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Re: politica di Israele

Inviato: domenica 28 luglio 2019, 17:21
da animasalvata
Bggalupi

Uno stato laico in Israele significa che l'islam vale quanto l'ebraismo. Si dovrebbero costruire moschee e costituire un doppio stato. Pensi che Dio sarebbe contento se gli ebrei permettessero una tale profanazione della terra santa? È gia successo in passato che hanno permesso l'idolatria e Dio li ha cacciati dalla terra santa.

Re: politica di Israele

Inviato: domenica 28 luglio 2019, 18:54
da bgaluppi
In Israele esistono già moschee e chiese cristiane. Sulla spianata del tempio attualmente domina la moschea di Al-Aqsa, per cui i residenti islamici sono liberi di praticare il loro culto. Sinceramente non credo che le profezie bibliche sull'era messianica e Gerusalemme come centro del mondo da cui uscirà la parola del Signore saranno realizzate attraverso l'imposizione. Sarebbe assurdo che gli ebrei, oggi, ripristinassero un culto arcaico che prevede continui sacrifici animali e una legge religiosa promulgata dal Sinedrio come nel periodo del secondo tempio. Ancora più assurdo sarebbe che imponessero quel culto a tutti. Una tradizione spiega che con l'avvento del Messia, la Torah sarà rivelata in modi del tutto nuovi, al punto che sarà irriconoscibile.

Re: politica di Israele

Inviato: domenica 28 luglio 2019, 20:22
da bgaluppi
Approfitto per fare una riflessione, non so se è giusta o meno da un punto di vista biblico. La Torah, assieme alla torah orale, rappresenta il codice giuridico dell'antica Israele. Nel periodo in cui fu promulgata, le società si regolavano secondo princìpi teocratici, in cui l'elohim locale (che noi chiamiamo "dio") rappresentava l'autorità superiore che legiferava e lo faceva attraverso un elohim umano, che nel caso degli israeliti poteva essere Mosè, il re, il giudice o il Sinedrio, esattamente come oggi il parlamento legifera e promulga la legge attraverso autorità preposte. Allora non esisteva un mondo laico e un mondo religioso, non esisteva una legge laica e una religiosa, c'era un'unica legge, promulgata da Elohim, o dagli elohim locali.

In questo paradigma si comprende bene il comandamento di Nm 15:15: “Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi”. Lo straniero non convertito che si trovava a vivere in mezzo al popolo di Israele doveva uniformarsi alla legge dell'elohim di Israele, ossia Yhvh. Non si parla di "fede", ma di legge.

In un sistema democratico moderno, in cui esiste una repubblica democratica che garantisce libertà di pensiero ed esistono religioni di vario tipo, non è possibile imporre una legge antica, che aveva senso in quel mondo antico, a stranieri laici o religiosi residenti. Come gli stranieri residenti in mezzo a Israele dovevano conformarsi alla legge di Yhvh, oggi devono conformarsi alla legge dello stato repubblicano di Israele.

Per cui, credo sia necessario attendere che con l'avvento del Messia e dell'era messianica venga rivelata quale sarà la legge di Dio a cui tutti devono conformarsi. E sono certo che non verrà imposta a nessuno, perché il Dio di Israele e di Yeshùa è un Dio di libertà, che concede scelta; saranno piuttosto gli uomini a riconoscere la grandezza e il valore universale di quella legge, che sarà rivelata in forma nuova e, a mio parere, "aggiornata" e accettata da molti di propria volontà.

Re: politica di Israele

Inviato: domenica 28 luglio 2019, 21:33
da animasalvata
Quindi ritieni la bibbia un modello obsoleto al giorno d'oggi?

Re: politica di Israele

Inviato: domenica 28 luglio 2019, 23:46
da bgaluppi
Certo che no, ma è ovvio che molte parti lo sono. Il sacrificio è stato abolito dal momento in cui il tempio fu distrutto, dunque, non essendoci il tempio, molte mitzvot relative al rito non sono più applicabili e non lo sono state per duemila anni. Oggi, molte delle mitzvot un tempo praticate non sono più ritenute valide perché non applicabili ai nostri tempi. Ti faccio un esempio: la mitzva 252 "Riserva al Sacerdote le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio e le primizie della tosatura delle tue pecore", da Es 23:19 e Dt 18:4, non è più applicabile in una società moderna. Un altro esempio. La mitzva “Nel giorno di sabato offrirete due agnelli dell'anno, senza difetti”, da Nm 28:9, è molto importante, perché riguarda il sabato, ma non è più valida perché non c'è il tempio dove fare le offerte; per cui, anche volendo, sarebbe impossibile osservare shabbat al cento per cento come prescritto dalla Torah (stessa cosa per le festività). Anche Lv 11:39, “Se muore un animale di quelli che vi servono per nutrimento, colui che ne toccherà il corpo morto sarà impuro fino alla sera”, non è più valida, perché oggi sappiamo bene come fare per evitare di essere infetti da animali morti, grazie alla scienza medica, e non capita di toccare animali morti che servono da nutrimento, perché esiste un sistema preposto che si occupa di allevamento, macellazione e preparazione.

Con questo volevo solo far notare come non solo molti comandamenti della Torah non sono più applicabili (e dunque il senso dell'immutabilità della legge di Dio è un altro), ma anche che oggi sarebbero assurdi, a meno che non torniamo indietro alla società di quel tempo e ricominciamo a vivere senza elettricità, medicina, automobili, e ricominciamo tutti a coltivare la terra e allevare bestiame.

Re: politica di Israele

Inviato: lunedì 29 luglio 2019, 4:27
da animasalvata
Se molte parti lo sono vuol dire che la bibbia di Dio è parzialmente obsoleta. Obsolescenza parziale dovuta ai mutamenti della società umana. L'uomo sarebbe capace di rendere nulla una legge di Dio oppure dovremo pensare che Dio da le sue leggi a scadenza (cioè fino a). Ma a questo punto allora la torah non sarebbe più eterna ed immutabile. Non sarebbe piu eterna perché valida fino ad un certo tempo. Essendo resa in parte nulla dall'uomo è come se fosse abrogata. La legge di Dio almeno parzialmente sarebbe abrogabile da parte dell'uomo.

Cosa vuol dire allora secondo te che la legge di Dio è immutabile ed eterna?

Re: politica di Israele

Inviato: lunedì 29 luglio 2019, 4:34
da animasalvata
Quindi la costruzione di idoli nei tempi antichi in Israele era una cosa abominevole perche si profanava la terra dove scorreva latte e miele mentre oggi non è più abominio e non c'è più nessuna profanazione del territorio santo perche l'uomo impone la laicità ad Israele?
Allora una volta era peccato ed oggi no. Ma cosi non ci creiamo noi un dio su misura in relazione al nostro modo di pensare che è mutevole nel tempo?

Re: politica di Israele

Inviato: lunedì 29 luglio 2019, 5:23
da animasalvata
Vorrei evidenziare anche il contesto di Numeri 15,15

14 Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà come fate voi. 15 Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore. 16 Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero che soggiorna presso di voi».

Il versetto 15 e 16 va letto alla luce del versetto 14. Dio non obbligava lo straniero che dimorava in Israele ad eseguire il sacrificio o a divenire israelita o ad abbracciare l'ebraismo, ma gli dava il diritto di farlo come lo dava alla stessa maniera al nativo. Chiaramente era una facolta dello straniero offrire un sacrificio. A questo punto aggiungo anche: se uno straniero offriva un sacrificio senza fede in Yhwh che sacrificio era? Dio vuole sacrifici accompagnati da misericordia e vera fede. Era gradito a Dio un sacrificio da uno straniero se costui lo faceva senza fede in Yhwh?

Il pluralismo religioso è sempre esistito. Oggi di piu. Ma allora pure esisteva. I popoli avevano le proprie culture religiose,in particolare i popoli vicini ad Israele. In Israele vivevano i cananei invasori. Perche Dio non voleva una commistione religiosa ebrei/cananei in terra santa in nome della laicità di Israele o del pluralismo religioso? Non pensiamo che il problema del pluralismo religioso non esisteva allora. Ed esisteva allora come oggi la legge di ospitare lo straniero.

Re: politica di Israele

Inviato: lunedì 29 luglio 2019, 7:26
da animasalvata
Tu pensi che il comandamento dei sacrifici non è piu valido perche manca il tempio. Non è cosi. Non può passare nemmeno uno jota della legge. Da una parte lessi che è piu facile che viene la fine del mondo anziche uno jota della legge ''vada in pensione''

Tu pensi che dietro al comandamento non vi sia qualcosa di più spiritualizzato. Il tempio di Dio quello vero non è quello di pietra letterale che è una figura di quello nuovo. Il tempio vero esiste anche senza il tempio fisico e il tempio vero non è circoscritto alla Gerusalemme terrena. Si deve continuare ad offrire sacrifici anche ovunque perche si può adorare Dio anche in ogni luogo. La norma quindi è valida ancora perche ha un substrato spirituale e poi quando Dio vorrà ripristinare il tempio fisico lo farà e Cristo non è venuto per abolire la legge sui sacrifici. Anche dopo la sua morte e resurrezione gli apostoli offrivano sacrifici al tempio solo che lo facevano in una nuova ottica: pensare che quello che facevano era un tipo e un ricordo dell'esempio di Yeshua. E gli apostoli lo facevano per dimostrare agli altri ebrei che l'accusa di non osservare piu la legge era infondata.
In questo momento i credenti di ogni nazione sono parte dell'ecclesia il vero tempio di Dio prefigurato dal vecchio tempio. E in questo vero tempio spirituale che la norma continua ad esistere. Secondo Paolo noi offriamo sacrifici e offerte alla ecclesia e addirittura i credenti stessi sono sacrifici a Dio

Re: politica di Israele

Inviato: lunedì 29 luglio 2019, 11:43
da bgaluppi
Animasalvata, sei condizionato da idee che derivano dal pensiero religioso, per cui non riesci a valutare obbiettivamente ciò che non conferma le tue convinzioni. Dici che io "non penso che dietro al comandamento non ci sia qualcosa di più spiritualizzato". Innanzitutto giungi alla conclusione che io giunga ad una conclusione, poi non capisco a quale comandamento tu ti riferisca, perché i comandamenti relativi al sacrificio e al servizio sacerdotale sono molti e diversificati. Infine citi Rm 12:1 per giustificare il fatto che con la distruzione del tempio il sacrificio è stato abolito e con esso tutti i comandamenti associati, per cui nel tuo pensiero Paolo spiegherebbe in che modo il sacrificio in realtà è ancora valido; ma dimentichi che al tempo della Lettera ai Romani il tempio era ancora in piedi e il sacrificio ancora perfettamente valido e attivo, per cui le sue parole non hanno nulla a che fare col sacerdozio e il sacrificio nel tempio e la loro abizione a favore di una nuova forma di sacrificio, ma costituiscono semplicemente un'esortazione a vivere in modo nuovo.

Invece, ti cito la Lettera agli Ebrei, databile probabilmente intorno al 68-69 o dopo, che parlando della testimonianza fatta a Yeshùa "tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec", dice: “qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità (infatti la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è altresì l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio” (7:18-19). E prima afferma: “cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge” (v. 12).

Il concetto della Torah attuale valida "in eterno" è tipicamente ebraico ma è travisato, perché presso gli scrittori biblici ebrei non esiste l'idea di eternità come la intendiamo noi occidentali. Infatti, il termine olàm, significa "di lunga durata". La Torah è valida in eterno perché è insegnamento, e l'insegnamento di Dio è ovviamente eterno, poiché costituisce Sua volontà e saggezza; ma l'insegnamento è trasmesso nelle varie epoche in modalità diverse e tramite uomini diversi. Per gli ebrei, la Torah preesiste in cielo prima della creazione, ma nel senso che, essendo saggezza di Dio, esiste già in Dio, nel Suo pensiero, in forma perfetta. Ti sei mai chiesto perché la Torah fu comunicata tramite Mosè e non prima? Eppure, dal racconto biblico Noè conosce già la differenza tra animali puri ed impuri, ma di certo non conosceva tutte le prescrizioni relative al sacerdozio.