Confidenziale

France
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Re: Confidenziale

Messaggio da France »

Buongiorno Gianni, quando viene pronto il calendario biblico 2020-21?
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Gianni
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

Sarà pubblicato domenica notte, quindi disponibile da domenica prossima, 9 febbraio, mattina. Chi è iscritto alla newsletter di biblistica.it ne avrà notizia tramite il notiziario settimanale.
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Gianni
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

Giacché si è parlato di fede, vorrei fare alcune considerazioni.

In Eb 11:1 è detto che “la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”. Ci viene qui presentato un concetto di fede molto profondo. La fede è definita ὑπόστασις (ypòstasis), “fondamento / ciò che ha vera esistenza”. TNM 1987 traduceva “sicura aspettazione”. Il senso è: “La fede è realtà delle cose sperate”. TILC traduce così il termine: “Un modo di possedere già”; ciò è conforme al pensiero degli studiosi Moulton e Milligan: “Fede è l’atto di proprietà di cose sperate” (Vocabulary of the Greek Testament, 1963, pag. 660). Negli antichi documenti commerciali su papiro, infatti, la parola ypòstasis indica ciò che garantisce un futuro possesso.

La definizione che fa Eb della fede è completata dalla frase πραγμάτων ἔλεγχος οὐ βλεπομένων (pragmàton èlenchos u blepomènon), “di cose prova [che] non si vedono”. TNM 1987 traduceva il vocabolo èlenchos con “evidente dimostrazione”, mettendo nella nota in calce: “Convincente prova”. La magistrale definizione di fede data dall’autore di Eb risente chiaramente dell’influenza della filosofia greca.

Per Paolo la fede è un frutto dello spirito (Gal 5:22) e come tale non è data a tutti (2Ts 3:2). Per Eb la fede indica la realtà vera di ciò che ancora non si vede. Non si tratta affatto però di un’opinione simile alla credulità, ma è quanto c’è di più certo. Non indica qualcosa di opinabile o possibile, ma una vera realtà. Anche se questo modo di intendere la fede sembra diverso da quello paolino, in verità coincide. Infatti, essendo la fede un frutto dello spirito (Gal 5:22), occorre avere lo spirito, che è concesso da Dio. La persona sente allora in sé la certezza. “Abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2Cor 4:18); “Camminiamo per fede e non per visione”. - 2Cor 5:7.

Sebbene Eb elabori il suo pensiero sulla fede in una concezione filosofica, non si tratta affatto di un atteggiamento razionale. La fede, che è prova della realtà impercettibile, ha in sé una garanzia incontestabile, anche se non è prova per chi fede non ha. È come quando si ama profondamente qualcuno: solo chi ama sa di amare davvero e ne ha la certezza; ad altri non è dato di provare quello stesso sentimento che la persona innamorata prova; possono immaginare, rimanerne finanche stupefatti, ma non possono condividere quel sentimento provandolo come chi lo prova davvero. Per usare le parole di Dante, dà “una dolcezza al coreche ’ntender no la può chi no la prova”.
In un certo senso è la reciprocità di quanto detto in 2Tm 2:19: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”; chi ha fede, sa di appartenergli.

“Chi ha fede non è in grado di definirla, e per chi non ce l’ha l’ombra della sventura grava sulla sua definizione”. – Franz Kafka.

Siccome “la fede è certezza di cose che si sperano”, la speranza vi è implicata. La fede sta proprio nel paradosso di avere certezza di ciò che si spera. Per chi non ha fede si tratta non solo di una stranezza ma perfino di un’astrusità irrazionale in quanto “dimostrazione di realtà che non si vedono”. Chi non ha fede crede solo a ciò che vede e per lui la fede è un’assurdità perché in contrasto proprio con la realtà visibile.
L'agnostico
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Re: Confidenziale

Messaggio da L'agnostico »

La fede è tutt'altro. La fede non dipende da chi la vuole o la desidera, ma da Dio che la dona ai suoi.
Gianni scusami ma ció che però non mi è chiaro è cosa centri la fede in Dio con l ispirazione della Bibbia e la dimostrazione che essa si possa definire sacra
salcontis
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Re: Confidenziale

Messaggio da salcontis »

18La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. 19Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l‟intelligenza degli intelligenti.
20Dov‟è il sapiente? Dov‟è il dotto? Dov‟è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? 21Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini....................................
Altra citazione:
La filosofia dice che la verità è la ragione, il cristianesimo dice che la verità è la fede. La filosofia dice che la salvezza viene dalla cultura, il cristianesimo dice invece che la salvezza viene dalle opere in conformità del Vangelo.
Posso aggiungere che la bibbia non è un teorema di matematica. Pertanto andare a spulciare ogni versetto, comprese le virgole, per trovarci l'ispirazione divina, è un lavoro molto faticoso, e dove porta?
L'agnostico
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Re: Confidenziale

Messaggio da L'agnostico »

Pertanto andare a spulciare ogni versetto, comprese le virgole, per trovarci l'ispirazione divina, è un lavoro molto faticoso, e dove porta?
Salcontis questo è colpa di chi ha fede in questo libro e si pone in modo arrogante e presuntuoso

Per 2000 anni lo ha fatto la Chiesa cattolica e io mi devo ritrovare il papa a cantar messa in una tv pubblica perché lui ha fede
Mi devo sentir bussare alla porta dai Tdg perché loro hanno fede e sono nel giusto


Gianni mi parla di credenza religiosa ma a sua volta verrà giudicato così da altri che non la pensano come lui
Tutti hanno fede ma quando si parla di prove concrete al di fuori di questo libro come giustamente fa notare Mimymattio allora ecco le solite risposte..

:eh beh ma Dio mica può dare la fede a tutti
:ma la fede è credere a ciò che non si vede
:ma se te dubiti beh sei un apostata imperdonabile

E quindi se nella Bibbia ci sono racconti da Signore degli anelli per fede bisogna credere alla sua ispirazione senza porsi domande e dubitare?

Mi dite un verso della Bibbia dove viene detto di non usare il cervello?
France
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Re: Confidenziale

Messaggio da France »

GIUDICI 4:4 In quel tempo era giudice d'Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidot. 5 Lei sedeva sotto la palma di Debora, fra Rama e Betel, nella regione montuosa di Efraim, e i figli d'Israele salivano da lei per le controversie giudiziarie. 6 Debora mandò a chiamare Barac, figlio di Abinoam, da Cades di Neftali, e gli disse: «Il SIGNORE, Dio d'Israele, non ti ha forse dato quest'ordine: "Va', raduna sul monte Tabor e prendi con te diecimila uomini dei figli di Neftali e dei figli di Zabulon. 7 Io attirerò verso di te, al torrente Chison, Sisera, capo dell'esercito di Iabin, con i suoi carri e la sua numerosa gente, e lo darò nelle tue mani"?» 8 Barac le rispose: «Se vieni con me, andrò; ma se non vieni con me, non andrò». 9 Debora disse: «Certamente, verrò con te; però, la via per cui cammini non ti porterà onori; perché il SIGNORE darà Sisera in mano a una donna». E Debora si alzò e andò con Barac a Cades.

Mimymattio e Agnostico in questi versi si può evincere l'ispirazione della profetessa Debora oppure questi versi sono stati scritti dopo la battaglia tra Barak e Sisera?
France
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Re: Confidenziale

Messaggio da France »

Ho capito
Quindi la Bibbia si deve leggere solo se si ha fede, altrimenti vale meno della fiaba di Alice nel paese delle meraviglie.
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

Per i religiosi indiani, le formule sacre dei Veda rappresentano la śruti, la più alta forma di verità, comunicata ai saggi ispirati allo stesso modo dei profeti biblici. Il fatto è che come i credenti ritengono la Bibbia verità ispirata, i religiosi indiani ritengono la śruti verità ispirata. Naturalmente, gli uni diranno che la loro verità è quella vera e gli altri faranno lo stesso e ognuno porterà prove per dimostrare la bontà della propria tesi. Alla base di tali convinzioni sta unicamente la fede, perché se fosse possibile dimostrare razionalmente la veridicità dell'ispirazione di un testo rispetto ad un altro è ovvio che un testo risulterebbe evidentemente "vero" e l'altro evidentemente "falso". Credo, pertanto, che il tema della fede debba riguardare unicamente l'esistenza di Dio, che è Uno e lo stesso per ogni uomo e creatura, e debba essere distinto dalla "fede del libro", che interessa più l'aspetto religioso e culturale del singolo popolo.

Ritengo che entrambi la Torah e i Veda possano essere considerati ispirati, se per ispirazione si intende uno stato di coscienza che porta l'uomo "oltre" la realtà visibile e strettamente materialistica e gli consente di comprendere qualcosa in più per quanto concerne l'esistenza e le sue ragioni. La scienza moderna riconosce che certi procedimenti che interessano la materia di cui l'universo è costituito non rispondono a casualità ma ad un pensiero intelligente che sta "dietro". Il mondo è fatto puramente di energia e di interazione di energia e questa non si disperde con la decadenza fisica, ma si trasforma. Oggi, possiamo descrivere questi processi in modo scientifico e razionale (anche se ancora ne sappiamo ben poco), ma gli antichi non potevano e dunque utilizzavano un linguaggio più concreto e adeguato alle conoscenze del tempo e alla società del tempo.

In sostanza, ritengo che l'ispirazione risieda nella capacità umana di carpire "dall'alto" verità nascoste e incomprensibili, che, essendo incomprensibili, non possono essere descritte e dimostrate ma possono essere percepite da chiunque si disponga nel giusto modo verso di esse. In questo senso "Dio apre la porta a chi bussa". Non si tratta di preselezione divina di uomini rispetto ad altri (se un Dio facesse questo, non sarebbe imparziale), ma piuttosto di predisposizione dell'uomo nei confronti dell'esistenza: l'uomo che non si pone domande sulle verità ineffabili dell'esistenza che ci circonda, non riceverà risposte; l'uomo che si pone domande, potrebbe essere "ispirato" a ricevere risposte, entrando in contatto con "l'oltre". Tutto parte da noi che scegliamo, non da Dio che ci sceglie.

Secondo me bisogna smetterla di proclamare la nostra verità sopra la verità degli altri, la verità di un libro sopra la verità di un altro; dovremmo iniziare a cercare una unica verità, che riguarda tutti noi, e credo sia proprio questo che Yeshùa – e non solo lui – ha voluto fare, se pur nell'ambiente circoscritto della sua appartenenza etnica.
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bgaluppi
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Re: Confidenziale

Messaggio da bgaluppi »

Ad esempio, in diversi momenti difficili della mia vita mi sono rivolto a Dio e ritengo di aver ricevuto risposte precise, essendo stato quindi ispirato, se pur per pochi e brevi momenti.
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