PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Luigi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da Luigi »

Caro Antonio

Io certo ,non promuovo il peccato ma l'amore per Dio ed il prossimo...,e il camminare secondo Lo Spirito, e chi opera ciò ha adempiuto la Legge .
Quindi noi pagani-cristiani, accettiamo la salvezza di Dio, in Dono e per Grazia, mediante la fede in Cristo Gesù Il Signore, L'Amato Figlio, ma nel contempo dobbiamo osservare tutta la Legge e i suoi riti, tra cui il sabato e la circoncisione , come sostenevano che era necessario, i giudei in Atti 15, 1-5 ?

Buona giornata
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bgaluppi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da bgaluppi »

Caro Luigi, non dico certo che promuovi il peccato. E neppure che dobbiamo osservare tutta la legge, anche perché ciò è impossibile oggi più di quanto fosse impossibile allora. Dico che la legge fu data agli ebrei perché Dio li scelse fra tutti i popoli come il popolo che sarebbe divenuto luce delle nazioni, ossia avrebbero camminato secondo Dio e sarebbero stati esempio per gli altri; alla fine, tutti i popoli accorreranno a monte santo, a Gerusalemme: “Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del Signore” (Is 2:3). Per chi crede che la Bibbia sia parola ispirata di Dio, non è proprio possibile invalidare questa profezia, non ancora avveratasi, né le parole di Yeshùa: “finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto” (Mt 5:18).

Ora, se tutto deve realizzarsi e se la Bibbia dice che “Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del Signore si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso. Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri»” (Is 2:2-3), com'è possibile che i credenti non debbano obbedire alla stessa legge a cui tutti i popoli dovranno obbedire?

Oltretutto, Yeshùa insegna ad obbedire ai comandamenti, e da nessuna parte è scritto ai “nove” comandamenti, ossia i dieci meno quello del sabato; e la Bibbia chiarisce che il sabato non è per gli ebrei, ma per l'essere umano:

“«Beato l'uomo che fa cosí, il figlio dell'uomo [essere umano] che si attiene a questo, che osserva il sabato astenendosi dal profanarlo, che trattiene la mano dal fare qualsiasi male!» Lo straniero che si è unito al Signore non dica: «Certo, il Signore mi escluderà dal suo popolo!» Né dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!» Infatti cosí parla il Signore circa gli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno al mio patto: «Io darò loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un posto e un nome, che avranno piú valore di figli e di figlie; darò loro un nome eterno, che non perirà piú. Anche gli stranieri che si saranno uniti al Signore per servirlo, per amare il nome del Signore, per essere suoi servi, tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e si atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli ».” — ‭‭Isaia‬ ‭56:2-7‬

Yeshùa conferma in pieno queste parole, dicendo: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato” (Mr 2:27), in cui è usato il termine ἄνθρωπος (ànthropos) che indica il genere umano. Né Isaia né Yeshùa (e neppure Genesi) affermano che il sabato fu creato solo per gli ebrei. Del resto, Adamo ed Eva non erano certo ebrei.

In seguito a ciò, e visto che mai nella Bibbia il sabato — ossia il settimo giorno di riposo — è abolito o sostituito da un'altro giorno, e visto che i discepoli continuarono ad osservarlo (non sto adesso a citare i versetti), perché mai non dovremmo osservarlo? Solo perché lo fece la chiesa postuma, sotto l'influenza di un editto di Costantino (7 marzo 321) che stabilì che il primo giorno della settimana (il giorno del Sole, Dies Solis, la domenica) doveva essere dedicato al riposo al posto del sabato? Costantino obbligò la sua chiesa, quella di cui era capo, ad osservare il riposo di domenica, secondo il culto del Sol Invictus, sostituendo il santo shabbat di Dio. Non furono certo Yeshùa o gli apostoli a farlo. Dunque si tratta di scegliere se seguire la Bibbia, Yeshùa e gli apostoli, oppure Costantino e la sua Chiesa Romana.

E la circoncisione non fu abolita da Yeshùa, ma gli apostoli decisero che non fosse necessaria per gli stranieri, poiché era un simbolo di appartenenza ad Israele e poiché i credenti sono circoncisi nello spirito ed innestati in Israele attraverso il messia; il rituale per loro fu abrogato, ma non il significato, che fu “riformato” in virtù del significato profondo del sacrificio di Yeshùa e del battesimo di fede. Gli ebrei credenti continuano ad essere circoncisi, in segno di appartenenza ad Israele e questo non va ad inficiare sulla loro fede in Yeshùa come messia; il problema era per i non ebrei. Infatti, Yeshùa non disse “circoncideteli nel mio nome”, ma battezzateli.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Complimenti per il Libro, e per far vera luce su questo personaggio, che le varie organizzazioni religiose mondiali hanno ciascuna preso come riferimento per supportare le loro false dottrine specie in merito alla abolizione della Legge. Paolo ne sarebbe sconcertato!

Volevo, se possibile, porre una domanda al Sig. Montefameglio, su un aspetto che mi ha suscitato una certa difficoltà di comprensione e a cui ho cercato di dare spiegazioni ma che al momento non mi soddifano. Paolo è sempre stato un Giudeo, come tale ha sempre osservato la Legge ed i Profeti, come peraltro chiaramente enuncio' in sua difesa di fronte a Felice e Festo. L'episodio a cui mi riferisco avviene a Gerusalemme ed è descritto in Atti 21:20-24. Anche se non sono espressamente citati sacrifici in questo caso, Paolo si purifica nel Tempio paga le spese anche ad altri 4 fratelli per un probabile voto di nazireato. Pertanto sembrerebbe che questo episodio di fatto confermi che i giudei-cristiani di Gerusalemme osservassero ancora la Legge Cerimoniale del Tempio già molto tempo dopo la morte di Gesù (e Paolo in questo caso non protesta ma accetta la richiesta di Giacomo). Gentilmente, mi potrebbe dare il suo parere su questo episodio?
Molte grazie ed un cordiale saluto.
Massimo
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bgaluppi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da bgaluppi »

Mattia, in At 15 il problema riguardava solo i gentili e sorse ad Antiochia: “Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati».” (v.1). La questione verteva intorno alla circoncisione. Paolo e Barnaba, ebrei, dissentivano con questi giudei, e allora furono chiamati dagli apostoli a Gerusalemme per discutere della questione, che era tutta ebraica. Chi era ebreo non si faceva certo problemi sulla circoncisione, che è comandata dalla Torah e che Yeshùa non invalidò. Ma che fare coi gentili convertiti?

Pietro, ai vv. 7-9, dice: “Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero. E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede.”. Risulta chiaro che la circoncisione non riguarda la condizione di un uomo davanti a Dio; riguarda esclusivamente l'appartenenza carnale a Israele, che evidentemente deve durare finché sarà stabilito il contrario.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Se mi posso permettere, provo a dare una risposta su Atti 15. Le proibizioni citate da Giacomo per i gentili sono il minimo requisito per cominciare ad ascoltare la parola di Dio. Le proibizioni sono legate l'un l'altra e fanno riferimento alla pratica più in abominio a Dio, l'idolatria. Prima di essere istruiti nella conoscenza di Dio, cioè nell'Antico Testamento (solo quello c'era e si leggeva come dice Atti 15 ogni Sabato), i gentili appena convertiti dovevano distaccarsi dalla pratica più in disgusto a Dio e che invece era la pratica più diffusa fra i pagani. Se veramente le uniche cose da rifiutare per i gentili neoconvertiti fossero state le sole descritte alla fine di Atti 15, evidentemente a loro sarebbe stato anche concesso di violare quasi tutti i Comandamenti, e ciò non avrebbe avuto alcun senso! E' evidente, come accade a ciascuno di noi che si converte a Cristo e che fino al giorno prima faceva parte del mondo, che dobbiamo depurarci e decontaminarci di pratiche corrotte, e non lo facciamo in un istante, ma necessitiamo di tempo, di studio biblico per comprendere la volontà di Dio, di preghiera.
Luigi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da Luigi »

E neppure che dobbiamo osservare tutta la legge, anche perché ciò è impossibile oggi più di quanto fosse impossibile allora.

Caro Antonio
IO leggo che chi trasgredisce ad un solo punto della Legge , è trasgressore di tutta la Legge "Giacomo 2, 5-12, "e quì Giacomo ,riporta alcuni esempi" quindi come si concilia il tuo commento con la scrittura di Giacomo ?
Allora ,visto quanto scrivi , dobbiamo si osservare la Legge ,ma non tutta quanta.
Ora quali parti e riti della Legge " e sono numerosi" vanno osservate, oggi da noi Pagani-cristiani ?
Quali non sono da osservare ?
Perchè quelle che proporrai sono da osservare e le altre non lo sono ?
Poi forse mi sarà sfuggito, ma puoi citarmi dove è scritto che Paolo e gli apostoli ,continuarono ad osservare il sabato, e dove continuarono a circoncidersi come Giudei ?
Buona serata
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bgaluppi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da bgaluppi »

Sono d'accordo, Massimo. Direi che quelle abitudini erano particolarmente diffuse tra i pagani, per questo il concilio gerosolimitano le mette in evidenza; più che un minimo requisito, si trattava - a mio parere - di un requisito primo. Ma il concilio non verteva intorno a quelle pratiche, e riguardava piuttosto il tema della circoncisione, come esposto al v.1.

Per quanto riguarda il resto che hai scritto, io credo che gli ebrei convertiti non avessero mai smesso di praticare le norme cerimoniali finché il tempio fu distrutto. Del resto, Yeshùa, dopo aver guarito il lebbroso che credette nella sua messianicità (“se tu vuoi puoi guarirmi”), gli ordinò: “va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta che Mosè ha prescritto” (Mt 8:4). Per gli ebrei che divennero credenti, l'avvento di Yeshùa non determinò un mutamento nell'osservanza alla Torah, semmai rivelò loro un modo migliore per osservare, diverso da quello “della lettera” insegnato dai farisei legalisti.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Non ho parlato di circoncisione, non ho detto nulla, dal momento che bene avevi detto tu, e mi sono limitato forse ai versi più dibattuti e che molte organizzazioni religiose usano come pretesto per giustificare l'abolizione della legge. Minimo requisito per cominciare ad ascoltare la Parola di Dio, non minimo requisito per essere definiti gentili convertiti.

Per quanto concerne i sacrifici, è vero quello che dici su Gesù, ma in quel caso il Suo sacrificio non era ancora compiuto. Gesù ha sempre osservato anche la legge cerimoniale (intendo dire, quella dei sacrifici).
Nel caso della comunità Giudaica di Gerusalemme convertita a Cristo, siamo evidentemente dopo, e sembrerebbe da Atti 21:20-24 che effettivamente l'osservanza della legge cerimoniale fosse ancora per loro importante ed in vigore. L'avranno compreso tardi?
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bgaluppi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, le parole di Giacomo sono rivolte a coloro che facevano favoritismi tra i fratelli, e confermano ciò che ho detto e che disse Yeshùa, e cioè che ogni minimo comandamento deve essere osservato e deve essere insegnato a far così. Se uno non uccide ma dissacra altri comandamenti, non è giusto davanti a Dio, il che significa che dobbiamo osservarli tutti, ti pare?

“8 Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene; 9 ma se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori. 10 Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.”

Giacomo smentisce proprio ciò che sostengono i cristiani, e cioè che basta osservare “la legge dell'amore” per aver osservato tutta la Scrittura; invece, Giacomo dice che non basta osservare la legge regale.

Quali parti della legge devono essere osservate e quali no. Gli ebrei credenti ciconcisi devono osservarle tutte, tranne quelle che per motivi di forza maggiore non possono osservare, visto che il tempio non esiste più. I gentili convertiti non circoncisi devono osservare tutte le norme che riguardano anche loro e non solo i circoncisi. Sarebbe bello individuarle e farne un elenco, ma il lavoro è enorme.

Che i giudei dovessero continuare a circoncidersi non è specificato perché è un fatto indiscutibile, visto che la Torah lo comanda. Se invece fosse stato valido il contrario, Paolo e gli altri apostoli avrebbero dovuto specificarlo; nel concilio gerosolimitano il problema della circoncisione non riguardava i giudei, ma i gentili. Oltretutto, la fede nel messia veniva dichiarata in età adulta e in consapevolezza, attraverso il battesimo; un giudeo non avrebbe certo evitato di circoncidere il figlio all'ottavo giorno violando la Torah e “sperando” che sarebbe divenuto credente in età adulta. La circoncisione, per i giudei, è imprescindibile.

Che i discepoli osservassero il sabato e non la domenica è chiaro leggendo Atti con attenzione. Era di sabato che andavano in sinagoga ad insegnare, non di domenica. Paolo, ad esempio, non viaggiava mai di sabato, né durante i giorni degli Azzimi, che rispettava. Che la domenica fosse stata istituita successivamente come giorno di riposo al posto del sabato, è stabilito dalla storia e dimostra che fino a quel momento la comunità rispettava il sabato.
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bgaluppi
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Re: PAOLO E LA SUA TEOLOGIA

Messaggio da bgaluppi »

Nel caso della comunità Giudaica di Gerusalemme convertita a Cristo, siamo evidentemente dopo, e sembrerebbe da Atti 21:20-24 che effettivamente l'osservanza della legge cerimoniale fosse ancora per loro importante ed in vigore. L'avranno compreso tardi?
Credo proprio di si, Massimo. Lo compresero certamente quando il tempio venne spazzato via.
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