare al "Padre Nostro" e recitare solo quello, o anche singole parti a seconda delle situazioni. Anche quando si prega per qualcuno, cosa chiedere più che il bene per la persona per cui si prega? Noi non sappiamo di cosa abbia bisogno quella persona, né conosciamo il progetto che Dio ha per lui. E spesso, basta l'emozione nel nostro cuore perché Dio ci ascolti. Se prima di addormentarci riflettiamo sui nostri errori, mettendo le nostre azioni a confronto con gli insegnamenti di Dio, non basta? Cosa c'è da aggiungere che Dio non conosca già? Se durante la giornata facciamo qualcosa di sbagliato e ce ne rendiamo conto, prendendo coscienza del nostro errore disponendoci in modo da riparare ad esso, non è forse come pregare e ricevere risposta? E il ringraziamento non vale forse più di mille parole?

L'importante, secondo me, è avere Dio fisso nella testa.

[stella]

. .. .

[stella]

Bene ,ora riprendo '''le mie attivita'' ...((il dovere mi chiama))
ma prima un regalino per voi ... vi piacera' ,e' sublime ,ci trasporta in un'altra dimensione ...

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[Gianni]

Davvero sublime ... Grazie, Stella.