Traduzione di Giovanni 1:1

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bgaluppi
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da bgaluppi »

Trizzi, che la traduzione con articolo indeterminativo "un" sia corretta grammaticalmente, nessuno lo mette in dubbio. È il contesto e la Scrittura stessa che la escludono in questo caso. Non si può tradurre un versetto estrapolandolo dal contesto a cui appartiene. E mi spiego.

Come ho già detto, la mancanza dell'articolo è richiesta dal fatto che theòs è predicato nominale e non soggetto. Ma spiegherò piú in dettaglio questa costruzione. Come abbiamo già discusso, se mettessimo l'articolo e theòs fosse soggetto, avremmo "Dio era la parola". Ma ciò non avrebbe alcun senso in rapporto a quanto è scritto al v.3:

“Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.”

Se theòs fosse soggetto e quindi il testo dicesse che "Dio era la parola", il v.3 direbbe che ogni cosa è stata fatta per mezzo di Dio. Quindi non fu Dio a creare, ma qualcun altro che si è servito di Dio come parola... :-O  E se la parola "era con Dio", come fa Dio ad essere la parola? Dio era con Dio? Inoltre, ciò sarebbe in contrasto anche con molti altri passi della Scrittura. Te ne cito uno: “I cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca.” (Sl 33:6). Il Signore non è la parola, ma è la parola che è del Signore, quindi è Dio che crea per mezzo della Sua parola. Per questo semplice motivo, il testo dice che la parola era Dio, quindi la parola è soggetto e theòs predicato nominale, quindi niente articolo davanti a theòs. Non so se è chiaro. Questo per quanto riguarda la mancanza dell'articolo.

Per quanto riguarda invece la traduzione cara ai TdG, "un dio", non si può dire che sia necessariamente scorretta (cfr. At 28:6, sotto); in termini assoluti è corretta, ma nel nostro caso specifico potrebbe andar bene solo estrapolando il versetto dalla Scrittura; ma questo non lo si può fare. Se scegliamo di tradurre con "un dio", dobbiamo spiegare come mai lo stesso criterio non dovrebbe essere applicato in tutti gli altri innumerevoli casi scritturali in cui theòs non ha l'articolo davanti e viene sempre tradotto (da altrettanto emeriti professori) con "Dio", non "un dio". Nel caso specifico di Gv 1:1, la traduzione è obbligatoriamente senza l'articolo indeterminativo, poiché tutta la Scrittura afferma con forza che la creazione è opera di Dio, il Dio di Israele, YHWH, non di "un dio". I TdG traducono cosí per soddisfare la loro teologia binitaria, sbugiardando tutta la Scrittura.

Nelle Scritture Greche Abbiamo centinaia di casi in cui theòs non presenta l'articolo ma viene tradotto con "Dio" senza articolo indeterminativo, e il professore (con i TdG) mi vuol far credere che nel caso di Gv 1:1, invece, la traduzione "grammaticalmente corretta" è con l'articolo indeterminativo? E per quale motivo, esattamente? Le risposte possono essere: per esigenze teologiche, per ignoranza biblica, o perché cosí piace a lui. Oppure può darsi che tutti i traduttori del mondo abbiano preso un abbaglio grammaticale nel tradurre i versetti che seguono (solo alcuni tra i moltissimi) senza articolo indeterminativo:

παντὶ ῥήματι ἐκπορευομένῳ διὰ στόματος θεοῦ.

ogni parola che esce dalla bocca di (un) Dio (Mt 4:4)

μακάριοι οἱ εἰρηνοποιοί, ὅτι αὐτοὶ υἱοὶ θεοῦ κληθήσονται.

beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di (un) Dio (Mt 5:9)

οὐ δύνασθε θεῷ δουλεύειν καὶ μαμωνᾷ

non potete servire (un) Dio e Mammona (Mt 6:24)

οὐκ ἔστιν θεὸς νεκρῶν ἀλλὰ ζώντων

non è (un) Dio dei morti, ma dei viventi (Mr 12:27)

Ἀληθῶς οὗτος ὁ ἄνθρωπος υἱὸς θεοῦ ἦν

veramente quest'uomo era figlio di (un) Dio! (Mr 15:39)

τίς ἐγκαλέσει κατὰ ἐκλεκτῶν θεοῦ; θεὸς ὁ δικαιῶν

chi accuserà gli eletti di (un) Dio? (Un) Dio è colui che li giustifica. (Rm 8:33)

Tuttavia, in At 28:6 si può tradurre come piace al professor BeDuhn:

ἔλεγον αὐτὸν εἶναι θεόν

cominciarono a dire che egli era un dio.

Incredibile! Perché mai? Perché in questo caso specifico è il contesto che lo stabilisce. Infatti, gli uomini che dicevano che Paolo era un dio erano gli indigeni dell'isola di Malta, dei pagani. Ecco perché qui si può tradurre "un dio" con articolo indeterminativo. Un altro caso è in At 17:23:

Ἀγνώστῳ θεῷ

a un dio sconosciuto

Nonostante tutti i traduttori rendano con "al dio sconosciuto", qui si potrebbe benissimo tradurre con articolo indeterminativo, volendo. Di nuovo, è il contesto che ci consente questa traduzione. La frase in questione fu notata da Paolo essendo incisa su un altare ad Atene, città pagana che venerava molteplici dèi; l'altare era dedicato dagli ateniesi ad un dio sconosciuto, ossia a uno dei molti dèi che veneravano. Ma è corretto rendere anche con "al dio sconosciuto", come fanno tutti i traduttori, poiché questo non cambia il senso del discorso e perché, comunque, in italiano suona meglio.

Quindi, non si può prendere una frase e tradurla estrapolandola dal contesto; questo è ciò che fanno i cattivi traduttori o quelli che hanno interesse a farlo. Sul curriculum del professor BeDuhn leggo spesso la parola "religione". Il problema, infatti, è sempre lei: la religione, che rende anche gli uomini piú intelligenti incapaci di intendere concetti semplici. :-)
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Gianni
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da Gianni »

Antonio ha già spiegato molto bene la costruzione greca di Gv 1:1 e non c’è nulla da aggiungere.

Da parte mia faccio notare altre inesattezze del Galvano. Una è questa: “Al tempo in cui fu scritto il Nuovo Testamento, la lingua in uso era il greco koiné, che si scriveva in lettere maiuscole”. Questa dichiarazione è fatta alla leggera ed è falsa nella sua seconda parte. Ora spiego perché.
I manoscritti che noi possediamo sono copie di copie. Non abbiamo alcun manoscritto originale, e ciò si spiega con il fatto che il materiale scrittorio era molto deperibile. Possediamo migliaia di manoscritti e questa gran quantità ha consentito ai critici testuali di ricostruire un testo biblico fidato. I manoscritti biblici neotestamentari si dividono in gruppi. Uno di questi gruppi è costituito dai manoscritti onciali, caratterizzati dalla scrittura in caratteri maiuscoli. Il Galvano, facendo passare la caratteristica degli onciali come regola generale, afferma quindi il falso. Accanto ai manoscritti onciali abbiamo i manoscritti minuscoli.
Quando poi afferma che non è “possibile distinguere fra Dio [in maiuscolo] e dio [in minuscolo]”, dice il vero, ma non per il motivo da lui addotto. Il fatto è che mei manoscritti tutte le parole erano scritte attaccate e senza segni di punteggiatura (ciò per risparmiare spazio, dato l’alto costo del materiale scrittorio). Nei manoscritti minuscoli tutte le lettere sono minuscole e negli onciali sono tutte maiuscole.

Le inesattezze del Galvano sulla presenza dell’articolo davanti a “Dio” le ha già rimarcate Antonio.

Un’altra falsità è la regola inventata dal Galvano al punto 2): “Se in una frase vi sono due nomi uniti dal verbo essere, uno preceduto dall'articolo determinativo e l'altro senza l'articolo determinativo, quello con l'articolo è un nome, mentre l'altro senza articolo è un aggettivo, cioè esprime una qualità o una sfera di appartenenza”.
Ciò può essere vero oppure no, secondo i casi, ma certamente non è una regola.
Nella frase di Gv 3:33 “Dio è veritiero”, “veritiero” è certamente un aggettivo, ma nella frase di Gv 4:24 “Dio è Spirito”, “spirito” non è un aggettivo. Proprio qui (in Gv 4:24) abbiamo la stessa identica costruzione di Gv 1:1:
πνεῦμα ὁ θεός
pnèuma o Theòs
spirito [è] il Dio
Il soggetto è qui “il Dio” e “spirito” è predicato nominale.
Dire che “la frase di Giovanni 1:1 rientra nel secondo caso” è una falsità. “Dio” non è un aggettivo! È invece il predicato nominale e “la parola” è il soggetto.
La traduzione “Dio era la parola” è letterale e così deve essere mantenuta in una interlineare, ma non possiamo poi trasferirla in una normale traduzione biblica, altrimenti ne falsiamo il significato. In italiano dobbiamo dire che “la parola era Dio” e non viceversa. In greco (lingua molto precisa) tale equivoco non è possibile proprio grazie al fatto che davanti a “Dio” non c’è l’articolo.

Il Galvano (non so se per ignoranza o per strumentalizzazione; ma probabilmente per entrambi) afferma che la costruzione della frase greca è “per indicare la qualità divina della Parola”. Errore. Falsità. Se Giovanni avesse voluto indicare la qualità divina della Parola avrebbe usato l’aggettivo greco “divino”, che è θεῖος (tèios). - At 17:29; 2Pt 1:3.

Santo Galvano – per la cronaca – è un ex Testimone di Geova; dopo aver collaborato con l’Associazione Studenti Biblici Aurora e con la Chiesa Cristiana Millenarista di Pescara, si distaccò pure da queste per dissensi vari.
trizzi74
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da trizzi74 »

Caro Antonio, ho inserito nel sito quelle pagine scansionate con il semplice obiettivo di dimostrarti che la frase " la parola era un dio" è grammaticamente legittima.Dalla critica che hai fatto sulle affermazioni di Galvano mi è sembrato che per te non era grammaticamentepossibile una tale traduzione.
Se poi tu decidi di accettare la traduzione tradizionale perchè pensi che il logos sia la parola creativa di Dio questa è un'altra questione.
Chi crede che il logos di Gv.1:1 sia un riferimento al Cristo preesistente senza voler a sua volta pensare che tale versetto voglia pure affermare una sua totale uguaglianza con Dio ( ho theos), può correttamente tradurre come la TNM o altre traduzioni che traducono allo stesso modo.
Proprio stamattina ho scoperto che anche il biblista cattolico Gianfranco Nolli è d'accordo con la traduzione " un dio". ( allego foto).

Buona serata!
Allegati
Evangelo secondo Giovanni di Nolli.pdf
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"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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bgaluppi
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Trizzi. La traduzione è grammaticalmente corretta ma non nel contesto in cui si trova. Stabilire se una traduzione è grammaticalmente corretta non significa niente nella Scrittura, al fine di una corretta esegesi; infatti, anche l'altra traduzione lo è, come ti ho dimostrato citandoti molti versetti in cui theòs senza articolo non viene mai tradotto con l'articolo indeterminativo "un". A volte ci troviamo davanti a diverse possibili traduzioni, tutte corrette da un punto di vista grammaticale, e allora occorre stabilire qual'è quella giusta, perché il testo riporta un messaggio preciso che deve essere reso in modo corretto. Ciò che conta, dunque, è la traduzione giusta, che è in armonia con il contesto e col resto della Scrittura.

Allora, ti faccio una domanda, per affrontare la questione da un'altra strada: visto che abbiamo due possibili traduzioni grammaticalmente corrette, una con articolo indeterminativo ("un dio") e una senza ("Dio"), qual'è quella giusta e perché? Prenditi tempo per rispondermi, se ti serve.

Tutte le persone che mi citi hanno una cosa in comune: non giustificano la loro tesi e, se cercano di farlo, dicono cose non vere o parzialmente vere, come dimostrato. Nello studio della Bibbia, quando si sceglie una traduzione rispetto ad un'altra, bisogna sempre motivarne le ragioni in modo convincente. Tu dici:

“Chi crede che il logos di Gv.1:1 sia un riferimento al Cristo preesistente senza voler a sua volta pensare che tale versetto voglia pure affermare una sua totale uguaglianza con Dio ( ho theos), può correttamente tradurre come la TNM o altre traduzioni che traducono allo stesso modo.”

Questo non è vero e sarebbe un grave errore. Bisogna dimostrare che quella traduzione sia in armonia col resto della Scrittura; se non lo è, deve essere scartata. Perché la Scrittura non è un libretto per bambini, e non si può rischiare di storpiarla. E soprattutto, l'errore che non bisogna mai fare è tradurre in modo da giustificare una dottrina o un'idea, facendo dire alla Scrittura ciò che vogliamo noi. Invece, bisogna ripulirsi il cervello di tutti i dogmi possibili, religiosi e non, e ambire a capire cosa dice il testo oggettivamente. Per questo motivo è fondamentale verificare che la traduzione e la dottrina che ne esce siano sempre in armonia con l'intera Scrittura.

Il grosso problema per chi sostiene che fu la parola a creare — sia essa intesa come Cristo preesistente o "un" dio di qualche tipo o un alieno — deve necessariamente confrontarsi con diversi passi della Scrittura dove è chiaramente affermato che la parola era il mezzo che Dio utilizzava per creare. Era quindi Dio a creare per mezzo della Sua parola. Invece cosa accade? Che tutti si fermano a Gv 1:1 e ignorano tutto il resto, per evitare di dover affrontare ostacoli insormontabili. Il passo che viene sempre e incredibilmente "glissato" da tutti è il primo capitolo del Libro di Genesi. Se te lo leggi attentamente, non è la parola a creare, ma Dio tramite essa, proprio come riferisce Giovanni.

Che dire? Ognuno è libero di cantarsela come vuole, basta non storpiare la parola di Dio.
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bgaluppi
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da bgaluppi »

Trizzi, volevo aggiungere che il Nolli riporta la stessa incorretta informazione del Galvano, e cioè che theòs senza articolo sta ad indicare la qualità del soggetto di riferimento, ossia la partecipazione alla natura divina. Il Nolli entra in piena contraddizione, poiché prima sostiene (correttamente) che theòs è predicato nominale, poi afferma (incorrettamente) che denota la qualità, come se fosse un aggettivo. Il termine "dio" non è un aggettivo, è un nome! Il termine "divino" è un aggettivo. Come Gianni ha spiegato, è l'aggettivo che denota la qualità, non il nome. Se avesse voluto indicare la natura divina della parola, Giovanni avrebbe usato l'aggettivo θεῖος (thèios), come fa Pietro in 2Pt 1:3:

τῆς θείας δυνάμεως αὐτοῦ
la sua potenza divina

Rileggiti attentamente Gianni:

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... =10#p38799" onclick="window.open(this.href);return false;
trizzi74
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da trizzi74 »

bgaluppi ha scritto:Stabilire se una traduzione è grammaticalmente corretta non significa niente nella Scrittura, al fine di una corretta esegesi...Ciò che conta, dunque, è la traduzione giusta, che è in armonia con il contesto e col resto della Scrittura.
Sono perfettamente d'accordo con queste parole. Se mi sono limitato solo all'aspetto grammaticale è perchè abbiamo preso in esame il testo di Galvano che si basa solo sulla grammatica.
bgaluppi ha scritto:Allora, ti faccio una domanda, per affrontare la questione da un'altra strada: visto che abbiamo due possibili traduzioni grammaticalmente corrette, una con articolo indeterminativo ("un dio") e una senza ("Dio"), qual'è quella giusta e perché?
A prescindere se il logos sia la parola creatrice di Dio o il Cristo preumano, penso che la traduzione "la parola era Dio" sia molto ambigua perche il lettore che non sa nulla di greco non può fare a meno di pensare che questo logos ( o parola) sia letteralmente il Dio ( ho theos) menzionato precedentemente.Questo creerebbe delle ovvie contraddizioni all'interno del contesto inziale del prologo. Si dovrebbe cercare di mettere a disposizione del lettore una traduzione del passo capace di eliminare queste contraddizioni.
bgaluppi ha scritto: Nello studio della Bibbia, quando si sceglie una traduzione rispetto ad un'altra, bisogna sempre motivarne le ragioni in modo convincente.... in armonia col resto della Scrittura;
Potrei spiegarti le ragioni che mi spingono a preferire la traduzione fatta dalla TNM ( e non solo), ma evito di farlo perchè ci sarebbe il rischio di restare impantanati su passi biblici che si prestano a interpretazione non univoche.

Penso che le pagine che ho scansionato sono abbastanza esaustive nel spiegare perchè è da scartare la traduzione tradizionale a favore di " un dio" o qualcosa di simile.

Concludo con le tue stesse parole:" Che dire? Ognuno è libero di cantarsela come vuole, basta non storpiare la parola di Dio".
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bgaluppi
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da bgaluppi »

Grazie della risposta, Trizzi. Dici che il lettore che non può leggere il greco penserebbe che la parola è letteralmente il Dio menzionato precedentemente e che entrerebbe in contraddizione con il testo precedente che dice che la parola era nel principio e che era "con" Dio. 

La difficoltà di comprensione di questo versetto origina dal fatto che il pensiero dell'agiografo è profondamente ebraico ma è espresso in una lingua che difficilmente riesce a comunicare la profondità dei significati che l'ebraico può esprimere. Giovanni, dunque, cerca di esprimere qualcosa di molto difficile da comprendere per un gentile, ma molto semplice per un ebreo. Infatti, Noiman non ha avuto problema alcuno a intravedere l'impostazione ebraica di Gv 1:1 e a comprenderne immediatamente il significato profondo. Cosa che pochi teologi cristiani, anche autorevoli, riescono a fare in una vita. Scrive Noiman:
Parole come: “principio, la parola” e l’utilizzo del verbo” essere” ci inducono a riflettere e cercare il vero significato di quello che Giovanni voleva rivelarci in un epoca in cui era predominante la cultura greca e il pensiero romano .
Come ho detto non può sfuggire al lettore che conosce l’ebraico una certa musicalità del testo di Giovanni scritto in ebraico, immaginiamo che il pensiero fu concepito in ebraico e poi riportato in greco.
Tutto il Vangelo di Giovanni è profondamente "ebraico", a mio avviso. Al lettore che vuole intraprendere la lettura del Vangelo di Giovanni, dunque, dico di armarsi degli strumenti necessari per acquisire la capacità di comprendere, in primis entrare nella testa degli ebrei. Altrimenti, non comprenderà, a meno che non sia in possesso di un particolare istinto intuitivo. Inizio appena adesso, dopo due anni di approfondimento delle basi piú semplici del pensiero ebraico, a raccoglierne i frutti; prima di adesso, non ero assolutamente in grado di carpire il significato profondo dell'incipit giovanneo (e altre parti della Scrittura). Stiamo affrontando questo tema su questa cartella (http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 320#p38733), e sarebbe interessante se tu partecipassi alla discussione. 

“Potrei spiegarti le ragioni che mi spingono a preferire la traduzione fatta dalla TNM ( e non solo), ma evito di farlo perchè ci sarebbe il rischio di restare impantanati su passi biblici che si prestano a interpretazione non univoche.”

Non esistono versetti che esprimano senso non univoco, almeno nella Scrittura Greca, data la precisione della lingua. L'univocità del testo greco, inoltre, è sempre sostenuta dalla Scrittura Ebraica. Esistono dei versetti che, se non compresi all'interno del pensiero che li ha concepiti, possono dare àdito ad esegesi che si porrebbero in netta contraddizione con molti altri versetti. Le interpretazioni "alternative" originano quasi sempre dal fraintendimento creato dalla scarsa conoscenza del pensiero ebraico, proprio di tutti gli agiografi delle Scritture Greche, e da pregiudizi teologici forzati, mai espressi chiaramente dal testo. Esempio classico è la trinità, che non esiste nella Bibbia, ma molti la vedono dappertutto come un fantasma. Altro esempio è il voler identificare Yeshúa, in quanto parola di Dio, con il lògos.

La traduzione di Gv 1:1 proposta dagli studiosi da te citati non può essere accettata perché fa uso di un ragionamento dettato da una visione teologica non biblica — ma appartenente allo stoicismo e al pensiero giudaico-alessandrino di Filone, poi adottato dal cristianesimo — secondo la quale la parola contiene attributi divini. L'idea che il nome "dio" richiami attributi divini è abbastanza ovvia: un dio ha attributi divini, altrimenti non sarebbe un dio. E proprio su questo significato intrinseco del termine gioca la teologia cristiana, ignorando il fatto che in tutta la Scrittura è Dio ad operare tramite la Sua parola, non la parola come ente "autonomo" dotato di attributi divini. Il problema è che theòs, in quanto nome e predicato nominale, va a completare il significato del verbo e stabilisce l'identità del soggetto, non la sua qualità (come invece farebbe un aggettivo): "io sono un muratore" non definisce la qualità del soggetto, ma ne stabilisce l'identità; allo stesso modo "la parola era Dio" stabilisce chi era la parola, non le sue qualità. Theòs senza articolo risponde alla domanda: cosa o chi era la parola? Invece, dire "la parola era un dio" stabilisce inevitabilmente che la parola, avendo ovvie qualità divine in quanto "dio", era però un dio diverso dal Dio nominato prima, e questa interpretazione è sconfessata dall'intera Scrittura. Per precisare solo la qualità della parola, senza creare ambiguità, il testo avrebbe dovuto dire "la parola era divina", come accade in alcuni casi (3 nelle Scritture Greche). Accettando la teologia della parola con attributi divini, si afferma di credere che il Creatore non è Dio, l'unico Dio, ma "un" dio, e quindi si è costretti a rifiutare la veridicità di queste Scritture:

“Nel principio Dio creò i cieli e la terra” (Gn 1:1); “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu” (Gn 1:3); “Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Gn 1:31); “Nel giorno che Dio il Signore fece la terra e i cieli” (Gn 2:4); “I cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca” (Sl 33:6); “Quanto sono numerose le tue opere, Signore!
Tu le hai fatte tutte con sapienza” (Sl 104:24); il “mondo che Dio ha creato” (Mr 13:19) [e questo lo dice Yeshua, la parola]; “tutto quel che Dio ha creato è buono” (1Tim 4:4); “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono” (Ap 4:11); “colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, e la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso” (Ap 10:6).

Comunque, sei il benvenuto a partecipare nella discussione nell'altra cartella!
trizzi74
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da trizzi74 »

Ciao Gianni, vorrei una delucidazione sulla parte finale di Gv. 1:1. In particolare vorrei sapere se il verbo greco "en" si può tradurre oltre che con "era" anche con "rappresentava".In questo modo avremmo questa traduzione: "la Parola rappresentava Dio".

Ti ringrazio.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Re: Traduzione di Giovanni 1:1

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, se traduci "rappresentava" fai della parola una cosa diversa da Dio e con un'esistenza sua propria, cosa che non è.
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