La musica nella Bibbia

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Gianni
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Re: La musica nella Bibbia

Messaggio da Gianni »

Esaminiamo la suddivisione presentata da Paolo in Col 3:16.

La vecchia TNM traduceva: “Salmi, lodi a Dio, cantici spirituali”.
“Lodi a Dio” non è la traduzione proprio esatta (sebbene corrispondente), intanto perché “a Dio” non compare nel testo greco. Il testo biblico ha:
ψαλμοῖς ὕμνοις ᾠδαῖς πνευματικαῖς
psàlmois, ümnòis, odàis pneumatikàis
salmi, inni, canti ispirati
La nuova TNM si è corretta: “Salmi, inni e canti spirituali”.

La parola πνευματικαῖς (pneumatikàis) è di solito tradotta con “spirituali”, ma meglio sarebbe qui tradurla con “ispirati”. Infatti, l’aggettivo greco πνευματικός (pneumatikòs), derivato da πνεῦμα (pnèuma, “spirito”) e indica qualcuno o qualcosa usato dallo spirito e che serve come suo strumento o organo, che appartiene allo spirito divino, che è riempito e governato dallo spirito di Dio. L’uso di quest’aggettivo nella Scrittura ce ne chiarisce il senso. In Rm 1:11 si legge: “Desidero moltissimo vedervi per trasmettervi qualche dono spirituale [πνευματικὸν (pneumatikòn)]” (TNM). Ora, se una persona regala una copia della Bibbia a qualcuno, fa di certo un dono spirituale, ma non è questo il senso in Paolo. Per lui il “dono spirituale” è qualcosa che ha a che fare con lo spirito di Dio. Così, in Rm 7:14 è detto che la “Legge è spirituale [πνευματικός (pneumatikòs)]” (TNM) nel senso che è ispirata da Dio. Un libro sulla vita di Yeshùa è certo spirituale, ma non nel senso di ispirato. Allo stesso modo, i “cantici spirituali [πνευματικαῖς (pneumatikàis)]” di Ef 5:19 non sono semplicemente “spirituali” come possono esserlo tutti i cantici che si elevano nei culti delle varie religioni. Quelli biblici sono “cantici ispirati”, cantici spesso conservati nella Scrittura (la cui musica, purtroppo, non possiamo più udire).

Lo studioso L. Burgess si basa sulla suddivisione “salmi, inni e cantici spirituali” (v. 16) per sostenere l’uso dello strumento musicale. I “salmi” sarebbero cantici accompagnati da strumenti musicali, come l’arpa; gli “inni” sarebbero lodi a Dio (così anche TNM); i “cantici spirituali” dei cantici.

Dobbiamo invece notare che la divisione tripartita in Col è diversa da quella pensata da Burgess. Ecco quella biblica:

1. Salmi. I “salmi” sono composizioni tratte dal salterio (il libro biblico dei Salmi). Infatti, il salterio era già inteso come libro da usarsi nei canti. Ciò è dimostrato da certe soprascritte che provvedono istruzioni musicali, come: “Al direttore del coro. Per strumenti a corda” (Sl 4:1), “Al direttore del coro. Per strumenti a corda. Su ottava” (Sl 6:1), “Cantico per l'inaugurazione della casa” (Sl 30:1), “Canto per il giorno del sabato” (Sl 92:1). Per citare ad esempio un’occasione, durante la cena pasquale (dopo che era stato versato il secondo calice di vino ed era stato spiegato il significato della celebrazione) si cantava parte dei sei Salmi dell’hallèl (הלל) ovvero dei Sl 113-118 (solo dei Sl 113 e 114, secondo la Scuola di Hillel). I Sl 115–118, che costituiscono il resto dei Salmi dell’hallèl, si cantavano al quarto calice di vino. Gli ebrei del tempo di Yeshùa, come i loro antenati, cantavano i Salmi. Ovviamente, anche Yeshùa (ebreo) e i suoi apostoli (tutti ebrei) cantavano quei Salmi. Quando i pagani convertiti si unirono alla primitiva congregazione di Yeshùa, essi pure impararono a cantare quei Salmi. Ancora al tempo di Girolamo essi si cantavano nei campi di Betlemme.
2. Inni. Gli “inni” sono lodi a Dio. In Mt 26:30 si legge che Yeshùa e i suoi undici apostoli fedeli, “dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi”. TNM ha: “Dopo aver cantato lodi”. Il greco ha invece ὑμνήσαντες (ümnèsantes): “avendo cantato inni”. Il che non solo distingue gli “inni” (che sono lodi) dai “salmi”, ma è un’ulteriore dimostrazione che quell’ultima cena non era la cena di Pasqua (altrimenti avrebbero cantato i Salmi dell’hallèl).
3. Cantici. I “cantici” sono altre composizioni poetiche create per impulso dello spirito santo e per questo detti πνευματικαῖς (pneumatikàis), “ispirati”. Un esempio di questi “cantici ispirati” (e non - come di solito tradotto - “cantici spirituali”) sono i cantici di Zaccaria e di Miryàm, la madre di Yeshùa. – Cfr. Lc 1:46-55; Lc 1:67-79 (possibili brani di questi due cantici si rinvengono in Col 1:12-20 e Flp 2:6-11).

Paolo dice che questi “salmi”, “inni” e “cantici ispirati” non devono essere cantati solo con le labbra, ma anche implicando il cuore. Tradurre ciò che dice Paolo con: “Continuate a cantare a Geova con il cuore” (v. 16, TNM), tradisce scarsa considerazione per il vero pensiero biblico. A parte il fatto che la parola “Geova” in greco non esiste e TNM la inserisce di suo alterando il testo biblico, qui il traduttore cade nella trappola del pensiero occidentale, intendendo il “cantare con il cuore” come ‘cantare con sentimento di partecipazione’. Così intendiamo noi occidentali quando si dice che si canta con il cuore. Ma questo non è il pensiero biblico. Bene traduceva la vecchia TNM, anche se viene il dubbio che lo facesse solo per stare alla lettera del testo: “Cantando nei vostri cuori”. E, infatti, il greco ha ἐν ταῖς καρδίαις ὑμῶν (en tàis kardìais ümòn): “nei cuori di voi”. Il punto non è qui la lettera del testo, ma il significato. Nel pensiero biblico il “cuore” non è la sede dei sentimenti (concetto occidentale); nella Scrittura il “cuore” è la sede dell’intelligenza: “Nessuno si sovviene in cuor suo o ha conoscenza o intendimento” (Is 44:19, TNM 1987), “Un cuore saggio e che ha intendimento” (1Re 3:12, TNM), “Il loro cuore era duro a comprendere” (Mr 6:52, TNM 1987), “Conoscendo il ragionamento del loro cuore” (Lc 9:47, TNM 1987), “Il loro cuore senza intelligenza “ (Rm 1:21, TNM 1987), “Dal cuore vengono malvagi ragionamenti”. - Mt 15:19, TNM 1987.

Quando Paolo, quindi, dice di cantare “nei cuori” non sta dicendo di cantare mettendoci i sentimenti (o di cuore, alla maniera occidentale) e non sta dicendo neppure di cantare mentalmente stando muti. Paolo esorta a comprendere quello che si canta. Se volessimo dirlo all’occidentale: ponendo mente. Si noti anche come da qui sia automaticamente bollato il parlare in lingue incomprensibili: “Chi parla in lingua preghi di poter interpretare. Poiché se io prego in lingua, il mio [dono dello] spirito prega, ma la mia mente è infruttuosa. Che si deve fare, dunque? Pregherò col [dono dello] spirito, ma pregherò anche con la mente. Canterò lodi col [dono dello] spirito, ma canterò lodi anche con la mente. Altrimenti, se offri lodi con un [dono dello] spirito, come farà colui che occupa il posto della persona comune a dire “Amen” al tuo rendimento di grazie, giacché non sa ciò che dici?” (1Cor 14:13-16, TNM 1987). Si noti, anche qui: “Canterò lodi col [dono dello] spirito, ma canterò lodi anche con la mente”.
stella
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Iscritto il: giovedì 3 aprile 2014, 17:44

Re: La musica nella Bibbia

Messaggio da stella »

scusate se ,...
Il mio ultimo intervento dove riportavo studi di Gianni su salmi ed inni del passato ...
l'ho eliminato e me ne scuso ,credo non sia stao di gradimento , :-( ...
e poi leggendolo bene e con calma ,seppur lunghetto sopra e' molto ben chiaro ...
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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