Collodi prese spunto dalla Bibbia

Rispondi
Avatar utente
matteo97
Messaggi: 423
Iscritto il: lunedì 14 gennaio 2019, 13:14

Collodi prese spunto dalla Bibbia

Messaggio da matteo97 »

Scritto basato su alcune informazioni da me reperite sul web:

Carlo Lorenzini, noto con lo pseudonimo di Collodi, è stato un romanziere e giornalista italiano. E' conosciuto ai più come autore del romanzo di formazione per ragazzi "Le avventure di Pinocchio". Nella patria italica la sua figura assurge a simbolo di Firenze, sua città natale. Non molti sanno che la favola di Pinocchio è stata tratta prendendo spunto dalla tradizione ebraica. La storia ha un'impostazione dei personaggi tipica delle parabole semitiche. A differenza delle novelle e dei miti di origine europea ove la figura femminile svolge ruoli principali o paritetici a quelli maschili, se non addirittura superiori (basti pensare alle dee o alle muse), nei racconti ebraici invece è l'uomo l'attore dominante della scena, relegando alla donna un ruolo di supporto in funzione della trama. In Pinocchio ci sono molte figure maschili, con l'eccezione della Fata turchina, una sorta di madre immaginaria che ammonisce divese volte il "figlio" Pinocchio. I nomi di Pinocchio e del mastro Geppetto sono diminuitivi di Giuseppe ossia Yosef, nome ebraico molto usato per il primogenito. La creazione del burattino da parte del falegname assomiglia alla creazione dell'Adam nella Genesi: in entrambe l'opera finale prende vita dalla materia inanimata che nel caso di Pinocchio è il legno levigato dalla mano dell'operaio mentre in quello della Genesi è il golem https://it.wikipedia.org/wiki/Golem assemblato a partire dalla terra del suolo. Lucignolo è il diminuitivo di Lucifero, ovvero Lucifer, divinità romana trasformata dal cattolicesimo nella figura della tentazione per antonomasia. Da un punto di vista più strettamente ebraico Lucignolo potrebbe rappresentare anche la personificazione della coscienza tentatrice (yetzer hara) che seduce la persona nell'abbandonarsi ai piaceri. Il Gatto e la Volpe sono rispettivamente Mau e Anubi, figure animali antropomorfizzate tratte dalla tradizione egizia. Il Grillo Parlante è la voce della coscienza di pinocchio (yetzer tov). Mangiafuoco che vuole bruciare Pinocchio per cucinarsi un montone è il mostro Baalum che mangia bambini arrostiti: se ne ha la misericordia ne salva uno per mangiarsi l'altro. E' un personaggio citato in antichi testi ebraici.

Immagine Immagine (immagini tratte da wikipedia)

Pinocchio, il burattino di legno, e il Golem ebraico. Entrambi tratti dalla materia inanimata che prende vita successivamente. Il Golem sta anche alla base di alcuni racconti come il "Frankenstein" di Mary Shelley dove il mostro creato prende vita direttamente dalla materia.

Anche qui c'è dell'altro materiale che tratta della suddetta relazione: https://maurobiglino.it/2013/05/se-la-b ... o-biglino/" onclick="window.open(this.href);return false;
France
Messaggi: 612
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 11:53

Re: Collodi prese spunto dalla Bibbia

Messaggio da France »

Anche questa favoletta ed anche canzone di Branduardi è stata presa dalla tradizione ebraica.

Capretto da due soldi o tesoro?
È stata la favola che ha incantato milioni di bambini appartenenti a innumerevoli culture sui cinque continenti. È stata la canzone più amata da schiere di appassionati del sessantottismo soft di Branduardi. Ma la leggenda di "Alla fiera dell’est", del "capretto che per due soldi mio padre comprò" e di tutta la concatenazione simbolica che ne deriva, scaturisce ed appartiene in realtà dalla nostra antichissima tradizione del Seder di Pesach, quando, al tramonto, gli ebrei di tutto il mondo si apprestano a celebrare il miracolo della liberazione dalla schiavitù egiziana. Al termine della lettura del libro della Haggadà, dopo aver mangiato l’afikomen, un pezzo di mazzà che ricorda simbolicamente il sacrificio pasquale che non possiamo più fare dopo la distruzione del Tempio, intoniamo le dieci strofe dell’Had Gadya (L’unico capretto). Ma cosa c’entra questa storia del capretto comprato per due zuzim con Pesach?
Il canto, come tutto il testo dell’Haggadà, cela una quantità di significati profondi, che i nostri maestri, nei secoli, non hanno mai cessato di esplorare. Ripercorrerli ci aiuterà a comprendere anche le vere origini di una favola straordinaria che tutti noi, senza sospettarne la profondità, abbiamo cantato fin da bambini.
1."Un capretto, un capretto che mio padre comprò per due zuzim (due soldi).
Un capretto, un capretto".
Secondo una tradizione, il padre cui si fa riferimento nel canto è il Dio di Abramo, che regnava in solitudine prima della creazione di ogni cosa. Il capretto è invece lo stesso Abramo, che fu comprato per due soldi. Acquistare qualcosa implica la necessità di attribuire al denaro lo stesso valore di quello che vogliamo acquisire. I due zuzim, le due monete d’oro, rappresentano l’intera creazione (il cielo e la terra), il Regno di Dio, che vale esattamente quanto Abramo, il primo uomo a riconoscere l’opera del Creatore.
La prima strofa rappresenta quindi un Dio solo con se stesso, come era prima della creazione.
2."E venne il gatto, che mangiò il capretto, che mio padre comprò..."
Il gatto (in aramaico ’Shunra’) rappresenta il secondo regno, quello di Babilonia. La capitale del re Nimrod, si trovava nella valle di ’Shinar’, e la scomposizione di questa parola (’sonehra’, una altezza malefica) richiama la celebre Torre di Babele, vanamente slanciata verso le altezze celesti. Nimrod, che odiava il Creatore e il suo messaggero Abramo, venne e mangiò il capretto. La tradizione ebraica infatti racconta che il profeta fu gettato nelle fiamme di una fornace ardente, da cui uscì però miracolosamente come una nuova creatura.
3."E venne il cane, che morse il gatto, che..."
Il cane simboleggia il terzo regno, quello del Faraone, che morse il gatto di Babilonia. "Un cane - insegna la tradizione ebraica - ritorna sui propri escrementi, così come un pazzo alla sua follia". Esattamente come il re d’Egitto che a dispetto delle piaghe illustrate nel libro dell’Esodo continuava a rifiutare la libertà al popolo ebraico. L’Egitto superò Babilonia nella potenza senza mai affrontare uno scontro militare diretto. Per questo motivo ’morsÈ, ma non mangiò l’avversario.
4."E venne il bastone, che picchiò il cane, che..."
Il bastone è la verga che Dio consegnò a Mosè per colpire gli Egizi. Lo strumento prodigioso che si tramutava in serpente, toccava le acque del Nilo per tramutarle in sangue e spezzò, infine, la dura schiavitù. Simboleggia il quarto regno, quello di Israele sulla propria terra, dove gli ebrei, sotto il segno dello scettro (di nuovo il bastone) del regno di Giuda costruirono il Santuario di Gerusalemme. Fino a quando non venne il fuoco...
5."E venne il fuoco, che bruciò il bastone, che..."
Quando il popolo ebraico si allontanò dall’insegnamento della Torà, un leone di fuoco scese dal cielo, prendendo le forme del regno Babilonese di Nabuccodonosor, il quinto nella storia del capretto, e bruciando il bastone (il potere temporale) di Israele. Il tempio fu divorato delle fiamme, gli ebrei deportati in schiavitù. E contro il fuoco non c’è altro rimedio che l’acqua...
6."E venne l’acqua, che spense il fuoco, che..."
Il sesto regno è quello di Persia e di Media, le cui fortune si sollevarono come le onde del mare sommergendo la potenza di Babilonia. "Le loro voci ruggiscono come le onde marine", scrive il profeta Geremia riferendosi alla Media.
7."E venne il bue, che bevve l’acqua, che..."
Il toro è il segno celeste che secondo la tradizione ebraica contraddistingue le fortune della Grecia. Una presenza associata dai saggi del Talmud all’oscurità spirituale. I greci cercarono di oscurare la vista degli ebrei, riproponendo loro l’immagine del bue e ricordando loro di aver perduto la connessione con il Creatore a causa dell’episodio legato a un quadrupede della stessa specie, il vitello d’oro. Il Toro della Grecia macedone si bevve in un sorso l’acqua della Media.
8."E venne lo shohet, che uccise il bue, che..."
Il destino del bue di Macedonia finì nelle mani dello shohet di Roma. Nessun’altra cultura più di Roma, secondo la tradizione ebraica, è tinta con maggior decisione nel rosso del sangue. Affermatosi sotto il segno guerresco del pianeta Marte, il regno di Romolo è il discendente spirituale di Esaù, primo figlio di Isacco, che nacque, secondo la Genesi, coperto su tutto il corpo del rosso di una peluria e fu soprannominato Edom, il Rosso, dopo l’episodio del “piatto di lenticchie” definito in realtà nella Torà “roba rossa”. Roma rappresenta il dominio della cultura materialistica, lo stesso al quale, attraverso il potere dei suoi eredi spirituali, sottostiamo, secondo la tradizione rabbinica, ancora oggi.
9."E venne il Malah hamavet, e uccise lo shohet, che..."
I Maestri ci insegnano che l’arrivo del Messia sarà preceduto da un periodo di grande confusione, durante il quale l’ordine naturale è destinato ad essere sovvertito. La vecchiaia sembrerà gioventù, la bruttura sarà decantata come bellezza e la vera bellezza sarà presentata in maniera repulsiva. La barbarie sarà spacciata per cultura. E la cultura apparirà vuota di significati. La brama di consumare e di possedere crescerà a dismisura, ma troveranno sempre meno occasioni di placare la propria voracità.
Il materialismo rappresentato da Roma e da Esaù sarà percorso da una rapacità che lo condurrà all’autodistruzione, fino a divenire l’angelo della morte nei suoi stessi confronti. Ma da questa caduta risorgerà la dinastia messianica del re David. Secondo i profeti vi saranno tre guerre e quindi l’avvento del penultimo regno, quello del Messia.
10."E venne l’Unico, benedetto egli sia, e uccise il Malah hamavet, che
uccise..."
Siamo al capitolo finale della nostra vicenda. Alla decima strofa il cerchio si chiude con il necessario ritorno al punto di partenza. L’Eterno rimuoverà definitivamente tutto il veleno spirituale cosparso sulla terra. Anche l’istinto di fare il male (l’angelo della morte) sarà sradicato. Allora Dio, promette il Talmud, asciugherà le lacrime da ogni viso e riprenderà possesso del Suo Regno. Solo quando il circolo sarà completo la gioia potrà regnare in un riconciliato rapporto fra l’uomo e il suo Creatore.
http://www.torah.it" onclick="window.open(this.href);return false; Pesach 5758 - 1998
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Collodi prese spunto dalla Bibbia

Messaggio da bgaluppi »

:YMAPPLAUSE: ad entrambi
Rispondi