Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

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Marcelle
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Marcelle »

chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 1:37
Diciamo che in realtà non sappiamo con estrema certezza, anche utilizzando il metodo storico/critico, il motivo per il quale gli autori dei testi antichi abbiano scritto le loro opere (non solo il nuovo testamento, ma il vecchio e tutti i testi definiti religiosi)...

Quando scrivi: "diciamo", a chi ti riferisci esattamente?
Chi sosterebbe l'idea che, allo storico sia precluso, usando gli strumenti della moderna ricerca storica, di individuare la natura dell'opera che esamina, attraverso l'analisi critica del testo?
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Gianni
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Gianni »

Buongiorno, Maria Grazia. Mi hai suscitato un bel ricordo: I Promessi Sposi, che studiai in quinta ginnasio. Pensa che lo rileggo ogni anno e ogni volta scopro nuovi tratti psicologici dei personaggi. Ma veniamo alle cose di nostro interesse.

Mettere insieme il tuo commento con quelli di Antonio e di Marcelle dà modo di avere un quadro più preciso di quella che tu chiami “squadra”, nella quale includi il teologo, lo storico e il critico testuale. Ci sono in verità altre figure da inserire, che, sempre in verità, costituiscono una squadra che alla fine non fa squadra, perché ciascuno opera nel suo proprio ambito. Ma analizziamo, perché è importante, oltre che interessante.

Il nostro caro Antonio ha spiegato bene la figura del teologo. (Noto con piacere - tra parentesi - che i tuoi studi di greco, Maria Grazia, danno frutti: ci hai spiegato l’etimologia del termine teologia. Brava!). Tu osservi che questa figura è importantissima anche oggi perché il teologo dà significato, dà vita alle Scritture.

Antonio fa giustamente notare che le due figure del teologo e dello storico sono entrambe importanti ma fungono a scopi diversi: lo storico cerca di ricostruire il passato tramite l'uso di tutte le fonti a disposizione, mentre il teologo si occupa di “ragionare intorno a Dio”. Poi osserva, sempre giustamente, che la teologia è soggetta alle credenze personali.

Marcelle, da parte sua, osserva (anche lei giustamente) che i Vangeli non sono opere di storia come comunemente oggi li intendiamo. Quella degli evangelisti è un “storia” a tesi. Ottima la sua osservazione che ogni autore ha organizzato il suo materiale adeguandolo alla propria visione teologica.

Bene. Ora cerchiamo di mettere in ordine tutte queste figure che gravitano attorno alla biblistica, alle Scienze Bibliche.

Non credo sia possibile dare un ordine di intervento, stabilendo chi viene prima e chi viene dopo. Di certo però ci sono alla base di tutto i critici testuali, i filologi biblici, il cui lavoro è spesso fatto nell’ombra e poco conosciuto. Questi studiosi raffrontano le migliaia di manoscritti biblici che abbiamo e da essi ricostruiscono il testo biblico genuino e primigenio. È su questo che lavorano poi i traduttori biblici. Ciò che riguarda i traduttori meriterebbe un capitolo a parte, perché sappiamo quanto ciascuna traduzione biblica sia influenzata dal credo del traduttore, traendo spesso in inganno i lettori.

Il teologo “ragiona intorno a Dio”, per usare la bella espressione di Antonio. Quando però tu, Maria Grazia, riferisci del tuo professore di italiano che ti rapiva perché spiegate da lui le pagine del Manzoni s'aprivano e prendevano vita, nel paragone non è al teologo che devi riferirti, ma all’esegeta. Ben difficilmente il critico testuale, lo storico e il teologo incantano e affascinano. L’esegeta sì. Può perfino commuoverti.

Facciamo il punto della situazione. Senza i critici testuali non avremmo alcunché su cui fare indagini storiche, non avremmo alcun testo da commentare, facendo esegesi, e da cui ricavare la teologia.

Domanda: quanto sono affidabili questi studiosi?

Beh, il lavoro dei critici testuali lo abbiamo sotto gli occhi. La prima parola del cosiddetto Nuovo Testamento è βίβλος. C’è poco da discutere, c’è solo da sapere cosa indicava con precisione.

L’esegeta, se commenta un testo tradotto, commenta solo una traduzione.

Lo storico, che si avvale anche dell’archeologia, presenta i fatti. Sarà neutrale? Marcelle menziona l’esempio il prof. Gabriele Boccaccini, storico, il quale sostiene che la teologia di Paolo è diversa da quella espressa da Giovanni. È tutto dire. Che nel Vangelo di Giovanni si affermi che il Cristo è increato è una sua idea, anche se è condivisa dai più. Scrivendo il mio ultimo libro sul lògos ho consultato anche il lavoro di Pietro Coda, che è ritenuto uno dei due massimi esperti italiani del lògos. Ebbene, ho dovuto trascurarlo, perché analizza il lògos della cristianità. Del resto, è professore ordinario di teologia trinitaria presso la Pontificia Università Lateranense.
Marcelle coglie il punto quando scrive che allo storico del cristianesimo spetta indagare e ricostruire storicamente lo sviluppo della credenza trinitaria, ovvero, “quand’è che i cristiani cominciarono ad affermare che Gesù fosse increato”.
Posso dirvi la verità, schiettamente? A me personalmente poco e nulla interessa conoscere la storia e lo sviluppo della chiesa dal secondo-terzo secolo in avanti. Io mi fermo al primo secolo, perchè è la Bibbia che mi interessa.
Quanto alla teologia paolina, nel mio piccolo segnalo Paolo e la sua teologia: https://www.biblistica.it/wp-content/up ... OLOGIA.pdf.

Ed è qui che si inserisce la figura del biblista. Questo non è un critico testuale ma conosce bene la materia ed è in grado di tradurre i testi originali. Non è un teologo, ma conosce bene la teologia biblica (biblica!, non religiosa). È un esegeta, ma del testo biblico vero. Non è uno storico, ma sa la differenza tra cronaca e storia, e conosce bene il generale letterario biblico storico, che è un genere tutto particolare. – Cfr. Il genere letterario storico e Norme della storiografia biblica:
https://www.biblistica.it/wp-content/up ... torico.pdf
https://www.biblistica.it/wp-content/up ... iblica.pdf
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Marcelle
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Marcelle »

Gianni, no, non ho affatto affermato che allo storico del cristianesimo spetti indagare e ricostruire storicamente lo sviluppo della credenza trinitaria.
Allo storico del cristianeismo spetta ricostruire e descrivere la storia di eventi e idee, riferibili a diverse tematiche. Quella della divinità (che genere di divinità?) di Gesù è una delle tante. Che da una certa epoca in poi, cristiani siano giunti a identificare Gesù con Dio, è una fatto storico. Ricostruire come e quando, è compito degli storici. Questo implica che, non sempre (nè tutti), lo abbiamo creduto.

Da quanto mi pare di compredere, tu saresti del parere che la credenza sia tarda. Daccordo.
Ma è anche lecito documentarsi sul dibattito accademico odierno (a cui partecipano credenti, e non). Si può dubitare della imparzialità di alcuni, o giudicarli troppo tradizionalisti, ed altri eccessivamente minimalisti, ma non possiamo accusarli in toto, nè fare a meno di rapportarci con tutti loro, se desideriamo ottenere una visione più ampia e completa possibile su questo genere di studi.

La neutralità è un mito. Vale per lo storico, come per l'esegeta, il filologo e l'archeologo. Nessun ricercatore (o biblista) è esente da condizionamenti personali. Èd noto che per quanto attiene ai testi biblici, non vi è unanimità tra gli esegeti, i quali talvolta sostengono le posizioni più estreme.

E' l'onestà intellettuale e la competenza che si richiede all'accademico, piuttosto.

Lo storico ha bisogno dell'esegeta? Si, e non affatto è escluso che uno storico possa essere al contempo anche un esegeta/filologo competente. Ma l'esegesi di una opera, non è di per sè sufficente a spiegare l'origine e lo sviluppo di un pensiero o una ideologia in essa espressi, o risolvere problemi relativi all'interpretazione di passi ed interi brani di difficile valutazione. Persino un delicato lavoro di critica letteraria dà risultati spesso incerti e discutibili. La Bibbia non si spiega da sola. Neppure se la si studia nella sua lingua originale.

Parlavi di lavoro di squadra. Giustamente.
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Marcelle ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 2:38
chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 1:37
Diciamo che in realtà non sappiamo con estrema certezza, anche utilizzando il metodo storico/critico, il motivo per il quale gli autori dei testi antichi abbiano scritto le loro opere (non solo il nuovo testamento, ma il vecchio e tutti i testi definiti religiosi)...

Quando scrivi: "diciamo", a chi ti riferisci esattamente?
Chi sosterebbe l'idea che, allo storico sia precluso, usando gli strumenti della moderna ricerca storica, di individuare la natura dell'opera che esamina, attraverso l'analisi critica del testo?
Perché parli di “preclusione”? Il ricercatore (meglio parlare di équipe) esamina i dati con tutti i mezzi che ha a disposizione per trarre delle conclusioni. Esse saranno più o meno attendibili a seconda della loro natura e della loro numerosità. Non è che lo storico sia precluso in qualcosa, ma la questione riguarda limiti e difficoltà nella ricostruzione del passato. Per esempio un limite possono essere le stesse fonti poche e lacunose ed anche le fonti più chiare non esauriscono necessariamente tutti gli aspetti della vicenda. C’è poi la soggettività personale del singolo storico. Questi sono tutti aspetti relativi a qualunque indagine che si fonda su dati o fonti. Una parte di dati o fonti (primarie e secondarie, scritte e non scritte) è sempre un campione e porta l’indagine a conclusioni probabilistiche. Tale probabilità può essere elevatissima (vicina ad 1) oppure scarsa (tendente allo zero). Queste sono considerazioni generali su qualunque ricerca si possa fare. Ciò non vuol dire che una ricerca storica non possa portare chiarezza su una questione specifica, anzi. E’ sicuramente possibile, richiamando diverse metodologie, determinare con estrema probabilità (che è diverso da estrema certezza) se un testo sia scritto dal medesimo autore o sia un artefatto. Ad esempio la comparazione con altre fonti aumenta il grado di attendibilità di una specifica fonte. Il richiamo ad altre discipline come la paleogragia, la filologia ecc. riducono il rischio di scambiar il vero con il falso.

Nella risposta che ti ho dato con “diciamo” ho anche specificato “non possiamo con estrema certezza” facendo riferimento ai limiti dell’indagine in generale, che gli autori del NT abbiano scritto per quelle motivazioni o solo per quelle motivazioni.

Concordo certamente quando scrivi:
“Allo storico del cristianesimo diciamo che spetta indagare e ricostruire storicamente lo sviluppo di questa credenza, ovvero, quando e' che i cristiani cominciarono ad affermare che Gesu' fosse increato?
In ogni caso si tratterebbe di un lungo processo a tappe.
E siccome la ricerca è alimentata da dibattiti, è sempre un piacere per me consultare le pubblicazioni, su queste tematiche e leggere ipotesi di lavoro più o meno plausibili a riguardo.
Si studia, ci si informa, si cresce...”
E poi ho aggiunto approfondimenti. La ricerca scientifica è sempre soggetta a revisioni e man mano aumenta il grado di attendibilità. Anche il dibattito è molto utile, anzi fondamentale. ..quindi concordo anche su questo punto:
E siccome la ricerca è alimentata da dibattiti, è sempre un piacere per me consultare le pubblicazioni, su queste tematiche e leggere ipotesi di lavoro più o meno plausibili a riguardo.
Si studia, ci si informa, si cresce...
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Gianni »

Marcelle, tutte giuste le tue osservazioni. Da parte mia sostengo che sia possibile fare un lavoro di ricerca biblica e arrivare a poter dire: dal punto di vista biblico questa cosa sta così. Portando ovviamente tutte le prove scritturali. La storia del cristianesimo poco mi interessa personalmente, perché documenta ciò che è successo dopo.
Concordo anche con Naza.
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Sir Ulrich »

Gianni, che vuol dire "dal punto di vista biblico"? I libri che compongono la Bibbia sono stati scritti, modificati e redatti in centinaia di anni da autori diversi, con idee diverse, in contesti diversi e luoghi differenti. Credo che nessuno possa arrivare ad affermare quale sia il punto di vista biblico! Semmai possiamo limitarci a ricostruire cosa voleva dire uno specifico passo biblico (che non deve per forza essere in accordo con tutti il resto della Bibbia).

Su questo punto siamo tutti d'accordo?
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Gianni
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Messaggio da Gianni »

No, Sir Ulrich, non concordo. Ti faccio un esempio semplice: Secondo la Bibbia, Dio in principio creò i cieli e la terra. Questo è un dato di fatto. Un altro: Secondo la Bibbia, Dio è Uno e Unico.

Ovviamente ci sono questioni più complesse, ma se ci si attiene unicamente alla Sacra Scrittura, ad una conclusione si arriva.

Tu dici che “possiamo limitarci a ricostruire cosa voleva dire uno specifico passo biblico”. Io dico invece che dobbiamo capire cosa vuol dire uno specifico passo biblico. Che mai vuol dire, ad esempio, che Yeshùa siede alla destra del Trono? E che vuol dire che il saggio ha il cuore a destra? La Bibbia si interpreta con la Bibbia.

Un passo biblico non deve per forza essere in accordo con tutto il resto della Bibbia? Se così non è, vuol dire che lo hai interpretato male.
Sir Ulrich
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Sir Ulrich »

Allora tra uno storico e un fondamentalista non ci potrà mai essere accordo, se non in quei punti il cui il fondamentalista accetta il dato storico.

Sul "dobbiamo" gli storici hanno moltissimi dubbi. La necessità di stabilire esattamente cosa voleva dire un passo biblico é propria del credente, lo storico in molti casi accetta di non sapere e di non avere abbastanza elementi su cui essere certi.
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Gianni
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Gianni »

La necessità di stabilire esattamente cosa voglia dire un passo biblico non é propria del credente, ma del biblista.
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Re: Gesù,cristianesimo delle origini,e ricerca storica.

Messaggio da Marcelle »

chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 8:19
Marcelle ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 2:38
chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 20 giugno 2023, 1:37
Diciamo che in realtà non sappiamo con estrema certezza, anche utilizzando il metodo storico/critico, il motivo per il quale gli autori dei testi antichi abbiano scritto le loro opere (non solo il nuovo testamento, ma il vecchio e tutti i testi definiti religiosi)...

Quando scrivi: "diciamo", a chi ti riferisci esattamente?
Chi sosterebbe l'idea che, allo storico sia precluso, usando gli strumenti della moderna ricerca storica, di individuare la natura dell'opera che esamina, attraverso l'analisi critica del testo?
Perché parli di “preclusione”? Il ricercatore (meglio parlare di équipe) esamina i dati con tutti i mezzi che ha a disposizione per trarre delle conclusioni. Esse saranno più o meno attendibili a seconda della loro natura e della loro numerosità. Non è che lo storico sia precluso in qualcosa, ma la questione riguarda limiti e difficoltà nella ricostruzione del passato. ...

Si certamente la ricostruzione di idee ed eventi del passato ha dei limiti oggettivi, ma in cosa questa considerazione limiterebbe la descrizione circa la natura religiosa/teologica dei Vangeli, e non storica nel senso comune e odierno del termine? O che le motivazioni degli autori non fosse quella di mettere su una biografia imparziale e oggettiva di Gesù, ma la loro fede in lui e nel suo messaggio? Non ho ancora ben compreso...
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