Bibbia e...politica

L'agnostico
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da L'agnostico »

Aggiungo un altra cosa perché qui si sta parlando di religione come se il problema extracomunitari sia la loro religione e non il fatto che l'Italia è un paese che ormai non può più supportarli

Se io sono cittadino Italiano nato in Italia mi converto ad una religione diversa da quella cattolica.. L'Italia in quanto paese laico mi da tutti i diritti per poter vivere il mio culto liberamente e ho tutto il diritto di avere una chiesa o sinagoga che non sia solo cristiana
Quindi lo stesso vale per lo straniero che viene da un altro paese
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Gianni
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Gianni »

Giusto, l'agnostico.
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bgaluppi
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da bgaluppi »

Si, dici bene. Infatti non si discute sui diritti di libertà di culto, esempio portare il velo per le donne musulmane o anche pregare in determinate ore, durante il lavoro, o altri costumi di altre religioni. Il tema è piuttosto l'accoglienza e la strumentalizzazione che alcuni fanno di versetti biblici, che hanno un significato in un contesto e in un periodo storico precisi e valgono per Israele. L'Italia ha il suo codice giuridico, esattamente come la Torah lo era per gli ebrei ai tempi di Yeshùa o di Mosè; è il codice giuridico italiano che deve essere rispettato. Per cui, lo straniero è accolto se ci sono i presupposti giuridici per l'accoglienza, non perché la Bibbia dice "ama il tuo prossimo come te stesso".
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matteo97
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da matteo97 »

Sono del parere che l'integrazione e l'incontro tra culture diverse sia possibile laddove vi sia comunione di valori universali tra popolazione autoctona e allogeni. Nel caso della religione islamica, sebbene essa rappresenti una confessione eterogenea nelle sue varie denominazioni e sette, difficilmente può coesistere a lungo termine con il secolarismo occidentale. L'obiettivo finale dell'Islam è infatti quello di stabilire la legge della Sharia su tutto il mondo. Muhammad non si fece certo scrupoli ad utilizzare la scimitarra per "evangelizzare". Il costante processo di islamizzazione di un paese può condurre le autorità locali ad assecondare specifiche esigenze della popolazione musulmana quali ad esempio l'edificazione di luoghi di culto e di centri culturali. E sino a questo punto non vi è nessun problema dal momento che vi è libertà di religione. La questione appare diversamente se rapportata all'incredibile tasso di natalità della popolazione islamica a dispetto di quanto avviene nella popolazione autoctona. Questo rappresenta uno dei fattori di rischio che potrebbe portare un paese occidentale al cosiddetto processo di islamizzazione delle istituzioni e arabizzazione del paese esemplificato dalla scrittrice fallaci nel neologismo di eurabia (in quanto l'islam e la cultura araba sono strettamente connesse e difatti uno dei maggiori finanziatori delle moschee presenti sul territorio europeo è l'Arabia Saudita). Volendo esemplificare posso portare a sostegno alcuni dati presi rapportando la popolazione musulmana a quella totale (siccome nei paesi europei la popolazione musulmana non ha ancora superato la soglia del 20% della popolazione totale mi limiterò ad alcune percentuali):

- dall'1% al 5% di popolazione musulmana residente: Finchè la popolazione musulmana rimarrà all'incirca l'1% della popolazione totale sarà considerata dall'opinione pubblica come una minoranza amante della pace e non come una minaccia per lo status quo. Anzi i musulmani allogeni saranno maggiormente spinti ad acquisire uno stile di vita speculare a quello del paese in cui risiedono per non sentirsi discriminati. Se essa cresce fino a toccare la soglia del 2-3% della popolazione residente è molto probabile che inizierà a fare proseliti attingendo da altre minoranze etniche. Dal 5% in poi erserciterà un'influenza eccessiva in proporzione alla loro percentuale di popolazione.
- dal 6% al 10% di popolazione musulmana residente: Eserciterà pressioni sulla società civile e sulle istituzioni affinchè esse introducano cibo halal nelle catene dei supermercati locali e nei casi di mancato adempimento potrebbero sorgere delle tensioni.
- dal 10% al 20% di popolazione musulmana residente: Quando la popolazione musulmana raggiungerà cifre che ruotano attorno al 10-20% della popolazione totale essa utilizzerà forme di protesta violente per denunciare le loro condizioni di minoranza allogena. Questo vedrà il sorgere anche delle zone denominate no-go area nelle periferie delle città e delle grandi metropoli che sono già una realtà in paesi quali Francia e Svezia. Trattasi di quartieri nei quali vige la Sharia e la popolazione ivi residente è perlopiù di confessione islamica. Ovviamente l'accesso è negato alle forze dell'ordine locali. Inoltre qualsiasi manifestazione che offenderà la religione islamica incontrerà un'avversione accessa negli allogeni musulmani che potrebbe ritorcersi anche in azioni violente (ricordate la vicenda dell'attentato alla sede di Charlie Hebdo a Parigi nel gennaio del 2015 perpetrato da affiliati ad una cellula di al-Qaeda che erano però residenti in Francia in quanto di seconda o di terza generazione?). Questo per ribadire che una sana convivenza è possibile solo laddove vi sia un incontro tra culture.
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Salvatore Tarantino
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Costituzione, Articolo 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge [cfr. artt. 19, 20]. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

Rispondo a l'agnostico.
La religione islamica è chiaramente in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano.
Il corano insegna a odiare ebrei e cristiani, e li invita a ucciderli.
E' chiaro che non tutti gli islamici lo fanno o sono disposti a farlo, ma la loro fede in un libro che prescrive queste cose è pericolosa.
Chiunque di loro, in qualsiasi momento decida di mettere in pratica quanto è scritto, diventa un potenziale terrorista.
A mio parere ci sono gli estremi per proibire l'islam, ma in subordine ritengo assolutamente necessario un controllo capillare in tutti i luoghi di culto fisici e virtuali, per incriminare e condannare senza pietà chiunque predichi l'odio in modo da giustificare la violenza contro altre persone... e insieme a loro anche tutti quelli che si recano in tali luoghi di culto, ascoltano, e non denunciano.

Infine, è chiaro che tali controlli devono riguardare indistintamente italiani e stranieri, ma visto che l'islam proviene in grandissima parte dall'immigrazione clandestina, questa dovrebbe essere contrastata fermamente per motivi di sicurezza nazionale.
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bgaluppi
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da bgaluppi »

Corano 5;17,51: “O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani.”
[9;29] Combattete coloro che non credono (ATEI) in Allah… che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.

Lv 19:33-34: “Quando qualche straniero abiterà con voi nel vostro paese, non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio.”
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Salvatore Tarantino
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Ottimo paragone, per sottolineare la differenza.
Da un punto di vista giuridico penso che la differenza più netta sia questa: nell'islam la giustizia divina va imposta a tutti, e tutti devono essere puniti qui in terra dagli uomini; secondo la bibbia invece la giustizia divina va applicata per se stessi ed è rimesso a Dio qualsiasi giudizio di condanna o di misericordia.
Esempio: secondo il cristianesimo l'omosessualità è un peccato, tuttavia nessuno di noi scaglierebbe mai la prima pietra contro un omosessuale, nè si sentirebbe autorizzato a insultarlo o perseguitarlo, ma ciò non ci esime dal condannare l'omosessualità e nel prendere atto che il regno dei cieli è precluso a chi la pratica; secondo l'islam le persone che la praticano devono essere punite / eliminate ora, dagli uomini stessi.
La differenza è evidente anche per un laico: il cristianesimo esprime un'etica ma non la impone, l'islam la impone e la applica a tutti; il primo è conforme all'ordinamento giuridico, il secondo no.
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matteo97
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da matteo97 »

K. Popper, il noto filosofo teorizzatore della "società aperta", giunse al paradosso, se così vogliamo definirlo, nel dichiarare "l'intolleranza verso l'intolleranza", nonostante lui fosse tollerante. Perchè questo? Perchè l'accettazione incondizionata dell'intolleranza porta all'estinzione della società laico-liberale. L'Islam afferma di essere l'unica religione autentica e, per mezzo delle opere compiute dal profeta Muhammad, intende stabilire il dominio su scala planetaria. Una certa intellighenzia di sinistra gioca volutamente sull'ambiguità nel raccontarci che esiste un Islam tollerante, aperto ai costumi occidentali. L'Islam aperto alla modernità è un'invenzione che nella tradizione dei giuristi islamici è chiamato Bidʿah. E' un "Islam" che ha rinnegato sè stesso. Nelle testate giornalistiche troverete spesso scritto che il termine Jihād significa lo sforzo che compie il fedele per autoemendarsi dalle pulsioni passionali. Una tale definizione è solo parzialmente corretta, in quanto il Jihād non è soltanto l'espressione che indica una conflittualità nello spirito, interna, ma anche una vera e propria battaglia carnale contro gli infedeli. Lo scopo ultimo di questa è l'assoggettare le nazioni alla Sharia. Fine fatto proprio dalle organizzazioni jihadiste quali l'ISIS o Al-Qaeda. La ragione per la quale i mass media non vi parleranno mai a reti unificate dell'intolleranza dell'Islam autentico è data dal fatto che si vuole operare un'integrazione forzata delle comunità islamiche nel solco della civiltà occidentale. Il crollo demografico della società occidentale è talmente irreversibile che può essere solo sanato dall'incremento che avviene nelle comunità islamiche. Società industriali basate sulla crescita economica richiedono scolarizzazione, alfabetizzazione e mobilità sociale dei suoi membri. Elementi che sono tra loro compatibili solo se vi è un indice sostenuto di ricambio generazionale. Al tempo stesso gli elementi più tradizionali e oscurantisti dell'Islam sono di intralcio per una piena integrazione dei soggetti di fede islamica. Quindi viene rilanciato un "Islam" tollerante, quando non addirittura aperto sostenitore della fornicazione omosessuale (si veda l'immagine).


Immagine.
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Gianni
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da Gianni »

Ottima precisazione, Salvatore. :-)
animasalvata
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Re: Bibbia e...politica

Messaggio da animasalvata »

Bgalupi nel tuo commento del 3 giugno hai riportato ciò:

Per quanto concerne il culto religioso oggi, è stata la storia a stabilirlo in ogni paese, non certo la politica vigente. Israele, come sempre, è a parte, e la Bibbia si preoccupa essenzialmente del popolo di Israele e di Erez Israel, non delle nazioni straniere. In un paese occidentale che dichiara di essere fondato su princìpi di libertà, non è possibile vietare né imporre un determinato culto ad alcuno;


Dici che Israele è un caso a parte dalle nazioni. Però nell'altra discussione (politica di Israele) mi sembravi che eri a favore del fatto che il moderno stato di Israele fosse uno stato laico come l'Italia. O mi sbaglio?
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