Restaurare la Rivelazione (libro)

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Marcelle
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Restaurare la Rivelazione (libro)

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"Restaurare le Rivelazione" La scrittura divina e le risposte della crtica biblica, di David Weiss Halivni
Edizioni Giuntina (Schulim Vogelmann).
L'autore è stato un rabbino, teologo, ebreo ortodosso naturalizzato israeliano, professore di Talmud, superstite dell'Olocausto. Ha vissuto in Israele (scomparso nel giugno del 2022), dove ha insegnato alla Università Ebraica di Gerusalemme e alla Università Bar-Ilan.


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Di che tratta il testo?
Brevemente: La critica biblica ha costretto la teologia ebraica a riprendere coscienza della imperfezione del testo biblico, a recuperare una consapevolezza che si era mantenuta, dai tempi di Ezra fino all'epoca del Talmud. L'autore raccoglie la sfida della moderna critica biblica e restituisce a questo testo lacunoso e imperfetto tutto il suo valore di dono divino e di testimonianza della rivelazione, recuperando anche il senso della perdita e della faticosa ma edificante impresa di restauro. Riconoscere i problemi testuali delle scritture e gli sforzi fatti per risolverli nel corso della tradizione insegna qualcosa non soltanto sulla Torà, ma anche sul continuo rapporto fra il suo popolo e la sua Fonte.

La recensione del libro di Giulio Busi esperto di misticismo ebraico, ha insegnato Lingua e letteratura ebraica presso Università Ca' Foscari Venezia.

Uhm...troppo lungo ci rinuncio...farò una sintesi qui di seguito!
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Marcelle
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Re: Restaurare la Rivelazione (libro)

Messaggio da Marcelle »

Una sintesi breve della recensione del libro di Giulio Busi.

In pratica, Halivni prende consapevolezza dello stato lacunoso del testo biblico, ovvero, secondo il suo linguaggio metaforico, della "maculazione" della Scrittura. La filologia moderna ha portato alla luce errori di trasmissione, le ripetizioni e le incongruenze della Bibbia, che per Halivni rischiano di minare la fiducia nell'autorevolezza della Bibbia (per i credenti ovviamente).
Allora, lo studioso propone una risposta teologica consolatoria e compensatrice, secondo la quale, anche gli errori della Bibbia avrebbero un'origine religiosa/teologica. Le corruttele testuali della Scrittura rappresentano la conseguenza del peccato umano.

Dopo la prima rivelazione sul Sinai a Mosè, l'idolatria e l'infedeltà ebraica avrebbero causato un progressivo decadimento del testo, protrattosi per secoli sino al ritorno dall'esilio babilonese. A quel punto Ezra avrebbe "canonizzato" la Bibbia e, allo stesso tempo, instaurato una tradizione interpretativa che sanava oralmente le aporie della Scrittura, senza tuttavia intervenire direttamente sul testo per non minare la fede del popolo.

l'Autore sostiene che Dio avrebbe potuto impedire che Israele peccasse e che la Torà si corrompesse, ma "Dio non cambia la natura dell'uomo, di cui si è compiaciuto al tempo della creazione". Israele è costretto a intraprendere il viaggio e a trovare la propria strada. "Anche se le ferite e le cicatrici del viaggio rimangono, la santità perdura ugualmente".


PS.
Ho letto più volte il libro, e non mi dispiace rileggerlo, conoscendo tuttavia l'approccio religioso (e non filologico) dell'autore al problema da lui descritto e riconosciuto, ovvero quello della trasmissione di un testo (divino per eccellenza) che non ci è giunto immacolato.
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