Canonicità e ispirazione

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Michele
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Canonicità e ispirazione

Messaggio da Michele »

da un post su Gesù Figlio di Dio
Antonio scrive:
Michele, certo che puoi partecipare. Basta che rispetti la canonicità di tutti i 27 libri delle Scritture Greche. Ti rammento, inoltre, che le parole di Yeshua sono riportate da terzi e non sono scritte di suo pugno. Si potrebbe tranquillamente sostenere, come fanno alcuni, che non esiste la certezza che Yeshua abbia pronunciato quelle parole.

Quindi, sei il benvenuto ma devi rispettare la canonicità degli scritti di Paolo e degli altri apostoli, e mantenerti nei limiti della Sacra Scrittura, altrimenti non ha senso che tu partecipi (non che voglia tenerti fuori... :-) ).


Vorrei chiarire alcune cose, prima di dover essere considerato off topic in tutte le discussioni bibliche.
Tutti sappiamo che Gesù non ha lasciato scritto di se neppure uno jota, quindi è chiaro che gli autori che hanno riportato le sue parole si sono presi la responsabilità in prima persona, e questo credo che possa bastare.
La canonicità di alcuni libri, sembra che abbia superato la prova e in conseguenza di ciò sono stati incorporati tra i canonici. A me non sembra proprio, intanto, quello che dice Gesù nei 4 Vangeli è una cosa, e quanto viene predicato dagli aposto negli atti e nelle lettere è un'altra cosa. Quindi di che canonicità parliamo, di quella dei Vangeli o di quella degli Atti? Perché a me sembra che si escludano a vicenda. Negli Atti traspare la filosofia umana, nei Vangeli quella divina.

Altra questione; gli autori ispirati chi sono? Sono delle persone che non hanno scritto dei libri in trance, ma hanno usato il loro intelletto e quindi la scrittura contiene il sapere umano. Sono ispirati ma rimangono pur sempre dei libri umani.
Questo io penso.
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bgaluppi
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da bgaluppi »

http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=310" onclick="window.open(this.href);return false;

Michele, la questione e' lunga e complessa. Questi studi di Gianni sono molto ben fatti e credo possano aiutarti a meditare e fare le giuste considerazioni. :-)
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Michele
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da Michele »

Guarda Antonio, per capire una frase non c'è mica bisogno di leggersi 100 pagine, basta riportare il pensiero in esso contenuto. Non si può fare un dialogo con qualcuno che ti profila 100 pagine per chiarificare qualcosa. Non ho bisogno di essere indottrinato. Ma soprattutto, se uno si vuole confrontare lo fa con una persona che gli risponde direttamente, non che ti rimanda a studiare sui libri, ora il Bereshit, ora gli studi di Gianni.
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bgaluppi
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da bgaluppi »

Per capire ci vuole studio, Michele. L'argomento che vuoi trattare e' molto complesso, non si possono dare risposte in due righe. Gianni lo tratta molto bene.
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Michele
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da Michele »

Certo Antonio, mi devi scusare se ti sono sembrato scortese, ma mi devi capire. Se le cose si risolvessero leggendo uno studio, adesso non staremmo qui a discuterne.
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Michele
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da Michele »

Riporto un brano tratto dal link di Antonio:
Differenze con la bibbia

Le principali differenze tra la Bibbia e gli altri scritti sacri stanno nel fatto che questi sono politeisti (buddhisti, shintoisti), mentre la Bibbia è monoteista (l’islamismo, pur essendo monoteista, proviene dalla Bibbia). Gli scritti sacri non biblici si presentano quale frutto d’intuizione mistica e sono quindi tra loro convergenti, mentre la Bibbia li sorpassa tutti. Si pensi alla regola d’oro che in tutte le religioni appare in forma negativa: “Non fare ad altri ciò che non desideri sia fatto a te”, mentre nella Bibbia si presenta in forma positiva: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro” (Mt 7:12). Di più, negli scritti non biblici, Dio non è presentato in forma personale, ma piuttosto come un’idea che sfocia facilmente nel panteismo; la religione non è legata a una persona come invece lo è nella Bibbia (Yeshùa). Queste differenze si spiegano con il fatto che la Bibbia è rivelazione divina (Dio scende verso l’uomo), mentre le religioni sono solo un tentativo dell’uomo di salire a Dio.


Questo non lo condivido, cioè, che solo la Bibbia è rivelazione divina. Se la mettiamo in questa forma, Dio ha sempre cercato di parlare all'uomo, ma l'uomo ha interpratato questa "chiamata", come qualcosa di miracoloso di straordinario ecc.
Ma allo stesso tempo, l'uomo ispirato non è stato mai in grado di riportare quella chiamata di Dio. E nella Bibbia è successo la stessa cosa, con una differenza.
I testi sacri di cui si parla in quell'articolo sono tutti (con esclusione del Corano), antecedenti alla Bibbia e come tali non potevano che contenere che quei pensieri, il pensiero umano infatti, non era ancora arrivato a considerare il Monoteismo. Ma quando la pienezza del tempo rese tale la mente dell'uomo, ecco che con un minimo sforzo, i profeti biblici riuscirono a veicolare o "canalizzare" quel messaggio originale proveniente da Dio. Non ancora in forma perfetta, ma notevolmente evoluta. Ecco che anche il Corano, posteriore alla Bibbia, comprende idee relative al Dio unico. E dato che non ci possono essere due, è chiaro che il Dio della Bibbia e il Dio del Corano (ma anche quello delle altre religioni), sia lo stesso.
E' per questo motivo che non si può leggere uno scritto, perché parte da presupposti già errati alla sua orgine. Se si parte con queste premesse, è inutile leggere tutto l'articolo, che senso avrebbe?
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Michele
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Re: Canonicità e ispirazione

Messaggio da Michele »

Per me, non si tratta di un problema di fedeltà d'ispirazione, quanto di percorso umano. Se Dio si è scelto un popolo, lo ha fatto in un momento storico, non lo avrebbe potuto scegliere all'epoca in cui vennero scritti i Veda? Perché Dio non si è scelto quello stesso popolo migliaia di anni prima?
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