Re: Confronto con gli studi di Mauro Biglino
Inviato: domenica 20 agosto 2017, 6:52
Chiedo scusa nel caso andassi fuori tema. In verità, non sto seguendo questa discussione che riguarda il confronto con gli studi di Mauro Biglino. Preferisco occuparmi di ben altre sfere (bibliche) che non di un biglino.
Nel dar ragione al Besaseà, mi soffermo sui rapporti tra Bibbia e scienza, a cui ho dedicato un corso di studi (http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=4777" onclick="window.open(this.href);return false;).
Il concordismo ovvero l’inutile e assurdo tentativo di accordare la Bibbia con le nuove scoperte scientifiche è del tutto fuori luogo e perfino ridicolo. Sacra Scrittura e scienza viaggiano su due binari diversi. La scienza è in continuo aggiornamento, la parola di Dio rimane per sempre.
Una nuova realtà può essere vista sotto aspetti e angolature diverse e conseguentemente presentata in forme differenti. Si consideri l'arcobaleno: per lo scienziato è frutto di rifrazione dei raggi di diverse lunghezze d'onda, per cui la luce viene così scomposta nei suoi elementi. Se lo scienziato sbaglia in questa valutazione compie un errore. L'artista ed il romanziere descrivono invece la bellezza incomparabile dei tanti suoi colori ed esprimono la piacevole sensazione che ne ricevono. Anche se la loro descrizione non si accorda con la scienza, non vi è alcun errore, in quanto essi non intendono presentare un'opera scientifica, ma solo le proprie sensazioni estetiche. L'errore ci sarebbe solo se sbagliassero nel comunicare le loro sensazioni di gioia o di tristezza suscitate da quei colori. L’agiografo non ammira né il lato scientifico, né il lato estetico, bensì la bellezza della creazione di Dio. Egli vede nell’arcobaleno un segno di pace tra Dio e l'uomo; vi rinviene la promessa di non voler più mandare un diluvio devastatore. Vi vede la misericordia divina dopo il pericolo di un tremendo temporale. Se sbaglia nella descrizione scientifica non compie un errore. L'errore vi sarebbe solo se errasse nel suo campo specifico, se la presentazione dell'amore misericordioso di Dio non fosse vera. Solo questa valutazione è garantita dall'ispirazione divina.
È tutto ispirato nella Bibbia? Anche l'espressione scientifica? Ma sì. Ma solo indirettamente. Se scegliamo un pittore che ha a disposizione certi colori, certi mezzi espressivi, accettiamo pure questi suoi colori e questi suoi mezzi, altrimenti ne ricercheremmo un altro più conforme ai nostri gusti. Così Dio, ispirando l'autore di quell'epoca, ne accolse pure tutti i mezzi espressivi e tutte le sue cognizioni scientifiche che usò come strumento per un più efficace insegnamento spirituale. Se Dio avesse voluto esprimersi scientificamente non sarebbe stato capito! Di più, egli non avrebbe potuto esprimersi nemmeno con i dati della scienza attuale, poiché anche questa sarà rettificata da scoperte future. Quindi Dio doveva o accettare l'espressione popolare, o parlare in modo da non poter essere mai inteso, poiché la scienza è sempre in continuo sviluppo. Anche noi oggi siamo obbligati a esprimerci secondo le apparenze: si incontra un povero e gli si dà l'elemosina, e si tratta forse di un milionario che occulta il suo denaro per avarizia. Ci si sente più tranquilli se si cammina accanto un appartenente alle forze dell’ordine in divisa; e magari si tratta di un ladro, così travestito per meglio truffare.
Credeva lo scrittore a questa presentazione della scienza dell’epoca? Certamente! Ma non è rivelato ciò che l'Autore pensa al riguardo, ma solo ciò che egli insegna. Ora egli non ha insegnato l'astronomia o la scienza, bensì solo il messaggio spirituale che vi sta racchiuso.
La Bibbia, descrivendo le realtà come appaiono, non presenta degli errori scientifici, ma solo delle convinzioni arcaiche sorte in un'epoca pseudoscientifica, usate come mezzo espressivo per insegnare verità spirituali ispirate da Dio.
Nel dar ragione al Besaseà, mi soffermo sui rapporti tra Bibbia e scienza, a cui ho dedicato un corso di studi (http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=4777" onclick="window.open(this.href);return false;).
Il concordismo ovvero l’inutile e assurdo tentativo di accordare la Bibbia con le nuove scoperte scientifiche è del tutto fuori luogo e perfino ridicolo. Sacra Scrittura e scienza viaggiano su due binari diversi. La scienza è in continuo aggiornamento, la parola di Dio rimane per sempre.
Una nuova realtà può essere vista sotto aspetti e angolature diverse e conseguentemente presentata in forme differenti. Si consideri l'arcobaleno: per lo scienziato è frutto di rifrazione dei raggi di diverse lunghezze d'onda, per cui la luce viene così scomposta nei suoi elementi. Se lo scienziato sbaglia in questa valutazione compie un errore. L'artista ed il romanziere descrivono invece la bellezza incomparabile dei tanti suoi colori ed esprimono la piacevole sensazione che ne ricevono. Anche se la loro descrizione non si accorda con la scienza, non vi è alcun errore, in quanto essi non intendono presentare un'opera scientifica, ma solo le proprie sensazioni estetiche. L'errore ci sarebbe solo se sbagliassero nel comunicare le loro sensazioni di gioia o di tristezza suscitate da quei colori. L’agiografo non ammira né il lato scientifico, né il lato estetico, bensì la bellezza della creazione di Dio. Egli vede nell’arcobaleno un segno di pace tra Dio e l'uomo; vi rinviene la promessa di non voler più mandare un diluvio devastatore. Vi vede la misericordia divina dopo il pericolo di un tremendo temporale. Se sbaglia nella descrizione scientifica non compie un errore. L'errore vi sarebbe solo se errasse nel suo campo specifico, se la presentazione dell'amore misericordioso di Dio non fosse vera. Solo questa valutazione è garantita dall'ispirazione divina.
È tutto ispirato nella Bibbia? Anche l'espressione scientifica? Ma sì. Ma solo indirettamente. Se scegliamo un pittore che ha a disposizione certi colori, certi mezzi espressivi, accettiamo pure questi suoi colori e questi suoi mezzi, altrimenti ne ricercheremmo un altro più conforme ai nostri gusti. Così Dio, ispirando l'autore di quell'epoca, ne accolse pure tutti i mezzi espressivi e tutte le sue cognizioni scientifiche che usò come strumento per un più efficace insegnamento spirituale. Se Dio avesse voluto esprimersi scientificamente non sarebbe stato capito! Di più, egli non avrebbe potuto esprimersi nemmeno con i dati della scienza attuale, poiché anche questa sarà rettificata da scoperte future. Quindi Dio doveva o accettare l'espressione popolare, o parlare in modo da non poter essere mai inteso, poiché la scienza è sempre in continuo sviluppo. Anche noi oggi siamo obbligati a esprimerci secondo le apparenze: si incontra un povero e gli si dà l'elemosina, e si tratta forse di un milionario che occulta il suo denaro per avarizia. Ci si sente più tranquilli se si cammina accanto un appartenente alle forze dell’ordine in divisa; e magari si tratta di un ladro, così travestito per meglio truffare.
Credeva lo scrittore a questa presentazione della scienza dell’epoca? Certamente! Ma non è rivelato ciò che l'Autore pensa al riguardo, ma solo ciò che egli insegna. Ora egli non ha insegnato l'astronomia o la scienza, bensì solo il messaggio spirituale che vi sta racchiuso.
La Bibbia, descrivendo le realtà come appaiono, non presenta degli errori scientifici, ma solo delle convinzioni arcaiche sorte in un'epoca pseudoscientifica, usate come mezzo espressivo per insegnare verità spirituali ispirate da Dio.