Confidenziale

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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

ancora mi chiedo allora perche' se era solo ''uomo '' ;;) non e' stato Giuseppe a generarlo? ..domanda non facile ,non e' provvocazione :-(
Giusta domanda, Stella. E anche la risposta è molto complessa. Spesso, pensando alla generazione di Yeshùa per opera dello spirito, viene subito in mente l'associazione con la divinità: "se è generato direttamente da Dio, vuol dire che è divino", o quantomeno che detiene delle caratteristiche genetiche essenziali superiori a quelle umane. Ma Dio non è un "essere" fisico che trasmette un'impronta genetica; sarebbe un dio pagano, come Zeus, che trasmette ad Eracle una forza sovrumana. Allora io ti chiedo: da chi è generata la vita in ogni uomo e in ogni essere vivente, che sia animale o vegetale? Chi è che fa sì che l'universo intero esista e si mantenga? Non è forse Dio, attraverso il Suo spirito (rùach)? Allora, anche noi, gli animali, tutto il mondo vegetale e l'intero universo di materia dovremmo essere "divini", poiché tutto è generato da Dio e dovremmo portarci dietro geneticamente l'essenza divina dell'energia che ci consente di esistere. Ma di nuovo, Dio non è un "essere" che trasmette un'essenza. Anche se io e te siamo nati dal seme umano, quel seme ha fecondato nostra madre e si è sviluppato in modo intelligente grazie all'energia intelligente di Dio. Se Yeshùa non è si è sviluppato nel ventre di Maria da seme umano, ossia per volontà di uomo, lo ha fatto allo stesso modo ma per volontà di Dio. Non cambia nulla, se non l'origine della volontà.

Per cui, noi siamo nati da volontà d'uomo, Yeshùa è nato da volontà di Dio. Ma la volontà non è un qualcosa di fisico, è solo una decisione. Yeshùa non nasce da volontà d'uomo, perché è Dio che decide il momento esatto in cui sarebbe dovuto nascere il Suo figlio prediletto, e decide chi sarebbero stati i suoi genitori. E poi, ricorda che Yeshùa non nasce messia, ma lo diventa nel momento della risurrezione: “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti” (Rm 1:4), e “Sarà chiamato Santo, Figlio di Dio” (Lc 1:35), dopo, in futuro, non subito alla nascita. Lui nasce essendo preordinato ad essere messia, ed è poi “manifestato” tale con la risurrezione:

“Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi” (1Pt 1:20). Il verbo greco φανερόω (faneròo) significa “rendere visibile o conosciuto”. In che momento il messia è reso conosciuto come tale? Nel momento della risurrezione, come dice Paolo. Quando era in fasce, pur essendo colui che sarebbe stato chiamato figlio di Dio, non poteva ancora salvare nessuno, infatti “salverà il suo popolo” (Mt 1:21).

Dunque, Yeshùa nasce per la volontà dello spirito in quanto è Dio che stabilisce il momento della sua venuta. Ma ciò non significa che non fosse un uomo esattamente come tutti noi. È stato generato per volontà di Dio (non “in quanto Dio”) perché fu Dio a stabilire la sua nascita, in una “nuova genesi”, come stabilì la nascita di Adamo nella prima genesi, ed è cresciuto in ventre di donna, come tutti noi: “In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista” (Mt 11:11), e “Dio mandò suo Figlio, nato da donna” (Gal 4:4); i “nati da donna” sono gli uomini. Egli era uomo, infatti “è stato tentato come noi in ogni cosa” (Eb 4:15) e dunque era uomo come noi in ogni cosa. Ma non ha peccato. Perché non ha peccato? Per sua scelta, e non perché non poteva peccare; è nella scelta il suo grande merito, per cui Dio lo resuscitò. Perché se non avesse potuto peccare, non sarebbe neppure stato tentato come noi in ogni cosa e non avrebbe avuto alcun merito nel non peccare: “Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Mt 5:46-48). Se uno non è soggetto al peccato, non può neanche essere tentato dal peccato. Perché anche Adamo fu generato da Dio e poteva benissimo scegliere di non peccare, ma peccò. E se uno può peccare, allora non può essere "divino", perché Dio non pecca.

Dunque, Adamo peccò perché è attraverso il peccato che l'uomo doveva imparare cosa è giusto; ma nel momento prestabilito, Dio fece nascere un uomo - come Adamo, perché Yeshùa è il nuovo Adamo - che non avrebbe peccato. Una “nuova genesi”, in cui l'uomo nuovo ora è maturo e può scegliere di non peccare, a differenza del vecchio uomo che “doveva” peccare. Tutto ciò significa che non è vero che l'uomo è condannato al peccato, ma che, essendo figlio di Dio, può essere come suo Padre, fare suo ciò che impara dal Padre, e quindi può scegliere di non peccare: “Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo” (Lv 19:2). Yeshùa lo ha detto: “Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro.” (Lc 6:40). Tuttavia, per noi ci voleva un maestro, per poter essere come lui; lui fu preconosciuto per essere quel maestro. E noi, solo grazie a lui, possiamo essere esattamente come lui, ma solo se decidiamo di esserlo, altrimenti saremo solo figli di Adamo. Se lui fosse in qualche modo diverso e superiore rispetto a noi, noi non potremmo MAI essere come lui.

Spero di averti risposto. Sono molto contento di queste discussioni, mi fanno molto bene. :YMHUG:
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

;)
stella
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Re: Confidenziale

Messaggio da stella »

.Si Antonio ,risposta molto esauriente , anche se non ''facile'' da comprendere ...ho cercato di entrare nel tuo pensiero #:-S ...in cio' che vuoi dire ;)
noi siamo nati per volonta' di uomo ,okei sicuramente ,anche se c'e' l'impronta di DIO in ogni nuova vita ...
GESU' nato per volonta' del padre ,cioe' come dici voluto sabilito da DIO ...''diciamo allora era nei suoi pensieri prima della creazione del mondo ;)
okei ho compreso fino a qui ... :-T anche se ho poca concentrazione e devo leggermelo e rileggermelo ...

.MAA CHE SIGNIFICA ...
Dunque, Adamo peccò perché è attraverso il peccato che l'uomo doveva imparare cosa è giusto; ma nel momento prestabilito, Dio fece nascere un uomo - come Adamo, perché Yeshùa è il nuovo Adamo - che non avrebbe peccato.... ecc..ecc.. :-O :-\ nuova genesi , ;;) okei ti comprendo in senzo ''non letterario'' nuova creazione ...
Ma non e' attraverso la LEGGE che l'uomo impara cosa e' giusto e cosa e' sbagliato ;;) ? ..
qui non condivido proprio tutto ... ;) ...daccordo che Gesu' fu tentato ecc..ecc..quindi uomo ... DIO non viene tentato ,ma :-? ..
comunque vedo che anche tu hai adoperato '''la logica '' ...non sempre si puo' dimostrare tutto con versetti biblici ...
MATTIA ci vuole si un po' di intelligenza ,ma non ''molta intelligenza ''' :-) :-) la bibbia non si prende in modo letterale ,io l'ho sempre ''detto''' ;) ...ti riferivi a me ? .. :d ...
beh diciamo che tutto cio' ,i porta a NICODEMO ;) ..
NASCERE DI NUOVO ... ecco che adesso sono io che vado un po' a logica ...nuovo Adamo ,nuova nascita ... ;;)
nescere di acqua e di spirito ...''pensandoci bene ,il primo Adamo viene dalla creta :-O #:-S ,anche se con il soffio di DIO ...il secondo Adamo ......

.Mentre parlava con Nicodemo, Gesù disse: "‘In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio’. Nicodemo gli disse: ‘Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?’. Gesù rispose: ‘In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo’" (Giovanni 3:3-7).

L’espressione "nascere di nuovo" significa letteralmente "nascere dall’alto".

Antonio ,visto che ti piace ''studiare '' :-) ,mi spieghi con parole tue cosa vuol dire ''nascere di acqua e di spirito?...
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Stella. Si, belle domande, bravissima! Mi metti davvero alla prova.

Mi sono sempre chiesto: ma possibile che Dio non sapesse che Adamo avrebbe peccato? Se avesse voluto che non peccasse, lo avrebbe potuto fare incapace di peccare. Soprattutto, se il redentore fu preconosciuto sin dalla fondazione del mondo, cioè prima che Adamo nascesse, come spiegano la tradizione ebraica e Pietro (1Pt 1:20), doveva per forza accadere che Adamo peccasse. Sennò che bisogno c'era di un redentore ancor prima del peccato? Il redentore avrebbe dovuto essere concepito dopo il peccato, non prima. Se parto per un lungo viaggio, mi preparo del cibo, perché so che avrò fame; se fossi sicuro di non avere fame, a che mi serve il cibo?

La risposta sta nel fatto che Genesi ci insegna che l'uomo nasce innocente e puro, come un bambino; ma poi il bambino supera l'innocenza dell'infanzia ed entra nella pubertà, in cui perde l'obbiettività e scopre il desiderio, che implica soggettività. Non vede più in base ad un pensiero obbiettivo, ma in base ad un pensiero influenzato dal desiderio, per cui scopre il bene e il male, cioè ciò che desidera (bene) e ciò che non desidera (male). Tutto ciò è normale e necessario, parte integrante dello sviluppo e della crescita, ed è in questo senso che Adamo "doveva" peccare, perché doveva imparare a conoscere il bene e il male per esperienza.

Dici giustamente: "Ma non e' attraverso la Legge che l'uomo impara cosa e' giusto e cosa e' sbagliato?". Certo, la legge ci dice che ciò che desideriamo non è bene necessariamente e che ciò che non desideriamo non è male necessariamente. Un uomo sposato vede una donna e la desidera, ma non sa se quel desiderio è giusto o sbagliato senza la Legge che dice "non desiderare", "non commettere adulterio". Ma allora perché Dio non ha dato la Legge ad Adamo sin dal primo momento? La legge giunge nel momento in cui Dio stabilisce che l'uomo è pronto per riceverla e per osservarla, progredendo nella morale e nella crescita spirituale, fino all'arrivo del messia, momento in cui è pronto per essere "perfetto". In un mondo in cui gli uomini non avevano alcun rispetto per la vita umana, perché ancora non ne comprendevano il significato, non aveva alcun senso dire "non uccidere" o "ama il tuo prossimo come te stesso". Tu puoi dare ordini ad un adolescente, ma difficilmente ti obbedirà in tutto. Sono fasi della crescita umana. Prima la schiavitù era normale, oggi è abolita; prima l'uomo poteva disporre della donna come gli piaceva, oggi non può (anche se molti lo fanno). Nonostante la Legge, pur essendo progredito enormemente grazie ad essa, l'uomo ha continuato a sbagliare, perché è la sua stessa natura ad essere fallace, legata alla carne che è imperfetta. Per questo Adamo, non appena conosce il desiderio, lo asseconda. Solo lo spirito è perfetto, perché è svincolato dalla carne. Quando giunge lo spirito, vuol dire che l'uomo è pronto per lo spirito. Allora Dio manda il messia.

E qui rispondo alla tua altra domanda: "cosa vuol dire nascere di acqua e di spirito?". L'acqua è simbolo di purificazione, o meglio attraverso il lavaggio in acqua si sceglie consapevolmente di liberarci dalla sporcizia accumulata. Uno si fa la doccia quando sa di essere sporco, se è pulito non se la fa. La rinascita in spirito rappresenta la nuova condizione in cui si esce dalla purificazione: se uno si lava, ma poi torna a sporcarsi, poi deve lavarsi di nuovo, e va avanti così all'infinito; ma se non si sporca più, non deve lavarsi di nuovo, perché è già pulito. Il messia offre questo stato di permanente pulizia: chi crede in lui e muore nella carne con lui per rinascere in spirito con lui, non ha più bisogno di lavarsi di nuovo, perché non segue più la carne, ma lo spirito. Perché non è più "sotto la Legge", ma "sotto la grazia".

Solo con il messia, però, è possibile questa cosa. Senza di lui, si tornerà inevitabilmente a sporcarci. Per questo, nel momento in cui Dio ha stabilito che l'uomo fosse pronto, ha fatto nascere il messia. Chi crede in lui non è più un figlio di Adamo, ma è un figlio di Dio. Tuttavia, purificarsi in acqua e rinascere in spirito non è solo un segno, che si espleta attraverso l'immersione e l'emersione, ma soprattutto è una presa di coscienza profonda, che si realizza nel nostro modo di pensare, di sentire e di vivere. Dobbiamo realizzare questa rinascita nell'atto pratico, abbandonando ogni desiderio e ogni pulsione che siano umane e prendere controllo di noi stessi, mettendo in pratica l'insegnamento del messia. E non è certamente qualcosa di facile e immediato, ma è un percorso. Dobbiamo essere vigili su noi stessi, osservare i nostri comportamenti e, nel caso, correggerli, giorno dopo giorno, finché ciò che è difficile diventi facile. Per far questo, non dobbiamo cadere nella trappola del senso di colpa nel momento in cui la nostra natura umana prende il sopravvento; piuttosto, dobbiamo fare tesoro dei nostri errori, per non ripeterli e diventare sempre più conformi all'immagine di Yeshùa (Rm 8:29).
France
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Re: Confidenziale

Messaggio da France »

Brava Stella a volte è più difficile fare le domande che dare le risposte.

Questa discussione sembra il Seder di Pesah dove sono presenti tra gli altri i vari figli, il saggio, il malvagio ed anche chi non sa porre le domande e comunque una risposta bisogna darla a tutti.

Antonio sai trarre dalle scritture le risposte per ogni domanda sicuramente grazie ad una grande cultura ed una fine intelligenza.
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

France, a volte ci provo... Tante volte sbaglio.
stella
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Re: Confidenziale

Messaggio da stella »

France' ,mi fa piacere che ci siete dietro le quinte ... :-) si Antonio si impegna , hai passato l'esame :d ... :YMAPPLAUSE: Antonio ... :YMHUG:
Pero' dimmi la verita' , ;) hai fatto qualche correzzione?...mi sembrava di aver letto in un primo momento ''la legge fu data a israele ''' :-\ qualcosa del genere''' ;;) ..

ero gia' pronta a farti un'altra domanda ,ma non lo trovo piu' .... :-\

dimmi Antonio ,ma se noi siamo innestati tramite il MESSIA ...(( prima erevamo solo pagani )).perche' non ci basta il suo comandamento che ci ha lasciati ,cioe' AMA DIO E AMA IL PROSSIMO ''ecc..ecc..
DIO al primo posto ammarlo ,amarci ,noi stessi ed amare ...gli altri ..
perche' dobbiamo osservare la legge? ...data al popolo d'Israele ,...per motivi lunghi da descrivere ...
ma voi sapete che i giudei sono '''gelosi'' della loro legge? ... ;)
come ad esempio lo Shabbat ,dicono che e' solo per loro ... :-?.
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

Si Stella, ho fatto dei cambiamenti al testo iniziale per rendere più uniforme il discorso, che era un po' dispersivo. Ma confermo, la legge fu data a Israele. A chi altri? Non certo ai popoli pagani!

Stella, il messia non ha lasciato un unico comandamento, che non è neppure suo, ma della Torah (Lv 19:18), perché ha detto:

“Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.” - Mt 5:17-20

Diciamo che in quel comandamento di Levitico si incentra il suo insegnamento. Ed è venuto per le pecore perdute della Casa di Israele: “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della Casa di Israele” (Mt 15:24), che significa “Io sono stato mandato solo alle pecore perdute della Casa di Israele”.

Dopo queste sue dichiarazioni, come si può sostenere che basti “amare Dio e il prossimo come se stessi”? Certo, questo è uno dei due grandi comandamenti, attorno i quali gira tutta la Scrittura, e l'amore “è adempimento della legge” (Rm 13:10), ma è necessario capire bene cosa significhi “amare Dio” innanzitutto, perché l'amore per Dio viene prima di quello verso se stessi e verso il prossimo, in ordine di scrittura. Il che significa che non è possibile amare il prossimo se non si sa amare se stessi, e non è possibile amare se stessi se non si sa amare Dio. E come si ama Dio? L'amore per Dio è l'obbedienza alla Sua legge, altrimenti il termine “amare” è troppo vago. Posso dire forse di amare Dio e non rispettare i Suoi comandamenti? Posso dire di amare Dio e fare diversamente da ciò che Lui insegna? Ecco perché Yeshùa dichiara che è fondamentale mettere in pratica ogni minimo comandamento ed insegnare a fare altrettanto: perché amare Dio significa adempiere la Legge.

Il v. di Rm 13:10 è interessante, perché il soggetto è l'amore e adempimento è predicato nominale (non ha l'articolo):

πλήρωμα οὖν νόμου ἡ ἀγάπη
adempimento dunque della legge (è) l'amore

Cioè, l'adempimento della legge risponde alla domanda: cosa è l'amore? Che significa che per amare è necessario adempiere la legge. Ed è questo che ha fatto innanzitutto Yeshùa, è venuto per adempiere la legge (Mt 5:17), ecco perché ha potuto amare il prossimo in modonperfetto, perché amava Dio in modo perfetto, attraverso l'obbdienza. La giusta traduzione di Rm 13:10, infatti, non è “l'amore quindi è l'adempimento della legge” (NR), ma “l'amore quindi è adempimento della legge” (se metti l'articolo davanti ad adempimento, questo può essere il soggetto).

Yeshùa, mentre diceva le parole che ho citato sopra, non parlava a “noi”, ma ai suoi discepoli (“insegnava loro”, Mt 5:1), che erano ebrei. E quando dice di essere venuto solo per le pecore perdute della Casa di Israele, di nuovo, lo sta dicendo ai suoi discepoli ebrei, che capivano benissimo cosa fossero queste pecore perdute e cosa fosse la Casa di Israele.

Dunque, tutto l'insegnamento di Yeshùa è incentrato nell'ebraismo ed è diretto agli ebrei e alle pecore perdute. Per questo non annulla alcun comandamento della Torah, anzi lui stesso li metteva in pratica tutti alla lettera; altrimenti, se avesse insegnato a non farlo, non sarebbe stato certo ritenuto un maestro di Israele. Non è possibile pensare che Yeshùa, parlando ai discepoli ebrei e ai giudei, dicesse di mettere in pratica tutti i comandamenti ma allo stesso tempo anche no, tanto sarebbe bastato l'amore. Amore: tutti elogiano l'amore e dicono che sia necessario amare, certo (se qualcuno dicesse il contrario, dovrebbe pensare di rivolgersi ad uno psichiatra serio!). Ma che vuol dire veramente amare qualcuno, soprattutto Dio?

Ora è importante capire chi siano queste pecore perdute. Se appartengono alla Casa di Israele, ossia alle tribù disperse dopo la deportazione in Assiria, significa che appartengono a Israele, ossia al popolo di Dio, che è uno solo e che fu diviso in due regni ma che Dio promise di riunificare in un solo popolo nei tempi messianici. Ecco l'ulivo domestico e l'ulivo selvatico: quello domestico è il popolo di Israele, la Casa di Giuda (cioè l'unica parte del popolo di Israele rimasta, i giudei), quello selvatico è la Casa di Israele. È sempre un ulivo, non si può innestare un ramo di pesco in un ulivo. La Casa di Israele fu “disinnestata” da Dio, con la promessa che sarebbe stata innestata di nuovo (Osea 1). L'ulivo selvatico è la Casa di Israele dispersa, che viene innestata di nuovo nell'ulivo domestico che è figura di tutta Israele, di cui Giuda è ciò che resta. Siccome le pecore della casa di Israele sono perdute, significa che si sono disperse tra le nazioni, infatti la Casa di Israele non tornò mai dalla deportazione e “si disperse”, mescolandosi e perdendo la propria discendenza. Ecco perché il messia dice agli apostoli di andare ad istruire tutti i popoli, perché le pecore perdute erano disperse tra i popoli stranieri, ma è a quelle pecore che lui si rivolge; infatti, durante il suo ministero aveva insegnato ai discepoli: “Non andate tra i gentili e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele” (Mt 10:5-6). Non era ancora il momento che andassero dalle pecore disperse tra i popoli gentili, prima dovevano andare da quelle che erano lì, in Galilea (il suo ministerio iniziò proprio dalla Galilea), per poi continuare con le “altre pecore” (Gv 10:16), che erano disperse in Samaria e in tutto il mondo conosciuto.

Il succo è che l'intento di Yeshùa non è quello di rivolgersi ai pagani (ti pare logico che Dio si rivolga agli idolàtri?), ma di riportare le pecore perdute di Israele a Dio, per ricreare l'intero popolo di Israele, e facendo ciò apre le porte del regno a tutti i gentili che scelgono di credere in lui (questo è ciò che ho capito io). Però si tratta innanzitutto di riportare a Dio le pecore perdute a far di nuovo parte del Suo popolo da cui erano state tagliate fuori. Infatti non dice “convertite i popoli”, ma “fate i popoli miei discepoli”. Uno dei segni messianici è proprio la riunione delle due Case (Giuda e Israele) in un unico popolo. Il popolo di Dio è Israele, non ce n'è un altro, dunque le pecore tornano a far parte di Israele ed è per questo che noi, se crediamo nel messia di Israele, dobbiamo obbedire all'unica Legge che Israele e Yeshùa avevano: la Torah. Non c'è altra legge.

Il problema adesso non è capire se dobbiamo obbedire alla Torah, perché questo è un fatto, essendo essa l'unica legge di Dio, di Israele e di Yeshùa; il problema è capire come obbedire a quella legge, non essendo circoncisi ed essendo passati duemila anni da quando Yeshùa insegnava. Va capito leggendo le Scritture Greche “tra le righe”, cercando di capire dove va a parare esattamente l'insegnamento di Yeshùa e quali leggi e precetti, che furono promulgati in un periodo storico preciso, sono oggi praticabili dopo duemila anni in modi magari diversi nell'esteriore, ma uguali nell'interiore.
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Mattia. Perché i gentili che entrano sono le pecore perdute di Israele, per questo Yeshùa non nomina i gentili inizialmente. Ma lo fa in Mt 28:19. Prima la predicazione avviene in Galilea, dove erano le pecore perdute, poi in Samaria (vedi Atti) e tra le nazioni straniere, perché le “altre pecore” di Israele sono tra le nazioni, e sono i gentili. Tuttavia, non tutti tra i gentili diventano discepoli, forse perché non tutti sono le pecore che riconoscono la voce del loro pastore. Quei gentili si volgeranno a Dio negli ultimi tempi, quando “il monte della casa del Signore si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli” (Is 2:2).

Comunque, qualche pezzo del puzzle mi manca ancora.
stella
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Re: Confidenziale

Messaggio da stella »

Eccomi qua ,dire buon giorno e' troppo presto :-) e' da poco che siete andati a dormire .... ;;)

Antonio allora avevo ragione ,avevi fatto modifiche ...sai siccome sono entrata nell'eta' senile :ymblushing: ,volevo rassicurarmi ...
come detto io faccio '''mordo e fuggi''...e anche a volte leggo il finale. :-) ...

no scherzo , la tua risposta dopo tanto lavoro impegno ,merita di essere letta attentamente ;) ...
anche se molto lunga ,e devo dire che non ho capito molto bene ...
Mattia ha gia' posto domande ,io vorrei chiedere spiegazioni piu' esaurienti riguardo all'ultimo tratto di scrittura che riporto qui sotto , ...

'''-Il problema adesso non è capire se dobbiamo obbedire alla Torah, perché questo è un fatto, essendo essa l'unica legge di Dio, di Israele e di Yeshùa; il problema è capire come obbedire a quella legge, non essendo circoncisi ed essendo passati duemila anni da quando Yeshùa insegnava. Va capito leggendo le Scritture Greche “tra le righe”, cercando di capire dove va a parare esattamente l'insegnamento di Yeshùa e quali leggi e precetti, che furono promulgati in un periodo storico preciso, sono oggi praticabili dopo duemila anni in modi magari diversi nell'esteriore, ma uguali nell'interiore.... :-? :-T
cosa vorrai dire Antonio che ,'''i tempi cambiano ''cambia il modo di vivere il ''cristianesimo'' ecc..ecc..nella cultura di oggi ...
comunque come detto L'AMORE E' LADEMPIMENTO DI TUTTO .. e io credo che tutto li' ...il resto e' ''non superflo'' [-X ,ma ci distrae dall'amore ,si diventa ''legalisti'' ....
e' come voler puntare sull'esteriore e trascuriamo l'interiore ...anche se sono importanti tutte e due , ;)
Beh proseguite voi ,...e anche se a ''singhiozzi'' io vi seguo ...

vi saluto e buona giornata a tutti ... MATTIA lo so che non ti riferivi a me direttamente :-) ci vuole impegno per comprendere la bibbia ...mente aperta sgombra idee chiare studi ecc..ecc..
sono comunque cosciente che la mia ''perde colpi'' ,,,a volte si vive in un'altro mondo .. :-( si perche' si viene contagiati molto dalle persone ,societa' che ti sono vicine ..''detto tra parentisi '' e zitti zitti ..ultimamente sono a contatto con persone che hanno perduto le facolta' fisiche e mentali ... :-( allora si e' tutti uguali ,non c'e' religione ,non c'e' differenza di credo ...non c'e' legge ..ma io in tutto cio' vedo scorgo CRISTO il suo Amore ,il suo sacrificio per l'umanita' ...
di nuovo buona giornata ...a tutti il mio :YMHUG:

Prima che sia alba ,vorrei ritirarmi in preghiera, ultimamente ho trascurato molto, ...presa da molti altri pensieri .... stanchezza svogliatezza ...

...'' MENTRE INVECE ''
La preghiera dovrebbe essere la chiave del giorno e la serratura della notte. (George Herbert)
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