“La fedeltà del testo ebraico del Tanakh, e della Torah in particolare, è considerata di suprema importanza, fino all'ultima lettera: traduzioni o trascrizioni sono malviste nell'uso formale delle funzioni religiose, e la trascrizione viene eseguita con massima cura. Un errore di una sola lettera, ornamento, o simbolo delle 304.805 lettere stilizzate che compongono il testo ebraico della Torah, rende un rotolo inadatto, è necessaria quindi una competenza speciale e una pergamena richiede molto tempo per scriverla e controllarla.” (Wikipedia)
Dunque, per la minuziosità del lavoro degli scribi, e vista l'importanza per gli ebrei di conservare ogni lettera, è possibile affermare che la Torah sia il testo antico meglio preservato e più fedele all'originale tra tutti i testi antichi esistenti. Quasi 1000 anni dopo che il Pentateuco era stato scritto, quando “il sommo sacerdote Chilchia” annunciò: “Ho trovato nella casa del Signore il libro della legge”, il Pentateuco era ancora completo e intatto.
La Bibbia stessa afferma che fu Mosè ad iniziare a scrivere la Torah (Es 17:14;34:27; Gs 8:31; Dn 9:13; Lc 24:27,44.), circa 1500 anni prima della nostra èra. Tuttavia, in Gn troviamo dei colophon, che fanno presumere una sua redazione antichissima: “Questo è il libro della genealogia di Adamo” (5:1). Gn 2:4: “Queste sono le origini [“la storia”, TNM] dei cieli e della terra quando furono creati” ( ֵאֶלּה תֹוְלדֹות (ele toledòt), “queste [sono le] generazioni di”, tradotto dalla LXX in greco βίβλος γενέσεως (bìblos ghenèseos), “libro [dell’]origine [“fonte”]”.). Il testo di Genesi, già esistente in forma scritta e orale, sarebbe poi stato inserito nel Pentateuco da Mosè.
Scrive Gianni:
Non esiste altro testo antico così completo e perfettamente conservato come quello biblico. Delle civiltà antecedenti abbiamo scarsi reperti, frammentari e dal valore stilistico neppure paragonabile a quello biblico. Comunque, questi argomenti sono molto difficili e non possono essere affrontati a colpi di copia/incolla da Wikipedia, ma sulla base di competenze specifiche che nessuno di noi ha. Prova ad andare in sinagoga e chiedi là da quanto tempo gli ebrei sono in possesso del testo scritto della Bibbia; loro ti possono dare molte informazioni.I masoreti erano molto meticolosi. Lo scriba doveva usare come modello una copia dovutamente riconosciuta come autentica. Non era consentito scrivere a memoria. Lo scriba doveva verificare ogni lettera prima di scriverla. “Un’idea della cura con cui assolvevano i loro compiti è data dalla regola rabbinica secondo la quale tutti i nuovi manoscritti dovevano essere riletti da correttori e le copie difettose immediatamente scartate”. - N. K. Gottwald, professore.
Nel 1947 si ebbe la prova di quanto erano stati accurati i masoreti. Fino ad allora i più antichi manoscritti ebraici completi disponibili risalivano al 10° secolo della nostra èra. Nel 1947 furono rinvenuti, in alcune caverne nei pressi del Mar Morto, diversi frammenti di manoscritti antichissimi, fra cui parti dei libri delle Scritture Ebraiche (tra cui il libro completo di Isaia). Diversi frammenti erano anteriori al tempo di Yeshùa. Furono quindi raffrontati con i manoscritti ebraici esistenti per verificare l’accuratezza della trasmissione del testo. Fu sorprendente l’uniformità fra questi testi ritrovati e quelli della Bibbia masoretica oggi in nostro possesso. “Molte delle differenze tra il testo contenuto nel rotolo [di Isaia] del monastero di S. Marco e quello masoretico possono essere interpretate quali errori di trascrizione; a parte questo, si osserva nel complesso una notevole concordanza tra il primo e i manoscritti medioevali; che un testo di tanto più antico concordi con altri più recenti, costituisce una prova di più dell’accuratezza della versione tradizionale . . . È perciò motivo di meraviglia il constatare quanto poche siano state le alterazioni apportate al testo in un periodo di circa mille anni”. - Millar Burrows, professore.