Ciao Trizzi. Il testo da te citato dimostra solo una cosa: chi è intrappolato nei dogmi religiosi, arriva a negare la realtà e persino a mentire, pur di difendere la sua dottrina (come ti dimostrerò in un attimo). E annulla la sua stessa intelligenza.
La mancanza dell'articolo davanti a
theòs sta ad indicare semplicemente
la giusta costruzione grammaticale e sintattica, in modo che sia chiaro ciò che il testo dice:
"La parola era Dio", e non: "Dio era la parola", o "la parola era
un dio". Se fosse presente l'articolo, come giustamente spiega il testo da te indicato,
parola e
Dio sarebbero ambedue soggetto, quindi il testo di Giovanni affermerebbe che "il Dio è il
lògos". Ma verrebbe da chiedersi: Dio è un "discorso", un "pensiero espresso a parole"? (Perché questo significa lògos...). E chi lo esprime? E dovremmo mettere in dubbio Gn 1:3:
"Dio disse". Fu quindi Dio a creare o il lògos come entità diversa da Dio? Quindi non è Dio il Creatore? E perché la Scrittura afferma il contrario?
Invece, la mancanza dell'articolo è richiesta dalla costruzione
proprio per indicare che il soggetto è o lògos, non theòs. Infatti, il testo dice "la parola era Dio", ossia
"Dio creava tramite la Sua parola", esattamente come insegna Gn 1:3 e ss.
Per maggiore chiarezza, ti cito le parole di Gianni, ben scritte:
C’è un importante un passo biblico che viene mal interpretato sia dai trinitari che dagli unitari. Si tratta di Gv 1:1. Ecco il testo originale greco:
ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος
En archè en o lògos kài o lògos en pros ton theòn, kài theòs en o lògos
in principio era la parola e la parola era presso il Dio e Dio era la parola
“In principio era la parola”: la “parola” di cui si parla esisteva già; esisteva “in principio”. Occorre identificarla e capire cosa sia questa parola.
“La parola era presso il Dio”: questa “parola” (che identificheremo) era presso il Dio. Si noti l’articolo determinativo (τὸν, ton, il). Si parla qui del Dio uno e unico, il creatore.
“E la parola era Dio”: qui occorre fare attenzione: il soggetto non è Dio, ma la parola, che è predicato nominale. Lo stabilisce già il contesto: è della parola che si sta parlando. Lo stabilisce anche la costruzione della frase: in greco (come in latino) il soggetto è spesso alla fine della frase. In italiano diciamo che “la parola era Dio” e non che “Dio era la parola”. In greco questo equivoco non nasce: se infatti si volesse dire che Dio era la parola, si direbbe che ‘il Dio era la parola’, usando l’articolo. Nella frase precedente, infatti, si usa l’articolo determinativo davanti a Dio: “La parola era presso il Dio”. Se questo articolo fosse usato nella frase successiva, allora significherebbe che ‘il Dio era la parola’. Il testo però non dice così. Dice che “la parola era Dio”. Sbagliano quindi i testimoni di Geova ad insistere su questa mancanza di articolo per dimostrare che la parola era ‘un dio’ o ‘divina’ e non Dio. La mancanza di articolo è infatti richiesta dalla costruzione: “la parola [soggetto] era Dio [predicato nominale]”. Insistere nel voler mettere l’articolo indeterminativo “un” davanti a “Dio” indica solo scarsa conoscenza della lingua greca.
Sono proprio le speculazioni teologiche e le avventate costruzioni grammaticali a rendere confuso ciò che il testo esprime con chiarezza e precisione e che tutta la Scrittura afferma con grande forza: Dio è uno solo, ed è Lui il Creatore dell'universo.
Inoltre, il testo da te citato dice
una grande falsità, affermando che nella Scrittura Greca, quando
theòs è riferito al Padre (Yahweh), riporta sempre l'articolo determinativo. Ti cito solo due versetti, tanto ne basta uno per confutare questa menzogna:
παντὶ ῥήματι ἐκπορευομένῳ διὰ στόματος
θεοῦ.
ogni parola che esce dalla bocca
di Dio (Mt 4:4)
μακάριοι οἱ εἰρηνοποιοί, ὅτι αὐτοὶ υἱοὶ
θεοῦ κληθήσονται.
beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli
di Dio (Mt 5:9)
Niente articolo. Quindi, secondo le strampalate teorie di molti, non è di Yahweh che stiamo parlando qui, ma di
un dio o di
qualcosa che ha attributi divini. Quindi, chi si adopera per la pace sarà chiamato "figlio di un qualche dio" o "figlio di qualcosa di divino"... Non si possono usare due pesi e due misure, soprattutto in greco
Un saluto a te e felice di rileggerti.