La filosofia greca

marco
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La filosofia greca

Messaggio da marco »

Caro Gianni, chi meglio di te potrebbe spiegarmi/ci, cos'è la filosofia greca e come ha plasmato il mondo?
Nella Bibbia c'è un avvertimento a non andare dietro alla filosofia. Intendevano quella greca?
Ti andrebbe? Grazie in anticipo.
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Gianni
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, mi andrebbe, ma ci vorrebbero decine di pagine per dire ciò che vuoi sapere. Magari proverò sinteticamente, quanto prima, a dire qualcosa, soprattutto dal punto di vista biblico.
Floriano
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Floriano »

Buonasera ; scusami Gianni, se mi intrometto , da dilettante, ma l'argomento mi stimola molto.
La filosofia greca ha sicuramente influenzato molto le scritture, già quelle ebraiche risentono di questo, ma più fortemente hanno influenzato le scritture greche. L'apertura del vangelo di Giovanni è in pratica quasi pura filosofia greca (Gv 1;1) In principio era la Parola e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio.(TNM). Meglio rende la traduzione letterale dal greco di questo passo : In principio era la Parola, e la Parola era presso il Dio e Dio era la Parola.
Gli elementi della filosofia greca che più influenzarono il nascente cristianesimo furono il concetto platonico di dio , la gnosi e il logos .
Per non dilungarmi troppo allego una sintesi , su queste influenze, e sul loro perché. Spero possa essere uno stimolo alla discussione.

Un saluto
Floriano
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Gianni
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Gianni »

Caro Floriano, la filosofia greca non ha affatto influenzato le Scritture, ma sono stati i loro esegeti a influenzarne l'interpretazione, ebrei compresi. I primi danni li fece proprio un ebreo, il filosofo Filone alessandrino, che cercò di armonizzare la Scrittura con la filosofia greca.
C’è da dire che la filosofia era quanto di più estraneo poteva esserci per gli ebrei, che era gente pratica che rifiutava le astrazioni. Quando però l’ellenismo arrivò anche il Palestina, con le conquiste di Alessandro il Grande, gli ebrei ne furono oltremodo affascinati.
Il prologo giovanneo fu scritto da Giovanni proprio per contrastare certe idee che si stavano diffondendo (pre-gnosticismo), volendo dimostrare che Yeshùa era un uomo e che in lui era scesa la parola sapiente di Dio. Sono gli esegeti che, ancora oggi, lo leggono in chiave filosofica. Il logos giovanneo non ha proprio nulla a che fare con il logos della filosofia greca. Furono gli apologeti e gli esegeti a fare tale abbinamento. E continuano a farlo!
Floriano
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Floriano »

Caro Gianni, potresti , quanto hai tempo, spiegarmi come Giovanni utilizzo' le categorie concettuali della filosofia greca, per spiegare il nascente cristianesimo, figlio delle categorie concettuali del pensiero ebraico ( molto distante dalla comprensione degli ellenisti) senza incorrere nell'utilizzo della filosofia greca per spiegare sia il Cristo che il Padre, e il rapporto tra loro?

Un saluto
Floriano
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Gianni
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Gianni »

Caro Floriano, ma perché dici che Giovanni utilizzò le categorie concettuali della filosofia greca? Non le utilizzò assolutamente. Anzi, con tutta probabilità non le conosceva neppure, essendo Giovanni un illetterato.
Floriano
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Floriano »

Caro Gianni
ti allego un breve brano di una analisi del vangelo di Giovanni, che non mi sembra un illetterato, e tanto meno uno che non conosceva l'ellenismo.
"Negli scritti dell’apostolo Giovanni (anni 100 – 120 ev) redatti probabilmente in Asia Minore, quindi in contesto ellenistico, con i suoi molti culti e correnti religiose. Nella letteratura Giovannea, il termine greco utilizzato per esprimere la divinità di Gesù è “Logos” che è tradotto generalmente con “Verbo o Parola”. Infatti il Vangelo di Giovanni inizia con (Gv 1, 1-2, 14): “In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio. 2 Questi era in principio con Dio” “Gesù era il logos diventato persona, ed esisteva presso Geova Dio già prima di vivere sulla terra: Nella filosofia greca il logos era considerato un principio astratto della ragione universale, e già il filosofo ebreo Filone Alessandrino, influenzato dall'ellenismo, vede nel logos il Mediatore tra Dio e il mondo. Giovanni, circa mezzo secolo dopo, identifica questo logos con la concreta persona storica di Gesù conferendogli tratti personali (anziché un principio astratto). Quale entità personale, il logos (che per Giovanni equivale a Gesù) esisteva sin dalla sua origine, come prima creatura di Dio, in comunione e unità con Lui. (Gv 1,2): “Questi era in principio con Dio”. Il Logos partecipa alla divinità, ma è per Giovanni, un’entità autonoma, distinta da Dio. Per la sua unità con Dio il Logos è divenuto attivo, e tutta la creazione è già opera sua (Gv 1,3): “Tutte le cose son venute all'esistenza per mezzo di lui, e senza di lui neppure una cosa è venuta all'esistenza.”. Egli stesso viene nel mondo che lui ha creato (Gv 1,14): 14 E la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed era pieno di immeritata benignità e verità.” Con questa incarnazione, con questa “umanizzazione”, il Logos creatore, Parola di Dio, diventa visibile concreto, “empiricamente” conoscibile anche per gli uomini. "
Se quanto ti ho allegato non è corretto , puoi cortesemente spiegarmi concretamente in cosa non è corretto?
Un saluto
Floriano
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Gianni
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Gianni »

Caro Floriano, che Giovanni fosse un illetterato è affermato dalla Bibbia stessa: “Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza istruzione” (At 4:13). Se poi conosci il greco, prova a leggere i suoi scritti: sono del tutto sgrammaticati e sono un vero affronto alla sintassi greca. D’altra parte, “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti”. - 1Cor 1:27.
Quanto al tuo allegato, queste sono le cose scorrette:
“Gesù era il logos diventato persona, ed esisteva presso Geova Dio già prima di vivere sulla terra”. E dove mai sta scritto che Yeshùa fosse il lògos? Giovanni dice invece che il lògos, che altro non è che la parola di Dio, è scesa in Yeshùa.
“Nella filosofia greca il logos era considerato un principio astratto della ragione universale, e già il filosofo ebreo Filone Alessandrino, influenzato dall'ellenismo, vede nel logos il Mediatore tra Dio e il mondo. Giovanni, circa mezzo secolo dopo, identifica questo logos con la concreta persona storica di Gesù”. Fu il filosofo Filone a combinare il pasticcio. Non è assolutamente vero che Giovanni “identifica questo logos” ovvero quello di Filone con Yeshùa. Giovanni inizia il suo Vangelo richiamandosi all’inizio di Genesi, quando Dio creò tutto usando la sua parola creatrice. Il lògos biblicamente inteso non è altro che la parola di Dio, la quale appartenendo a Dio è Dio. La Bibbia dichiara in Sl 33:6: “I cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca”. Nel noto parallelismo ebraico, “parola” e ‘soffio della bocca’ sono la stessa cosa. È quindi escluso del tutto un mediatore (il lògos della filosofia greca) nella creazione. Dio creò parlando, usando la sua parola. La LXX greca usò proprio la parola lògos, e di certo non era quella della filosofia greca! Oltretutto, nel giudaismo alessandrino, quello di Filone, il lògos è quello della filosofia stoica.
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Michele
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Michele »

Floriano ha scritto:Caro Gianni
ti allego un breve brano di una analisi del vangelo di Giovanni, che non mi sembra un illetterato, e tanto meno uno che non conosceva l'ellenismo.
"Negli scritti dell’apostolo Giovanni (anni 100 – 120 ev) redatti probabilmente in Asia Minore, quindi in contesto ellenistico, con i suoi molti culti e correnti religiose. Nella letteratura Giovannea, il termine greco utilizzato per esprimere la divinità di Gesù è “Logos” che è tradotto generalmente con “Verbo o Parola”. Infatti il Vangelo di Giovanni inizia con (Gv 1, 1-2, 14): “In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio. 2 Questi era in principio con Dio” “Gesù era il logos diventato persona, ed esisteva presso Geova Dio già prima di vivere sulla terra: Nella filosofia greca il logos era considerato un principio astratto della ragione universale, e già il filosofo ebreo Filone Alessandrino, influenzato dall'ellenismo, vede nel logos il Mediatore tra Dio e il mondo. Giovanni, circa mezzo secolo dopo, identifica questo logos con la concreta persona storica di Gesù conferendogli tratti personali (anziché un principio astratto). Quale entità personale, il logos (che per Giovanni equivale a Gesù) esisteva sin dalla sua origine, come prima creatura di Dio, in comunione e unità con Lui. (Gv 1,2): “Questi era in principio con Dio”. Il Logos partecipa alla divinità, ma è per Giovanni, un’entità autonoma, distinta da Dio. Per la sua unità con Dio il Logos è divenuto attivo, e tutta la creazione è già opera sua (Gv 1,3): “Tutte le cose son venute all'esistenza per mezzo di lui, e senza di lui neppure una cosa è venuta all'esistenza.”. Egli stesso viene nel mondo che lui ha creato (Gv 1,14): 14 E la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed era pieno di immeritata benignità e verità.” Con questa incarnazione, con questa “umanizzazione”, il Logos creatore, Parola di Dio, diventa visibile concreto, “empiricamente” conoscibile anche per gli uomini. "
Se quanto ti ho allegato non è corretto , puoi cortesemente spiegarmi concretamente in cosa non è corretto?
Un saluto
Floriano


Concordo con questa analisi corrisponde perfettamente anche a quanto penso io di Yeshu'a, ma soprattutto a quanto è scritto nel Vangelo di Giovanni.
Floriano
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Re: La filosofia greca

Messaggio da Floriano »

Caro Gianni, ti ringrazio delle precisazioni. Ho ancora molto da approfondire nello studio della Parola; un po alla volta comprenderò meglio. Una cosa però penso riguardo al fare la volontà di Dio , e di conseguenza alla nostra salvezza: non è quanto conosciamo, a livello culturale, delle scritture ,a fare la differenza ma quanto le mettiamo in pratica, e questo, mi ricorda una scrittura che era già antica quando si scrisse la Bibbia: "Io sono il tuo Dio, il tuo Creatore, il tuo soccorso, ma a patto che tu dia da mangiare all'affamato, da bere all'assetato...... (passo tratto da "Dialogo tra un uomo e il suo Dio") Come si vede sono cose semplici da afferrare, e note da moltissimo tempo, forse meno semplici però a metterle in pratica, ma questo comunque non esime anche dall'approfondire la conoscenza. Tu cosa ne pensi?
Un saluto
Floriano
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