I credenti sono meno intelligenti degli atei

trizzi74
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I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da trizzi74 »

http://www.fanpage.it/i-credenti-sono-m ... z2cPTCCzVn

Caro Gianni, dato che sei un psicologo, cosa pensi di questo studio?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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stella
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da stella »

Non volevo intervenire perché aspettavo la risposta di Gianni ...mi sembra la domanda e posta principalmente a lui come psicologo .
Appunto stavo solo pensando tra me :) cosa scegliere tra l' intelligenza e la saggezza...
Ho letto che l'intelligente e colui che se va nel deserto non porta l'ombrello tanto da intelligente sa che non piove non gli serve ... :)
Il saggio cosa fa ...porta l'ombrellone ..lo apre di notte lo capovolge e raccoglie quel poco di rugiada ...con tanti minerali ...
Saggi o intelligenti? I credenti hanno saggezza ....( eccles.cap8 ver1 chi è come il saggio? Chi conosce l'interpretazioni delle cose? ..non certo l'intelligente .. ;)
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Gianni
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, a ben leggere l’articolo va notato che è precisato che “alcuni critici hanno fatto notare come la definizione data di ‘intelligenza’ trascuri aspetti come la creatività e l’emotività, soffermandosi solo sull’intelligenza ‘analitica’”. Questo aspetto è importante. Inoltre, l’articolo inizia parlando di “persone religiose”. Vengono quindi identificati come credenti le persone religiose. Il che è anche vero. Si potrebbe distinguere tra credenti in genere e veri credenti, ma anche quest’ultima definizione rimane equivoca. Per capirci, un pagano dichiarato è pur sempre un credente ed è anche un vero credente, se è sinceramente convinto della sua pratica pagana. Occorrerebbe allora distinguere tra persone religiose e discepoli di Yeshùa; in questa suddivisione non c’è dubbio che un abisso separa le due categorie. Anche la Bibbia divide l’umanità in due: i saggi e gli stolti. I primi sono coloro che mettono in pratica gli insegnamenti di Dio, i secondi sono quelli che fanno a modo loro.
L’articolo che citi afferma che lo studio che è stato fatto ha spiegato che le persone più intelligenti sono meno propense ad accettare un credo religioso. Verissimo. Ancora una volta occorre distinguere. Una cosa è la fede vera, quella biblica, ben altra la credulità religiosa.
In conclusione, mi trovo d’accordo con lo studio, a patto che si precisi che si parla di persone religione la cui “fede” è basata su un credo religioso. Nella mia esperienza ho notato anche l’inverso: non solo – in generale, sia chiaro - le persone religiose non sviluppano la propria intelligenza (cfr. Rm 1:21), ma le religioni attirano anche i meno intelligenti. Quando una persona è intelligente di suo e abbraccia una religione, arriva il momento in cui inizia a soffrire e a essere insofferente, perché la sua intelligenza (ben definita dagli psicologi come “la capacità di ragionare, anticipare, risolvere i problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, imparare in fretta e apprendere dall’esperienza”) non riesce più a reggere diversi aspetti del credo religioso. Può inizialmente obbligarsi, ma arriva il momento in cui la sua capacità di ragionare non riesce può a far finta di niente.
L’unico difetto dell’articolo è che contrappone credenti ad atei (si veda il titolo). Biblicamente, i “credenti” religiosi e gli atei sono nello stesso calderone, da cui escono (separandosene) i discepoli di Yeshùa, persone consapevoli che sanno pregare non solo con lo spirito ma anche con l’intelligenza (1Cor 14:15). Infine, non bisogna confondere l’intelligenza con l’istruzione; si può essere intelligenti, e anche molto, pur senza istruzione. L’istruzione si acquisisce studiando, l’intelligenza non s’impara. Si può solo svilupparla. Se la si ha.
trizzi74
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto: Quando una persona è intelligente di suo e abbraccia una religione, arriva il momento in cui inizia a soffrire e a essere insofferente, perché la sua intelligenza (ben definita dagli psicologi come “la capacità di ragionare, anticipare, risolvere i problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, imparare in fretta e apprendere dall’esperienza”) non riesce più a reggere diversi aspetti del credo religioso. Può inizialmente obbligarsi, ma arriva il momento in cui la sua capacità di ragionare non riesce può a far finta di niente.
Caro Gianni, oltre a condividere per intero il tuo commento, devo dirti che queste tue parole sono per me una verità incontrastabile.Sai perchè? Perchè come Testimone di Geova ( ora inattivo) ho vissuto esattamente quello da te descritto. Dopo più di un decennio nelle file di questa organizzazione, ho sentito l'esigenza di fuggire onde evitare di cadere in un profondo stato depressivo.Questo è stato il risultato derivante dall'iniziare a far uso della mia "capacità di ragionare". In questo ho fatto qualcosa di sbagliato? Assolutamente no!
Mi sono semplicemente attenuto a questa scrittura: “Quindi vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio [latrèia] con la vostra facoltà di ragionare.”(Rom. 12:1)

Quindi, per esperienza personale, consiglio a tutti quelli che si stanno avvicinando ad un qualsiasi credo religioso di prendere a cuore le parole di questi due scrittori:

"Ho orrore di tutte le verità assolute, delle loro applicazioni totali, dei loro presunti detentori d'ogni risma. Prendete una verità, portatela con cautela ad altezza d'uomo, guardate chi colpisce, chi uccide, cosa risparmia, cosa elimina, annusatela a lungo, accertatevi che non puzzi di cadavere, assaggiatela tenendola un po' sulla lingua, ma siate sempre pronti a sputarla immediatamente.. L'uomo libero è questo: il diritto di sputare...” - ALBERT CAMUS (filosofo, saggista, scrittore e drammaturgo francese)

“Tradizioni locali e convinzioni di fede meritano la nostra attenzione, altrettanto quanto le leggende folkloriche e quelle metropolitane. Tuttavia il giusto rispetto per la varietà delle culture non ci dovrebbe condurre a sopravvalutare, idealizzandole, le diversità. Può accadere che nel conferire troppo valore a saggezze locali, a conoscenze parziali, a miti e credenze, e nel dare troppo credito così alle religioni come ai fervori più ingenui e settari, noi finiamo col trascurare tematiche più generali. La tendenza a non criticare le posizioni tradizionali definisce un atteggiamento conservatore, e il conservatorismo ha i suoi inconvenienti. Può costare un prezzo piuttosto alto rimanere con lo sguardo rivolto all’indietro, ai discorsi ricevuti, agli stereotipi e agli slogan facilmente ripercorsi, alle autorità carismatiche, a saggezze non verificate e mai contestate. Ben diverso è ciò che accade quando si mobiliti l’intelligenza indagatrice e quando il dibattito verta su nuove esplorazioni: la curiosità, il senso critico e il piacere delle verifiche aprono la nostra mente.”- GIOVANNI JERVIS ( psichiatra e psicoanalista, docente universitario alla Sapienza di Roma).
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Gianni
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da Gianni »

Proprio così, Trizzi. Proprio così.
stella
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da stella »

Caro Gianni e Trizzi ...vi ho seguiti con interesse ...
Se prima ho risposto così quasi con una battuta ..( mi scuso) ...poi il vostro dialogo l'ho sto seguendo con interesse ...ora mi viene spontanea una domanda ..secondo voi detta o meglio scritta con parole semplici ,,,terra ,terra ...chi sono i religiosi e chi sono i credenti ...
Essere membra di una comunità ,,denominazione ...o movimento ....vuol dire essere religioso? ..
Oppure vivere la propria fede da soli ( perché no il cristianesimo e uno stile di vita )) "non serve il gruppo per viver.o "" stare lontani dai gruppi ..vuol dire essere credenti? Solo così si è credenti ?
Scusate ,,ma vorrei capirci meglio ...
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Gianni
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da Gianni »

Questione delicara, cara Stella. Il fatto è che il campo è unico, è uno solo, e vi crescono spighe e zizzanie. :)
stella
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da stella »

Ok.. :) Gianni ..Ma chissà cosa ne pensano gli altri ..
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trizzi74
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da trizzi74 »

Cara Stella, da Testimone di Geova ti risponderei con queste scritture che si trovano nel libro Ragioniamo:

Ebr. 10:24, 25: “Consideriamoci a vicenda per incitarci all’amore e alle opere eccellenti, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. (Per poter ubbidire a questo comando scritturale, devono esserci adunanze cristiane in cui ci si possa radunare regolarmente. Questo provvedimento ci incoraggia a esprimerci amore reciproco e a non pensare solo a noi stessi).

1 Cor. 1:10: “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”. (Non si potrebbe mai conseguire questa unità se non ci si riunisse insieme, non si beneficiasse dello stesso programma di alimentazione spirituale e non si rispettasse lo strumento mediante cui è provveduta questa istruzione. Vedi anche Giovanni 17:20, 21).

1 Piet. 2:17: “Abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli”. (Si parla qui solo di persone che si riuniscono per l’adorazione in una determinata casa privata? No di certo; si parla di una fratellanza internazionale, come è indicato in Galati 2:8, 9 e in 1 Corinti 16:19).

Matt. 24:14: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Perché tutte le nazioni abbiano l’opportunità di udire questa buona notizia, la predicazione dev’essere svolta in maniera ordinata, con un’opportuna sorveglianza. Per amore verso Dio e il prossimo, persone di tutta la terra hanno unito i loro sforzi per compiere quest’opera).

Cosa pensi di queste scritture che vengono usate per sostenere biblicamente l'importanza di appartenere ad un gruppo organizzato?
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Carl Gustav Jung
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Re: I credenti sono meno intelligenti degli atei

Messaggio da stella »

Vi ringrazio per le vostre risposte ..caro Trizzi e Giovanni .. :)
.non voglio commentare ....trovo che è difficile troppo difficile farlo.
Vorrei solo aggiungere certo con tutto rispetto per gli ex e per ancora ne fa parte di denominazioni ...ognuno deve servire il Signore in libertà ,non oppresso , da pesi ,da regole ecc.ecc.
A volte si può essere liberi ,,,ma sentirsi condizionati schiacciati da alcuni pesi ...
Si può essere davvero prigionieri ,ma non rendersene conto perché ci si sente liberi ...
Poi alla fine davanti al padre ci presentiamo singolarmente ...
Sono d'accordo che nessuno ha la verità assoluta ...la verità e solo Cristo ...
Benedizioni ..per tutti noi ...
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