Re: Dio ha creato l'uomo?
Inviato: lunedì 1 febbraio 2016, 11:07
Quando in genesi si parla di "somiglianza", il vocabolo ebraico utilizzato è "tselem".
I traduttori greci di questo passo della Genesi (la cosiddetta “Versione dei Settanta”) non potevano avere alcuna nozione circa le possibilità dell’ingegneria genetica, pertanto hanno tradotto "somiglianza secondo" con "omòiosin-katà-kai" e "nostra immagine" con "emetéran-eikòna-katà"
Ci sono alcuni elementi da sottolineare: i Greci hanno innanzitutto usato dei termini la cui valenza è duplice:
• Omòiosin ha un valore astratto e rappresenta efficacemente il concetto di somiglianza.
• Eikòna ha invece una valenza più concreta e indica qualunque oggetto che contenga l’immagine di qualcosa o qualcuno: un dipinto, una scultura,etc
Bisogna qui riconoscere che nella traduzione di "tselèm" con il vocabolo "eikòna" i Greci si sono avvicinati di molto al più profondo significato semitico di questa radice consonantica.
Tselèm infatti non indica il concetto astratto di immagine come viene variamente interpretato comunemente : indica invece, in modo specifico, “una parte di materiale che contiene l’immagine”.
Nella traduzione i Greci hanno poi mantenuto la stessa valenza per i due prefissi che invece in ebraico hanno significati differenti : nel testo biblico i due termini che indicano l’immagine e la somiglianza sono infatti preceduti da due prefissi B (be) e U (ki), che possiedono un significato diverso :
B (be) infatti significa “con, per mezzo di...”.
U (ki) significa invece “come, secondo...”.
È quindi corretta la traduzione di “ki-dmuté-nu” con il termine “katà omòiosin”, che significa appunto “secondo somiglianza”.
Meno corretta appare la traduzione di “be-tsalmé-nu” con “katà eikòna” perché il prefisso ebraico non ha il significato di “secondo l’immagine” ma quello preciso di “con l’immagine” o per meglio dire: “con – per mezzo di – quel quid materiale che contiene l’immagine”.
Dunque, per voler puntualizzare, ADAM sarebbe stato creato non “a immagine” di Elohìm, ma “con quel qualcosa di materiale che contiene l’immagine”.
Inoltre, il Dizionario di ebraico e aramaico biblici “Brown- Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon” alla voce [tselèm] riporta la seguente indicazione: «something cut out», cioè qualcosa di tagliato fuori.
La radice verbale [tsalàm] viene tradotta con “cut off”, “tagliare via”. E che cos’è che contiene l’immagine di qualcuno e che può essere “tagliato via, tagliato fuori, estratto”?
A mio avviso il DNA !
Tornando alla costola, Papa Francesco recentemente, riguardo al sonno in cui Yahweh fa cadere Adam proprio per un intervento su di lui, dice : Il sonno di Adamo mentre Dio crea Eva, «suggerisce anche un'altra cosa: per trovare la donna l'uomo deve prima sognare».
Insomma l'orgasmo della teologia !!!
Yahweh quindi ha bisogno di fare addormentare ADÁM per compiere su di lui un
intervento, un’operazione, insomma una qualche forma di manipolazione che doveva essere certamente dolorosa se richiedeva che il soggetto dormisse di un “sonno profondo”.
Tutto questo ci fa venire in mente una normale anestesia che consente di prelevare delle cellule da quello che viene normalmente tradotto come “costole” ma che in realtà forse era qualcosa di diverso...
Il termine “tselà” vuol dire come hai giustamente ricordato, anche “parte laterale” e con questo preciso significato viene usato in diversi passi dell’Antico Testamento: ci sono parti laterali del Tempio, di armadi, degli altari...
Viene in mente il prelievo di cellule staminali emopoietiche, che viene fatto nei moderni laboratori dalla parte laterale delle ossa iliache: un intervento compiuto in anestesia, perché doloroso.
Le cellule vengono poi utilizzate per trapianti nella terapia di particolari patologie, le staminali poi possono essere utilizzate per altri sviluppi.
Almeno questo è cio' che ho capito (forse sbagliando tutto) di quel passaggio : sia Adám... Khawwáh (Eva) sono state creati tramite un opera di altissima e sopraffina ingegneria genetica, partendo da cio' che erano gli elementi base della terra (Adamà) ibridando il dna dei primati presenti con qualcosa che lo rendeva ad immagine e somiglianza di Elohim.
I traduttori greci di questo passo della Genesi (la cosiddetta “Versione dei Settanta”) non potevano avere alcuna nozione circa le possibilità dell’ingegneria genetica, pertanto hanno tradotto "somiglianza secondo" con "omòiosin-katà-kai" e "nostra immagine" con "emetéran-eikòna-katà"
Ci sono alcuni elementi da sottolineare: i Greci hanno innanzitutto usato dei termini la cui valenza è duplice:
• Omòiosin ha un valore astratto e rappresenta efficacemente il concetto di somiglianza.
• Eikòna ha invece una valenza più concreta e indica qualunque oggetto che contenga l’immagine di qualcosa o qualcuno: un dipinto, una scultura,etc
Bisogna qui riconoscere che nella traduzione di "tselèm" con il vocabolo "eikòna" i Greci si sono avvicinati di molto al più profondo significato semitico di questa radice consonantica.
Tselèm infatti non indica il concetto astratto di immagine come viene variamente interpretato comunemente : indica invece, in modo specifico, “una parte di materiale che contiene l’immagine”.
Nella traduzione i Greci hanno poi mantenuto la stessa valenza per i due prefissi che invece in ebraico hanno significati differenti : nel testo biblico i due termini che indicano l’immagine e la somiglianza sono infatti preceduti da due prefissi B (be) e U (ki), che possiedono un significato diverso :
B (be) infatti significa “con, per mezzo di...”.
U (ki) significa invece “come, secondo...”.
È quindi corretta la traduzione di “ki-dmuté-nu” con il termine “katà omòiosin”, che significa appunto “secondo somiglianza”.
Meno corretta appare la traduzione di “be-tsalmé-nu” con “katà eikòna” perché il prefisso ebraico non ha il significato di “secondo l’immagine” ma quello preciso di “con l’immagine” o per meglio dire: “con – per mezzo di – quel quid materiale che contiene l’immagine”.
Dunque, per voler puntualizzare, ADAM sarebbe stato creato non “a immagine” di Elohìm, ma “con quel qualcosa di materiale che contiene l’immagine”.
Inoltre, il Dizionario di ebraico e aramaico biblici “Brown- Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon” alla voce [tselèm] riporta la seguente indicazione: «something cut out», cioè qualcosa di tagliato fuori.
La radice verbale [tsalàm] viene tradotta con “cut off”, “tagliare via”. E che cos’è che contiene l’immagine di qualcuno e che può essere “tagliato via, tagliato fuori, estratto”?
A mio avviso il DNA !
Tornando alla costola, Papa Francesco recentemente, riguardo al sonno in cui Yahweh fa cadere Adam proprio per un intervento su di lui, dice : Il sonno di Adamo mentre Dio crea Eva, «suggerisce anche un'altra cosa: per trovare la donna l'uomo deve prima sognare».
Insomma l'orgasmo della teologia !!!
Yahweh quindi ha bisogno di fare addormentare ADÁM per compiere su di lui un
intervento, un’operazione, insomma una qualche forma di manipolazione che doveva essere certamente dolorosa se richiedeva che il soggetto dormisse di un “sonno profondo”.
Tutto questo ci fa venire in mente una normale anestesia che consente di prelevare delle cellule da quello che viene normalmente tradotto come “costole” ma che in realtà forse era qualcosa di diverso...
Il termine “tselà” vuol dire come hai giustamente ricordato, anche “parte laterale” e con questo preciso significato viene usato in diversi passi dell’Antico Testamento: ci sono parti laterali del Tempio, di armadi, degli altari...
Viene in mente il prelievo di cellule staminali emopoietiche, che viene fatto nei moderni laboratori dalla parte laterale delle ossa iliache: un intervento compiuto in anestesia, perché doloroso.
Le cellule vengono poi utilizzate per trapianti nella terapia di particolari patologie, le staminali poi possono essere utilizzate per altri sviluppi.
Almeno questo è cio' che ho capito (forse sbagliando tutto) di quel passaggio : sia Adám... Khawwáh (Eva) sono state creati tramite un opera di altissima e sopraffina ingegneria genetica, partendo da cio' che erano gli elementi base della terra (Adamà) ibridando il dna dei primati presenti con qualcosa che lo rendeva ad immagine e somiglianza di Elohim.